Morto Daniele Del Giudice, lo scrittore dello «Stadio di Wimbledon»

Sabato prossimo sarebbe stato insignito del Premio Campiello alla carriera ma non ce l’ha fatta. Daniele Del Giudice, 72 anni, scrittore arrivato alla ribalta nazionale con Lo stadio di Wimbledon (1983), da tempo gravemente malato, è morto nella notte. Scoperto da Italo Calvino, ha pubblicato con Einaudi tutti i suoi libri. Nativo di Roma, aveva cominciato come giornalista e critico di Paese Sera. Di carattere riservato, Schivo, ha ottenuto molti premi in carriera tra i quali il Premio Viareggio Opera Prima nel 1983, il Premio Letterario Giovanni Comisso nel 1985, il Premio Bergamo nel 1986, il Bagutta nel 1995 e, per due volte, nel 1994 e 1997, è stato selezionato appunto per il Campiello. Nel 2002, aveva ricevuto il Premio Feltrinelli dall’Accademia dei Lincei per l’opera narrativa.

Tradotto in varie lingue, all’uscita di Orizzonte mobile (2009) fu pronosticato probabile vincitore dello Strega, non fosse stato per il fatto che si rifiutò di partecipare. Tra i suoi libri più celebri, Atlante occidentale (1985), sul rapporto tra il fisico Pietro Brahe e lo scrittore Ira Epstein, e Nel museo di Reims (1988), storia di Barnaba e del suo volersi fissare nella memoria le immagini di un museo, prima di diventare cieco. Nel 1994 pubblica Staccando l’ombra da terra, libro che contiene sei racconti dedicati al volo.

Da un testo di questa raccolta, Unreported inbound Palermo, Marco Paolini sviluppò l’omonimo spettacolo teatrale con musiche di Giovanna Marini e Alessandro Melchiorre un dramma musicale. Nel 1997 ha pubblicato la raccolta di racconti Mania. Nel 2001, riprendendo il tema di Unreported inbound Palermo, ha scritto con Paolini I-Tigi, Canto per Ustica, testo di uno spettacolo teatrale sulla tragedia del Dc9 Italia precipitato nel 1980.