Repubblica - 28 novebre

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La copertina

Il libro

L’intervista

Vita da manuale tutte le istruzioni per essere più felici

Quei corpi senza testa della Kristeva

Mark Haddon “Vi racconto i lettori ragazzi”

EDMONDO BERSELLI E SANDRO VERONESI

FRANCESCO MERLO

LEONETTA BENTIVOGLIO

Fondatore Eugenio Scalfari 1 2

www.repubblica.it

Anno 34 - Numero 282

Direttore Ezio Mauro

1,50 in Italia

sab 28 nov 2009

sabato 28 novembre 2009

SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: AUSTRIA, BELGIO, FINLANDIA, FRANCIA, GERMANIA, GRECIA, IRLANDA, LUSSEMBURGO, MALTA, MONACO P., OLANDA, PORTOGALLO, SLOVENIA, SPAGNA € 2,00; CANADA $1; CROAZIA KN 15; DANIMARCA KR 15; EGITTO EP 16,50; MAROCCO MDH 24; NORVEGIA KR 20; POLONIA PLN 12,10; REGNO UNITO LST 1,50; REPUBBLICA CECA CZK 60; SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66; SVEZIA KR 18; SVIZZERA FR 3,00 (CON D O IL VENERDÌ FR 3,30); TUNISIA TD 3,50; TURCHIA YTL 4; UNGHERIA FT 495; U.S.A $ 1

“Serve autocontrollo nelle dichiarazioni, i magistrati si attengano al loro ruolo”: L’Anm: giusto, ma stop alle aggressioni

“Basta scontri tra istituzioni” Napolitanorichiamatogheepremier:nullaabbatteungovernoconlafiducia L’ALLARME DEL QUIRINALE

ALTAN

L’inchiesta

Cosa Nostra e la nascita di Fininvest

MASSIMO GIANNINI

L’asso nella manica dei boss Graviano i soldi del Cavaliere

PARTE la ricostruzione del primo dopoguerra e il boom degli anni ’60, non si ricorda una “età dell’oro” della democrazia italiana. Ma stiamo precipitando davvero in un “tempo di ferro”, se un capo dello Stato convoca i giornalisti per manifestare la sua “profonda preoccupazione” sulle condizioni del Paese. SEGUE A PAGINA 39

Dubai, i cantieri deserti nella Disneyland degli sceicchi dal nostro inviato GIOVANNI PONS

A

Le idee

ATTILIO BOLZONI GIUSEPPE D’AVANZO OLDI. Soldi “loro” che non sono rimasti in Sicilia, ma «portati su», lontano da Palermo. «Filippo Graviano mi parlava come se fosse un suo investimento, come se la Fininvest fossero soldi messi da tasca sua». Per Gaspare Spatuzza, da qualche parte, la famigliadi Brancaccio ha «un asso nella manica». Quale può essere questo «jolly» non è più un mistero. Per i mafiosi, che riferiscono quel che sanno ai procuratori di Firenze, è una realtà il ricatto per Berlusconi che Cosa Nostra nasconde sotto la controversa storia delle stragi del 1993. Nell’interrogatorio del 16 marzo 2009, Spatuzza non parla più di morte, di bombe, di assassini, ma del denaro dei Graviano. E ha pochi dubbi che Giuseppe Graviano (che chiama «Madre Natura» o «Mio padre») «si giocherà l’asso» contro chi a Milano è stato il mediatore degli affari di famiglia, Marcello Dell’Utri, e l’utilizzatore di quelle risorse, Silvio Berlusconi. Il mafioso ricostruisce la storia imprenditoriale della cosca di Brancaccio, con i Corleonesi di Riina e Bagarella e i Trapanesi di Matteo Messina Denaro, il nocciolo duro e irriducibile di Cosa nostra siciliana. È il 16 marzo 2009, il mafioso di Brancaccio racconta ai pubblici ministeri del «tesoro» dei Graviano. «Cento lire non gliele hanno levate a tutt’oggi. Non gli hanno sequestrato niente e sono ricchissimi». SEGUE A PAGINA 6

Il reportage

Perché il Pd non va al No-B day?

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ADRIANO SOFRI ON è facile capire perché i dirigenti del Pd, a cominciare da Bersani, non siano entusiasti dell’impegno di tanti giovani – e meno giovani – che hanno usato la rete per smettere di sfogare a vanvera la propria indignazione per il berlusconismo e promuovere una grande manifestazione. SEGUE A PAGINA 39

N

BATTISTINI, BEI E LOPAPA ALLE PAGINE 2 E 3

Emendamento alla Finanziaria: solo 6 mesi di Cig. Il Papa: anche Gesù era un migrante

La Lega: agli immigrati cassa ridotta La polemica

Prove tecniche di razzismo CURZIO MALTESE A DERIVA da Ku Klux Klan della Lega Nord non ha più limiti. Dopo la ripugnante trovata del White Christmas di Coccaglio, arriva un’altra proposta di legge razziale che non si sa se definire più idiota o indegna. SEGUE A PAGINA 10

L

La storia

ROMA — Proposta choc della Lega, che in un emendamento alla Finanziaria chiede una Cassa integrazione ridotta per gli immigrati: non deve superare i sei mesi. Intanto il Papa ricorda che anche Gesù era un migrante. LA ROCCA, LONARDI E SALA ALLE PAGINE 10 E 11

Chiesta all’Aifa una nuova delibera sulla Ru 486

Sacconi dà il via libera alla pillola abortiva “Ma solo con il ricovero” MICHELE BOCCI A PAGINA 15

DUBAI A CRISI? Quale crisi, lo sanno tutti che lo sceicco è già a Londra per incontrarsi con la regina d’Inghilterra e sistemare le cose». La spiaggia di Jumeirah Beach Residence è gremita di gente, da ieri e per tre giorni negli Emirati arabi si celebra la festa di Eid al-Adha. Siamo proprio a due passi dalla Palm Jumeirah, quella specie di isola galleggiante che si vede in tutti depliant turistici del Dubai e che è stata costruita dalla Nakheel, la società controllata dal Dubai World e finita nell’occhio del ciclone per un bond da 4 miliardi di dollari in scadenza il 14 dicembre e fortemente a rischio. Ma nessuno sembra preoccuparsi più di tanto della tempesta che si è scatenata sui mercati dopo le dichiarazioni del governo di mercoledì sera, quando è stato chiesto un congelamento del debito. La battuta sullo sceicco Mohammed Bin Rashid al-Maktoum raccolta da un gruppo di ragazzi italiani che vivono a Dubai da una decina d’anni fa sorridere, ma loro sembrano parlare sul serio. SEGUE A PAGINA 13 PAGNI E PULEDDA ALLE PAGINE 12 E 13

«L

Il caso

Studente di un liceo linguistico a Milano, le compagne: uno scherzo

Esercenti in rivolta: ci chiedono di versare altri diritti oltre a quelli Siae

Va a scuola vestito da donna cacciato dal prof, sarà punito

Il bar ha la radio accesa? Paghi il conto ai discografici

FRANCO VANNI

PAOLA COPPOLA

MILANO I È presentato in classe vestito da donna, ora rischia la sospensione e il 5 in condotta. Sono queste le «punizioni esemplari» proposte dal preside del liceo linguistico Manzoni per un gesto che considera «completamente fuori luogo» da parte di uno studente. SEGUE A PAGINA 27

S

Più di cinquanta feriti Non si esclude l’attentato

Deraglia il treno Mosca-S.Pietroburgo ventidue morti LEONARDO COEN A PAGINA 23

ROMA ASTA avere una radio, un lettore cd o una tv e, naturalmente, tenerli accesi. Che faccia da sottofondo in un negozio, siano note soft in un ristorante, una compilation “sparata” dal parrucchiere o in un bar, e persino un disco messo su in parrocchia: tutto questo ha un costo, come per la musica in discoteca. SEGUE A PAGINA 30

B

L’Inter in difesa di Balotelli sfida di Torino ad alta tensione

Moratti alla Juve “Fermate gli ultrà o ritiro la squadra” FULVIO BIANCHI NELLO SPORT


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA

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L’iniziativa

Napolitano chiede “autocontrollo” “Basta tensioni tra le istituzioni” “Nulla può abbattere un governo se ha la maggioranza” GIORGIO BATTISTINI ROMA — Napolitano alza la voce. E s’interpone tra Berlusconi e i magistrati in lite, invitando tutti a controllare i toni prima che la situazione sfugga di mano, a tutti. Il richiamo viene poche ore dopo che al capo del governo sia sfuggito un avvertimento (poi smentito) sul rischio di guerra civile in Italia alimentata da alcuni settori «eversivi» della magistratura. Le parole e i toni del capo dello Stato ottengono l’immediato plauso dei presidenti del due rami del Parlamento, Fini e Schifani, della maggioranza e dell’opposizione. D’improvviso il clima politico sembra ricomposto. Per un po’. Rivolto ai magistrati di tutta Italia il capo dello Stato ricorda loro che «nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento quando poggia sulla coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare». Nulla e nessuno, parola di Costituzione. Rivolto ai partiti, avverte che spetta al Parlamento «esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volta a definire corretti equilibri tra po-

Apprezzamento bipartisan per le parole del presidente della Repubblica litica e giustizia». Dunque non alla magistratura né al governo. Napolitano ha deciso da solo, senza parlarne prima ai suoi collaboratori, sconvolto dalla durezza della contrapposizione in atto. Ha letto i giornali del mattino, ha scelto la formula d’intervento meno drammatica e più clamorosa possibile, inserita al termine dell’udienza del mattino (ieri dedicata all’Associazione invalidi). Con una procedura inedita e urgente, segno della

ISTITUZIONI

ELLEKAPPA

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Silvio Berlusconi

Hanno detto SCHIFANI “Come sempre il capo dello Stato dice delle parole profondamente sagge”

La spirale

FINI “Piena condivisione, è un messaggio che va letto e apprezzato nella sua totalita”

BERSANI “Dalle parole del presidente, emerge ancora una volta la centralità del Parlamento”

gravità del momento, ha convocato i giornalisti presenti («sento bisogno di dire qualcosa in questo particolare momento...) in una saletta attigua al salone dei Corazzieri per leggere una dichiarazione di quindici righe appena, intessuta di preoccupanti segni d’allarme. L’interesse del Paese, che «deve affrontare seri e complessi problemi di ordine economico e sociale, secondo Napolitano, «richiede che si fermi la spirale d’una una crescente drammatizzazione, cui si sta

“Va fermata la spirale di drammatizzazione delle polemiche e delle tensioni” assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investite di distinte responsabilità costituzionali». Il timore del presidente nasce

Minzolini

“Il presidente della Camera indebolisce il Pdl” ROMA — «È un rebus dell’attuale fase politica» quale partita stia giocando il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Lo ha detto il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, nel faccia a faccia di Niente di personale di Antonello Piroso, in onda ieri sera su La7. «Politicamente Fini non lo comprendo. Capisco che si vogliano sposare posizioni più laiche e progressiste, ma non capisco quando queste posizioni vengono portate all’estremo mettendo in pericolo l’impianto del partito. Spesso arriviamo a situazioni incomprensibili». Minzolini spiega anche che nel

DIRETTORE Augusto Minzolini dirige il Tg1 dalla scorso 9 giugno

centro-destra c’è «un problema abbastanza presente di coerenza. Il centro-destra rispetto al rapporto con l’opinione pubblica del Paese è più sintonizzato della sinistra. La questione delle tasse è nata con l’avvento di Berlusconi. Ma su questioni preponderanti il centro-destra si è sempre diviso, spesso per ambizioni del gruppo dirigente». E sulle escort, ha proseguito, «avevo ragione io, sono state un grande scontro di poteri in cui la parte in gioco era il governo. Ho dato tutte le notizie che dovevo dare in maniera sobria come dovrebbe fare il servizio pubblico».

dal groviglio di aggressività polemiche tra governo e magistrati, con pesante, distruttiva delegittimazione reciproca. Da qui, ancora una volta ma più pressante che mai, il richiamo a «tutte le parti» per uno «sforzo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche», vale a dire agli uomini della politica e delle istituzioni. Richiamo diretto anche a «quanti appartengono all’istituzione preposta all’esercizio della giurisdizione», vale a dire la magistratura. Con una raccomandazione in più: «si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione». Le parole del presidente sembrano aver riportato la calma nel sistema politico. Fini parla di «piena condivisione» del messaggio che «va letto e apprezzato nella sua interezza», Schifani concorda «Parole sagge, il messaggio va letto nella sua completezza». Bersani, dall’opposizione, approva di quel «richiamo forte ed energico», soprattutto la centralità del Parlamento», mentre Di Pietro preferisce notare come «in questa legislatrura ci sono troppi parlamentari in conflitto d’interessi con la giustizia, direttamente o indirettamente». E il Guardasigilli Alfano definisce «sagge e opportune» le parole del presidente. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’interesse del Paese, che deve affrontare seri problemi di ordine economico e sociale, richiede che si fermi la spirale di una crescente drammatizzazione I magistrati

Coloro che appartengono alla istituzione preposta all’esercizio della giurisdizione, si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione Le riforme

Spetta al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia


la Repubblica

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Le reazioni

PER SAPERNE DI PIÙ www.quirinale.it www.associazionemagistrati.it

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L’Anm incontra il presidente della Camera e ad Enna denuncia: in Sicilia procure al collasso

E i magistrati si sfogano con Fini “Niente guerre ma cessino gli attacchi” te», degli affondi del premier alla categoria spinti fino all’accusa di eversione, della sovraesposizione di singoli magistrati come il loro collega “reo” di aver condannato la Fininvest a pagare 750 milioni di danni alla Cir. Loro sono pure disposti a rispettare il corretto equilibrio politica-giustizia, come auspicato dal capo dello Stato, ma «di fronte ad aggressioni che

CARMELO LOPAPA ROMA — I magistrati non si sentono in guerra, plaudono all’intervento del presidente della Repubblica, ma non si piegheranno alle «aggressioni». Cinquanta minuti di colloquio a Montecitorio. Faccia a faccia con Gianfranco Fini all’indomani dell’ultimo, pesante affondo del premier Silvio Berlusconi contro la magistratura accusata di voler abbattere il governo. Un incontro, quello con il presidente dell’Anm Luca Palamara e col segretario Giuseppe Cascini, che la terza carica dello Stato aveva accordato quattro giorni prima e che, non a caso, ha confermato ieri mattina nonostante la turbolenza in corso. Sono ore concitate. Quando i due rappresentanti dell’Associazione nazionale magistrati raggiungono il piano nobile della Camera dei deputati, il capo dello Stato Napolitano ha da poco invitato pubblicamente le toghe a «non travalicare» il loro ruolo. Nell’incontro con Fini, Palamara e Cascini parlano a tutto campo. Della riforma sul processo breve che non esitano a definire «devastan-

Il retroscena

L’ANM Luca Palamara, presidente dell’Anm, associazione dei magistrati

Il colloquio, fissato quattro giorni prima e confermato ieri, ha irritato il ministro Bondi avvengono tutti i giorni è difficile continuare a mantenere un ruolo di equilibrio» spiegano. Da qui la «grande preoccupazione» per il clima che si respira. L’Anm non rinuncerà perciò a «difendere i singoli magistrati e l’istituzione giudiziaria quando sono ingiustamente attaccati». Il monito di Napolitano lo condividono, come spiegheranno poi parlando coi giornalisti: «Affermazioni in cui

ogni magistrato deve riconoscersi, la magistratura deve e vuole continuare a fare ciò che la Costituzione le impone». Ma è «inaccettabile dividere i magistrati tra buoni e cattivi, o tra rossi e neri, a seconda delle indagini che conducono». In Gianfranco Fini i vertici dell’Anm trovano un interlocutore sensibile alle loro preoccupazioni. Comunque intenzionato — da cofondatore del Pdl oltre che da presidente della Camera — a mantenere aperto il dialogo. Neanche a dirlo, il semplice incontro irretisce l’ala berlusconiana del partito. «L’Anm mediti invece di fare il giro delle sette chiese», attacca il coordinatore Sandro Bondi. La mobilitazione delle toghe intanto procede. A Enna, dove il procuratore capo Calogero Ferrotti lascerà la magistratura da gennaio, inascoltato dopo le richieste di potenziare l’organico, ha fatto tappa ieri la protesta dell’Anm siciliana contro la «abdicazione dello Stato»: «Stanno per chiudere le procure di Enna, Mistretta e Sciacca, giustizia sull’orlo del fallimento». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scende il gelo tra Quirinale e Palazzo Chigi il premier: “Non sono io che alzo i toni” E scherza: “Sono il capomafia”. Bonaiuti: nessun avviso di garanzia

FRANCESCO BEI ROMA — «Non sono certo io ad alzare i toni dello scontro. Sono semmai alcuni pm a tenere un comportamento che, in qualunque democrazia, non sarebbe tollerato». Silvio Berlusconi non si sente chiamato in causa dall’appello di Giorgio Napolitano a non «drammatizzare» il momento politico. È convinto del tentativo in atto di farlo saltare a gambe all’aria, è «indignato» per le apparizioni televisive di alcuni magistrati e ritiene suo diritto difendersi denunciando «le manovre di certi pm che si muovono sulla base di teorie ridicole e farneticanti». Per questo ha accolto positivamente il monito del capo dello Stato, apprezzandone la parte in cui s’invitavano i magistrati a non sconfinare e glissando invece sul resto. Sul Colle invece vengono inquadrate tutte le responsabilità,

La battuta del Cavaliere: è vero mi sono occupato di Cosa nostra, ho raccontato storielle anche (e soprattutto) quelle del Cavaliere. E viene valutata con preoccupazione la spirale innescata dalle parole incendiarie del premier — pronunciate durante l’ufficio di presidenza del Pdl e poi smentite — contro i magistrati. Frasi che hanno innescato il fallo di reazione di un paio di magistrati, altrettanto stigmatizzato dal Colle. Insomma, gli uomini di Napolitano osservano con apprensione le convulsioni del capo del governo, in contatto costante anche con Gianfranco Fini. E se anche dovesse piovere un avviso di

I precedenti LODO ALFANO L’ultimo scontro tra il premier e il presidente della Repubblica risale a ottobre, dopo la bocciatura del Lodo Alfano. “Napolitano disse Berlusconi - è un capo dello Stato di sinistra”

CASO ENGLARO A febbraio scorso lo scontro si concentra sul decreto per bloccare la sospensione dell’alimentazione a Eluana. Il Colle non firma il provvedimento

BLOCCA PROCESSI Nel giugno 2008 ancora nervi tesi tra Palazzo Chigi e Quirinale. Napolitano blocca l’emendamento al decreto sicurezza per bloccare i suoi processi

garanzia sulla testa di Berlusconi o se il premier fosse condannato in primo grado a Milano — questi i ragionamenti che si fanno sul Colle — il capo dello Stato non prenderebbe iniziative visto che esiste la presunzione di innocenza. Anche a questo serviva il messaggio di ieri, per ribadire che ogni eventuale decisione sulla sorte del governo spetta al presidente

del Consiglio, alla sua sensibilità politica e morale. E tutto dipende dalla tenuta della sua maggioranza e della leadership del centrodestra: finchè c’è la maggioranza nessuno può abbattere il premier. Ma, nonostante l’invito di Napolitano ad abbassare la temperatura, nel quartier generale del Cavaliere per tutto il giorno è suonato l’allarme rosso. Il tam tam

del Palazzo fin dalla mattina rilancia infatti lo stesso messaggio: è in arrivo l’avviso di garanzia per Berlusconi e Dell’Utri. Una notizia che si rivelerà inesistente — a nulla conduce una ricognizione condotta da Niccolò Ghedini fino a sera — ma l’emergenza costringe comunque Berlusconi a rinviare il viaggio all’Aquila per la consegna delle case ai terremotati. La fibril-

lazione è tale che, alla fine, il portavoce Paolo Bonaiuti, dopo un incontro con Berlusconi a palazzo Grazioli, è costretto ad uscire allo scoperto con una smentita preventiva: «Escludiamo nel modo più deciso che sia in arrivo un qualsiasi atto correlato alle indagini di Firenze e Palermo». E tuttavia il Cavaliere in privato batte e ribatte sullo stesso punto. Lo fa scherzando, per esorcizzare la paura, giurando di essere «corazzato di ottimismo» e tutt’altro che «demotivato». Due sera fa, alla cena di autofinanziamento dei club della libertà organizzata da Valducci e Stracquadanio (diecimila euro a coppia), il Cavaliere ha lasciato a bocca aperta i presenti: «Io sono il capo della mafia, lo sapete tutti no?». Ieri sera ha ripetuto la gag a villa Madama: «C’è qualcuno che dice che mi sono molto occupato di mafia, a partire dal ‘92. È vero: sulla mafia ho raccontato molte storielle». Ma il timore è reale e tutti i berlusconiani ne sono consapevoli. Giorni fa Gaetano Pecorella, convinto che il ddl sul processo breve «non funzionerà», su un divanetto di Montecitorio pronosticava tempi duri: «Se venisse condannato secondo me non si deve dimettere. Ma non c’è dubbio che verrebbe molto indebolito. Il fatto è che, in questo momento, Berlusconi è l’unico che può governare: lo sanno anche Bersani e Casini». Ad angustiare il premier c’è poi il «problema Fini», che anche ieri l’ha fatto infuriare per l’incontro con l’Anm. Il presidente della Camera ha raccomandato ai suoi di tenere i «nervi saldi», ma l’area che fa riferimento a Fini è in subbuglio. Ormai qualcuno tra i finiani non esclude più nulla, nemmeno uno sganciamento dal Pdl «se le cose dovessero precipitare». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA

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Il processo

Mills, il premier fa slittare la ripresa L’udienza il 4. Ghedini: “No, c’è consiglio dei ministri”. Duello sugli atti validi EMILIO RANDACIO MILANO — La prima udienza del processo Mills-bis, quello nel quale è imputato Silvio Berlusconi, è stata fissata per venerdì 4 dicembre. Ma il Tribunale di Milano non ha tenuto conto che quel giorno si svolgerà una riunione del Consiglio dei ministri e che dunque scatterà il “legittimo impedimento” del premier. Per riprendere in aula il dibattimento per corruzione a carico di Silvio Berlusconi bisognerà così

conti Fininvest. Ieri mattina, la parola spettava al presidente della Decima sezione, Nicoletta Gandus, chiamata a spogliarsi definitivamente del fascicolo. Dopo aver condannato Mills a 4 anni e mezzo per corruzione giudiziaria, dopo aver inviato alla Consulta la posizione del premier, “congelata” grazie al lodo Alfano, lei e i giudici a latere Dorigo e Cazzialanza non potevano più affrontare lo stesso processo. Ora, il compito spetterà a un nuovo collegio composto

da tre donne (presidente Francesca Vitale). Ma nelle pieghe dell’ordinanza di ieri, firmata dal presidente del Tribunale Livia Pomodoro, sono stati fissati molti paletti per indirizzare il processo a carico del premier, salvando moltissimi atti processuali compiuti fino al 4 ottobre del 2008, quando la posizione del Cavaliere era stata stralciata a causa proprio del lodo Alfano. Un’interpretazione che non viene condivisa dal pool difensivo. «Il fatto che gli atti siano

stati dichiarati efficaci non vuol dire che siano utilizzabili» afferma Ghedini. «Di volta in volta — sostiene il legale di Berlusconi — si deciderà quindi se dare il consenso o meno all’utilizzo degli atti già formati». Posizione del tutto legittima e prevista dal codice, ma che molto probabilmente dilaterebbe l’intero processo fino alla prescrizione, fissata categoricamente per l’aprile del 2011. Creando una situazione paradossale: da una parte il corrotto Mills, dopo la condanna

La Gandus “cede” il processo a un nuovo collegio. L’incognita della prescrizione aspettare ancora, dopo i tredici mesi di stop forzato causa Lodo Alfano. «Si vedrà - ha annunciato l’avvocato-onorevole Niccolò Ghedini - come contemperare le esigenze dell'amministrazione della giustizia con quelle di chi ha il diritto e il dovere di governare». Il processo è quello in cui il premier è accusato di aver corrotto l’avvocato inglese David Mills. In ballo 600 mila dollari “allungati” per dire il falso nei processi in cui si accertavano irregolarità nella gestione dei

d’appello, aspetta solo l’ultima parola della Corte di Cassazione, mentre il corruttore Berlusconi sarebbe dichiarato prescritto. Ogni previsione su questa lotta contro il tempo, ovviamente, verrebbe superata dall’eventuale approvazione della riforma sul processo breve, in discussione al Senato. In caso dell’approvazione del disegno di legge, tutti gli atti, rogatorie e interrogatori, diventerebbero semplicemente superflui. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La causa sdoppiata DUE IMPUTATI L’avvocato Mills e Berlusconi erano in origine imputati in un unico processo

Tre giudici donna LODO ALFANO

Il collegio che ha “ereditato” il processo Mills a carico di Berlusconi è presieduto da Francesca Vitale. Giudici a latere sono Antonella Lai (nella foto) e Caterina Interlandi

Lo “scudo” obbligò la corte a stralciare la posizione di Berlusconi

CONDANNA Mills è già stato condannato a 4 anni e mezzo in primo grado e in appello

Il giurista

“Sedute nei festivi per evitare un eterno rinvio” ROMA — Udienze di domenica per evitare un eterno rinvio dovuto agli impegni del premier. È la strada per aggirare il legittimo impedimento. A suggerirla è il costituzionalista Alessandro Pace. Due sentenze consentirebbero, previo accordo tra le parti, di tenere udienze nei festivi: «La sentenza 225 del 2001 della Consulta, che relativamente al caso di Cesare Previti contempla la possibilità di fissare udienze il lunedì, sabato e domenica; e la sentenza 2832 del 1995 della prima sezione della Cassazione penale, in base alla quale l’articolo 2 della legge 260/1949 — che prevede il divieto di attività processuali nei festivi — ha una funzione meramente direttiva, in quanto la sua violazione è sprovvista di sanzione». (Vladimiro Polchi) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Affidato a Bruno il compito di sondare Pd e Udc per arrivare ai due terzi: verrebbe abbandonato il processo breve

Il retroscena

La maggioranza tenta una trattativa “impedimento” per via costituzionale LIANA MILELLA ROMA — Il Pdl si apre una via di fuga qualora ci si renda conto - come molti nella maggioranza temono e come hanno detto allo stesso Berlusconi - che il processo breve rischia di incagliarsi subito sul tavolo di Napolitano o poco dopo su quello della Consulta. L’ancora di salvezza si chiama legittimo impedimento costituzionalizzato

L’incarico di premier giustificherebbe di per sé l’assenza alle udienze alias lodo Alfano. Su cui cercare però l’obbligatoria convergenza dei due terzi del Parlamento garantendosi una rapida approvazione. Addirittura in sei mesi. L’uomo della trattativa è Donato Bruno, il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera che, come merce di scambio, è stato autorizzato a “vendere” anche un passo indietro sul processo breve. Giusto quello che, da giorni, chiedono Udc e Pd. Con una variabile importante: gli uomini di Casini sono pronti a votare il lodo Alfano opportunamente adeguato ai dettami della Consulta, quelli di Bersa-

Donato Bruno

Le ipotesi IMPEDIMENTO TIPIZZATO Michele Vietti (Udc) vuole tipizzare il legittimo impedimento in base alle competenze del solo premier

PROCESSI FERMI Per Bertolini e Biancofiore (Pdl) la funzione di premier e ministro costituisce un legittimo impedimento

LODO ALFANO BIS È la nuova versione dello scudo per congelare i processi delle quattro più alte cariche dello Stato

ni sono comunque contrari perché uno scudo per il premier, per essere accettabile, dovrebbe essere inserito in una più ampia riforma dell’assetto dei poteri. La partita si giocherà la prossima settimana, di pari passo con l’avvio della discussione sul processo breve al Senato. L’ufficio politico del Pdl ne ha discusso, ne ha valutato rischi e vantaggi, poi ha dato il via libera. Bruno cercherà di capire quali sono gli spazzi di manovra, se i varchi sono sufficientemente ampi, verificherà se lo scambio è realistico, se le opposizioni (Di Pietro escluso) ci stanno, ma soprattutto se alla fine il risultato può consentire a Berlusconi di fermare i suoi processi. La manovra è senza rete e non è affatto detto che riesca soprattutto per via dei tempi (non meno di sei mesi). Sul tavolo, al momento, ci sono solo le proposte per mettere a norma il legittimo impedimento, una già depositata dalle deputate pdl Michaela Biancofiore e Isabella Bertolini, l’altra ampiamente illustrata dal centrista Michele Vietti. Entrambe con il ricorso a una legge ordinaria. La prima attribuisce alla stessa «funzione di governo» del premier e dei ministri il peso di un legittimo impedimento per bloccare i dibattimenti. La seconda ipotizza, come spiega il vice di Casini alla Camera, «di prendere l’elenco delle funzioni del solo premier, e delle attività connesse e

conseguenti, e tipizzare i possibili impedimenti». La differenza politica fondamentale sta nel mantenere o no in vita il processo breve. Scontato il sì per le due pidielline che vogliono sia il legittimo impedimento reso obbligatorio per legge, sia poi il processo breve. Assolutamente negato da Vietti («Non si tratta se quella legge resta in piedi»). Nella strategia del Pdl, e nella

BONSAI IL FILMINO

trattativa che ne consegue, il trucco è sfruttare il varco aperto dalla proposta dell’Udc (una legge ponte sul legittimo impedimento tipizzato per arrivare al nuovo lodo Alfano) per saltare direttamente allo scudo congela processi. Un risultato, la versione costituzionalizzata del lodo stracciato dalla Consulta, che può anche valere il sacrificio di una legge già super contestata come il processo breve,

SEBASTIANO MESSINA

è un file scottante anche su Silvio Berlusconi? Dopo le imbarazzanti immagini con una transessuale che sono costate la poltrona al governatore del Lazio, dopo il «ricatto hard» che secondo il Giornale riguarderebbe Alessandra Mussolini, ieri pomeriggio si è sparsa la voce di un sensazionale documento filmato nientemeno che sul presidente del Consiglio. Una registrazione clamorosa, secondo le prime indiscrezioni. Nel video, realizzato da una mano malferma con un telefonino, si vedrebbe nitidamente Berlusconi, in giacca e cravatta, di fronte a tre donne vestite di nero — sedute dietro quella che sembra una cattedra — mentre risponde a lungo, con calma, alle domande di un uomo di mezza età che lui chiama «signor pubblico ministero». In serata è arrivata la smentita: era un falso, purtroppo.

C’

© RIPRODUZIONE RISERVATA

soprattutto se le antenne di palazzo Chigi dovessero avvertire che il capo dello Stato è pronto a bloccarla. Lo staff legale del premier ha fatto due conti, ha valutato che già con l’attuale legittimo impedimento i processi Mills e Mediaset andranno molto per le lunghe. Tanto da poter essere di nuovo congelati dallo scudo per le alte cariche. Vietti mette subito le mani avanti: «La costituzionalizzazione del lodo non può essere la semplice riproposizione del testo boccia-

Centristi disposti anche a costituzionalizzare il lodo Alfano. Vietti: ma con varianti to dalla Corte. Occorre ripensarne modalità e contenuti per non incorrere nella violazione del principio di uguaglianza». Subito conciliante, il Guardasigilli Angelino Alfano gli manda a dire che «il testo è emendabile». Per il Pdl, e per il protagonista della trattativa Bruno, non resta che uno scoglio non da poco, l’ostilità del Pd. Su cui tutto si arenerà e Berlusconi potrà dire «è colpa vostra se sono costretto a far approvare il processo breve». © RIPRODUZIONE RISERVATA



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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA

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Ammirazione per il Cavaliere

Filippo Graviano ha nutrito sempre simpatia nei riguardi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. È tutto “patito” dell’abilità manageriale del presidente del Consiglio. Potrei riempire pagine e pagine di verbale della simpatia e del... possiamo dire... dell’amore che lo lega a Silvio Berlusconi e a Marcello Dell’Utri

L’inchiesta

I soldi del Cavaliere l’asso nella manica dei boss Graviano

AFFA

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Così la mafia investì a Milano ATTILIO BOLZONI E GIUSEPPE D’AVANZO (segue dalla prima pagina)

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ON si fidano di nessuno, hanno costruito in questi vent’anni un patrimonio immenso». Per Gaspare Spatuzza, due più due fa sempre quattro. Dopo il 1989 e fino al 27 gennaio 1994 (li arrestano ai tavoli di “Gigi il cacciatore” di via Procaccini), Filippo e Giuseppe decidono di starsene latitanti a Milano e non a Palermo. Hanno le loro buone ragioni. A Milano possono contare su protezioni eccellenti e insospettabili che li garantiscono meglio delle strade strette di Brancaccio dove non passa inosservato nemmeno uno spillo. E dunque perché? «E’ anomalissimo», dice il mafioso, ma la chiave è nel denaro. A Milano non ci sono uomini della famiglia, ma non importa perché ci sono i loro soldi e gli uomini che li custodiscono. I loro nomi forse non sono un mistero. Di più, Gaspare Spatuzza li suggerisce. Interrogatorio del 16 giugno: «Filippo ha nutrito sempre simpatia nei riguardi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, (…) Filippo è tutto patito dell’abilità manageriale di Berlusconi. Potrei riempire pagine e pagine di verbale [per raccontare] della simpatia e del… possiamo dire … dell’amore che lo lega a Berlusconi e Dell’Utri». «L’asso nella manica» di Giuseppe Graviano, «il jolly» evocato dal mafioso come una minaccia — sostengono fonti vicine all’inchiesta — non è nella fitta rete di contatti, reciproche e ancora misteriose in-

La scheda FIRENZE I pm di Firenze hanno riaperto le indagini sulle stragi di mafia del ‘93

DELL’UTRI Le dichiarazioni di Spatuzza sono state “girate” al processo Dell’Utri

PENTITO

Più che un eventuale avviso di garanzia per le stragi del ’93, il premier dovrebbe temere il coinvolgimento da parte delle cosche sulle storie di denaro fluenze che hanno preceduto le cinque stragi del 1993 — lo conferma anche Spatuzza — , ma nelle connessioni di affari che, «negli ultimi vent’anni», la famiglia di Brancaccio ha coltivato a Milano. E’ la rassicurante condizione che rende arrogante anche Filippo, solitamente equilibrato. Dice Gaspare: «[Filippo mi disse]: facceli fare i processi a loro, perché un giorno glieli faremo noi, i processi». Nella lettura delle migliaia di pagine di interrogatorio, ora agli atti del processo di appello di Marcello Dell’Utri, pare necessario allora non farsi imprigionare da quel doloroso 1993, ma tenere lo sguardo più lungo verso il passato perché le stragi di quell’anno sono soltanto la fine (provvisoria e sfuggente) di una storia, mentre i mafiosi che hanno saltato il fosso — e i boss che hanno autorizzato la manovra — parlano di un inizio e su quell’epifania sembrano fare affidamento per la resa dei conti con il capo del governo. Le cose stanno così. Berlusconi non deve temere il suo coinvolgimento — come mandante — nelle stragi non esclusivamente mafiose del 1993. Può mettere fin da ora nel conto che sarà indagato, se già non lo è a Firenze. Molti saranno gli strepiti quando la noti-

La figura chiave delle nuove indagini è il pentito Gaspare Spatuzza

zia diventerà ufficiale, ma va ricordato che l’iscrizione al registro degli indagati mette in chiaro la situazione, tutela i diritti della difesa, garantisce all’indagato tempi certi dell’istruttoria (limitati nel tempo). Quando l’incolpazione diventerà pubblica, l’immagine internazionale del premier ne subirà un danno, è vero, ma il Cavaliere ha dimostrato di saper reggere anche alle pressioni più moleste. E comunque quel che deve intimorire e intimorisce oggi il premier non è la personale credibilità presso le cancellerie dell’Occidente, ma fin dove si può spingere e si spingerà l’aggressione della famiglia mafiosa di Brancaccio, determinata a regolare i conti con l’uomo — l’imprenditore, il politico — da cui si è sentita «venduta» e tradita, dopo «le trattative» del 1993 (nascita di Forza Italia), gli impegni del 1994 (primo governo Berlusconi), le attese del 2001 (il Cavaliere torna a Palazzo Chigi dopo la sconfitta del ‘96), le più recenti parole del premier: «Voglio passare alla storia come il presidente del consiglio che ha distrutto la mafia» (agosto 2009). Mandate in avanscoperta, non contraddette o isolate dai boss, le “seconde file” della cosca — manovali del delitto e della strage al tritolo — hanno finora tirato dentro il Cavaliere e Marcello Dell’Utri come ispiratori della campagna di bombe, inedita per una mafia che in Continente non ha mai messo piede — nel passato — per uccidere innocenti. Fonti vicine alle inchieste (quattro, Firenze, Caltanissetta, Palermo, Milano) non nascondono però che raccogliere le fonti di prove necessarie per un processo sarà un’impresa ardua dall’esito oggi dubbio e soltanto ipotetico. Non bastano i ricordi di mafiosi che “disertano”. Non sono sufficienti le parole che si sono detti tra loro, dentro l’organizzazione. Non possono essere definitive le prudenti parole di dissociazione di Filippo Graviano o il trasversale messaggio di Giuseppe che promette ai magistrati «una mano d’aiuto per trovare la

verità». Occorrono, come li definisce la Cassazione, «riscontri intrinseci ed estrinseci», corrispondenze delle parole con fatti accertabili. Detto con chiarezza, sarà molto difficile portare in un’aula di tribunale l’impronta digitale di Silvio Berlusconi nelle stragi del 1993. Questo affondo della famiglia di Brancaccio sembra — vagliato allo stato delle cose di oggi — soltanto un avvertimento che Cosa Nostra vuole dare alla letale quiete che sta distruggendo il potere dell’organizzazione e, soprattutto, uno scrollone a uno stallo senza futuro, che l’allontana dal recupero di risorse essenziali per ritrovare l’appannato prestigio. Il denaro, i piccioli, in queste storie di mafia, sono sempre curiosamente trascurati anche se i mafiosi, al di là della retorica dell’onore e della famiglia, altro non hanno in testa. I Graviano, dice Gaspare Spatuzza, non sono un’eccezione. Nel loro caso, addirittura

IL VERBALE L’interrogatorio del pentito Gaspare Spatuzza da parte dei sostituti procuratori di Firenze Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi il 16 giugno del 2009. Spatuzza riferisce alcuni colloqui con il boss Filippo Graviano

I personaggi

I fratelli di Brancaccio tra droga e stragi

GIUDICE Giovanni Falcone ucciso nel ’92

PALERMO — I Graviano sono un nome “pesante” nella geografia di Cosa Nostra. I tre fratelli Benedetto, Giuseppe e Filippo sono considerati o capi della cosca di Brancaccio. Giuseppe Graviano, 46 anni, ha la fama del più spietato del clan. Filippo, 44 anni, è ritenuto invece la mente finanziaria. Entrambi stanno scontando condanne all’ergastolo. Sono accusati di numerosi omicidi, tra i quali quello di padre Pino Puglisi, che a Brancaccio fu il capofila delle iniziative antimafia, oltre che delle stragi in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli attentati del ‘93 a Roma, Milano, Firenze. Del-

la loro cosca faceva parte Gaspare Spatuzza, che ora collabora con i magistrati. I fratelli Giuseppe e Filippo Graviano sono stati arrestati a Milano il 27 gennaio 1994. Furono sorpresi mentre erano a cena con le rispettive fidanzate, poi sposate in carcere. Dai matrimoni sono anche nati figli. Le circostanze del concepimento, oggetto di inchieste per accertare complicità da parte del personale penitenziario, sono rimaste un giallo. Benedetto Graviano, il maggiore dei tre fratelli, è invece da qualche tempo in libertà, dopo essere stato condannato e detenuto per reati di mafia e traffico di stupefacenti.

sono più lungimiranti. Nei primi anni novanta, Filippo e Giuseppe preparano l’addio alla Sicilia, «la dismissione del loro patrimonio» nell’isola. Spatuzza (16 giugno 2009): «Nel 1991, vendono, svendono il patrimonio. Cercano i soldi, [vogliono] liquidità e io non so come sono stati impiegati [poi] questi capitali, e per quali acquisizioni. Certo, non sono restati in Sicilia». I Graviano, a Gaspare, non appaiono più interessati «alle attività illecite». «Quando Filippo esce [dal carcere] nell’88 o nel 1989, esce con questa mania, questa grandezza imprenditoriale. I Graviano hanno già, per esempio, le tre Standa di Palermo affidate a un prestanome, in corso Calatafimi a Porta Nuova, in via Duca Della Verdura, in via Hazon a Brancaccio». Filippo — sempre lui — si sforza di far capire anche a uno come Spatuzza, imbianchino, le opportunità e anche i rischi di un impegno nella finanza. Le sue parole svelano che ha già a disposizione uomini, canali, punti di riferimento, competenze. «[Filippo] mi parla di Borsa, di Tizio, di Caio, di investimenti, di titoli. (…). Mi dice: [vedi Gaspare], io so quanto posso guadagnare nel settore dell’edilizia, ma se investo [i miei soldi] in Borsa, nel mercato finanziario, posso perdere e guadagnare, non c’è certezza. Addirittura si dice che a volte, se si benda una scimmia e le si fa toccare un tasto, può riuscire meglio di un esperto. Filippo è attentissimo nel seguire gli scambi, legge ogni giorno il Sole 24ore. Tiene in considerazione la questione Fininvest, d’occhio [il volume degli] investimenti pubblicitari. Mi dice [meraviglie] di una trasmissione come Striscia la notizia. Minimo investimento, massima raccolta [di spot], introiti da paura. “Il programma più redditizio della Fininvest”, dice. Abbiamo


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ARI E POLITICA

usconi e Dell’Utri in foto di alcuni anni fa

I volti

BOSS/1 Giuseppe Graviano, boss di Brancaccio

BOSS/2 Filippo Graviano, col fratello al 41bis

PENTITO Gaspare Spatuzza, killer di don Puglisi, oggi pentito

Dice meraviglie di Striscia

Fininvest un suo investimento

Filippo è attentissimo nel seguire gli scambi, tiene in considerazione la questione Fininvest, tiene d’occhio il volume degli investimenti pubblicitari . Mi dice meraviglie di una trasmissione come “Striscia la notizia”. Minimo investimento, massima raccolta di spot, introiti da paura. Il programma più redditizio della Fininvest

Filippo mi parla di Borsa, di Tizio, di Caio, di investimenti e di titoli. Spiega quanto può guadagnare nell’edilizia o in Borsa Abbiamo parlato anche di Telecom, Fiat, Piaggio, Colaninno, Tronchetti Provera, ma la Fininvest era un terreno di sua pertinenza, come se fosse un suo investimento, come se fossero soldi messi di tasca sua, la Fininvest

parlato anche di Telecom, Fiat, Piaggio, Colaninno, Tronchetti Provera, ma la Fininvest era, posso dire, un terreno di sua pertinenza, come [se fosse] un [suo] investimento, come se fossero soldi messi da tasca sua, la Fininvest». E’ l’interrogatorio del 29 giugno 2009. Gaspare conclude: «Le [mie] dichiarazioni non possono bruciare l’asso [conservato nella manica] di Giuseppe» perché «il jolly» non ha nulla a che spartire con la Sicilia, con le stragi, con quell’orizzonte mafioso che è il solo paesaggio sotto gli occhi di Spatuzza. Un mese dopo (28 luglio 2009), i pubblici ministeri chiedono a Filippo in modo tranchant dove siano le sue ricchezze. Quello risponde: «Non ne parlo e mi dispiace non poterne parlare». Ora, per raccapezzarci meglio in questo labirinto, si deve ricordare che i legami tra Marcello Dell’Utri e i paesani di Palermo non sono una novità. Come non sono sconosciuti gli incontri — nella metà degli anni settanta — tra Silvio Berlusconi e la créme de la créme di Cosa Nostra (Stefano Bontate, Mimmo Teresi, Tanino Cinà, Francesco Di Carlo). Né sono inedite le rivelazioni sulla latitanza di Gaetano e Antonino Grado nella tenuta di Villa San Martino ad Arcore, protetta dalla presenza di Vittorio Mangano, capo del mandamento di Porta Nuova (il mafioso, «che poteva chiedere qualsiasi cosa a Dell’Utri», siede alla tavola di Berlusconi anche nelle cene ufficiali, altro che «stalliere»). Nella scena che prepara la confessione di Gaspare Spatuzza, quel che è originale è l’esistenza di «un asso» che, giocato da Giuseppe Graviano, potrebbe compromettere il racconto mitologico dell’avventura imprenditoriale del presidente del consiglio. Con quali capitali, Berlusconi abbia preso il volo, a metà degli settanta, ancora oggi è mistero glorioso e ben protetto. Molto si è ragionato sulle fidejussioni concessegli da una boutique del credito come la Banca Rasini; sul flusso di denaro che gli consente di tenere a battesimo Edilnord e i primi ambiziosi progetti immobiliari. Probabilmente capitali sottratti al fisco, espatriati, rientrati in condizioni più favorevoli, questo era il mestiere del conte Carlo Rasini. Ma è ancora nell’aria la convinzione che non tutta la Fininvest sia sotto il controllo del capo del governo. Molte testimonianze di «personaggi o consulenti che hanno lavorato come interni al gruppo», rilasciate a Paolo Madron (autore, nel 1994, di una documentata biografia molto friendly, Le gesta del Cavaliere, Sperling&Kupfer), riferiscono che «sono [di Berlusconi] non meno dell’80 per cento delle azioni delle [22] holding [che controllano Fininvest]. Sull’altro 20 per cento, per la gioia di chi cerca, ci si può ancora sbizzarrire». Sembra di poter dire che il peso del ricatto della famiglia di Brancaccio contro Berlusconi può esercitarsi proprio tra le nebbie di quel venti per

Il peso del ricatto al premier della famiglia di Brancaccio sembra legato alla Fininvest, a ciò che riguarda l’inizio della sua storia di imprenditore cento. In un contesto che tutti dovrebbe indurre all’inquietudine. Cosa Nostra minaccia in un regolamento di conti il presidente del consiglio. Ne conosce qualche segreto. Ha con lui delle cointeressenze antiche e inconfessabili. Le agita per condizionarne le scelte, ottenerne utili legislativi, regole carcerarie più favorevoli, minore pressione poliziesca e soprattutto la disponibilità di ricchezze che (lascia intuire) le sono state trafugate. In questo conflitto — da un lato, una banda di assassini; dall’altro un capo di governo liberamente eletto dal popolo, nonostante le sue opacità — non c’è dubbio con chi bisogna stare. E tuttavia, per sottrarsi a quel ricatto rovinoso, anche Berlusconi è chiamato a fare finalmente luce sull’inizio della sua storia d’imprenditore. Il Cavaliere dice che si è fatto da sé correndo in salita senza capitali alle spalle. Sostiene di essere il proprietario unico delle holding che controllano Mediaset (ma quante sono, una buona volta, ventidue o trentotto?). E allora l’altro venti per cento di Mediaset di chi è? Davvero, come raccontano ora gli uomini di Brancaccio, è della mafia? È stata la Cosa Nostra siciliana allora a finanziarlo nei suoi primi, incerti passi di imprenditore? Già glielo avrebbero voluto chiedere i pubblici ministeri di Palermo che pure qualche indizio in mano ce l’avevano. Quel dubbio non può essere trascurabile per un uomo orgoglioso di avercela fatta senza un gran nome, senza ricchezze familiari, un outsider nell’Italia ingessata delle consorterie e prepotente delle lobbies. Berlusconi, in occasione del processo di primo

LA RESA DEI CONTI Ieri la prima parte dell’inchiesta di Repubblica: perchè i pentiti di mafia accusano Berlusconi per le stragi del ‘93

PER SAPERNE DI PIÙ http://firenze.procuradellarepubblica.it/ www.silvioberlusconi.it

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SPATUZZA Qui a fianco alcune delle frasi contenute nei verbali di Gaspare Spatuzza, il mafioso di Brancaccio

grado contro Marcello Dell’Utri, avrebbe potuto liberarsi di quel sospetto con poche parole. Avrebbe potuto dire il suo segreto; raccontare le fatiche che ha affrontato; ricordare le curve che ha dovuto superare, anche le minacce che gli sono piovute sul capo. Poche parole con lingua secca e chiara. E lui, invece, niente. Non dice niente. L’uomo che parla ossessivamente di se stesso, compulsivamente delle sue imprese, tace e dimentica di dirci l’essenziale. Quando i giudici lo interrogano a Palazzo Chigi (è il 26 novembre 2002, guida il governo), «si avvale della facoltà di non rispondere». Glielo consente la legge (è stato indagato in quell’inchiesta), ma quale legge non scritta lo obbliga a tollerare sulle spalle quell’ombra così sgradevole e anche dolorosa, un’ombra che ipoteca irrimediabilmente la sua rispettabilità nel mondo — nel mondo perché noi, in Italia, siamo più distratti? Qual è il rospo che deve sputare? Che c’è di peggio di essere accusato di aver tenuto il filo — o, peggio, di essere stato finanziariamente sostenuto — da un potere crimi-

nale che in Sicilia ha fatto più morti che la guerra civile nell’Irlanda del Nord? Che c’è di peggio dell’accusa di essere un paramafioso, il riciclatore di denaro che puzza di paura e di morte? Un’evasione fiscale? Un trucco di bilancio? Chi può mai crederlo nell’Italia che ammira le canaglie. Per quella ragione, gli italiani lo avrebbero apprezzato di più, non di meno. Avrebbero detto: ma guarda quel bauscia, è furbissimo, ha truccato i conti, gabbato lo Stato e vedi un po’ dove è arrivato e con quale ricchezza! D’altronde anche per questo scellerato fascino, gli italiani lo votano e gli regalano la loro fiducia. E dunque che c’è di indicibile nei finanziamenti oscuri, senza padre e domicilio, che gli consentono di affatturarsi i primi affari? E’ giunto il tempo, per Berlusconi, di fare i conti con il suo passato. Non in un’aula di giustizia, ma en plein air dinanzi all’opinione pubblica. Prima che sia Cosa Nostra a intrappolarlo e, con lui, il legittimo governo del Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009



la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA

PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.robertosaviano.it

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L’appello

Processo breve, i no sono 420mila E il popolo della rete si scatena: il premier affronti i giudici MAURO FAVALE ROMA — Dalle parti del Pdl lo vorrebbero chiamare «processo a durata certa». Ma, per ora, per il resto degli italiani è «il processo breve». Una norma che prevede tempi contingentati per i tre gradi di giudizio, pena la morte del procedimento. Una norma contro la quale si sono schierati più di 420 mila italiani. Erano tanti, ieri sera, ad aver sottoscritto l’appello (pubblicato per la prima volta sabato 15 novembre sulle colonne della Repubblica) che porta la firma di Roberto Saviano. Un messaggio che lo scrittore di Gomorra ha voluto rivolgere direttamente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E che conteneva una semplice richiesta: «Ritiri la

ti nel mondo per i loro meriti culturali e artistici che stanno trainando questa campagna. Ma la mobilitazione si muove soprattutto su internet: Repubblica. it raccoglie materialmente le firme, i social network come Facebook e Youtube rilanciano l’appello e invitano a firmare.

Contribuendo a sviluppare un dibattito, animato dagli utenti e acceso anche dalle dichiarazioni del premier di due giorni fa: «I giudici mi vogliono fare cadere», ha detto parlando ai maggiorenti del suo partito. Ma non solo: a scatenare una serie di messaggi sul sito di Repubblicaè

stata anche l’affermazione di ieri del deputato e avvocato del premier Niccolò Ghedini, che ha annunciato l’assenza di Berlusconi nell’udienza di ripresa del processo Mills. «E poi reclamano il “processo breve” — scrive l’utente che si firma “alej” — prima però lo allungano in

sconi & C. Non si può permettere che un Parlamento e un Senato stiano dietro le sue beghe personali». E intanto crescono le adesioni al No-B Day del 5 dicembre a Roma, manifestazione di protesta contro il governo organizzata dai blogger. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La lettera PRESIDENTE, RITIRI LA NORMA DEL PRIVILEGIO

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Il 5 dicembre a Roma in migliaia al No-B day: marcia di protesta contro il governo legge sul “processo breve” e lo faccia per la salvaguardia del diritto». Troppo alto, per Saviano, il rischio che questa norma distrugga il diritto in Italia e appaia come uno strumento per salvare dalle inchieste soprattutto «i potenti». Contro questo disegno di legge (per la cui approvazione si concentrano gli sforzi di tutto il Popolo delle Libertà) hanno espresso il loro giudizio negativo migliaia di cittadini e moltissimi nomi di italiani illustri, no-

La protesta

tutti i modi possibile». Laconico “cienski01”: «Ho proprio l’impressione che questo processo non si farà mai. Ci sarà sempre un legittimo impedimento. Fate scegliere a lui la data». Un altro, “balui” è un elettore di centrodestra pentito: «Ho votato Pdl ma è ora di farla finita con Berlu-

IGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia. Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO REPUBBLICA.IT Si può firmare l’appello di Roberto Saviano contro il processo breve sul sito di Repubblica.it

Il caso

Il “Giornale”: rifiutato il filmato. Forza Nuova: esistono solo immagini dei due in campagna elettorale

“Sexy video con Mussolini e Fiore” la deputata pdl: tentano di eliminarmi DESTRA

ALBERTO CUSTODERO

Sit in di donne a Palazzo Grazioli “No al ddl Carfagna, è qui la casa chiusa” ROMA — No alla stretta sulla prostituzione e solidarietà alle “sex workers”. Con quest’intento una cinquantina di “studentesse precarie”, con labbra e ombrelli di colore rosso («simbolo delle escort»), hanno manifestato ieri davanti a Palazzo Grazioli, residenza di Silvio Berlusconi. Su uno striscione la scritta “Non c’è casa più chiusa di questa-no alla legge Carfagna”. Evidente l’allusione alle feste del premier con la partecipazione di escort. La polizia ha disperso le manifestanti e l’intervento ha causato qualche momento di tensione.

ROMA — Il video con le scene hard c’è? «Ne ho appreso l’esistenza dal Giornale». Ma la relazione con il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, è vera? «Anche questa è una notizia che ho letto sul Giornale. Abbiamo fatto le campagne elettorali insieme». Querelerà? «No, aspetto l’evoluzione della vicenda. Qualcuno ce l’ha con me e da tempo sta attaccando me e la mia famiglia». Alessandra Mussolini, deputato Pdl, replica così, non sapendo se «incazzarsi o ridere», alla notizia pubblicata ieri in prima pagina dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri, sull’esistenza di un video porno che la ritrarrebbe insieme a Fiore. «Siamo come negli anni Settanta - è il suo sfogo - prima gambizzavano. Ora fanno così: non lanciano pallottole, ma video hard». Allora c’è una regia comune dietro gli attacchi a lei e a Marrazzo, travolto dallo scandalo dei trans? «Anche nel caso Marrazzo - commenta la Mussolini ho sempre detto di non pubblicare la lista dei nomi. Non diciamo le cose che non sono vere: così si

Il leader di Forza Nuova Roberto Fiore e la parlamentare del centrodestra Alessandra Mussolini

rovinano le famiglie». L’ex europarlamentare di Forza Nuova, invece (padre di 11 figli, e leader di «una classe politica in fieri - recita il suo sito - con al centro sempre e comunque la famiglia»), ha reagito «con fermezza». E ha bollato questa vicenda come «una bufala ridicola» spacciata «da una fonte completamente inaffidabile» e «condita di falsi clamorosi». La notizia, pubblicata dal Giornale (che ha rifiutato il filmato) in un articolo intitolato “Ricatto hard alla Mussolini, l’ultimo veleno della politica del gossip: voci di un video usato per incastrare l’onorevole del Pdl”, ri-

lancia un’indiscrezione pubblicata su Indymedia. Sul sito di controinformazione un articolo anonimo intitolato “Dopo Marrazzo sesso e destra estrema» riferiva del tentativo di divulgare quelle immagini compromettenti da parte di un ex dirigente nazionale di Fn, ex stretto collaboratore di Fiore e già responsabile della sua sicurezza. Secondo Fiore, si tratterebbe di «un falso clamoroso», secondo Indymedia, l’uomo avrebbe già contattato diversi giornalisti per vendere il filmino. Sconcertata la Mussolini che mette in fila le tappe degli attac-

chi che da qualche tempo la colpiscono. «Vendono su e-bay frammenti di cervello di mio nonno - dice la deputata che vanta Benito Mussolini come nonno e Sofia Loren come zia - poi vengo denunciata da Gino Paoli per aver eccepito il fatto che la canzone “Il Pettirosso” trattasse di pedofilia. Oggi (ieri, ndr), infine, in contemporanea all’articolo sul Giornale del video hard, uscirà un film dove mi si dà della puttana e dell’assassina con l’autorizzazione di

“È come negli anni ’70: allora gambizzavano, adesso utilizzano questi metodi” un giudice che ha respinto il mio ricorso e mi ha condannata pure a pagare 5 mila euro di spese processuali. Che cosa devo dire? Non lo so più». A smentire e derubricare la notizia a “gossip da parrucchiere” è anche Forza Nuova che annuncia azioni legali. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

L’ITALIA E GLI IMMIGRATI CRONACA

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“Ai lavoratori extracomunitari solo mezza cassa integrazione” Proposta della Lega. Bossi: niente “cittadinanza facile” RODOLFO SALA MILANO — Emendamento shock della Lega alla Finanziaria: la cassa integrazione non dev’essere uguale per tutti i lavoratori, quelli immigrati possono usufruirne solo per sei mesi. E si parla ovviamente di extracomunitari in regola. «Le risorse — spiega il deputato del Carroccio Maurizio Fugatti, che ha presentato l’emendamento — sono quelle che sono, e prima di tutto dobbiamo guardare ai cittadini italiani, quindi diamo la cassa integrazione agli extracomunitari, ma solo per sei mesi: se non c’è lavoro per gli italiani, non ce n’è per nessuno». Insomma, in tempi di crisi, sostiene il parlamentare del Carroccio, è bene che «rimanga qui solo chi ha il lavoro o la cig, gli altri tornino a casa, come del resto dice la stessa legge Bossi-Fini». Cassa «differenziata», ma non solo. Sul terreno dell’immigrazione, la Lega torna all’attacco, e nel mirino c’è soprattutto il presidente della Camera, ispiratore della proposta di legge bipartisan per concedere agli immigrati residenti da almeno cinque

Accuse di razzismo dall’opposizione ma critiche anche dalla maggioranza. La Cgil: è xenofobia anni il diritto di voto nelle consultazioni amministrative. Il capogruppo alla Camera Roberto Cota, insiste nel chiedere agli alleati del Pdl un vertice di maggioranza per stoppare quella proposta, definita di «cittadinanza facile», nonostante il no di Ignazio La Russa («Non è necessario», taglia corto uno dei tre coordinatori del Pdl). Il provvedimento, tra mille polemiche, alla Camera è stato messo in calendario da Gianfranco Fini dopo la sessione di bilancio di dicembre, e a sgombrare il campo da ogni dubbio arriva l’altolà secco di Umberto Bossi: «Noi votiamo conto». Il taglio degli ammortizzatori sociali per gli extracomunitari fa alzare gli scudi all’opposizione, ai sindacati («iniziativa xenofoba e sciocchezza giuridica»), ma anche a diversi esponenti del

Pdl, e non solo quelli della componente ex An. Ed è un’altra ferita aperta dentro la maggioranza. «Emendamento palesemente incostituzionale», tuona Sesa Amici, capogruppo del Pd alla commissione Affari costituzionali di Montecitorio. È lei la prima ad appellarsi proprio a Fini: «Sono sicura che il presidente della Camera lo dichiarerà inammissibile». Sempre dal Pd, si fa sentire il senatore, già sindacalista della Cgil, Paolo Nerozzi: «La proposta della Lega è una nuova forma di legge razziale nel mondo del lavoro». Di «razzismo» parla anche il capogruppo

L’intervista

dell’Italia dei valori alla Camera Massimo Donadi, mentre per l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano la proposta, se mai dovesse passare, «spingerà molti immigrati nel vicolo cieco della clandestinità e del lavoro nero». Critiche durissime arrivano anche dal centrodestra. La Russa: «Irragionevoli le discriminazioni nei confronti di chi rispetta le leggi, paga le tasse e lavora in regola; trattare peggio un lavoratore regolare solo in quanto extracomunitario è inaccettabile e autolesionistico, perché significa trasformarlo in un potenziale manovale della crimi-

nalità». La segretaria dell’Ugl Renata Polverini, deputata di stretta osservanza finiana: «Questa norma suona più che altro come una provocazione, siamo certi che il Parlamento riterrà di non accogliere l’emendamento della Lega». E di «provocazione» parla anche il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. Un fuoco di fila che in serata convince il leghista Fugatti a “scagionare” il suo partito: «L’emendamento è una mia iniziativa personale in linea con lo spirito dei provvedimenti sull’immigrazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’imprenditore, deputato ex Pd, critica duramente l’emendamento. “Una proposta di chi interpreta pulsioni viscerali”

Calearo: “Demagogia di qualche ignorante nel Nordest senza di loro fabbriche ferme” Credono davvero che ritorneranno nel loro Paese? È gente che ha un mutuo da pagare, una famiglia da tirare su

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tro di un distretto economicamente molto importante nel settore della concia. Ebbene, senza gli extracomunitari Arzignano si ferma. Tutte le fabbriche vanno in malora». La Lega si limita a proporre un limite di 6 mesi per la cassa integrazione. Non dice che gli operai al lavoro devono andare

perdono la cassa integrazione? Vanno a casa del padrone e gli chiedono i soldi? Vede, da questo emendamento emergono sia i limiti culturali di certa gente, sia l’ignoranza della situazione». Cos’è che non sanno quelli della Lega? «Credono davvero che dopo

GIORGIO LONARDI MILANO — «La prima cosa che mi viene in mente è che siamo di fronte ad un’operazione razzista». Massimo Calearo, imprenditore del Nordest e deputato (ex Pd oggi è fra i seguaci di Francesco Rutelli) commenta in modo sferzante l’emendamento della Lega sulla cassa integrazione, quelle righe che discriminano gli stranieri. Poi dice: «Questi signori fanno semplicemente demagogia». Il razzismo è comprensibile, ma la demagogia che c’entra? «È gente che non conosce il territorio. O meglio che si limita ad interpretarne alcune pulsioni viscerali. Lei è mai stato ad Arzignano, nel vicentino? È al cen-

La gente perbene non si butta nella spazzatura. Così invece rischiamo di ingrossare le fila della delinquenza

Massimo Calearo via. «Qui c’è anche un problema di ordine pubblico molto grave. Cosa fanno secondo lei questi operai extracomunitari quando

sei mesi a zero ore gli extracomunitari ritorneranno nel loro Paese? Qui stiamo parlando di gente che ha un mutuo da pagare, una famiglia da tirare su. Persone che hanno fatto enormi sacrifici per venire in Italia». E allora? «Allora restano qui e rischiamo di trovarci con una bomba sociale fra le mani. E di creare le condizioni per ingrossare le fila della delinquenza. No, la gente perbene, la gente che lavora per te non puoi buttarla nella spazzatura. Ecco perché parlo di demagogia. Se oggi gli extracomunitari potessero votare in tanti paesi veneti come San Pietro Mussolino dove sono il 30-40% avremmo un sindaco straniero». © RIPRODUZIONE RISERVATA

UNA CONDANNA ALLA PAGA IN NERO E ALLA CLANDESTINITÀ CURZIO MALTESE (segue dalla prima pagina) L DEPUTATO della Lega Maurizio Fugatti, già tristemente noto per l’emendamento dello scudo fiscale, ha infilato nelle votazioni della finanziaria un tetto per la cassa integrazione ai lavoratori stranieri. «Quando non c’è lavoro, bisogna tutelare anzitutto gli italiani» ha spiegato il parlamentare di Bussolengo. L’emendamento non dovrebbe passare perché, oltre a fare schifo, è incostituzionale e anche illogico. I lavoratori stranieri regolari pagano gli stessi contributi degli italiani e hanno quindi diritto a eguali tutele. Il giorno in cui peraltro dovessero essere approvate in

I

Parlamento leggi come queste, milioni di italiani, fra i quali chi scrive, si trasformerebbero a loro volta in migranti, verso le nazioni civili.

Berlusconi ha estremo bisogno della fedeltà leghista per far approvare in fretta il processo breve La proposta leghista costituisce comunque un segnale, anzi un avvertimento, in varie direzioni. Serve anzitutto per catturare o rinsaldare il consenso

in alcune aree ricche ma culturalmente e moralmente miserabili del Nord, dove la crisi acuisce il rancore sociale e dove la Lega ormai organizza la caccia all’untore, come quella di Coccaglio, fra gli applausi dei monatti e dei fugatti. È anche un avvertimento, di genere mafioso, ai lavoratori migranti. Vengano a buttare sangue e sudore nei capannoni del Nord Est, paghino pure tasse e contributi, ma poi non pretendano di essere trattati da persone e da cittadini. E’ inutile che vogliano integrarsi, meglio anzi che rimangano clandestini, pagati in nero. Tanto non saranno mai come gli indigeni. Un concetto già diffuso nella Germania degli anni Trenta. Il terzo messaggio è al governo. Berlu-

sconi ha estremo bisogno della fedeltà leghista, per far approvare in fretta il processo breve e svicolare dai processi. Ma in cambio deve concedere ai “gauleiter” pedemontani qualche soddisfa-

Un segnale, anzi un avvertimento, per catturare il consenso dove la crisi acuisce il rancore sociale zione. I partiti xenofobi sono purtroppo diffusi in Europa, ma sono al governo in

uno solo, l’Italia. E’ già abbastanza vergognoso per milioni di concittadini. Ma allo strazio, la Lega aggiunge l’arroganza di voler parlare a nome degli italiani, pur disprezzando l’unità nazionale, e perfino nel nome dei valori cristiani. Che cosa c’entrano gli italiani con gli alieni verdognoli venuti giù con la piena? Cosa c’entrano i valori cristiani, riaffermati ieri dal Papa? L’unica risposta possibile al delirio leghista è un rapido accordo per far approvare una legge di diritto al voto per gli stranieri residenti in Italia da almeno cinque anni. Siamo ormai l’ultimo paese in Europa a far coincidere la cittadinanza con lo “ius sanguinis”, il diritto del sangue. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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L’appello

No ai rimpatri dei bambini, scuola e sanità per tutti, cittadinanza per chi nasce nel paese di arrivo

“Ma anche Gesù era un migrante” il Papa invoca diritti per più deboli ORAZIO LA ROCCA CITTA’ DEL VATICANO — Ma su immigrati e rifugiati il Papa va controcorrente rispetto ai «no» della Lega e alle titubanze del Pdl. Specialmente nel difendere le fasce più deboli del popolo dei migranti, i bambini, per i quali Benedetto XVI invoca «accoglienza, scuola, istruzione, cure, diritti», a partire dal diritto di cittadinanza «per chi nasce nei paesi di destinazione dei movimenti migratori». Il pontefice ne parla nel messaggio scritto per la Giornata mondiale sull’immigrazione del 17 gennaio prossimo dedicata a «I migranti ed i rifugiati minorenni». Nel testo — presentato ieri in Vaticano — il Papa chiede alle istituzioni «politiche, economiche, culturali e religiose» di farsi carico delle problematiche che «gravano sugli immigrati e in particolare sui loro figli, che troppe volte vivono nell’abbandono e a rischio di sfruttamento». A questi minori «vengano assicurati assistenza, sanità, istruzione e inserimento nel mondo del lavoro». Stesse cose anche «ai figli dei rifugiati che chiedono asilo e che — ricorda il Papa — stando alle statistiche sono in aumento». L’appello viene illustrato dai vescovi Antonio Maria Vegliò e Agostino Marchetto, presidente e segretario del Pontificio consiglio dei

Benedetto XVI chiede più diritti per i migranti

Monsignor Vegliò critica l’iniziativa “White Christmas”, la cacciata dei clandestini a Natale

“L’Italia non ha mai espulso un minore”, è la secca replica del ministro Roberto Maroni

migranti, due presuli spesso presi di mira dai ministri della Lega (Bossi, Calderoli, Maroni) per aver criticato le politiche governative sull’immigrazione. Critiche emerse anche ieri, quando — durante la conferenza — hanno stigmatizzato chi pensa di separare nelle scuole gli italiani dagli immigrati, o chi avanza «discuti-

bili iniziative» come quella denominata White Christmas annunciata nel Bresciano dove per il prossimo Natale c’è chi pensa di cacciare gli immigrati irregolari. «Un’idea assurda che — è la critica di Vegliò — va contro lo spirito del Natale che è fatto di accoglienza e di condivisione in ricordo della nascita di Gesù, che

per sfuggire ad Erode fu anche emigrante in Egitto con Giuseppe e Maria». Analoghe riserve anche per la politica dei respingimenti, che — a parere dei responsabili del dicastero vaticano — «può colpire indistintamente tutti, adulti e minori, in particolare i ragazzi che compiono i 18 anni». «L’Italia non ha mai espulso un minore», ha seccamente risposto il ministro degli Interni Roberto Maroni, dicendo di pensare che «la Cei si riferisse in generale e non all’Italia», confondendo, in verità, il Vaticano con la Conferenza episcopale italiana. Gli italiani, però, — controbattono Oltretevere — non dimentichino mai che anche loro ieri sono stati emigranti e hanno sofferto le stesse pene». Un periodo della nostra storia riproposto proprio in questi giorni da una grande opera multimediale in dvd intitolata «Segni e Sogni dell’emigrazione» patrocinata dal Ministero degli Esteri e curata da Tiziana Grassi, Catia Monacelli, Giovanna Chiarilli, con la prefazione di Mario Morcellini, preside della facoltà di Comunicazione alla Sapienza. Filmati e testimonianze che «non possono non far riflettere, come giustamente ci ricorda — avverte Tiziana Grassi — anche l’odierno appello di Benedetto XVI sui figli dei migranti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA CRISI DELL’ECONOMIA ECONOMIA

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Dubai, le Borse europee rifiatano Ma tremano le banche inglesi. Ubs: oltre 80 miliardi di indebitamento per l’emirato VITTORIA PULEDDA MILANO — Poteva essere una nuova catastrofe, invece tutto sommato i mercati finanziari sono riusciti a ritrovare i nervi saldi e il temuto bagno di sangue non si è ripetuto, almeno in Europa. Così, il “day after” la richiesta di moratoria sul debito del Dubai World è passato con un forte calo dei mercati asiatici (dal -3,2% di Tokyo al -4,4% di Hong Kong, -4,7% di Seul) ma anche con la tenuta dei listini europei (dal +1,27% di Francoforte, al +0,99% di Londra e al +1,15% di Parigi, al +1,28% di Piazza Affari, migliore Borsa nel Vecchio continente). Anche Wall Street, che il giorno prima era chiusa per il Thanksgiving day (e che ieri ha avuto una seduta ridotta come orario) ha limitato il calo ad un meno 1,48%. Eppure, non tutti i segnali sono di segno positivo. Ad esempio gli analisti di Ubs avanzano l’ipotesi che il debito di Dubai potrebbe anche essere superiore agli 80-90 miliardi di dollari, cosa che renderebbe insufficienti le emissioni di titoli (per 20 miliardi di dollari) annunciate dall’emirato. Comunque, scrivono gli analisti, la richiesta-shock di moratoria del debito di Dubai World «non può essere stata presa alla leggera, date le gravi implicazioni per la re-

Bloomberg, Royal Bank of Scotland è il primo intermediario finanziario di Dubai World (gestendo 2,28 miliardi di dollari di investimenti finanziari), mentre Hsbc è l'istituto più esposto nei confronti degli Emirati Ara-

Il caso

bi Uniti (17 miliardi). E ancora, Barclays e Lloyds Tsb hanno crediti verso l’intera federazione degli Emirati rispettivamente per 3,6 e 1,6 miliardi di dollari (ma stavolta la stima è del Credit Suisse). Per gli istituti Usa,

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Saccomanni: esposizione molto contenuta

Bankitalia, Consob e Abi rassicurano “Nessun problema per l’Italia” LUCA PAGNI MILANO — Su come andrà a finire non si sbilancia: «Bisogna vedere cosa succede». Ma sulle conseguenze per il sistema italiano non ha dubbi. Per Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Bankitalia, l’esposizione dei nostri istituti nei confronti dell’economia di Dubai «è molto contenuta e non desta alcuna preoccupazione». Il mondo del credito, ieri, si è prodigato per rassicurare i mercati. Quello che è stato considerato fino a pochi mesi orsono un limite - la scarsa presenza del sistema economico italiano nel-

l’area del Golfo - è ora diventato un punto di forza. Così, mentre gli istituti anglosassoni cominciano a leccarsi le ferite e contare le perdite, Corrado Faissola presidente dell’Abi (l’associazione degli istituti di credito) ha potuto dichiarare che l’esposizione delle banche italiane è «marginale o inesistente». Argomentando la sua convinzione, Faissola ha sottolineato come «la crisi è in fase di superamento, ma nel mondo esistono ancora focolai. Le banche italiane hanno superato la crisi in modo soddisfacente e sembra che questa piccola crisi non le riguardi». Si dice del tutto tranquillo an-

Wall Street, chiusa giovedì per il thanksgiving day e ieri in seduta ridotta, contiene le perdite all’1,48 per cento putazione degli Emirati». Dal canto suo, il Wall Street Journal sottolinea che il pressing per un intervento di Abu Dhabi si sta facendo sempre più forte. Dagli Emirati si tenta la carta delle rassicurazioni: la ristrutturazione del Dubai World ha lo scopo aprire al gruppo «successi commerciali a lungo termine», ha affermato Shaikh Ahmad Bin Saeed al-Maktoum, membro della famiglia reale e presidente della holding The Emirates Group, che comprende Emirates Airline, secondo quanto ha riferito il quotidiano Gulf News. Intanto, se il primo ministro russo Vladimir Putin punta il dito sulla nuova emergenza finanziaria («L’uscita dalla crisi non sarà facile e fluttuazioni sono possibili», ha commentato ieri), il premier inglese Gordon Brown nella sua veste di presidente del G20, è stato invece più fiducioso. «Mi sono sentito con il presidente del Financial Stability Forum, Mario Draghi: possiamo essere sicuri che si tratta di qualcosa di contenibile e di circoscritto». Anche perché il sistema di controlli e i meccanismi di monitoraggio messi in piedi a livello mondiale sono ormai tali per cui «siamo molto meglio attrezzati per controllare i problemi e verificarne gli effetti», ha dichiarato Brown. Tuttavia, qualche problema il premier potrebbe ritrovarselo proprio a casa propria, visto che le banche britanniche hanno un’esposizione complessiva verso la federazione degli Emirati arabi pari a 49,5 miliardi di dollari. Secondo un rapporto di JPMorgan citato dall'agenzia

l’esposizione verso gli Eau ammonta in totale a 9,9 miliardi di dollari (e Citigroup da sola sarebbe a quota 1,9 miliardi, secondo quanto afferma la tv Cncb-JpMorgan).

che il presidente della Consob Lamberto Cardia. Il numero uno dell’autorità di vigilanza dei mercati ha garantito che «stiamo facendo approfondimenti ma allo stato c'è una serenità assoluta». L’esposizione “marginale” cui ha fatto riferimento Faissola riguarda le due principali banche, Intesa e Unicredit. Per la prima ieri ha parlato l’ad Corrado Passera. Sulla situazione in generale ha detto: «È chiaro che taluni eccessi che hanno portato alla crisi nei paesi anglosassoni e che poi hanno portato alla crisi mondiale hanno toccato anche questi paesi». Mentre sul coinvolgimento di Intesa - che a Dubai opera con una filiale - ha aggiunto: «Naturalmente operiamo in tutte le aree del mondo, ma su Dubai non c'è nulla che porti a fare un commento in particolare». Da Unicredit nessun aggiunta a quanto già dichiarato giovedì e cioè che ha «una esposizione non rilevante». Entrambi gli istituti, però, non hanno comunicato in quanto e in cosa consistono le esposizioni nell’economia del Dubai.

Fabrizio Saccomanni

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10%

5 mld

PETROLIO

IL PRESTITO

Il 10% del Pil del Dubai deriva dal petrolio, al contrario degli altri emirati che ne sono largamente dipendenti

Il Dubai ha ricevuto un finanziamento da 5 miliardi di dollari dalla Banca nazionale di Abu Dhabi e da Al Hilal Bank


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Il reportage

E la Disneyland del Medio Oriente si trasforma in un supercantiere deserto Isole galleggianti, torri e aeroporti record: il crac blocca i progetti faraonici (segue dalla prima pagina)

DAL NOSTRO INVIATO GIOVANNI PONS

I

GIORNALISTI del Financial Times e del Wall Street Journal si stanno dannando l’anima per recuperare qualche dichiarazione in più dai governanti di Dubai, arrivando a denunciare una

mancanza di trasparenza e una perdita di credibilità internazionale. E hanno ragione: non si capisce infatti se il piano di ristrutturazione affidato alla Deloitte sia volontario o obbligatorio. E fa una bella differenza, poiché nel secondo caso significa tecnicamente “default” del Dubai. Purtroppo tutti gli alti funzionari sono in rigoroso silenzio, tutto tace e si pro-

segue nella normalità. Il petrolio ieri ha perso tre dollari, le Borse di Tokio e Shangai hanno lasciato sul campo più del 3%, le banche di mezzo mondo si sono precipitate a dichiarare la loro (in alcuni casi minima) esposizione verso le società del Dubai ma gli imprenditori e i banchieri che operano in loco sembrano fiduciosi che la tempesta passerà in fretta. La Pal-

ma galleggiante, dove hanno comprato casa i Beckam, Carlo Cudicini e una serie di vip dello spettacolo, non sembra al suo massimo splendore. «Si sono verificati evidenti disservizi e l’acqua è stagnante anche se la realizzazione è di ingegneri olandesi», confida un imprenditore lombardo, giunto qui nel 2005 per aprire la branch dell’azienda di famiglia,

attirato dalla posizione strategica di Dubai. Un vero e proprio Hub per il transito di tutte le merci. «Vicino alla spiaggia, sotto questi grattacieli dove abito anch’io, dovevano fare un parco, invece è saltato fuori un parcheggio, sa qua badano a tirar su i soldi e non fanno tanti complimenti». I progetti faraonici finanziati dalle grandi investment bank oc-

Nella capitale dell’emirato nessuno sembra preoccuparsi ma la bolla immobiliare è scoppiata e molta gente ha dovuto fare le valigie IL PROGETTO The World: il progetto per costruire a un arcipelago a forma di planisfero, incompiuto A sinistra la celebre vela

Il personaggio

Chi è Al Maktoum, leader incontrastato del Dubai. Ha la più grande scuderia del mondo

Poesie, cavalli e diciassette figli uno sceicco da 14 miliardi di dollari

LA TORRE DEI RECORD Il Burj Dubai Tower (nel fotomontaggio un rendering) diventerà l’edificio più alto del mondo (818 metri)

MILANO — «Leader, cavallerizzo, poeta». Si descrive così Mohammed bin Rashid al Maktoum nel suo sito personale. Di sicuro lo sceicco del Dubai, accreditato di un patrimonio personale di 14 miliardi di dollari, ha una alta concezione di se. Basta navigare nel suo sito, accompagnati da una musica incalzante con sottofondo di tamburi lontani che fa tanto Lawrence d’Arabia, per capire al volo che in Dubai c’è un solo uomo al comando, lui. Eccolo, «Shaykh Mo» ovvero «Big Mo» come lo chiamano nel Golfo con aria assorta ai comandi di un elicottero, ed eccolo stringere nell’ordine la mano del principe Carlo, la mano di Bush, la mano di Sarkozy, la mano del premier Assad. Due mogli, la prima sposata nel 1979, la seconda, nel 2004 lo sceicco ha 17 figli, 7 maschi e 10 femmine. Fra i passatempi preferiti del sovrano c’è la poesia. Fin da bambino, è raccontato sempre nel sito, egli si esercitava in questa arte. Un impegno massiccio a giudicare dal numero di poemi diligentemente tradotti in inglese e messi a disposizione dei lettori. Appassionato di calcio, Mohammed bin Rashid al Maktoum avrebbe tentato, per ora senza troppa fortuna di acquistare prima il Liverpool quindi la Roma (ma l’informazione è stata poi smentita). Successivamente egli avrebbe fatto sapere a Silvio Berlusconi di essere pronto a sborsare 400 milioni di dollari per il 35% del Milan. In realtà la vera grande passione di «Big Mo» sono le corse dei cavalli come dimostra la partecipazione dello sceicco alle gare di endurance. Non a caso le cavalcate di sua altezza vuoi far le dune del Dubai vuoi fra le brughiere inglesi sono uno dei tormentoni del sito. La scuderia dello sceicco non solo è la più grande del mondo, composta com’è da 700 splendidi esemplari ma ha una valore inestimabile. «È impossibile sottostimare la sua influenza nell’ippica della Gran Bretagna», dice John Ryan, direttore della comunicazione dell’authority inglese del settore, «Lo sceicco ha letteralmente trasformato le caratteristiche di questo sport». Nessuno sa di preciso quanti soldi siano stati investiti dal sovrano del Dubai per l’acquisto di cavalli. La sola scuderia inglese (esclusi i cavalli) con 12 mila acri di prati e paddock è valutata oltre 216 milioni di dollari. (g.lon.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

LO SCEICCO Al Maktoum con la regina Elisabetta, mentre premia un giocatore svizzero e alla corsa di cavalli Royal Ascot

cidentali hanno cominciato a traballare giusto un anno fa. Poi a gennaio è scoppiata la bolla immobiliare e sono dovuti intervenire i cugini di Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti che controlla fino al 95% delle risorse petrolifere della zona. Un piano di salvataggio da 20 miliardi di dollari articolato in due fasi, con la seconda che ora rischia di saltare. Dunque da febbraio fino a tutta l’estate i finanzieri spericolati del Dubai hanno dovuto abbandonare la costruzione delle altre due enormi isole galleggianti, la Palm Deira e The World, due imprese faraoniche di cui il mare inghiottirà le fondamenta appena posate. Quindi non si farà più l’aeroporto più grande del mondo, che doveva affiancarsi a quello già esistente peraltro secondo solo a Pechino. Addirittura qualcuno ci dice che la Nakheel voleva costruire un secondo grattacielo più alto del Burj Dubai, che è già la torre più alta del mondo. E per far ciò ha scavato una quantità di terreno e cunicoli che ora non si sa che fine faranno. E lo stesso Burj Dubai, dove Armani ha prenotato ampi spazi, all’interno non è stato completato se non fino al 24 esimo piano. La nuova zona franca è finita anch’essa nel dimenticatoio. Il risultato è che molta gente che viveva e lavorava a Dubai ha dovuto fare le valigie. «Tanti contratti a termine non sono stati rinnovati e qui se non paghi le rate del mutuo ti avvisano un paio di volte e poi ti portano al collegio», racconta con un filo di ironia lo spigliato imprenditore brianzolo. Così in molti preferiscono andarsene perdendo i beni che avevano accumulato, a partire dalle automobili per finire alle case e agli appartamenti. Ma da settembre il clima economico sembra migliorato, alcune costruzioni sono ripartite e chi resta è comunque contento di vivere in questa Disneyland in cui i servizi funzionano, l’ambiente conta poco ma si può fare il bagno quasi tutto l’anno. «Come farei in Italia a permettermi un appartamento da 200 mila dollari ed essere completamente indipendente dai miei genitori?», osserva un venticinquenne romano che di mestiere fa il consulente di eventi sportivi a Dubai. Resta da capire chi pagherà i debiti, cioè il conto di una crescita vertiginosa realizzata grazie ai prestiti ultra generosi delle investment bank inglesi e americane. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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POLITICA CRONACA E SALUTE

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“Ru486 solo in ospedale, l’Aifa deliberi” Il “parere” del governo sulla pillola abortiva. L’opposizione insorge: prevaricazione MICHELE BOCCI

Marino: le terapie non si decidono per legge. La Cgil medici: lesa professionalità

ROMA — Sì alla Ru486 ma solo se la donna viene ricoverata in ospedale. Ci ha messo appena un giorno il Governo a dare il parere sull’approvazione della Ru486 richiesto giovedì dalla commissione Sanità del Senato. Dal ministro al Welfare Sacconi arriva un via libera condizionato: si va avanti se l’Aifa prevede la somministrazione esclusivamente in regime di ricovero ordinario.

RICOVERO Ru486, è polemica sulla obbligatorietà del ricovero

questo tema, che riguarda il modo in cui si dà una prestazione sanitaria. Il ministro ha però fatto un passo in avanti chiedendo che la donna resti in ospedale da quando prende il farmaco all’espulsione e chissà se ora l’Aifa avrà la forza di dire di no. Tra l’altro l’obbligo del ricovero ordinario può esistere sulla carta ma è difficilmente so-

Sacconi ieri ha scritto al presidente dell’Agenzia per il farmaco Sergio Pecorelli, che deve valutare «se sia necessario riconsiderare la delibera» adottata oltre un mese fa. «Il fine è di garantire modalità certe di somministrazione del farmaco in questione onde evitare ogni possibile contrasto con la 194», spiega il ministro. In realtà l’obbligo di somministrare la pillola in ospedale era stato previsto dall’Aifa da tempo, ma si parlava esclusivamente di ricovero, senza specificare se questo dovesse essere in day hospital, quindi con la possibilità della paziente di tornare a casa dopo aver preso la Ru486, o in regime ordinario. Teoricamente toccherebbe alla Stato-Regioni esprimersi su

stenibile, come hanno fatto notare medici e direttori generali di Asl, una volta in corsia. Nessuno può essere obbligato a restare in ospedale contro la sua volontà. Sacconi chiede anche attenta sorveglianza da parte del personale sanitario e «monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi, sia al fine di ridurre al minimo le

reazioni avverse sia per disporre un rilevamento di dati di farmacovigilanza che consenta di verificare il rispetto della legge». Parla di inaudita prevaricazione della politica, cioè da parte di Sacconi e Roccella, Livia Turco del Pd. «In tutto ciò la salute delle donne non c’entra. Mi auguro che l’Aifa continui a dare prova di autono-

mia di giudizio e respinga questa inaccettabile prepotenza». Massimo Cozza, segretario nazionale Cgil medici, sostiene che il parere del Governo lede anche la professionalità dei camici bianchi. «Costringere il medico a tenere ricoverata in ogni caso una paziente, per un trattamento eseguibile in regime di day hospital, è penalizzante per la donna, contrario alla deontologia e deleterio per l’organizzazione dei servizi ospedalieri». Ignazio Marino del Pd attacca: «Il governo interviene in sanità solo per vietare o per dare indicazioni che assomigliano molto a dei trattamenti sanitari obbligatori. Non sarebbe il caso che invece si occupasse delle vere emergenze della nostra sanità? Le decisioni sulle terapie non possono essere prese dai politici per legge ma dai medici in accordo con i loro pazienti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il caso

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Mutazione del virus A due vittime in Francia

VACCINO Le autorità sanitarie: il vaccino anti-H1N1 funziona anche in caso di mutazione

ROMA — Due persone sono morte in Francia per la forma mutata di virus A/H1N1 già individuata in Norvegia nei giorni scorsi. E’ stato l’Istituto nazionale di vigilanza sanitaria a rendere noti i due decessi, specificando come il vaccino disponibile resti efficace «anche contro questa mutazione». I morti erano stati ricoverati in località diverse e non avevano rapporti tra loro. Uno di loro aveva sviluppato una resistenza al Tamiflu, uno dei due farmaci antivirali disponibili per combattere la malattia. Quella mutazione in realtà non è rara: da un paio di settimane viene vista da alcuni dei laboratori italiani che analizzano i tamponi inviati dai medici di famiglia e dagli ospedali. «E’ vero, abbiamo visto piccole variazioni, come quella dei due casi francesi ma non solo», dice il professor Alessandro Zanetti, responsabile del laboratorio per la pandemia della Lombardia. «Erano su pazienti che sono morti ma anche su altri rimasti a casa con la febbre qualche giorno — spiega — La mutazione sembrerebbe dare una maggiore propensione a scendere in profondità nei polmoni ma è presto per dirlo, soprattutto perché l’abbiamo trovata anche su chi è guarito velocemente. Per ora la capacità infettiva e la potenza dell’influenza A non sembrano variate. Fa parte della natura del virus cambiare, anche durante le epidemie di stagionale succede, senza che la cosa desti particolare scalpore». Ieri l’Oms ha comunicato che la mutazione è stata già trovata in molti paesi. In Italia l’Istituto superiore di sanità farà rianalizzare tutti i campioni già esaminati in passato per cercare eventuali casi di cambiamento sfuggiti. (mi.bo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Lazio, prove d’intesa Pd-Udc Zingaretti: “Si può vincere senza la mia candidatura”

PRESSING Il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti

“Assurdo correre anche per Emiliano” GOFFREDO DE MARCHIS ROMA — Alla Puglia ci pensa D’Alema, al Lazio Casini. Il leader dell’Udc lavora in prima persona per un’alleanza tra il suo partito e il centrosinistra nella regione travolta dal caso Marrazzo. Vuole l’intesa e si muove nel campo del Pd per ottenere il risultato. È lui che chiama Nicola Zingaretti, è lui a condurre il pressing sul presidente della Provincia per convincerlo a correre. «Sì, è vero, ci sentiamo. C’è una grande affinità», ammette Zingaretti. Casini la prende alla larga, telefona ogni volta che sui giornali compare un nome nuovo per il Lazio. «Ma hai letto? Quella candidatura è impossibile, se poi il Pd lancia Follini l’accordo con noi non esiste. Ma come, mettete un ex del mio partito?». Insomma, Casini brucia uno dopo l’altro i papabili e fa capire a Zingaretti di puntare su un solo nome: il suo. Il presidente della Provincia continua a giurare: non mi candido. Anzi, l’idea di far correre al-

Il presidente della Provincia di Roma “Con Pier ci sentiamo, c’è una grande affinità” le regionali lui e il sindaco di Bari Michele Emiliano in Puglia, due amministratori eletti pochi mesi fa, gli «sembra assurda». Comunque, il suo destino non è legato a quello di Emiliano. Se il primo cittadino barese accetta la candidatura, non è detto che si debba fare lo stesso nel Lazio. «Perché - dice Zingaretti - Roma non è Bari». E il precedente di Rutelli, chiamato in corsa a sostituire Veltroni e battuto severamente da Alemanno, scotta ancora. Per resistere al pressing Zingaretti ha mandato nei giorni scorsi una lettera a Pierluigi Bersani spiegando i motivi del suo rifiuto. Sostiene la sua posizione illustrando anche i sondaggi che ha sotto mano. «I partiti del cen-

trosinistra non hanno risentito dell’effetto Marrazzo, che poteva essere dirompente - racconta -. Costruendo un accordo con l’Udc le possibilità di riprendersi la regione sono intatte. Anche con un candidato diverso da me». Il problema è che l’intesa con i centristi passa proprio dal suo nome. E se Casini nei prossimi giorni uscisse pubblicamente allo scoperto, la resistenza di Zingaretti potrebbe incrinarsi. Ormai al Pd sanno che il tempo corre. «La prossima settimana

diventa decisiva - spiega il responsabile dell’organizzazione Nico Stumpo -. Perché può partire dappertutto la macchina delle primarie e poi nessuno sarà in grado di fermarla». La “macchina delle primarie” va controllata, soprattutto a livello locale. L’alternativa, nel Lazio, è Enrico Gasbarra, che potrebbe essere gradito a Casini. Anche se l’Udc preferisce non avere tra i piedi personalità che vengono dalla sua stessa storia democristiana. Dall’altra parte preme il

“I partiti del centrosinistra non hanno risentito dell'effetto del caso Marrazzo” centrodestra e i centristi del Lazio notoriamente pendono verso il Pdl. Renata Polverini è una candidata cui è difficile dire di no. Ecco perché il pressing su Zingaretti diventa sempre più

asfissiante. E se il presidente della Provincia traslocasse in regione, i centristi sono pronti a sostituirlo, in accordo con il centrosinistra, candidando Armando Dionisi. Della Puglia sapremo di più già oggi. A Bari si riunisce l’assemblea regionale del Pd e le conclusioni sono affidate a Massimo D’Alema. Il presidente di Italianieuropei spiega che il sacrificio chiesto a Vendola non è una sua battaglia personale. Il problema è tutto politico: «Sono

I personaggi D’ALEMA L’ex ministro degli Esteri oggi sarà a Bari per sbrogliare la matassa della candidatura alla regione Puglia

CASINI Il leader dell’Udc cerca intese con il centrosinistra in alcune regioni. Nel Lazio punta tutto su Zingaretti

EMILIANO Sul nome del sindaco di Bari Michele Emiliano il Pd potrebbe allargare l’alleanza ai centristi

ALESSANDRA LONGO BELPAESE LE TARTARUGHE DI BOLZANO

tanno per arrivare nell’ufficio del sindaco di Bolzano Gigi Spagnolli, (centrosinistra, una laurea in scienze forestali, una tesi «sul limite superiore del bosco in Valfurva e Val Zebrù»), due esemplari di «Pelomedusa Subrufa Subrufa». A che cosa serviranno? A portare «relax e calma» — apprendiamo dall’«Alto Adige» — tra quelle pareti testimoni di un lavoro stressante. La «Subrufa Subrufa», meglio conosciuta come «tartaruga che sorride», finirà in un acquario già predisposto, primo esperimento di «pet therapy» in un Comune. L’idea è del capo di gabinetto Antonella Arseni, animalista, che assicura: «L’operazione sarà a costo zero». La dieta della «Subrufa» è a base di grilli, lombrichi e cavallette. Durata media di sopravvivenza tra i 50 e 80 anni, ben oltre il mandato dell’attuale sindaco.

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stato chiamato ad affrontare una situazione estremamente difficile creata dallo stesso Vendola» con l’autocandidatura. Dunque, D’Alema insiste per un passo indietro del governatore, che «non ha il sostegno né dell’Udc né dell’Italia dei Valori», non è un papabile condiviso dall’attuale centrosinistra e non è in grado di allargare l’alleanza. Emiliano è l’alternativa nella testa di D’Alema e Casini. Ma anche il sindaco di Bari per il momento nicchia. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA CRONACA

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L’intervista PIERO COLAPRICO MILANO — Licia Pinelli ha, come dice lei con un sorriso quasi da ragazzina, «ottantun’anni e tre quarti». Sta seduta in cucina, quarto piano senza ascensore. Dritta, con le mani incrociate in grembo. Immobile, a parte gli occhi vivaci e acuti. Una postura che ricorda i monaci buddisti: ma è come fuoco dentro una corazza. «“Tu non piangi mai”, mi hanno detto. Ma se piango o non piango lo so solo io, il dolore — dice — non va fatto pesare sugli altri». Questo che finisce è un 2009 un po’ speciale. Per la prima volta, la cosiddetta “madre di tutte le stragi” non conta diciassette vittime, ma ne conta una un più: “il Pino”, Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico, suo marito. Era entrato in questura per un interrogatorio sulla bomba di piazza Fontana ed era uscito da una finestra dell’ufficio politico, coordinato dall’allora commissario Luigi Calabresi. Sette mesi fa il presidente Giorgio Napolitano ha invitato al Quirinale Licia Pinelli e Gemma Calabresi, nel “giorno della memoria”. E ha parlato di «rispetto e omaggio per la figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte, prima di pesantissimi e infondati sospetti, poi di un’improvvisa assurda fine». Il Presidente ha detto che non voleva rifare il processo, ma proporre un gesto politico. E anche lei forse si sarà stufata di rifare ogni volta il processo... «Beh, il processo per mio marito non l’abbiamo mai ottenuto. Ci sono state solo istruttorie. E io non ho mai smesso di cercare la verità». Mai? «Spero sempre che venga a galla. Se non la vedrò io, la vedranno le mie figlie. E se non loro, altri che manterranno il ricordo». Non è facile, in alcune storie intricate, avvicinarsi alla verità... «Ci si può arrivare insistendo. Mi sono mossa da subito dentro la legalità e dentro lo stato di diritto per appurare la realtà dei fatti. Non raggiungere la verità è una sconfitta per lo Stato, non solo per parenti». Come arrivare a “sapere”? «Durante i processi, sa che ho pensato? Che alcuni interrogatori non dovrebbero farli il pubblico ministero e gli avvocati. Dovremmo essere noi. I parenti. Sì, guardando in faccia le persone. Delle bugie dei poliziotti sono sicura con ogni cellula del mio corpo, del mio cuore, del mio cervello». Perdoni l’insistenza, ma esistono però alcuni elementi che anche quarant’anni dopo fanno impressione. Uno è che Pinelli muore e il questore di Milano, Marcello Guida, che era stato comandante del carcere fascista di Ventotene, sostiene che suo marito si è buttato dalla finestra gridando “È la fine dell’anarchia”. Una menzogna davvero inspiegabile, oppure…? «Conoscevo Pino, eravamo legatissimi. Quindi ero sicura che non aveva commesso nulla di cui veniva accusato. Parlava a telefono da casa. Ogni volta che diceva la minima bugia lo scoprivo. Non potevo mettere riparo alla sua morte, ma alla diffamazione sì. Querelai Guida. Gli stava sporcando il nome, per gente come noi è inconcepibile. Poi querelai i poliziotti e il carabiniere che stavano nella stanza

Il salone della Banca dell’Agricoltura dopo l’attentato; il balcone della Questura dal quale precipitò Pinelli; il luogo dell’omicidio Calabresi

I 40 anni di dolore della vedova Pinelli “Non smetterò mai di cercare la verità” Piazza Fontana, i ricordi di Licia: in troppi hanno mentito

Licia Pinelli

dell’interrogatorio. Cercavo la verità attraverso loro, perché hanno mentito. E perché mentire e contraddirsi se non per nascondere qualcuno o qualche colpa più grave?». Lei — secondo dettaglio strano per chiunque conosca una questura — viene a sapere della tragedia un’ora e mezza dopo, dai giornalisti e non dalla polizia: davvero è andata così? «Quella notte vennero due, credo del Corriere, “Sa, pare una disgrazia”. Chiamai subito il commissario Calabresi, sapendo che era lui ad averlo interrogato. Sono Licia Pinelli, dov’è

La storia 12 dicembre 1969: bomba alla Banca dell’Agricoltura: 17 i morti, 80 i feriti

Dopo una retata di anarchici, Pino Pinelli, resta tre giorni in Questura

L’INTERROGATORIO Pinelli, 41 anni, precipita dalla finestra dell’Ufficio politico

PROVINCIA DI VENEZIA SETTORE ASSICURAZIONI PROTOCOLLO ARCHIVIO

Via Forte Marghera, 191 - 30173 Mestre (VE)

AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO Procedura aperta del 22/09/2009 per l’affidamento del servizio di copertura assicurativa della Provincia di Venezia. Comunicazione a norma dell’art. 65 del D.Lgs. 163/2006. Sistema di aggiudicazione: prezzo più basso. È pervenuta una sola offerta dalla Ditta Assicurazioni Generali Spa con sede in Trieste – P.za Duca degli Abruzzi, 2 – P.IVA 00079760328, cui è stato aggiudicato l’appalto per un importo complessivo triennale, oneri fiscali compresi, di Euro 1.612.980,00. LA DIRIGENTE Dott.ssa Ornella Gigante

REGIONE SICILIANA U.R.E.G.A. Sezione provinciale di Trapani

Pinelli e Calabresi

LA PISTA VALPREDA 16 dicembre: Pietro Valpreda diventa l’imputato numero uno

IL DELITTO CALABRESI 1972, il commissario Luigi Calabresi viene ucciso sotto casa a Milano

L’INVITO A ROMA 2009, Napolitano invita al Quirinale Gemma Calabresi e Licia Pinelli

messo faccia al muro. E rilasciato. «Con Lello ci si sente sempre, io gli credo. Non s’era distratto. Quando hanno fatto il sopralluogo, durante un’istruttoria, c’era una macchina delle bibite davanti alla porta. “Come faceva a vedere la stanza dell’interrogatorio se c’era ‘sta cosa davanti?”, gli hanno chiesto. “Non c’era”, ha risposto Lello e ha fatto vedere i segni sul pavimento. La macchinetta era stata spostata. Ma dopo. Quella sera Valitutti poteva vedere». Gerardo D’Ambrosio non l’ha mai interrogato...

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PROVINCIA DI PADOVA

LA BOMBA A MILANO

LA MAXI RETATA

mio marito? Mi rispose Calabresi: “Al Fatebenefratelli”. Non ci potevo credere. Perché non mi ha avvisata? “Ma sa, signora, abbiamo molto da fare”. Da fare? Non riesco ancora oggi a pensare con neutralità a questa risposta. Ora però...». Scusi lei, ultimissimo elemento. Lello Valitutti. Erano rimasti in due, gli anarchici da interrogare. Chiamano suo marito e Valitutti resta per ultimo in uno stanzone. Dirà poi che ha sentito del trambusto, poi il rumore del corpo caduto. Ed è rimasto colpito dal silenzio, dentro la stanza. Poco dopo è stato

Provincia Regionale di Trapani AVVISO BANDO DI GARA Si rende noto che, presso l’U.R.E.G.A. Sezione Provinciale di Trapani, sarà esperita il giorno 16.12.2009 con inizio alle ore 9.00, gara per pubblico incanto per l’appalto dei “Lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza del tratto compreso fra Cala Cinque Denti e Scauri” della S.P. n. 54 PERIMETRALE DI PANTELLERIA (CUP H27H08000460001) ai sensi della legge 109/94 coordinato con le norme della L.R. 2 agosto 2002 n. 7 e s.m.i. Importo complessivo dell’appalto (compresi oneri per la sicurezza): Euro 3.100.000,00. Categoria: OG3 Classifica V. C.I.G. 0398256B3C - Termine di esecuzione lavori: giorni 800. Presentazione delle offerte: entro le ore 13.00 del giorno 14.12.2009. Indirizzo ricezione offerte: Ufficio Regionale per l’Espletamento di Gare D’Appalto (U.R.E.G.A.) - Sezione Provinciale di Trapani Viale Regina Elena n. 48, 91100 Trapani, tel. 0923/593326. Il bando integrale è pubblicato all’albo della Provincia Regionale di Trapani e sul sito Internet www.provincia.trapani.it e altresì sul sito informatico dell’Osservatorio Regionale Lavori Pubblici www.osservatorio.lavoripubblici.sicilia.it. RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO Geom: C. Battista CULCASI

«Me lo sono chiesta anch’io il perché. D’Ambrosio era partito bene, aveva fatto ciò che altri non avevano fatto. Ma che devo dire? Il magistrato Caizzi ha parlato di morte accidentale, Amati di suicidio, D’Ambrosio di disgrazia plausibile, il “malore attivo”. Luigi Bianchi d’Espinosa, procuratore generale a Milano, mi sembrava attento, scrupoloso. Poi Bianchi è morto... «. L’ultimo fotogramma di suo marito? «Lui che esce e io che lo inseguo per portargli il cappotto, noi due persone di mezz’età che hanno due figlie, che ridono e scherzano. Poi lui va in questura…». Poi? «Erano giorni bui, di cielo scuro. Neve in strada, freddo. Se penso a quel periodo vedo di Milano solo il nero». C’è un appello che gira in questi giorni, per aprire, come lei chiede, i cassetti del Viminale. Ma ci crede davvero ai segreti che vengono a galla? «In America per gli anarchici Sacco e Vanzetti è stato così. Pino non s’è ucciso, non l’avrebbe fatto. Innanzitutto credeva nella vita, mi aveva appena detto che non condivideva il gesto di Jan Palach, che si bruciò a Praga contro i carrarmati sovietici. Poi non l’avrebbe fatto per l’amore che ci univa. E per l’amore per le bambine, alle quali, durante l’interrogatorio, faceva dei disegni. Posso sperare che qualcuno recuperi la coscienza. O che si trovi un documento. Quanto potevo fare, io ho fatto, non ho

Vidi Luigi Calabresi al processo a Lotta Continua: erano tutti contro di lui, mi fece pena

ESTRATTO DI BANDO DI GARA Si rende noto che questa Provincia, Piazza Bardella n. 2/3, Padova, ha indetto una procedura aperta per l’appalto dei lavori di “ristrutturazione ed adeguamento delle palestre degli Istituti Alberti di Abano Terme e Duca D’Aosta di Este”, il giorno 23.12.2009 alle ore 10:00. Importo totale in appalto Euro 622.401,65= IVA esclusa. Aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso (artt. 82 e 122, comma 9, del D.lvo 163/2006). Le offerta devono pervenire a: Provincia di Padova – Protocollo Generale, Piazza Antenore – 3, 35121 – Padova, entro e non oltre le ore 12:00 del 22.12.2009. Maggiori informazioni sono disponibili su www.provincia.pd.it. Lì, 24.11.2009 Il Direttore Generale f.to (Dr. Girolamo Amodeo)

CONSORZIO PER LE AUTOSTRADE SICILIANE Contrada Scoppo - 98100 Messina (tel. 090.37111) AVVISO DI PUBBLICO INCANTO E’ indetto per il 14 gennaio 2010 pubblico incanto per l’affidamento del servizio di copertura assicurativa triennale per responsabilità civile verso terzi e responsabilità civile verso prestatori di lavoro. Importo a base d’asta Euro 2.400.000,00. Il bando di gara è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 136 del 18 novembre 2009 ed inviato alla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea per la pubblicazione in data 12 novembre 2009. Informazioni possono essere richieste all’Ufficio Gestione Gare d’Appalto dell’Ente. IL COMMISSARIO STRAORDINARIO Arch. Matteo Zapparrata

ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per l’Emilia - Romagna

RETTIFICA BANDO DI GARA 35-2009 E PROROGA TERMINI Si rende noto che, al fine di ovviare ad alcuni refusi di stampa, sono state apportate alcune correzioni alla documentazione allegata al Bando di gara n° 35/09 (Codice BOMO012010/15) relativo all’appalto dei “Lavori di completamento del Sistema Tangenziale di Modena con Diramazione per Sassuolo. 2° Lotto. Fornitura e posa in opera di barriera integrata antirumore e di sicurezza e costruzione di cordolo portabbariere in c.a.” Si precisa che le correzioni di cui trattasi hanno riguardato, esclusivamente, Elenco Prezzi, Computo Metrico, Elaborati Grafici e Scheda Anomalia e che i medesimi documenti sono stati sostituiti nella nuova versione elaborata dall’Area Tecnica - Settore Esercizio, sono posti in visione presso l’Ufficio Gare e Contratti del Compartimento della viabilità per l’Emilia e Romagna; è possibile acquistarne copia presso la copisteria Eliofossolo in Villanova di Castenaso (BO) via Trattati di Roma, 44 contattabile telefonicamente ai numeri 051.781219 - fax 051.780067. Al fine di garantire il massimo rispetto della par condicio tra i concorrenti, si comunica che qualora, in conseguenza delle correzioni apportate, gli interessati intendessero modificare l’offerta contenuto nel plico già trasmesso a questa stazione appaltante, sarà sufficiente far pervenire, entro e non oltre il termine perentorio di seguito indicato un ulteriore plico contenente, a sua volta, unicamente una nuova “BUSTA B - Offerta economica” secondo le forme e le modalità illustrate nel Bando e nel Disciplinare pubblicato. In ragione di quanto sopra esposto ed al fine di garantire la massima partecipazione alla procedura concorsuale di cui trattasi, si comunica che il termine ultimo per la presentazione delle offerte è stato traslato alle ore 12.00 del giorno 21 dicembre 2009 e che le relative operazioni di gara avranno inizio alle ore 12,30 dello stesso giorno 21 dicembre 2009. IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO Dott. Roberto TROCCOLI VIALE A. MASINI, 8 - 40126 BOLOGNA Tel. 051/6301111 - Fax 051/244970 • sito internet www.stradeanas.it

smesso di chiedere». Lo Stato le ha mai offerto un risarcimento? «Anzi! Volevano farmi pagare delle spese. Poi però non sono mai venuti a chiedere». Di Pietro Valpreda, il finto “mostro”, che pensa? «Un simpatico casinista che hanno messo in mezzo all’inizio, per dare la colpa agli anarchici. Le varie inchieste le ho seguite sui giornali, la pista di destra direi che non ha dubbi, non più». L’omicidio del commissario Calabresi nel ‘72 lei l’ha vissuto... «Malissimo. A parte la morte di un uomo, c’è stata tolta la possibilità di ragionare con una persona che c’era. E che sapeva cos’era successo in quegli anni, e nelle ore in cui mio marito morì». L’ha incontrato? «L’ho visto una sola volta. nell’aula del processo a Lotta continua. E Calabresi — che era parte lesa — mi fece pena. Erano tutti contro di lui, mi sembrò “mollato” dai suoi capi, il capro espiatorio degli sbagli della polizia». L’anniversario le pesa? «Sempre. Quest’anno poi, tanti vogliono un ricordo. Ma io sono prosciugata dalle troppe parole, che, in fondo, sono le stesse di quel ‘69. Degli anni Settanta. E nel frattempo Pino, che era l’uomo della mia vita, non è più stato qua, dove doveva essere». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA FRANCIA DI SARKOZY MONDO

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Francia, cultura in rivolta “Troppi tagli, chiusi i musei” Governo sotto accusa, anche il Louvre pronto a scioperare DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPIERO MARTINOTTI PARIGI — Spira un venticello di rivolta sul mondo culturale francese, esasperato dai tagli di personale, furioso per la riduzione delle sovvenzioni, disgustato dall’idea di essere sempre il primo a pagare quando arriva la crisi. Ad aprire le ostilità è stato il simbolo della modernità sulle rive della Senna: il Beaubourg è chiuso da lunedì e lo resterà probabilmente nei prossimi giorni. Da mercoledì, tutti gli enti che dipendono dal ministero della Cultura potrebbero mettersi in sciopero, quasi certamente a oltranza. Se qualcuno non inter-

BEAUBOURG

Riduzioni del personale e dei contributi Gli enti minacciano la serrata

Il Centro Pompidou, noto come il Beaubourg A sinistra, il presidente Nicolas Sarkozy

verrà a tempo, i più prestigiosi musei transalpini (dal Louvre al Musée d’Orsay) e i grandi teatri (l’Opéra, l’Odéon, la Comédie Française) sprangheranno le porte, i visitatori avranno diritto solo a un volantino in cui saranno spiegati i motivi della protesta. Dopo aver affrontato le polemiche sul caso Polanski e poi quelle sui suoi viaggi a scopo

sessuale in Thailandia, il ministro della Cultura Frédéric Mitterrand deve adesso contenere l’ira dei sindacati autonomi e confederali, uniti nel decidere lo sciopero. Due ragioni, una di ordine generale, l’altra specifica al mondo della cultura, alimentano il malcontento. La prima è legata alla politica del personale pub-

blico messa in atto dal governo Fillon e contraddistinta da una regola ferrea, secondo cui viene rimpiazzata solo la metà degli statali che vanno in pensione. La seconda non è meno minacciosa: le sovvenzioni agli organismi culturali stagnano da anni e la situazione non migliorerà nei prossimi anni, visto che si dovrà riassorbire un deficit pubblico

I casi

IL LOUVRE I tagli mettono a rischio il Louvre che nel 2008 ha accolto 8,5 milioni di visitatori

MONT SAINT-MICHEL Anche uno dei siti più visitati di Francia rischia di chiudere per la riduzione del budget

MUSEO D’ORSAY

cartier.com

Pericolo sciopero nel museo celebre per i numerosi capolavori dell’Impressionismo

CARCASSONNE

PARFUM POUR HOMME

A rischio le visite nella città medievale appartenente al patrimonio dell'Unesco

che viaggia sopra l’8 per cento. Non è un caso che il Beaubourg sia stato il primo a mettersi in sciopero. Nato nel 1977, il 44 per cento dei suoi 1.100 dipendenti ha più di cinquant’anni. Sarà cioè il museo destinato a pagare più di altri il salasso di personale: il 20 per cento in dieci anni, forse di più. Senza contare la beffa: nel 2006, grazie a uno sciopero, i sindacati avevano ottenuto la creazione di 65 posti di lavoro, ma nel prossimo biennio dovrebbero sparirne 49. In pratica, lo Stato si riprenderebbe con la mano sinistra quel che aveva dato con la destra. Quanto ai versamenti pubblici, sono fermi a 77 milioni da sei anni, anche se i costi sono aumentati. Risultato: il Beaubourg perde soldi, tanto che Fillon ha ordinato una perizia per vedere «come fare meglio a prezzi più bassi». Tutto un programma. La tendenza è la stessa in tutte le altre istituzioni: secondo la confederazione comunista Cgt, negli ottanta organismi che dipendono direttamente dal mi-

nistero della Cultura in tre anni potrebbero sparire tra i 670 e i mille posti. I sindacati sostengono che il governo vuol vedere aumentare gli incassi di ogni museo o teatro, il che significherebbe, dicono, una corsa alla commercializzazione, alle esposizioni più facili e popolari che attirano centinaia di miglia di persone. Tutto questo a scapito di un lavoro più in profondità. Mitterrand, per il momento, tace. Un incontro con i sindacati dovrebbe svolgersi in settimana prossima. La situazione è tesa e ricorda, in qualche modo, la vertenza dei lavoratori «saltuari» dello spettacolo, che nel 2003 portò alla cancellazione di tutti i grandi festival estivi. I problemi, in questo caso, sono diversi, ma il mondo culturale transalpino è particolarmente sensibile: lo Stato francese è quello che spende di più per la cultura, quello che finora aveva generosamente foraggiato un settore considerato essenziale per affermare la «diversità» e la «grandezza» del paese. “L’exception française”, come si dice comunemente. Toccare questo tasto è sempre rischioso, non solo per le inevitabili resistenze corporative, ma perché i francesi considerano le loro istituzioni culturali una componente essenziale della loro identità nazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GOVERNO DELL’EUROPA MONDO

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Il gran giro delle poltrone a Bruxelles Barroso vara la nuova Commissione Ue, Tajani dai Trasporti all’Industria DAL NOSTRO INVIATO ANDREA BONANNI BRUXELLES — Gran Bretagna, Francia, Spagna, Finlandia e Belgio si aggiudicano le poltrone chiave della nuova Commissione europea presieduta dal portoghese José Manuel Barroso. Altri incarichi rilevanti vanno al Lussemburgo, alla Danimarca e alla Romania. L’italiano Antonio Tajani viene spostato dai Trasporti all’Industria: un posto “caldo” in vista delle ristrutturazioni che si preparano in Europa per effetto della crisi, ma le cui competenze si incrociano e spesso confliggono con quelle di altri commissari.

munia, Siim Kallas, Neelie Kroes, Antonio Tajani e allo slovacco Maros Sefcovic. I portafogli più importanti, a parte la poltrona di “ministro degli Esteri” conquistata dalla Gran Bretagna a spese dell’Italia all’ultimo vertice, sono probabilmente

quelli economici. Lo spagnolo Joaquin Almunia, già responsabile degli Affari monetari, si aggiudica la poltrona cruciale della Concorrenza. In questa qualità acquisisce anche competenza antitrust per i trasporti e l’energia, che prima erano appannaggio dei rispet-

tivi commissari. La Francia, che si era a lungo battuta per ottenerlo, conquista per Michel Barnier l’incarico di responsabile per il Mercato interno. In questa veste Barnier avrà anche la supervisione della riforma dei servizi finanziari, a cui la City di Londra è aperta-

mente ostile. La concessione a Parigi è stata però mitigata con la nomina di un britannico a direttore generale per il settore. Al finlandese Olli Rehn passa il portafoglio per gli Affari economici e monetari che era di Almunia. Il belga Karel de Gucht ottiene l’im-

portante portafoglio del Commercio estero: avrà la responsabilità di negoziare gli accordi commerciali tra l’Europa, finalmente dotata di personalità giuridica dal Trattato di Lisbona, e gli altri grandi dell’economia mondiale. Ci sono almeno altri tre portafogli pesanti. Il primo è quello dell’Agricoltura (che tuttora copre circa metà delle spese del bilancio Ue) affidato al romeno Dacian Ciolos. Il secondo è quello per il Clima, creato ex novo e affidato alla danese Connie Hedegard. Un potere particolare si accentra poi nelle mani della lussemburghese Viviane Reding: non solo sarà la prima vicepresidente dopo la Ashton,

Jose Manuel Barroso

Antonio Tajani

Le posizioni chiave aggiudicate a Gran Bretagna, Francia, Spagna Finlandia e Belgio

Alla danese Connie Hedegard il posto di responsabile per il Clima, la vera novità del rimpasto

È stato lo stesso Barroso a presentare ieri la lista del nuovo esecutivo e dei rispettivi portafogli. Dei ventisette membri del collegio (uno per Stato membro, compreso il presidente) nove sono donne e 18 uomini. Tredici sono nuovi entranti e quattordici facevano già parte delle precedente Commissione. Ma, a parte Barroso, in omaggio ad un principio di rotazione, nessuno dei “vecchi” è stato riconfermato nell’incarico che aveva. Dal punto di vista politico, il Ppe fa la parte del leone con 13 commissari, il presidente e due vicepresidenti; i liberali ottengono otto commissari e due vicepresidenti; i socialisti sei commissari e tre vicepresidenti. I posti di vicepresidente sono sette, attribuiti con una precisa graduatoria. Primo vicepresidente è l’Alto responsabile per la politica estera e di sicurezza, Catherine Ashton. Ma il compito di rappresentare il presidente in sua assenza è attributo, nell’ordine, a Viviane Reding, Joaquin Al-

non solo eredita il portafoglio della Giustizia separato da quello degli Interni, ma sommerà a queste competenze anche la tutela giuridica dei consumatori e la responsabilità per la Comunicazione. Antonio Tajani perde la poltrona dei Trasporti ma conquista quella, non meno importante, dell’Industria. Rispetto al suo predecessore perde il coordinamento dei commissari interessati al comparto industriale, che in realtà non ha mai funzionato. Perde anche la competenza sull’industria farmaceutica e cosmetica, che passa alla Salute, quella sul miglioramento della regolazione, che passa a Barroso, e quella sul Consiglio economico transatlantico, che va a De Gucht. In compenso mantiene la responsabilità per il completamento del sistema satellitare Galileo, che aveva come responsabile dei Trasporti. Tajani conserva anche la carica di vicepresidente, anche se è sesto su sette nell’ordine delle priorità. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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I precedenti

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MONDO

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BOMBA NELLA METRO

IL SEQUESTRO NEL TEATRO

ESPLOSIONE SUL TRENO

La mattina del 6 febbraio 2004 una kamikaze si fece esplodere in un vagone della metropolitana di Mosca, all’ora di punta: la strage provocò la morte di 39 persone, e un centinaio di feriti

Tra il 23 e il 26 ottobre 2002 al teatro Dubrovka di Mosca 40 terroristi ceceni armati tennero in ostaggio 850 civili. Nel blitz delle forze speciali russe furono uccisi 39 terroristi e almeno 129 civili

Il 13 agosto 2007 una bomba esplose sul treno Mosca - San Pietroburgo: l’esplosione non provocò vittime ma fece 60 feriti. Furono condannati due fratelli ingusci, un terzo uomo è ancora ricercato

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Deraglia il Mosca-S.Pietroburgo Ipotesi attentato, paura in Russia Ventidue morti e 55 feriti sul treno del weekend DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LEONARDO COEN MOSCA — Trecentocinquanta chilometri a nord di Mosca. Sono le 21 e 34 di venerdì sera (le 19 e 34 in Italia) quando gli ultimi quattro vagoni passeggeri del rapido numero 166 "Alexander Nevskij" proveniente da Mosca e diretto a San Pietroburgo s'inarcano all'improvviso, come sollevati dall'onda d'urto di una violenta esplosione, e deragliano mentre il treno viaggia a quasi duecento chilometri l'ora. È l'inferno. Una serie di schianti tremendi nel giro di pochi istanti trasforma la coda del convoglio in un ammasso di lamiere contorte. È una strage: ventidue morti, 55 feriti, alcuni dei quali molto gravi. Il peggiore disastro ferroviario russo degli ultimi decenni. Sul luogo dell'incidente,

avvenuto a circa 25 chilometri dalla località di Bologoie, al confine tra le regione di Tver e Novgorod, lungo il tratto di ferrovia Alyoshinka-Uglovka, si sono subito recate sei squadre di soccorso, altre 14 sono in arrivo, con l'appoggio degli elicotteri della protezione civile, mentre da Pietroburgo è stato mandato un treno speciale sanitario con medici e infermieri che si usa nei casi in cui le vittime degli incidenti ferroviari supera la cifra di trenta persone. L'ipotesi di un attentato, col passare delle ore, ha cominciato a pigliar sostanza. Prima le tv locali, poi l'agenzia Interfax hanno rilanciato i sospetti dei servizi di sicurezza russi: «Un buco d'obice di un metro di diametro è stato scoperto vicino ai binari e i testimoni affermano di aver sentito chiaramente un forte botto prima del deraglia-

Vicino al treno un buco di un metro. Alcuni testimoni hanno sentito un botto

IL PREMIER A sinistra Vladimir Putin In alto il Nevsky Express deragliato in una foto di Ria Novosti mento», scrive Interfax citando una fonte delle forze dell'ordine, «e questo potrebbe essere la prova di un eventuale attentato». Interfax, comunque, precisa che per il momento non può disporre di alcuna conferma ufficiale. Anche

l'agenzia ItarTass ammette che l'ipotesi dell'attentato è «una delle versioni» per spiegare l'origine del deragliamento, come dice un funzionario delle ferrovie russe. C'è chi parla anche di un'improvviso calo della tensione elettrica: chi ha

viaggiato su quel rapido sa che ogni tanto il treno ha qualche sobbalzo con tremolìi delle luci. Tuttavia l'informazione ha preso il volo, è diventata la pista da seguire. Anche perché c'è un precedente, sempre sulla stessa linea e sempre contro lo stesso rapido Mosca-Pietroburgo: il 13 agosto del 2007 una bomba era esplosa mentre il treno stava passando, per fortuna senza causare vittime ma causando sessanta feriti e risvegliando lo spettro degli attacchi della ribellione cecena o dei gruppuscoli nazionalisti. Due fratelli ingusci vennero condannati (Amirkhan e Maksciaria Khidriev), un terzo, Pavel Kosolapov, è tuttora ricercato. Il presidente russo Dmitri Medvedev, immediatamente informato dell'incidente ferroviario ha ordinato un'inchiesta per

L’ITALIA SI MUOVE CON NOI. DELIVERED FOR

individuare il più presto possibile le cause del disastro: una procedura che mobilita gli investigatori dell'Fsb, i servizi federali di sicurezza (l'Fbi russo) e li affianca, con compiti di coordinamento, alle altre polizie, alle forze della protezione civile, e ai magistrati incaricati delle indagini. Certo, un fatto è che se si tratta di attentato terroristico, la scelta di far esplodere un ordigno la sera di venerdì non è affatto casuale: perché coincide con l'orario del massimo affollamento, quando cioè i funzionari statali e della presidenza che sono originari di Pietroburgo - e a Mosca, con l'avvento al potere di Putin e Medvedev, pure loro pietroburghesi, ce ne sono un'infinità - tornano a casa per il week-end. Stavolta, un terribile week-end di terrore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Senato polacco approva il divieto di bandiera rossa La nuova legge equipara simboli nazisti e comunisti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO — Se state per recarvi a Varsavia, evitate un certo tipo di kitsch politico nell’abbigliamento: un pullover con falce e martello o stella rossa, o una t-shirt con il volto di Ernesto “Che” Guevara, tra qualche mese saranno illegali e potrebbero costarvi una denuncia e una condanna fino a due anni di prigione. Su iniziativa dell’opposizione di destra nazionalpopulista, il Senato (seconda Camera) ha infatti emendato la legge 256 del Codice penale. Quella che punisce ogni incitamento all’odio razziale o politico. Iscrivendovi il divieto di ogni simbolo di ideologie totalitarie, ed equiparando quindi nel bando più assoluto simboli, bandiere, vessilli comuniste e naziste. Alla legge emendata, come scrive il Times di Londra nella sua edizione online, mancava solo la firma del capo dello Stato, Lech Kaczynski. E ieri sera lui l’ha promulgata, insieme alla legge sulla castrazione chimica dei pedofili pericolosi. Nessuno del resto si aspettava che il presidente smentisse il suo anticomunismo ul-

“Non vogliamo nel nostro Paese icone di un sistema che produsse genocidi” traintransigente. Il quale, insieme al linguaggio più pesante e a tratti insultante e diffamatorio verso ogni avversario politico, compreso il premier liberale Donald Tusk, contro l’idea stessa di Unione europea e contro i diversi d’ogni genere, è stato il cavallo di battaglia suo e di suo fratello gemello Jaroslaw, che fu premier tra il 2005 e il 2007. La legge entrerà in vigore 6 mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. «Nessun simbolo del comunismo ha diritto di esistere in Polonia, perché questi simboli sono simboli di un sistema che produsse genocidi, e che dovrebbe essere paragonato al nazismo», ha detto Jaroslaw Kaczynski. Il governo liberale di Tusk non ha obiezioni di principio, ma si sente decisamente infastidito e disturbato dalla legge, che può divenire nociva all’immagine della Polonia nella Ue. L’anno scorso, la Corte europea condannò un analogo divieto ungherese dei «simboli delle tirannie» definendo il bando troppo vasto e indiscriminato, e quindi lesivo della libertà d’espressione. I liberali di Tusk mugugnano, la sinistra socialdemocratica dell’ex presidente Kwasniewski dissente, ma invano. Vent’anni fa, furono proprio le elezioni libere a Varsavia, momento di svolta della rivoluzione democratica polacca, a spingere la Storia verso la caduta del Muro di Berlino. Ma oggi, vent’anni dopo, il comunismo ha un’immagine molto più negativa in Polonia che non ad esempio in Germania. Dove non pochi storici temono

I punti I SIMBOLI

LA LEGGE

LE DEROGHE

Multe, anche prigione, per possesso o acquisto di “simboli comunisti” È la stretta del governo di Varsavia

Il presidente polacco Lech Kaczynski ha firmato la legge che prevede sino a due anni di carcere

Permesso l’uso dei simboli comunisti a scopi artistici, educativi e da parte dei collezionisti

che le equiparazioni tra i due totalitarismi, quelli di Hitler e di Stalin, minimizzino l’Olocausto di cui Berlino si sente responsabile. «Il comunismo», ha affermato lo storico polacco Wojciech Ro-

szkowski, «è stato un sistema terribile e assassino, ha falciato milioni di vite, era simile al nazionalsocialismo e non c’è ragione di trattare in modo diverso quei due sistemi e i loro simboli». Recente-

mente un politico moderno e stimatissimo, come il ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski, ha suggerito che il Palazzo della Cultura (l’enorme, sgraziato grattacielo staliniano nel centro di Varsavia) venga demolito, per allestire al suo posto un parco. Resta il grande dubbio, se mettere fuorilegge le falci e martello non sia una limitazione alle libertà che trasformi in vittime i nostalgici della dittatura. Un aspetto diverso della legge è che i neonazisti di tutto il mondo non potranno più procurarsi svastiche, copie di Mein Kampf o altri simboli del Terzo Reich in Polonia. Almeno saranno proibiti anche quelli.

PRESIDENTE Lech Kaczynski: il capo dello Stato polacco ha firmato la legge contro i simboli comunisti

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Germania

Strage di afgani rimpasto di governo Si dimette Jung BERLINO — A circa un mese dalla sua entrata in carica, il nuovo governo della cancelliera Angela Merkel è costretto a un primo rimpasto di governo da un grave scandalo di silenzi sulla missione in Afghanistan. È un colpo, per la “donna più potente del mondo”, e un ostacolo in più alla missione a Kabul, sempre meno popolare anche tra i tedeschi, proprio mentre Washington chiede rinforzi agli alleati europei. Franz Josef Jung, ministro del Lavoro ma tito-

LE DIMISSIONI L’ex ministro della Difesa Franz Joseph Jung lascia il governo

lare della Difesa all’epoca del raid aereo del 4 settembre presso Kunduz, messo alle strette dalle rivelazioni dei media ha lasciato ieri l’esecutivo. Ursula von der Leyen, vicinissima alla Merkel e finora ministro della Famiglia, gli succede al Lavoro, e viene sostituita a sua volta dalla 32enne Kristina Koehler. Per l’opposizione non è che l’inizio: «Jung se ne va, la crisi della Merkel resta. Cosa sapeva la Cancelliera sui segreti di quel raid?», chiedono Spd, Verdi e sinistra radicale. Il quotidiano popolare Bild, l’altro ieri, ha rivelato l’esistenza di un video e di dossier segreti delle forze armate, inviati alla Nato ma forse non al governo, e comunque nascosti al Parlamento e all’opinione pubblica. Mostrava chiaramente che un raid aereo alleato, effettuato da jet Usa ma ordinato dai tedeschi, aveva causato una strage di civili: tra 142 e 179 morti. (a.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


NEL MONDO CHE VOGLIAMO NON C È SPAZIO PER LA SCLEROSI MULTIPLA.

la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

MONDO

■ 24 LA SCOPERTA

LE REAZIONI

LO SCOOP

LE TRATTATIVE

In settembre l’Iran ammette di avere un impianto di arricchimento di uranio vicino a Qom, come sostenevano i servizi occidentali

El Baradei cerca un accordo con Teheran, che dice: non accettiamo pressioni. Per Ahmadinejad, l’Iran “non ha bisogno dell’atomica”

Il 18 settembre l’Associated press riprende un documento Aiea: l’Iran ha “informazioni sufficienti” per costruire la bomba

Nell’ultima riunione prima di lasciare l’Aiea, il 26 novembre, El Baradei ammette che i colloqui con l’Iran sono arrivati a un punto morto

Le tappe

Nucleare, l’Aiea accusa l’Iran “Adesso la pazienza è finita” Anche Russia e Cina contro Teheran. Che però non molla Perché da oltre 40 anni lavoriamo a un solo obiettivo: sconfiggere questa gravissima malattia del sistema nervoso centrale, ridando speranza e autonomia alle migliaia di persone colpite e ai loro familiari. Oltre 10.000 volontari in più di 140 sedi in tutta Italia. Circa 220.000 sostenitori. Team socio-sanitari specializzati. Ed équipe di ricerca di altissimo livello. È il nostro mondo: il mondo di AISM e della sua Fondazione. Le uniche realtà italiane a intervenire a 360° contro la sclerosi multipla. Ogni giorno, e a ogni livello.

Ecco i nostri principali settori di intervento • RICERCA SCIENTIFICA Siamo i primi in Italia e i terzi al mondo in quanto a finanziamenti destinati alla ricerca sulla sclerosi multipla: 3,9 milioni di euro solo nel 2008. Se solo 10 anni fa una cura risolutiva contro questa malattia sembrava un miraggio, oggi è un traguardo alla portata, grazie agli studi da noi promossi. • INFORMAZIONE E SERVIZI Oggi, convivere con la sclerosi multipla è difficile ma non impossibile. E questo grazie alla rete di servizi alla persona che abbiamo creato. Parliamo di 645mila ore di servizi sociali e 195mila ore di servizi sanitari annui, per un valore pari a 13 milioni di euro. • DIRITTI Siamo al fianco delle persone con disabilità per combattere la discriminazione, per garantire loro una buona qualità di vita e una piena integrazione e inclusione sociale.

Tutto questo non sarebbe possibile senza i nostri sostenitori: la forza del nostro presente, la chiave del futuro che vogliamo. Libero dalla sclerosi multipla.

VIENNA — Ora basta: era di toni inusuali la censura inviata agli ayatollah dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Non si può andare avanti con colloqui infruttuosi, dice l’agenzia, mentre i laboratori nascosti dell’Iran continuano in un programma nucleare che appare sempre più sospetto. Ad alzare la voce verso Teheran è stata la giunta dei governatori dell’Aiea, che per la prima volta dal 2006, con 25 voti favorevoli (tra cui Russia e Cina), tre contrari e sei astensioni, ha condannato apertamente l’Iran per il suo programma nucleare e per aver tenuto nascosto la costruzione dell’impianto di Qom. L’Aiea ha chiesto di sospendere immediatamente la costruzione dell’impianto per l’arricchimento nucleare. Ma Teheran non accetta rimproveri: «L’adozione di questa risoluzione non solo è inefficace per migliorare la situazione attuale», ha ribattuto l’ambasciatore Ali Asghar Soltanieh, «ma comprometterà l’atmosfera produttiva necessaria per il successo dei negoziati» fra Iran e 5+1 a Ginevra e Vienna, «che dovrebbero portare a una comune comprensione». Secondo il diplomatico, la risoluzione «è un passo frettoloso e eccessivo, imposto da pochi Paesi». L’ambasciatore iraniano ha

L’intervista

anche annunciato che il suo paese limiterà al minimo i contatti con l’agenzia internazionale e non permetterà più ai tecnici dell’Aiea di accedere ai siti nucleari. Ma Teheran, dopo le critiche internazionali alla repressione dei mesi scorsi, sembra isolata: anche Mosca, che pure ha una fattiva collaborazione con al repub-

“Sospendere la costruzione dell’impianto di Qom” La replica: “Risoluzione inutile che compromette i futuri negoziati” blica islamica e sta per consegnare agli ayatollah i suoi potenti missili S-300, ha chiesto all’Iran, attraverso una nota del suo ministero degli Esteri, di adeguarsi alle richieste dell’Aiea. In realtà il braccio di ferro rischia di diventare sempre più esasperato con l’avvicinarsi del 21 marzo, data in cui il primo impianto nucleare iraniano, quello di Bushehr, dovrebbe diventare operativo. Per questo le cancellerie occidentali hanno accolto con molto favore la sferzata dei

funzionari Aiea. David Miliband, ministro degli Esteri britannico, ha accolto con entusiasmo la decisione di Vienna, che ha inviato all’Iran «il segnale più forte possibile», perché le azioni e intenzioni di Teheran «restano una questione di grande preoccupazione internazionale». Ma, com’era prevedibile, la maggior soddisfazione arriva dagli Stati Uniti: la Casa Bianca ha sottolineato la necessità di «una soluzione diplomatica», ma allo stesso tempo ha ammonito l’Iran. Teheran andrà incontro a conseguenze se non adempie ai suoi obblighi. Insomma, per Washington «la pazienza americana e della comunità internazionale sta per finire». Anche Israele ha accolto con favore il richiamo dell’Aiea: «Il passaggio della risoluzione con una larga maggioranza dimostra che la comunità internazionale è giunta alla conclusione che il programma nucleare iraniano sta diventando una significativa e urgente minaccia alla pace», dice una nota del ministero degli Esteri. Secondo Israele è necessario far sì che «la risoluzione abbia un significato concreto imponendo scadenze vincolanti e sanzioni pesanti in caso di violazioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giornalista Maziar Bahari a Evin per 118 giorni

“Torture e minacce di morte il mio inferno in carcere per aver sfidato il regime” FRANCESCA CAFERRI ROMA — A volte capita che fuori dall’Inferno ti aspetti il Paradiso. È successo a Maziar Bahari, 42 anni, reporter irano-canadese di Newsweek e collaboratore di altri media internazionali: pochi giorni dopo essere stato rilasciato dal carcere di Evin, dove è stato rinchiuso per quasi quattro mesi nelle settimane successive alla contestata rielezione di Mahmud Ahmadinejad alla presidenza dell’Iran, sua moglie Paola ha dato alla luce la loro prima figlia, Marianna Maryam. «È bellissima — racconta lui — per ora non fa altro che mangiare e dormire». Sarà la bambina, sarà la libertà ritrovata, ma la voce di Bahari è serena. Non è scontato per uno che ha passato 118 giorni nelle mani dei Guardiani della rivoluzione con l’accusa di essere una spia. Signor Bahari, come è cominciato il suo incubo? «Era il 21 giugno. Si sono presentati a casa mia in quattro. Mia madre ha aperto e le hanno detto che avevano una lettera per me. Hanno perquisito la mia stanza e

L’arresto

Sono stato arrestato poco tempo dopo le contestazioni per la rielezione di Ahmadinejad. Mi hanno picchiato e torturato IL REPORTER Maziar Bahari, 42 anni, reporter irano-canadese di Newsweek e collaboratore di altri media internazionali

poi mi hanno portato via. “Lei è nostro ospite”, mi hanno detto. C’erano cinque macchine fuori dalla porta. Quando ho visto la strada ho capito che andavamo ad Evin». Si aspettava una cosa simile? «Sono stato interrogato parecchie volte in passato e rimproverato per quello che scrivevo: mi

aspettavo che potesse succedere di nuovo. Ma mai, neanche nei mie sogni più disperati, avrei pensato di essere accusato di cose che non ho mai commesso. Picchiato. Torturato. Minacciato di morte». Cosa è successo quando è arrivato in carcere? «Mi hanno bendato e portato

davanti al mio accusatore. Non l’ho mai potuto guardare in faccia: lo chiamavo Mr. Acqua di Rose, dal profumo che portava addosso. Mi ha accusato di essere una spia: per la Cia, il Mossad e per Newsweek. Sono iniziate sedute di interrogatorio lunghissime. Volevano i nomi dei miei supposti complici. Ma io continuavo a dire che ero innocente». Ed è iniziata la tortura… «All’inizio non mi hanno picchiato. Poi, da un giorno all’altro, è iniziata la violenza. Botte in testa, con le mani, con la cinghia. E questo non è nulla rispetto alle torture psicologiche: le persone che dirigono Evin oggi sono le stesse che sono state torturate lì dentro ai tempi dello Scià. Sanno bene cosa può piegare una persona. Mi hanno detto che mi avrebbero ucciso senza preavviso: che mi avrebbero svegliato nel cuore della notte per ammazzarmi. Il mio torturatore mi diceva che sarebbe stato lui stesso a mettermi il cappio intorno al collo, a farmi salire su una sedia e poi toglierla, in modo che morissi impiccato. Ci ho creduto, perché so di molte


la Repubblica

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SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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Il caso

Offensiva anti-Ebadi sequestrato il diploma del Nobel

LA PROVOCAZIONE L’ambasciatore iraniano presso l’Aiea Ali Asghar Soltaniyeh dice che la risoluzione contro l’Iran è “inutile”

TEHERAN — Prima la medaglia e il diploma con cui era stata insignita del Nobel per la pace. Adesso, il congelamento dei conti bancari, tra cui il milione di euro ricevuto a Oslo per il premio, e che serviva ad aiutare i prigionieri detenuti nelle carceri del Paese e le loro famiglie. Il regime iraniano scatena l’offensiva contro Shirin Ebadi, avvocatessa iraniana, fondatrice del movimento a tutela dei diritti umani. La Ebadi ha lasciato il Paese prima delle contestate elezioni di giugno, vinte dal presidente Ahmadinejad, ma la sua associazione è molto attiva nella difesa dei diritti civili. Il ministro degli Esteri norvegese ha subito convocato l’incaricato di affari iraniano per protestare contro la confisca della medaglia, si è detto preoccupato per le notizie di un presunto pestaggio del marito della Ebadi, e anche «scioccato per la confisca che non ha precedenti». Teheran ha prima smentito, poi confermato il giro di vite contro il premio Nobel.

ACCUSE E CORTEI Da sinistra, il presidente iraniano Ahmadinejad, i cortei contro i brogli nella sua rielezione e la ricercatrice francese Clotilde Reiss, accusata di spionaggio dal regime di Teheran come il giornalista di Newsweek

persone a cui è successo». Per questo ha confessato? «Una notte mi hanno detto che erano pronti ad accusarmi ufficialmente di spionaggio: in Iran un’accusa simile implica necessariamente la colpevolezza. Mi hanno spiegato che le indagini potevano andare avanti per 4-6 anni e li avrei passati in isolamento. Quell’idea era insopportabile: così ho confessato. Sapevo bene che colleghi e amici non avrebbero mai creduto a quelle parole e non ho mai fatto nomi. Mi sono detto che se volevano che parlassi dell’imperialismo dell’Occidente: loro mi avrebbero creduto e non avrei fatto danni a nessuno. Così è andata». Crede che questo abbia contribuito al suo rilascio? «Non lo so. È difficile da spiegare. So che la pressione internazionale è stata fondamentale. Un giorno una guardia mi ha chiamato “Mr Hillary Clinton”. Gli ho chiesto perché e mi ha risposto che la Clinton aveva parlato di me: è stato il momento più felice, ho capito di non essere solo. Devo ringraziare Paola, che è stata il

Il dialogo

Soltanto coinvolgendo il governo in un dialogo lo si può convincere che ha molto da perdere La guerra non può essere un’opzione LA COPERTINA Si intitola “118 giorni all’inferno” il racconto del giornalista Maziar Bahari nell’ultimo “Newsweek” motore della campagna. E in Italia il primo ministro Berlusconi, che dopo un appello di Paola (che è italo-inglese ndr) ha parlato di me. Ho capito che la pressione funzionava quando le guardie, dopo tanto tempo, mi hanno fatto chiamare Paola per dirle di smetterla di dare interviste. Lei ha capito di dover fare il contra-

rio. Da quel momento, prima hanno smesso di picchiarmi, poi mi hanno spostato in una cella con altre persone, infine mi hanno liberato. Io sono stato fortunato ad avere l’attenzione dei media: ma ho ancora molti amici in quel carcere». Prima di lasciarla andare c’è stata un’ultima richiesta…

«Mi hanno chiesto di spiare per loro. Ho finto di accettare. Mi hanno dato una mail: gli ho scritto, da casa. “Non ho mai spiato in vita mia non lo farò”. Non hanno risposto, ma arrivano molte minacce: smetti di parlare, smetti di scrivere. Non lo farò. Sono un giornalista e un filmaker, continuerò a farlo». È questo il suo progetto per il futuro? «Sì, è questo. I Guardiani della rivoluzione vedono il mondo in bianco e nero: la miglior vittoria su di loro per me è continuare a raccontare le sfumature di grigio. E le contraddizioni di un paese come l’Iran». Dopo la liberazione lei ha scritto che con l’Iran occorre parlare: una presa di posizione che ha stupito molti … «Soltanto coinvolgendo il governo in un dialogo lo si può convincere che ha molto da perdere. La guerra non può essere un’opzione. La comunità internazionale deve parlare all’Iran, non ultimo in nome della stabilità in Iraq e Afghanistan». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Unisciti al movimento. Fai correre più veloce il mondo della ricerca. Un tuo contributo anche piccolo può fare la differenza aiutandoci a tagliare prima possibile il nostro traguardo. Per arrivare a un mondo libero dalla sclerosi multipla serve l’impegno di tutti. Entra nel movimento: sostieni AISM e la sua Fondazione. Diamo insieme l’accelerazione decisiva a progetti dalla cui riuscita dipende il futuro di migliaia di giovani e donne. Uno su tutti: la ricerca di una cura risolutiva per la sclerosi multipla.

Ecco alcuni dei progetti che puoi sostenere • RICERCA SCIENTIFICA Aiutaci a finanziare studi di eccellenza, come quello triennale sul ruolo delle staminali adulte nella cura della SM o quello sul genoma per svelare i fattori genetici predisponenti nei confronti della SM, e programmi come “Costruisci una carriera nella ricerca scientifica”. • INFORMAZIONE E SERVIZI Aiutaci a sviluppare programmi specifici rivolti alle categorie più colpite da sclerosi multipla: le donne e i giovani tra i 20 e i 40 anni. • DIRITTI Aiutaci a portare avanti iniziative per assicurare alle persone con sclerosi multipla il pieno accesso alle cure, ai servizi, al lavoro.

“Una Mela per la Vita”, “Fastforworld”, “La Gardenia dell’ AISM”: sono alcune delle iniziative tramite cui puoi sostenerci. Scoprile tutte su www.aism.it Donazioni su CCP 670000 intestato FISM Numero Verde 800996969 per carte di credito


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

CRONACA

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Tenta il suicidio un sospetto terrorista É complice di Game, attentatore della caserma Santa Barbara. Protetto il teste chiave DAVIDE CARLUCCI EMILIO RANDACIO MILANO — A salvarlo sono stati gli agenti di polizia penitenziaria. Sono entrati in cella e hanno trovato Imbaeya Israfel, il presunto complice del kamikaze di Milano, che con un pezzo di stoffa tentava di impiccarsi. È successo giovedì sera nel carcere di Bergamo, dove Israfel è rinchiuso in isolamento con l’accusa di “concorso in strage”. Ora le sue condizioni di salute non sono preoccupanti. E molto probabilmente il suo è stato un gesto dimostrativo: il trentatreenne libico si professa innocente e due settimane fa aveva cominciato uno sciopero della fame, sospeso da qualche giorno. «Ero andato

Salvato in carcere dagli agenti Ha tentato di impiccarsi con un pezzo di stoffa a visitarlo in carcere — racconta l’avvocato, Alessandro Petti — e mi sembrava che si fosse tranquillizzato». Nei prossimi giorni il sostituto procuratore Maurizio Romanelli, titolare dell’indagine sull’attentato contro la caserma Santa Barbara, interrogherà nuovamente Israfel. L’interrogatorio era già programmato: a chiedere di essere risentito è stato proprio il presunto terrorista. «Non riesce a darsi pace — dice Petti — per il fatto di aver raccontato tutto ai magistrati e di non essere stato creduto». Anche il tribunale del Riesame, però, ha accolto la tesi della procura: sarebbe stato lui ad aiutare il suo connazionale Mohamed Game a procurarsi l’esplosivo con cui si è fatto esplodere, riuscendo solo a ferirsi, davanti alla struttura militare di piazzale Perrucchetti. Contro l’innocenza di Israfel pesano una massa di indizi e di testimonianze. Ad esempio, quella del nipote diciottenne di Game, M. B., che agli uomini della Digos che lo interrogavano ha raccontato: «Lui e mio zio erano inseparabili e, quando Giovanna (la moglie italiana di Game, ndr) non era in casa, entrambi navigavano sui siti Internet che parlavano di Jihad». Anche grazie a queste dichiarazioni M.B. è diventato ora un testimone pericoloso ed è stato allontanato da Milano verso una località protetta per la sua sicurezza. La sua storia è quella di un ragazzo che cerca in tutti i modi di sottrarsi al destino dell’indottrinamento islamico che gli vuol riservare lo zio. Arrivato in Italia a giugno per trovare lavoro, era stato ospitato dal parente, al quale era costretto a versare una parte dei suoi guadagni da manovale. «Non l’ho mai visto lavorare, era sempre su Internet a consultare siti sulla guerra santa e su Bin Laden — ha detto il ragazzo agli inquirenti riferendosi a Game — Mi parlava di azioni suicide da compiere sugli autobus e mi incitava a compierle per guadagnarmi il paradiso. Sul momento non ho replicato. Ma ero molto spaventato e volevo andar via di casa». M. B. confidò le sue paure proprio a Israfel. «Lui ne parlò con mio zio che mi cacciò di casa. E rimasi per strada fino a quando un altro zio mi trovò una sistemazione». Nel periodo in cui era stato ospite di Game, però, il ragazzo era stato reclutato dallo zio come “garzone” per i preparativi dell’attentato. «Un giorno — ha rac-

contato — mio zio mi chiese di svuotare lo zaino con i miei vestiti e di portarlo con me. Lo accompagnai in via Novara in un negozio di materiale agricolo e lì comprò delle sostanze chimiche per far cre-

scere le piante». In realtà erano gli additivi che servivano per fabbricare la bomba che il 12 ottobre avrebbe dovuto provocare una strage. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LIBICO

L’attentato

IL KAMIKAZE

IL COMPLICE

IL TESTIMONE

Il 12 ottobre il libico Mohamed Game tenta di farsi esplodere davanti alla caserma Santa Barbara a Milano

Rinchiuso in isolamento con l’accusa di concorso in strage Imbaeya Israfel ha tentato il suicidio

M.B., nipote diciottenne di Game, è considerato un testimone chiave nell’inchiesta

Il caso

Mohamed Imbaeya Israfel, complice di Game. A sinistra la caserma Santabarbara

Delitto delle mani mozzate: all’ora dell’omicidio ripreso con la sua auto vicino alla casa della vittima Omicidio Meredith

Varese, le telecamere inchiodano l’artigiano DAL NOSTRO INVIATO SANDRO DE RICCARDIS VARESE — Il telefonino agganciato alla rete telefonica di Cocquio. La sua auto e il viso nelle telecamere. Il dna sui mozziconi trovati nella casa uguale a quello del bar dove è stato visto portar via altre sigarette. Sono gli elementi che gli investigatori definiscono «inequivocabili prove» e che per la procura inchiodano Giuseppe Piccolomo — dichiaratosi «innocente» — al ruolo di assassino di Carla Molinari, 82 anni, a cui sono state mozzate le mani nella sua villetta a Cocquio Trevisago. Dieci giorni fa l’indagato viene sentito in questura. «Conosco la signora da anni, come tutti in

Pio, Antonella e Giorgio annunciano con immenso dolore la scomparsa di

Luciana Rampazzo I funerali si terranno lunedì alle 11 davanti alla camera mortuaria del cimitero Flaminio (Prima Porta). Roma, 28 novembre 2009 Giulia, Marco e Luca piangono la loro amata nonna

Giuseppe Piccolomo paese. La sera dell’omicidio ero a casa, a Ispra» aveva detto. Ma nelle ore in cui si consuma il delitto, il suo cellulare risulta essere a Cocquio, e non a Ispra. Da qui partono gli investigatori, e dalla testimonianza della donna che ricorda di averlo visto mette-

I colleghi dell’attualità di Donna Moderna si stringono ad Antonella nel dolore per la scomparsa della sua mamma

Luciana Rampazzo

Roma, 28 novembre 2009 Fausto e Lavinia abbracciano forte Antonella per la perdita della mamma

Monica Triglia, Liliana Di Donato, Isabella Fava, Myriam Defilippi, Sergio Parini, Francesca Magni, Lavinia Rittatore, Maurizio Dalla Palma, Giusy Cascio. Antonella, un abbraccio forte. Monica. Segrate, 28 novembre 2009 Si è spenta ieri a Bilbao, circondata dall’amore infinito dei suoi cari

Luciana Rampazzo

Nicoletta Schirò

e si stringono a Guido, Luca e Marco. Roma, 28 novembre 2009 Pietro Ingrao e tutti i suoi familiari ricordano con affetto la carissima

Lo annuncia, affranto, il padre Maurizio insieme con la famiglia tutta. Roma, 28 novembre 2009 Giovanna e Mino con Massimo e Michele, Michela con Marina e Gisella si stringono con tanto affetto a Leda, Daniel e Caterina e piangono la prematura scomparsa della dolcissima

Luciana

Luciana Rampazzo amica e compagna di tanti importanti momenti, nella vita e nell’impegno sociale e politico, abbracciando con tenerezza Antonella, Giorgio e Pio. Roma, 28 novembre 2009 Il personale del Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi Roma Tre partecipa con profondo cordoglio alla dolorosa perdita della signora

Luciana Rampazzo moglie del Prof. Pio Pistilli. Roma, 28 novembre 2009 Il Direttore ed il personale della sezione I.N.F.N. di Roma Tre partecipano al lutto che ha colpito il prof. Pio Pistilli e la famiglia per la dolorosa perdita della signora

Luciana Rampazzo Roma, 28 novembre 2009 Cara Antonella partecipiamo al tuo dolore per la perdita della mamma

Luciana Rampazzo e ti abbracciamo con grande affetto. Patrizia, Cipriana, Giancarlo, Susanna. Segrate, 28 novembre 2009 La Direzione e tutti gli amici di Donna Moderna partecipano al lutto di Antonella per la perdita della mamma

Luciana Rampazzo Segrate, 28 novembre 2009

Nicoletta Milano, 28 novembre 2009 Nicola, Elena, Andrea, Stephany, Lucia, Paolo abbracciano affettuosamente Leda, Daniel e Caterina e piangono con loro la dolorosa scomparsa di

Nicoletta Milano, 28 novembre 2009 Irene Ballarini, Maria Antonietta Cantarella, Lino Palombi, Vittorio Nola si stringono con affetto a Chiara, Giulia e Sofia uniti nel dolore per l’improvvisa scomparsa di

Giovanni maestro di vita e sul lavoro, un esempio per tutti di professionalità e di etica. Roma, 28 novembre 2009 Affranto dalla notizia della morte improvvisa dello stimato collega ed amico

Giovanni Nasi partecipa al dolore della famiglia e porge sentite condoglianze il Presidente Romano Guerinoni anche a nome dei Membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di Job Camere. Padova, 28 novembre 2009

re in un barattolo i mozziconi di posacenere di un bar. E ancora: nelle ore del delitto lui e la sua Nissan Micra vengono ripresi dalle telecamere vicine alla casa della vittima. E poi il dna sulle sigarette in casa e al bar: «Chi ha messo i mozziconi c’era al momento del delitto e li ha presi al centro commerciale»,ragionano gli investigatori. Ma le indagini del procuratore capo Maurizio Grigo e del pm Luca Petrucci trovano altri riscontri dai tanti che in paese notano i graffi in faccia, la strana barba lunga, la frenesia con cui l’indagato tenta di piazzare un assegno di 10mila euro. E quando scherzava: «Ti taglio le mani come a quella vecchia e te le faccio bollire». Più volte gli uomini

della squadra mobile, diretta da Sebastiano Bartolotta, sono tornati nella villetta: la donna aveva 7mila euro in contanti, ne sono stati trovati solo 3.500. Dove sono finiti i soldi che mancano? Certo è che la situazione economica dell’imbianchino era disperata. «Oggi hai mangiato?» gli dice al telefono la moglie, 22 anni più giovane di lui, dal Marocco, dov’è da agosto coi due figlioletti, e dove la procura temeva che Piccolomo potesse fuggire. Dopo il sequestro dell’abitazione di Ispra, la polizia ha cercato le mani in giardino e l’arma del delitto in casa. Sequestrati coltelli ma difficilmente tra questi verrà trovata l’arma del delitto. Lunedì l’udienza di convalida del fermo.

Il Presidente, l’Amministratore Delegato, gli Organi Societari e i dipendenti di Orizzonte Sgr partecipano commossi al dolore per l’improvvisa perdita del Dott.

Luca Marchesini, con Armida, Giacomo, Elia ricorda con commozione il caro

Giovanni Nasi

Milano, 28 novembre 2009 Il 24 novembre si è spento serenamente l’ Avv.

Torino, 28 novembre 2009 Riccardo Ranalli, nel ricordare le rare qualità umane e professionali del Dott.

Giovanni Nasi esprime il proprio profondo cordoglio per la grave perdita. Torino, 28 novembre 2009 Il Presidente Alessandro Barberis, il Segretario Generale Guido Bolatto, il Consiglio, la Giunta, i dirigenti e il personale tutto della Camera di commercio di Torino, partecipano commossi al grande dolore della famiglia per l’improvvisa scomparsa di

Giovanni Nasi di cui rimpiangeranno il grande valore umano, la sensibilità e le indiscusse capacità professionali. Torino, 28 novembre 2009 Affranti dalla notizia della morte improvvisa dello stimato collega ed amico

Giovanni Nasi partecipano al dolore della famiglia e porgono sentite condoglianze il Presidente Giuseppe Pichetto e il Direttore Generale Francesco Schinaia anche a nome dei Membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di IC Outsourcing. Padova, 28 novembre 2009 Il Partito Democratico metropolitano milanese piange la scomparsa di

Ernesto Treccani Protagonista dell’arte del Novecento, antifascista, fondatore del movimento Corrente, uomo di grande impegno politico e civile interprete nella sua opera dei più alti valori della Sinistra. Milano, 28 novembre 2009 Speri e Grazia Migneco con Gianni rimpiangono il caro

Ernesto Treccani fraterno amico di Peppe con cui ha condiviso gli anni più belli. Milano, 28 novembre 2009

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Legale dei Kercher, chiesto risarcimento di 25 milioni di euro PERUGIA — Un risarcimento complessivo di 25 milioni di euro da parte dei tre giovani accusati dell’omicidio di Meredith Kercher, Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede, già condannato a 30 anni di reclusione. È stato chiesto per i familiari di Meredith dagli avvocati Francesco Maresca e Serena Perna che li rappresentano come parte civile nel processo in corso al giovane pugliese e all’americana. Una richiesta definita “simbolica” dagli stessi legali, secondo i quali il danno subito dai congiunti di Mez deve essere inteso come «lesione all’integrità della famiglia».

Ernesto

Luciano Carestia già Magistrato di Cassazione Lo annunciano ai suoi amici di Bologna Giulia e Sandra con zia Romana. Chi lo desidera può fare offerte all’ANT. Bologna, 28 novembre 2009 28-11-1984 28-11-2009 Il figlio Giuseppe ricorda con affetto e rimpianto il padre Cav. Ing.

Piero Lagani già Ufficiale d’Artiglieria del R.E.I. Perugia-Crotone, 28 novembre 2009

Latina

Esplosione in azienda quattro feriti LATINA — Incidente sul lavoro ieri alla Son, un’azienda che produce bombole di ossigeno a Sermoneta Scalo, in provincia di Latina: quattro operai in seguito ad un’esplosione sono rimasti intossicati per l’inalazione ed il contatto con il carburo di calcio, una sostanza altamente tossica che esplode a contatto con l’acqua. I quattro operai erano impegnati in operazioni di travaso del materiale quando è avvenuta l’esplosione. Nell’azienda sono intervenuti i vigili del fuoco di Latina e la Asl per il possibile pericolo di una fuoriuscita di sostanze tossiche.


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CRONACA ■ 27

(segue dalla prima pagina)

FRANCO VANNI

Q

UANDO l’insegnante di matematica è entrato in aula, ha trovato il ragazzo sedicenne truccato in volto, con una parrucca e un baschetto in testa. Dopo avergli chiesto di lasciare la lezione, perché «elemento di distrazione per le compagne», il professore ha fatto relazione sull’episodio al preside, che ha fissato per venerdì prossimo un consiglio di classe straordinario in cui saranno decise le eventuali sanzioni. «Qualunque fosse la ragione del gesto – dice Pino Polistena, il dirigente della scuola – bisogna dare una risposta ferma, per rimarcare la necessità del decoro a lezione». I professori, assieme ai rappresentanti degli studenti e dei genitori, decideranno se sospenderlo, affidargli un compito utile come riordinare la biblioteca della scuola. Ma Polistena non esclude nulla: «Per un gesto del genere, i professori potrebbero anche proporre il 5 in condotta agli scrutini». Voto che con la riforma Gelmini significa bocciatura, se confermato a fine anno. Le compagne del ragazzo, l’unico maschio in una classe con ventidue iscritti, lo difendono. «Era evidente da subito che si trattava di uno scherzo innocente e non di una provocazione – dicono – lo avevamo concordato assieme e davvero non c’era nulla di male». E in vista del consiglio di classe

L’EPISODIO

LA REAZIONE

LE SANZIONI

Lo studente, unico maschio in una classe di 21 ragazze, si presenta in aula con rossetto, parrucca e giubbino da donna

L’insegnante chiede al ragazzo di lasciare la classe perché «distrae le compagne». Lo riammette a lezione dopo che si è struccato

Il preside ha fissato un consiglio di classe straordinario sul caso: lo studente rischia ora la sospensione e un 5 in condotta

Le tappe

L’ingresso del liceo linguistico Manzoni di Milano

Studente a scuola vestito da donna cacciato dall’aula, ora sarà punito Milano, possibile cinque in condotta. La classe: solo uno scherzo straordinario della terza frequentata dal ragazzo, si dicono convinte che «la cosa avrebbe dovuto essere gestita serenamente dallo studente e dal professore destinatario dello scherzo, senza clamore e senza coinvolgere altre persone». Ma da quando è avvenuto l’episodio, dieci giorni fa, a scuola se ne parla parecchio. Roberto Galimberti, l’insegnante che ha chiesto al ragazzo di lasciare la classe e non tornarci prima di essersi struccato e sistemato, difende la sua

Lo scandalo del prof C’è un precedente della storia di Milano che tre anni fa, a Cervia, provocò polemiche e ispezioni a scuola. Solo che allora a vestirsi da donna fu un prof. Il video finì sul web scelta: «Non gli ho dato note né ho voluto in alcun modo sgridarlo – dice – semplicemente averlo in aula così agghindato rendeva difficile fare lezione, le ragazze non riuscivano a

concentrarsi. Ho chiesto di togliersi dalle labbra il rossetto e di cambiare il giubbottino che indossava, poi lo ho riammesso a lezione senza problemi». Nel frattempo il ragazzo si è

scusato con l’insegnante, e per Galimberti la cosa è finita lì. «Non mi sento certo offeso – dice il professore – ho trovato il tutto un po’ stravagante, non grave». Ma con l’annuncio dell’avvio del procedimento disciplinare da parte del preside, l’aspetto stravagante della vicenda passa in secondo piano. Per Polistena, «qualunque sarà la punizione, lo scopo è quello di far ragionare lo studente e lanciare un messaggio a tutti i 1.200 iscritti. I ragazzi devono capire che la scuola è

un posto serio, un luogo di formazione e crescita che va salvaguardato in ogni modo». Un approccio che era stato illustrato alle famiglie dei futuri primini già nello scorso giugno, tre mesi prima dell’inizio delle lezioni. Durante l’incontro, il preside aveva rivolto un appello a mamme e papà: «Dovete sapere da subito che la nostra scuola non è pronta a tollerare la difesa strenua dei ragazzi a qualunque costo, perché le famiglie che se la prendono con i professori ogni volta che il figlio sbaglia arrecano un danno enorme, anzitutto allo studente». Per iscriversi al liceo linguistico civico Manzoni, fiore all’occhiello del Comune, bisogna superare un test. Quest’anno per aggiudicarsi uno dei 250 posti sono attesi almeno 800 candidati. La prova, con quesiti di logica e cultura generale, si terrà il 16 dicembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CRONACA

■ 28 L’ARRESTO

IL TESTIMONE

LE ACCUSE

LA PERIZIA

5 ottobre Cucchi viene portato nella caserma Appio dopo essere stato trovato con della droga

Un tunisino ha scritto una lettera in cui dice che Cucchi accusò i carabinieri di averlo picchiato

Ad accusare gli agenti carcerari ora sono 4 i detenuti che erano nelle celle del tribunale

Secondo gli esami dei medici legali, le lesioni non sarebbero state letali se curate in modo adeguato

L’inchiesta

Cucchi, la guerra dei testimoni nuove accuse a carabinieri e agenti MARINO BISSO CARLO PICOZZA ROMA — «Mi hanno ammazzato di botte i carabinieri: me le hanno date tutta la notte». Lo avrebbe confidato Stefano Cucchi al suo compagno di cella, la numero 6, nella medicheria di Regina Coeli,

La versione contro l’Arma in una lettera: ma gli inquirenti sono scettici la notte del 16 ottobre, 24 ore dopo il suo arresto. Finora è l’unica accusa agli uomini dell’Arma per il pestaggio del trentunenne arrestato e morto, dopo una settimana, con due vertebre rotte, traumi al viso e alla testa e il corpo segnato da sospette bruciature di sigaretta. Arriva dal carcere sotto forma di lettera. Tre pagine scritte a mano, in maiuscolo, da un tunisino e indirizzate al senatore Stefa-

no Pedica che le ha consegnate ieri in Procura. Sulla morte di Cucchi calano così altre ombre ed è battaglia tra testimoni. I magistrati, che hanno già sentito il tunisino, danno poco credito alla sua lettera. Lo scenario fin qui disegnato dalle indagini, insomma, non cambierebbe: il pestaggio si sarebbe consumato nel sotterraneo del tribunale e gli autori sarebbero i tre agenti penitenziari indagati per omicidio preterintenzionale (omicidio colposo è invece l’accusa a tre medici del reparto carcerario dell’ospedale Sandro Pertini dove Cucchi è morto denutrito e disidratato). Gli inquirenti diffidano del nuovo racconto del tunisino perché il primo era molto più vago. E poi, gli altri tre detenuti nella medicheria di Regina Coeli non hanno puntato il dito contro i carabinieri. Come il supertestimone africano la cui deposizione esce ora confermata da un albanese e due italiani che udirono le urla e il pianto di Cucchi dalle loro celle nel sotterraneo del tribunale, mentre aspettavano di essere chiamati per il processo. Ed

LA LETTERA Una delle tre pagine della lettera scritta da un detenuto che accusa i carabinieri del pestaggio. Ma gli inquirenti sono scettici

Il caso

Sondrio, ancora un suicidio dietro le sbarre SONDRIO — Un detenuto si è impiccato giovedì sera nel carcere di Sondrio. A dare l’allarme al 118 sono stati gli agenti di polizia penitenziaria, ma quando sono arrivati gli infermieri non c’era più nulla da fare. Dopo il nuovo suicidio in carcere dice Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone: «Tutta colpa del sovraffollamento. I detenuti vivono in uno stato di abbandono. Gli incontri con gli operatori si diradano e la violenza cresce».

Stefano Cucchi insieme alla sorella Ilaria è stata ritrattata la dichiarazione contro i carabinieri fatta in tv da un agente carcerario. A scagionare l’Arma ci sarebbe anche la mancata segnalazione delle lesioni da parte degli agenti carcerari, all’arrivo di Cucchi in tribunale. Ma il detenuto, autore della lettera, sarà convocato di nuovo in Procura. «Nella notte Stefano è arrivato in barella», scrive il tunisino, «faceva tanta fatica a camminare e sentiva molto freddo. Gli ho dato una coperta, tre biscotti, una sigaretta. Aveva il viso rosso-viola e gli ho chiesto: “Chi ti ha picchiato?”. E lui, in romano: “Mi hanno ammazzato di botte i carabinieri”». «Nella notte», continua la lettera, «si sentivano urla forti, mi sono avvicinato a Stefano: “Sto male, ma non chiamare nessuno”, mi ha detto. Era molto impaurito». La mattina dopo Cucchi si contorce ancora per i dolori: «Gli ho chiesto di nuovo: “Chi ti ha picchiato?” e lui, per due volte: “I carabinieri”. Stava male, ho chiamato il medico che toccandolo e sentendolo urlare ha indicato subito l’ospedale. Lui non voleva andare ma l’ho

convinto. Poi, con un altro detenuto, in arabo, ci siamo detti: non si può fare questo a una persona, Dio non lo vuole. Gesù vede tutto e quanti hanno fatto male a Stefano pagheranno sette volte. Stefano, ora stai nelle mani di Dio, sei al sicuro. Pace amico mio». Gli accertamenti medico-legali

L’autopsia: se curate le lesioni alla testa non sarebbero state letali sulla salma riesumata sembrerebbero confermare le responsabilità dei sanitari del Pertini: il blocco della vescica sarebbe compatibile con la paralisi dell’ultimo tratto della colonna e le lesioni alla schiena e alla testa, pur gravi, non sarebbero state letali se curate adeguatamente. Intanto a Regina Coeli è cominciata la protesta contro le morti in carcere. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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CRONACA ■ 29

Cafasso, la verità di Jennifer non convince i pm Interrogata sulla morte del pusher del caso Marrazzo: “Provai quella droga, mi sentii male e dissi basta” ELSA VINCI ROMA — «Quando presi quella droga mi sentii male. Per questo l’ho solo assaggiata. Aveva un odore strano ed era amara. Ne ho provata un po’ ma era troppo forte. Non sono cocainomane com’era lui, potevo farne a meno». Si chiama Adriano Da Motta ma tutti la conoscono come Jennifer. Aveva capito subito che c’era qualcosa di strano nella “roba” che ha ucciso il suo fidanzato, Gianguerino Cafasso, l’informatore dei carabinieri che hanno cercato di ricattare Marrazzo. La transex è stata portata di notte in procura per un nuovo interrogatorio sulla morte sospetta del pusher e dell’amica Brenda, sui rap-

“Furono i carabinieri a chiedergli di vendere il video” Sarà sentita ancora porti di Cafasso con i militari che girarono il video al governatore. «Rino conosceva Natalì, li ho visti insieme solo una volta, molto prima che succedesse questo scandalo. Ma per quanto ne so io, Rino non era il pusher di Natalì, a lei non portava la droga». Invece al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo risulta il contrario. La se-

I protagonisti dell’affaire IL PUSHER Gianguerino Cafasso, l’uomo accusato di fornire la droga alle trans, tentò per primo di vendere il filmato di Marrazzo. Morto il 12 settembre

IL GOVERNATORE Piero Marazzo, 51 anni, giornalista, sposato, si è dimesso il 27 ottobre da governatore del Lazio dopo il caso del video e dei ricatti

LA TRANS Brenda, brasiliana, trovata morta venerdì 20 novembre in un appartamento di via due Ponti a Roma. Era una teste chiave nell'affaire Marrazzo

ra del 3 luglio scorso Natalì chiamò Cafasso perché procurasse la cocaina per il cliente, il pusher informò i militari, che si presentarono a casa della trans e, secondo l’accusa, filmarono la scena. Jennifer non convince del tutto i magistrati che, nonostante il decreto di espulsione, hanno deciso di risentirla.

«Era buono ma geloso. Non voleva che mi prostituissi e mi manteneva lui. Io sono ancora innamoratissima». Ventisette anni, da due in Italia, i primi tempi sulla strada poi l’incontro con il pappone dei viado sulla Cassia. Jennifer appare affranta mentre ricostruisce in procura la rete dei rapporti di Rino. «Faceva il pusher saltua-

IL SIT IN Cartelli per Brenda ieri al sit in di studentesse sotto Palazzo Grazioli contro la legge Carfagna

riamente», dice la trans. Ma il magistrato sa che non è così. Jennifer ha confermato la versione del primo interrogatorio, raccontando l’ultimo giorno di vita di Cafasso, morto il 12 settembre. «Siamo rimasti all’hotel Romulus, fino al pomeriggio. Poi siamo usciti a cercare la droga. Siamo entrati in una casa sulla Flaminia, tra Saxa Rubra e Tor di Quinto. C’era un nero, un nordafricano, che ci ha dato la cocaina. Rino non sembrava convinto, non si fidava. Ma quell’uomo è riuscito a convincerlo, perché ha sniffato davanti a lui». Poi il rientro in albergo, dove vivevano dal 27 agosto. Dopo aver «tirato parecchio» Cafasso si è addormentato. L’indomani Jennifer ha cercato di svegliarlo ma lui non rispondeva. «Avevo capito che stava male, sono andata a cercare un medico». La trans sapeva che Rino aveva cercato di piazzare il video di Marrazzo? Dice che furono i carabinieri a chiedergli di venderlo. Le due giornaliste di Libero contattate per il filmetto, hanno raccontato al pm: «Il 15 luglio Cafasso ci disse che sarebbe andato via perché qualcuno voleva farlo fuori». La perizia tossicologica parla di «eroina purissima, letale per un cocainomane». Un supplemento di indagine stabilirà «l’esatta composizione della droga», sarà fatto anche un esame tricologico per capire se, come sospetta la procura, Cafasso è stato ucciso. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

■ 30 LA NORMA

GLI ESERCIZI PUBBLICI

IL DIRITTO D’AUTORE

A stabilire la tassa per la pubblica diffusione della musica è la legge 633 del 1941 sul diritto d’autore. Prima veniva riscossa solo alle discoteche, ora a tutti gli esercizi pubblici

Negozi, ristoranti, hotel, palestre, addirittura parrocchie. Tutti i luoghi pubblici devono pagare la tassa in caso di riproduzione di musica d’ambiente oppure di accensione di radio e tv

Alla Siae gli esercenti pagano il diritto relativo alla composizione musicale. Al Consorzio fonografici Scf, invece, si pagano i diritti relativi alla registrazione tecnica dell’opera

Cosa dice la legge

75%

Radio accesa nei negozi adesso i discografici presentano il conto (segue dalla prima pagina)

PAOLA COPPOLA IVENDICATO in migliaia di lettere che stanno arrivano agli interessati. I ge-

R

PER SAPERNE DI PIÙ www.scfitalia.it www.siae.it

stori di pubblici esercizi, negozianti e artigiani sono infuriati: fanno fatica a capire perché, se c’è il diritto d’autore corrisposto alla Siae, per l’utilizzo in pubblico di musica registrata si debba versare un altro com-

penso che va nelle casse delle case discografiche. Non si tratta di una truffa ma dei diritti (connessi a quelli d’autore) previsti da un articolo di una legge del 1941. Sì, una legge del secolo scorso. Cifre comprese tra 70 e

MUSICA NEI BAR

Secondo le stime, tre bar su quattro tengono la musica accesa. Accade lo stesso anche in più del 50% dei ristoranti. Un tempo a pagare la tassa ai discografici erano solo discoteche e discopub

600 euro in base all’ampiezza del locale, riscosse dal consorzio dei fonografici Scf, che riunisce le case discografiche e tutela oltre 300 imprese. C’è chi si adegua e paga, anche perché diverse associazioni di categoria

hanno stretto accordi con Scf ottenendo sconti (tra gli altri Federdistribuzione, Confcommercio, Federmoda). E c’è chi minaccia di ricorrere al giudice e invita a non pagare. Confesercenti, Cna, Confartigianato

rimproverano ai discografici di battere cassa con modalità aggressive e con tariffe stabilite in modo unilaterale. «Semplicemente rivendichiamo un diritto finora non gestito — precisa Gianluigi Chiodaroli, presidente di Scf — con campagne informative e accordi con le associazioni di categoria che tengano conto dei differenti contesti in cui viene usata la musica». «Circa due anni fa — aggiunge — dai grandi distributori ci siamo spostati sul territorio. Mandiamo 30-40mila lettere l’anno». Sono diverse le tariffe previste per bar e ristoranti e quelle per i negozi o gli alberghi “tarate” in base al numero di stelle e di stanze. Il bacino è vastissimo: basti pensare che in Italia oltre il 75% dei bar e più del 50% dei ristoranti usano musica regolarmente, secondo le stime. All’inizio gli agenti Scf si sono concentrati nel centro-nord. Da qualche mese il Consorzio si è affidato alla Hunter, un’azienda con sede in provincia di Pavia, per organizzare rilevazioni su tutto il territorio. I controlli sono aumentati: gli incaricati fanno un’ispezione e avvertono il consorzio che invia al titolare il bollettino da pagare. Edi Sommariva, direttore generale Fipe che rappresenta gli esercizi pubblici della Confcommercio, ammette: «È un adempimento in più che la categoria non si meritava, ma c’è una legge e va rispettata. Però siamo riusciti a stabilire una cifra condivisibile». Mentre Tullio Galli, direttore Fiepet (Confesercenti), non si dà per vinto. «Noi consigliamo di strappare queste fatture — afferma — Contestiamo il metodo con cui vengono eseguite le rilevazioni». E avverte che dal 2010 si rischia il caos: «La Siae ci ha fatto sapere che da gennaio anche lei riscuoterà il diritto connesso per conto dell’Afi, l’Associazione fonografici italiani. C’è bisogno di un unico regolamento». Messi a dura prova dai download pirati, i discografici ora cercano di riscuotere quei diritti un tempo pagati solo da chi usava la musica a fini di lucro. «È un tributo inaspettato, una gabella per gli associati», continua Galli. Ed Ettore Cenciarelli, del dipartimento organizzazione della Cna nazionale: «Le imprese artigiane sono prese di mira, parrucchieri e carrozzieri ricevono le lettere sulla base della semplice deduzione che venga usata la musica o di ispezioni camuffate. Sparano nel mucchio, colpiscono anche pizzerie al taglio: che hanno a che fare con locali e pub? Chiediamo che le istituzioni facciano chiarezza. Ma in alcuni casi ci siamo già rivolti al giudice». Intanto, se chi paga oggi ha diritto a uno sconto, chi rifiuta corre il rischio di incorrere anche in sanzioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ATTUALITÀ

PER SAPERNE DI PIÙ www.centerforhumanreprod.com www.newscientist.com

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Programmare figli e carriera ecco il test che aiuta le donne In arrivo un esame che svela fino a che età sono fertili VERA SCHIAVAZZI MISURARE la propria fertilità con un semplice esame del sangue, già a 25 anni, e decidere subito — anche se la maternità è ancora lontana — se e quando si avranno figli, scegliendo semmai di congelare i propri ovociti. La possibilità, potenzialmente rivoluzionaria per milioni di donne occidentali alla ricerca spesso difficile di un figlio dopo i 30-35 anni, arriva da una ricerca americana e potrebbe essere disponibile in forma sperimentale già nel 2010, per diventare poi un kit di uso comune. Lo ha spiegato Norbert Gleicher, alla guida del Center for Human Reproduction di New York in un articolo su New Scientist. «Abbiamo misurato la presenza del gene FmR1 in 316 giovani donne e abbiamo incrociato questo dato col loro livello di Amh (un ormone che già oggi viene abitualmente rilevato per valutare la fertilità, ndr). Abbiamo così scoperto che sembra esistere una relazione tra la presenza dello FmR1 nel Dna di una donna e il suo “invecchiamento” ovarico».

Pronto nel 2010 in via sperimentale Saraceno: così sarà più semplice fare scelte di vita E se in alcuni casi è possibile prevedere una menopausa precoce, in altri questo fenomeno potrebbe anche non verificarsi, ma la quantità e la qualità dei suoi ovociti rendere comunque difficile la possibilità di una gravidanza dopo i trent’anni. Gli studiosi americani sono entusiasti delle possibilità che questa nuova indagine offre a ogni donna per costruire il suo reproductive life plan. E Gelicher azzarda un esempio desti-

nato a far discutere: «Se una giovane donna presenta indicatori che fanno prevedere una fertilità bassa, potremo rivolgerle la domanda “desidera avere figli prima o dopo il suo Phd?”. E se la risposta sarà dopo, le potremo comunque suggerire di congelare i propri ovociti per quando vorrà tentare una gravidanza». In prospettiva, dunque, dopo aver separato la vita sessuale da quella riproduttiva con

i metodi anticoncezionali, le donne potrebbero — almeno entro certi limiti — separare i loro progetti di maternità anche dall’età: non soltanto quella anagrafica, ma anche quella, talora difforme, delle loro uova. Per Chiara Saraceno, sociologa e studiosa del welfare e dei modelli familiari, si tratta di un’ottima notizia. «Il corpo delle donne è stato a lungo soggetto passivo per scienziati e legislatori. Scoperte come questa,

invece, sembrano offrire nuove possibilità di ricongiungere le scelte compiute col cervello ai segnali che giungono dal proprio corpo». «Per anni e anni — ricorda Saraceno — l’unico sistema di controllo della fertilità disponibile e ammesso dalla chiesa cattolica, sia per chi voleva figli sia per chi non li voleva, è stato l’invasivo e logorante controllo della temperatura basale Questo nuovo metodo, se si rivelerà attendibile, mi sembra

meno invasivo e più amichevole per le donne». Favorevole anche Alberto Revelli, direttore del Centro per la fecondazione dell’Università di Torino: «Gleicher è uno studioso estremamente serio e il metodo sembra promettente. Anche in Italia, del resto, ci attendiamo che si diffonda in pochi anni la scelta di congelare gli ovociti anche da parte di giovani donne, come già avviene negli Stati Uniti». Attenzione però, avverte Revelli: «Og-

gi le donne di elevata istruzione e livello sociale, le più coinvolte dai problemi di infertilità, faticano ancora ad accettare la realtà dell’invecchiamento ovarico e spesso chiedono di congelare gli ovociti quando è ormai inutile. Anche questo nuovo esame, di per sé, non sarà sufficiente a escludere tutti i rischi di infertilità, che crescono comunque rapidamente dopo i 35 anni». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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ECONOMIA FINANZA&MERCATI

■ 32 Ieri FTSE MIB ....................22205,28 FTSE IT ALL.................22648,63 FTSE IT STAR ..............11006,83 FTSE IT MID ................24349,80 COMIT ...........................1070,12 FUTURE.......................22221

(+1,29%) (+1,28%) (+1,41%) (+1,76%) (-1,57%) (+1,23%)

I migliori

Principali titoli del Mercato azionario

FTSE MIB Var.% Banca Generali .......................................6,96 Exor........................................................5,78 Bulgari....................................................4,22 Buzzi Unicem ..........................................3,75 Mondadori ..............................................3,75

Titolo

I peggiori Parmalat ...............................................-0,71 Telecom IT ............................................-0,56 Ansaldo Sts ...........................................-0,30 Terna......................................................0,18 Prysmian ................................................0,36

IL MERCATO ALESSANDRO PENATI

SE IL CIOCCOLATO RILANCIA IL DEBITO AMERICANA Kraft ha lanciato un’Opa da 11 miliardi per conquistare cioccolata e dolciumi dell’inglese Cadbury. Il mercato si attende una contro-offerta dall’americana Hershey; magari in tandem con Ferrero. Non è un caso isolato: le mega fusioni e acquisizioni sono tornate. Paradossale, viste le prospettive di crescita economica; come i mega debiti per finanziarle. Kraft, con 13 miliardi di debiti (metà della sua capitalizzazione), non esita ad aggiungerne 5 per finanziare l’Opa; e in Cadbury ne troverà altri 3. Hershey studia una controofferta, nonostante Cadbury sia grande il doppio. E l’operazione dovrà essere finanziata col debito perché la Fondazione che da un secolo governa Hershey (31% di azioni con

L’

Michele Ferrero

mano, molte fusioni e acquisizioni non creano valore. Spesso l’euforia spinge l’acquirente a strapagare, specie in Borsa, dove gli azionisti della preda riescono più facilmente a far lievitare i prezzi. Sembrerebbe il caso Cadbury: grazie all’Opa vale quasi 2 volte il fatturato, rispetto a una media del settore di 1,5 (a parità di margini). A volte le acquisizione sono solo una via di fuga per imprese che non sanno più come aumentare le vendite dei propri prodotti; o un modo per sfruttare l’abbondanza di capitali a buon mercato. Senza contare le banche di investimento, che spingono regolarmente queste operazioni, a caccia di laute commissioni. L’alternativa è specializzarsi nel segmento d’origine, come Hershey, Cadbury o Ferre-

Se c’è da finanziare un’Opa il debito è disponibile, mentre i prestiti bancari alle imprese diminuiscono

80% dei diritti di voto) non vuole perdere il controllo, diluendosi. Per Ferrero, non quotata, e analoga a Hershey per dimensioni, sarebbe la stessa cosa. Se c’è da finanziare una grande acquisizione, il debito è nuovamente disponibile. Così, mentre i prestiti bancari alle imprese si stanno addirittura contraendo (a settembre la crescita è stata per la prima volta negativa in Eurolandia), c’è il boom delle emissioni di corporate bond (+27%). Dunque, per chi è grande e ha accesso al mercato dei capitali, sono tornate le vacche grasse. Per chi è piccolo, e dipende da banche e fornitori, le vacche restano magre. Molta della liquidità immessa dalle banche centrali finisce, direttamente o tramite le banche, in corporate bond, oltre che in titoli di Stato. Una distorsione che fa sorgere dubbi sull’efficacia delle politiche monetarie in atto. L’Opa della Kraft ripropone poi il vecchio dilemma della crescita nel settore dei beni di largo consumo. A fasi alterne, prevale l’idea che l’unico modo per crescere sia quello di continuare ad acquisire prodotti dai marchi conosciuti, perché i grandi gruppi possono più facilmente imporli nel mondo. È la storia dei colossi come Nestle, Unilever, General Mills e Kraft. Ma, dati alla

ro. Qui, la difficoltà sta nell’innovare continuamente il prodotto per poter crescere nella stessa nicchia (non è facile inventare un Pocket Coffe o un Rocher ogni 3/5 anni). C’è poi il limite alla dimensione raggiungibile, col rischio di essere scalati, come Cadbury. Non a caso, Ferrero non è quotata ed Hershey, vista la sua governance, è come se non lo fosse. Ma quando società specializzate come Hershey o Ferrero decidono di cambiare strategia e puntano a crescere tramite acquisizioni esterne, come potenzialmente con Cadbury, devono prima entrare a pieno titolo in Borsa, e adeguare la governance, per poter accedere facilmente al mercato dei capitali. In quest’ottica, tempo fa suggerivo un ipotetico interesse di Ferrero per Parmalat, che ha buoni marchi (anche se dai margini più contenuti), e una presenza internazionale. Una fusione avrebbe permesso a Ferrero di quotarsi rapidamente, creare una multinazionale dall’ampio flottante, spianandosi così la strada delle acquisizioni; e in Parmalat avrebbe trovato anche la cassa per sostenere l’espansione. Oggi, le prospettive nella corsa a Cadbury sarebbero diverse. Ma puntare sulle acquisizioni senza prima passare per la Borsa, sarebbe un grave errore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pr. Rif €

A2A.............................................1,282 Ansaldo Sts ...............................13,400 Atlantia .....................................17,290 Autogrill ......................................8,405 Banca Generali ............................8,300 Banco Popolare ...........................5,595 Bca Pop.Milano ...........................5,230 Bulgari ........................................6,295 Buzzi Unicem ............................10,500 Campari ......................................7,125 Cir...............................................1,616 Enel ............................................4,030 Eni ............................................16,730 Exor ..........................................12,810

0,87 -0,30 1,02 6,96 1,91 2,15 4,22 3,75 0,64 1,32 0,56 0,72 5,78

Fiat .............................................9,845 Finmeccanica ...........................11,170 Fondiaria-Sai ............................11,320 Generali ....................................17,390 Geox ...........................................4,695 Impregilo.....................................2,250 Intesa Sanpaolo...........................2,905 Italcementi..................................9,130 Lottomatica...............................13,390 Luxottica...................................16,890 Mediaset.....................................5,090 Mediobanca ................................8,060 Mediolanum................................4,415 Mondadori...................................2,905 Monte Paschi Si...........................1,300 Parmalat .....................................1,959

2,18 0,81 1,16 1,40 1,35 0,56 1,40 1,28 0,98 0,42 0,79 0,69 1,96 3,75 1,48 -0,71

Pirelli & C.....................................0,417 Prysmian ..................................11,290 RCS Mediagroup .........................1,324 Saipem .....................................21,800 Snam Gas....................................3,328 STMicroelectr..............................5,445 Telecom IT ..................................1,064 Tenaris .....................................13,380 Terna ..........................................2,790 UBI Banca ...................................9,540 UBI w 09-11 ................................0,051 Unicredit .....................................2,325 Unipol .........................................0,919 W Mediobanca 11........................0,097

3,47 0,36 1,07 0,55 0,53 2,25 -0,56 2,37 0,18 0,74 4,09 3,10 3,08 10,29

Comuni sul piede di guerra arriva il pacchetto Welfare Manovra, 2400 emendamenti. Lega in pressing sull’Irap ROBERTO PETRINI ROMA — Il Pdl si tuffa sui 4 miliardi offerti da Tremonti e presenta un pacchetto di emendamenticoncordati con il governo -, con fondi per gli ammortizzatori sociali, 100 milioni per la sicurezza, 600 per l’Università e risorse per il 5 per mille. Torna alla carica, come annunciato, anche il gruppo Baldassarri: la contromanovra, ridotta rispetto alla prima versione del Senato, è stata comunque puntualmente presentata alla Camera da Marcello De Angelis e un’altra decina di deputati, e contiene tagli Irap, Irpef e cedolare sugli affitti. Complessivamente ai blocchi di partenza ci sono ben 2.400 emendamenti. Pronto anche il pacchetto-Sacconi: aumento dell’indennità per i cocopro, incentivi per i cinquantenni, proroga al 2010 per gli ammortizzatori in deroga e proroga della detassazione per il salario di produttività. Ma chi cattura l’attenzione è l’offensiva della Lega che ha presentato un pacchetto di circa 300 emendamenti con i quali chiede, tra l’altro, la deducibilità dall’Irap delle spese per i dipendenti (750 milioni) o, in alternativa, un taglio della tassa per le piccole imprese sotto le 50 unità. Il Carroccio propone anche una moratoria per gli studi di settore, il sistema con cui pagano le tasse gli autonomi. Oltre alla contestatissima proposta volta a limitare la cig agli immigrati, i Lumbard hanno chiesto un aumento della Robin tax per i petrolieri che realizzano extrapro-

Il caso

Gli emendamenti TASSE Tornano alla carica la Lega e il gruppo Baldassarri che hanno ripresentato emendamenti per il taglio dell’Irap. La Lega chiede anche una moratoria per gli studi di settore

ROMA CAPITALE Maurizio Leo, assessore al Bilancio di Roma, ha presentato un emendamento con la richiesta di 500 milioni per la Capitale

L’OPPOSIZIONE Il Pd giudica insufficiente la manovra e propone una detrazione fiscale straordinaria da erogare nell’aprile 2010 per i lavoratori dipendenti

La legge Finanziaria è all’esame della Camera fitti ritardando l’adeguamento dei prezzi di vendita alle quotazioni al ribasso del petrolio e un tetto ai bonus per i manager. Un’altra misura riguarda un tetto alle commissioni di massimo scoperto appli-

REPUBBLICA.IT Sul sito le ricette per uscire dalla crisi della Voce.Info

cate dalle banche sui fidi. Il mondo delle autonomie locali intanto è in fermento per le risorse dell’Ici: ieri il presidente dell’Anci Chiamparino ha detto di prevedere «tempi bui tra governo ed enti locali» e sulla stessa linea si è mosso anche il suo vice Osvaldo Napoli del Pdl. «L’impegno del ministro Calderoli - ha spiegato Chiamparino - era di dare per pri-

ma cosa autonomia impositiva ai Comuni. Stiamo ancora aspettando i decreti delegati senza i quali il Federalismo fiscale è solo pubblicità e un modo per andare sulle prime pagine dei giornali». Tra gli emendamenti anche quello del deputato del Pdl e assessore al bilancio del Comune di Roma che chiede 500 milioni per la Capitale. «Probabilmente la richiesta verrà accolta», ha commentato Leo. All’attacco il Pd che giudica «insufficiente» la manovra e avanza un pacchetto di controproposte su redditi bassi, disoccupazione, piccole imprese ed enti locali. Centro del mix di emendamenti la detrazione fiscale forfettaria e straordinaria per l’anno 2010 sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni che non superino 55 mila euro, da corrispondere in un’unica soluzione nella mensilità di aprile 2010. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il premier: sì al quoziente familiare e al taglio dell’Irap, ma con l’ok della Ue

Berlusconi: “Mantenere il rigore sui conti” LUCIO CILLIS ROMA — «E’ necessario che l’Italia mantenga il rigore di bilancio». Così il premier Silvio Berlusconi, ha accolto gli imprenditori del made in Italy e i vertici di Alitalia riuniti a cena a villa Madama. «Abbiamo in animo di lavorare sull’Irap e sul quoziente familiare - ha aggiunto Berlusconi - stiamo facendo i conti e dobbiamo ottenere il via libera dall’Europa. E dobbiamo pensare di introdurre dei benefici fiscali per le famiglie con figli». Per quanto riguarda l’Irap, ha poi sottolineato, «dobbiamo pensare alle imprese che non fanno utili». Dunque conti pubblici e made in Italy nel menù di Villa madama. Una cena, a base di piatti rigorosamente bianchi, rossi e verdi, preparata da tempo. «Da più di un mese» fa sapere Roberto Colaninno, il quale con l’appoggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è ideatore e anima del progetto “Alitalia per il made in Italy”. «Stavamo per-

Cena a Villa Madama con i vertici dell’ Alitalia e delle aziende del made in Italy: “Insieme per rilanciare il Paese” dendo la disfida con la Francia — ha detto il Cavaliere durante la cena — ma grazie ad un gruppo di imprenditori coraggiosi oggi l’abbiamo vinta». Berlusconi ha poi citato i risultati del rilancio, non mancando di ricordare il suo slogan “chi ama l’Italia vola Alitalia”. «Stasera annunciamo una grande alleanza per il made in Italy — ha sottolineato Colaninno — Alitalia e oltre 40 tra i più prestigiosi marchi dell’imprenditoria insieme: l’obiettivo comune è portare il meglio dell’Italia nel mondo». Si tratta, per il presidente di Alitalia «di un ritorno al ruolo di compa-

gnia di bandiera, e alle sue capacità imprenditoriali che ha svolto con straordinario successo negli anni ‘60 e ‘70. Con Alitalia — ha concluso — giungono ogni anno nel nostro Paese oltre un milione e mezzo di passeggeri intercontinentali e sei milioni di passeggeri internazionali. Vogliamo che la loro esperienza di viaggio sia anche un’esperienza del meglio che l’Italia può offrire». E quindi ampio risalto alle aziende più note come Averna, Biagiotti, Bulgari, Cavalli, i consorzi del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, del prosciutto Parma e del San Daniele, Ferragamo, Ferrero, Gancia, Lavazza, Martini & Rossi, Parmalat, Peroni, Frau, Versace solo per citarne alcune. La compagnia darà spazio sia a bordo, sia a terra, ai marchi con vendite e promozioni dirette dei prodotti che saranno esposti e venduti a bordo, sul sito del gruppo nelle 50 sale Freccia Alata sparse in tutto il mondo e nel Terminal 1 della compagnia a Fiumicino. © RIPRODUZIONE RISERVATA


BORSE EUROPEE Paese/Indice 27-11 Amsterdam (Aex) ..................309,52 Bruxelles-Bel 20 .................2456,82 Francoforte (Xet Dax)...........5685,61 FTSE Eurotrack 100 ............2130,08 Londra (FTSE 100)...............5245,73 Madrid Ibex35 ..................11776,80 Oslo Top 25...........................323,47 Parigi (Cac 40) ....................3721,45 Vienna (Atx) ........................2527,17 Zurigo (SMI) ........................6336,66

Var.% +0,91 +1,25 +1,27 +1,11 +0,99 +1,02 +1,94 +1,15 +0,73 +0,85

BORSE INTERNAZIONALI

EURIBOR

Paese/Indice 27-11 DJ Stoxx Euro........................263,48 Hong Kong HS...................21134,50 Johannesburg ..................24106,80 New York (S&P 500) ............1091,50 New York (DJ Ind.).............10309,50 Nasdaq Comp. ....................2138,44 Singapore ST ......................2762,22 Sydney (All Ords).................4597,24 Tokio (Nikkei)......................9081,52

SCADENZA 1 mese

Var.% +1,15 -4,84 -0,77 -1,72 -1,48 -1,73 -2,76 -3,22

la Repubblica

ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,4660

TASSO 365 0,4725

CORONA DK...............................7,4427 CORONA N.................................8,4920 CORONA S...............................10,4323 DOLLARO AUS ...........................1,6507 DOLLARO CDN...........................1,5992 DOLLARO USA ...........................1,4918 FRANCO CH ...............................1,5064 STERLINA UK.............................0,9091 YEN J ....................................129,2000

+0,012 -0,094 -0,215 +0,432 +0,693 -1,015 -0,225 -0,209 -1,148

VALUTE

27 NOVEMBRE Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Oro Zurigo (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 27 NOVEMBRE Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano

MATTINO

SERA

25,36 1.164,50 -

25,37 1.166,50 407,42 32,31 8,11

DENARO

LETTERA

170,43 170,43 170,43 671,39 130,66

184,89 186,18 186,18 790,18 150,03

SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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Il dossier BOOM IN ARRIVO Nuova liquidità in arrivo per le case in località turistiche. In foto Portofino

ROSA SERRANO SUL mercato immobiliare è in arrivo una nuova ondata di liquidità. Secondo gli esperti, infatti, circa un 20% dei soldi che rientreranno con lo scudo fiscale verrà investito nell’acquisto di case. Una somma che oscilla tra i 12 e i 18 miliardi di euro. Denaro che torna in Italia e che verrà speso soprattutto nell’acquisto di immobili di pregio. Chi ha deciso di mettersi in regola con il fisco rivolgerà la propria attenzione ai centri storici e alle migliori località turistiche. Una quota più piccola sarà destinata agli immobili commerciali e alle società di “real estate” quotate in Borsa. Nuovi potenziali acquirenti, dunque, con una disponibilità di almeno 500mila euro. Dove andranno questi soldi? Roma, Milano, Venezia, Cortina, Forte dei Marmi. Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, prevede anche un flusso verso la Costa Smeralda per chi ha somme più alte a disposizione (fra 1 e 3 milioni di euro). Chi avrà tra i 3 e i 10 milioni di euro si concentrerà, invece, nell’acquisto di palazzi-

Privilegiati centri storici e località turistiche. Verranno spesi tra i 12 e i 18 miliardi di euro ne “cielo-terra” con appartamenti da affittare. Un osservatorio privilegiato per rilevare le mosse dei potenziali acquirenti “liquidi” è Milano. «Il segmento degli immobili di livello medio alto — spiega Alessandro Ghisolfi, responsabile ufficio studi Ubh — con valori compresi fra i 500 mila euro e il milione (e oltre) è oggetto oggi di maggiore interesse da parte della domanda rispetto a pochi mesi fa». Si tratta di appartamenti del valore minimo di 7-8mila euro al metro quadrato. La potenziale domanda potrebbe contribuire al rafforzamento delle quotazioni degli immobili signorili e di pregio. «Il mancato sgonfiamento delle quotazioni delle case — spiega Luca Dondi, analista di Nomisma — che invece si è verificato in altri paesi, rappresenta per l’Italia un elemento penalizzante che impedisce di cogliere appieno i benefici derivanti dall’improvviso ritorno di capitale». Una sorta di «colpo in canna» da usare non appena il mercato si rimetterà in moto, aggiunge Briglia. Che il mercato immobiliare residenziale abbia bisogno di una forte “scossa” viene confermato dai dati resi noti ieri da No-

Scudo, il 20% dei capitali rientrati sarà investito nel “mattone di lusso”

misma. Continua la flessione delle compravendite. Dopo il crollo del primo trimestre di quest’anno (-18,3%), il calo del secondo trimestre (-12,9%), l’emorragia nel terzo si è fermata a un -11%. E continua anche la lenta discesa dei prezzi delle case che, su base annua segnerebbe un meno -4,1%, mentre continuano ad aumentare gli sconti concessi dai venditori rispetto all’iniziale richiesta per concludere l’affare. Nomisma, inoltre, evidenzia un ulteriore peggioramento della qualità del credito nel primo semestre 2009, come testimonia l’aumento delle insolvenze nei mutui: erano l’11,1% fino alla primavera 2008, dopo un anno sono raddoppiate. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La norma

Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici ONLUS Componente Consiglio Nazionale Disabilità CND Componente Federazione Italiana per il superamento dell’Handicap FISH BILANCIO FAIP AL 31.10.2009 - GIORNATA NAZIONALE DELLA PERSONA CON LESIONE AL MIDOLLO SPINALE (4 APRILE 2009)

Altero Matteoli

Lavori pubblici il “ritorno” degli arbitrati ROMA — Il Milleproroghe dello scorso anno aveva congelato il divieto di ricorrere ad arbitrati nella pubblica amministrazione. Ma ieri il Consiglio dei ministri ha cambiato le regole relative all’accordo bonario e, appunto, agli arbitrati che tornano così da protagonisti nei contratti pubblici. Il governo Prodi, e il ministro Antonio Di Pietro lo avevano messo da parte, ma senza abolirlo, fin dal 2008. Ora il divieto per le pubbliche amministrazioni di inserire clausole compromissorie in tutti i loro contratti, per lavori, forniture o servizi ovvero, cade definitivamente. Sarà quindi possibile per i contraenti, nel caso di eventuali controversie relative al contratto, mettere le proprie ragioni nelle mani di arbitri.

ENTRATE: CAMPAGNA SMS 49.325,00 TOTALE ENTRATE: 49.325,00 USCITE: SPESE DI ORGANIZZAZIONE E AMMINISTRATIVE 20% COME DA DELIBERA CONSIGLIO FEDERALE 9.865,00 RISERVA DESTINATA ALLA RICERCA 39.460,00 TOTALE USCITE: 49.325,00 Il Presidente - Cav. Raffaele Goretti


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

IMPRESE

&MERCATI

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Gas, Putin apre le porte ai francesi Intesa con Gazprom: a Edf il 10% del gasdotto South Stream. Ora la trattativa con Eni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LEONARDO COEN MOSCA — Missione compiuta e con successo, quella di Vladimir Putin a Parigi: non solo ha strappato alla Renault l'impegno di investire 240 milioni di euro per salvare la Avtovaz, il produttore della celebre Lada; ma soprattutto ha coinvolto la Francia nel Grande Gioco Energetico convincendola ad entrare nel consorzio del gasdotto South Stream, di cui Eni e Gazprom sono soci fondatori su base di parità, con una quota del 10%. Tecnicamente l'affare relativo all'ingresso di Edf è semplice. Le quote paritarie di Gazprom ed Eni si ridurranno proporzionalmente del 5%, quindi ciascuno dei due azionisti principali avrà il 45%. L'accordo di Parigi con Mosca ha spiazzato Bruxelles: l'Unione Europea preferisce il Nabucco, il gasdotto concorrente che porterà gas dall'Asia Centrale aggirando la Russia, con l'appoggio strategico degli Stati Uniti. Il timore Usa è che l'Europa finisca definitivamente sotto l'influenza del consorzio russo. Non a caso, Washington criticava la partnership italiana (e quella tedesca per il North Stream). Dovete puntare sulla diversificazione delle fonti, per evitare eccessiva dipendenza dai russi, era il monito americano. Con Obama, i toni si sono ammorbiditi: è di ieri una dichiarazione di Richard Morningstar (inviato speciale di Hillary Clinton per l'energia in Eurasia) che mostra una certa flessibilità: «Non intendiamo avere una discussione coi russi fortemente

L’accordo spiazza l’Unione Europea che punta sul progetto Nabucco con gli Usa politicizzata. Vogliamo rapportarci costruttivamente con la Russia, interlocutore importante sui mercati mondiali dell'energia». Cosa c'è dietro questa svolta? La sensazione è che vi sarà un significativo «cambio di rotta, che coincide con i forti progressi ottenuti negli ultimi mesi sui due grandi progetti», North e South Stream. Curioso. Soltanto tre mesi fa si parlava di “guerra dei gasdotti nei Balcani”. In verità, la situazione non è cambiata di molto. Forse la posizione americana è strumentale, a breve ci saranno gli incontri coi russi per il rinnovo dell'accordo sulle armi strategiche. E gli esperti russi preferiscono stare coi piedi per terra. L'analista Vitalij Krjukov (Ifd-Kapital) sostiene che il Nabucco ora è in calo di gradimento: «In questo momento, in testa è il progetto russo, anche se la sua parte economica suscita molte domande». L'accordo di Putin coi francesi non è nato ieri, ma è frutto di complesse trattative. In cambio della quota ceduta a Edf in South Stream, Gazprom incrementerà la sua presenza nel mercato del gas non solo in Francia ma anche in Germania: il partner francese Gdf Suez le vende il 5,62% dell'importatore Verbundnetz Gas.

In tal modo la quota russa nella società tedesca crescerà sino al 10,52%. Gazprom, inoltre, crede di poter incrementare i volumi delle vendite dirette in Francia. «Questa nuova cooperazione sul suolo francese e sul territorio di

un paese terzo in Europa è in realtà uno scambio di partecipazioni - ha precisato Putin - in passato, è avvenuto solo coi tedeschi». Edf avrà accesso a più gas di Gazprom, mentre la società russa avrà il diritto di prelevare una

quota di produzione elettrica di Edf. E la geopolitica? Parigi si è affrettata ad aggiungere che comunque la Francia «sostiene anche il Nabucco». Il Grande Gioco Energetico si sta ingarbugliando. © RIPRODUZIONE RISERVATA

WALTER GALBIATI AFFARI IN PIAZZA CARISSIME DIMENTICANZE

ncidente di esecuzione. Si chiama così e si è svolto ieri davanti al gup Luigi Varanelli. Il giudice ha dovuto correggere un errore materiale nelle sentenze di patteggiamento per la scalata ad Antonveneta: non erano state indicate le condanne al pagamento delle spese del custode delle azioni, il professore e avvocato Emanuele Rimini. Si tratta di 5,28 milioni di euro pagati anticipatamente dallo Stato e che ora dovranno essere rimborsati da chi è stato coinvolto nel procedimento. Come si pagherà verrà stabilito dal giudice nell’udienza del 14 dicembre. L’ipotesi è che venga risarcito allo Stato 0,039 euro per azione da chi ai tempi dei vari sequestri (il primo avvenuto il 25 luglio 2005) aveva in mano i titoli Antonveneta. Così, le quote maggiori spetteranno al Banco Popolare, Ricucci, Gnutti, Coppola e ai fratelli Lonati.

I

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Avviso ai possessori di obbligazioni convertibili del prestito obbligazionario denominato Comune di Milano 2004-2009 2,25% convertibile in azioni ordinarie A2A Si avvisano i Signori Obbligazionisti che il 22 dicembre 2009 (la “Data di Scadenza”) scadrà il prestito obbligazionario “Comune di Milano 2004-2009 2,25% convertibile in azioni ordinarie A2A”, emesso in data 22 dicembre 2004, di originari Euro 335.766.598,52 suddiviso in n. 158.380.471 obbligazioni convertibili in azioni ordinarie A2A S.p.A. del valore nominale unitario di Euro 2,12. Diritto di conversione Il Diritto di Conversione può essere esercitato in qualunque Giorno Lavorativo entro il termine ultimo del 9 dicembre 2009, esclusivamente per lotti minimi di 1.000 Obbligazioni (o suoi multipli). Gli Obbligazionisti che presenteranno domande di conversione entro il 9 dicembre 2009 incluso riceveranno le relative azioni di compendio ovvero, in caso di esercizio da parte dell’emittente della facoltà di Cash out prevista dall’art. 10 del Regolamento del Prestito, un importo in denaro pari al controvalore delle azioni di compendio determinato sulla base della media aritmetica del Prezzo Ufficiale delle azioni ordinarie A2A nei 5 Giorni di Borsa consecutivi precedenti alla comunicazione con la quale l’Emittente deve informare gli Obbligazionisti dell’esercizio di questa facoltà. Nell’eventualità in cui l’Emittente si avvalga della facoltà di Cash out, i pagamenti delle somme dovute verranno effettuati il 10° Giorno di Borsa successivo alla data di presentazione della Domanda di Conversione ad eccezione di quelle presentate il termine ultimo del 9 dicembre 2009 per le quali i pagamenti verranno eseguiti alla Data di Scadenza. L’esercizio della facoltà di Cash out sarà comunicato agli Obbligazionisti entro il 6° Giorno di Borsa successivo alla data di presentazione della Domanda di Conversione, tramite gli intermediari aderenti al sistema di gestione accentrata presso Monte Titoli S.p.A. Rimborso a scadenza Le Obbligazioni per cui non sarà presentata Domanda di Conversione entro il 9 dicembre 2009, saranno rimborsate, senza alcuna deduzione di spese, in un’unica soluzione il 22 dicembre 2009, come previsto dall’art. 8 del Regolamento del Prestito; l’Emittente non si avvarrà della facoltà di rimborsare le Obbligazioni mediante consegna delle Azioni di Compendio. All’atto del rimborso in denaro saranno riconosciuti agli Obbligazionisti, in aggiunta al valore nominale delle obbligazioni detenute, gli interessi maturati e non corrisposti per ciascuna Obbligazione relativi al periodo 30/06/ 2009 (incluso) - al 22 dicembre 2009 (escluso), nella misura del 1,07%. Pagamenti I pagamenti di somme dovute per le Obbligazioni saranno soggetti alla normativa fiscale applicabile e avranno luogo a favore degli Obbligazionisti presso i rispettivi intermediari aderenti al sistema di gestione accentrata presso Monte Titolo S.p.A. presso cui le Obbligazioni sono depositate. Nessuna commissione e nessuna spesa sarà addebitata agli obbligazionisti in relazione a tali pagamenti. Cancellazione dalla quotazione Ai sensi delle Istruzioni al Regolamento dei Mercati Organizzati e Gestiti da Borsa Italiana S.p.A., le Obbligazioni “Comune di Milano 2004-2009 2,25% convertibile in azioni ordinarie A2A” (ISIN IT0003764765) saranno negoziate sul Mercato Telematico Azionario fino al 4 dicembre 2009 e cancellate dalla quotazione a decorrere dal 7 dicembre 2009. Milano, 28 novembre 2009 Il Direttore Centrale Partecipate, Finanza Straordinaria e Patrimoniale D.ssa Angela Casiraghi

L’ENERGIA Il premier russo Putin e, a destra, la sede della Gazprom

Il caso

BARBARA ARDÙ ROMA — Banche e Consorzio bancomat finiscono nel mirino dell’Antitrust, che apre due istruttorie. Sotto osservazione ci sono le commissioni per i servizi scambiati tra aziende di credito. Un esempio per tutti: il prelevamento con il bancomat dallo sportello di una banca diversa da quella in cui il titolare della carta ha il proprio conto. Il cliente paga in media due euro,

la banca che “anticipa” i contanti una commissione a quella “titolare”. Il costo è identico per tutte le aziende di credito. Sotto osservazione dell’Autorità guidata da Catricalà ci sono i servizi Pagobancomat (la prima istruttoria) e poi bancomat, Rid (pagamento delle utenze) e Riba (ricevuta elettronica), finiti nella seconda istruttoria.

Aperte due istruttorie sulle commissioni interbancarie

Bancomat e Abi nel mirino dell’Antitrust SOTTO ESAME L’Antitrust indaga su Rid e Bancomat

Non c’è accusa di cartello. È solo un’intesa, che però, a parere dell’Antitrust, rischia di ridurre la competizione tra banche e può avere effetti negativi sulla clientela. «Le commissioni fissate in misura uguale — scrive l’Antitrust — rappresentano una soglia minima sotto la quale le aziende non possono competere». Un meccanismo che

«può dunque condurre a condizioni economiche più onerose per l’utenza finale». Le intese infatti non sono vietate, ma solo a patto che servano per trasferire a valle (e dunque ai consumatori) quei benefici che possono arrivare per esempio dalla tecnologia. Questo il principio che ha guidato l’Antitrust. Esempio di un’intesa è l’inizia-


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

ECONOMIA ■ 35

Global market

Grandi manovre nel mercato russo dell’alluminio

MOSCA — Grandi manovre nel settore nevralgico dell'alluminio russo. La banca statale russa Vneshekonombank (Veb) intende lanciare una Opa per rilevare il 3% della United Company RusAl, controllata dall'oligarca Oleg Deripaska il quale, in questo modo, potrebbe perderne il controllo. Lo afferma il ministro delle finanze russo, Aleksej Kudrin: «Sarà un investimento a lungo termine, di almeno tre anni. La Veb acquisterà il 3% delle azioni di RusAl, il cui controllo verrà garantito insieme da Deripaska e dallo Stato». Un altro 7% verrà comprato da investitori esterni ed interni. Attualmente Deripaska detiene il 56,7%, la Sual (gruppo che nell'agosto del 2006 ha unito le sue forze con quelle di RusAl) ha il 18%, Mikhail Prokhorov il 14% e la Glencore il 10,3%. In questo momen-

to il mercato russo dei titoli è surriscaldato. Non a caso. La RusAl è tra le migliori compagnie d'alluminio del mondo, le prospettive a medio termine sono molto confortanti, perché il consumo globale d'alluminio crescerà. Secondo gli analisti della banca svizzera Ubs, il

prezzo dell'alluminio aumenterà gradualmente: le ultime quotazioni lo davano a 1.994 dollari la tonnellata, nel 2014 dovrebbe toccare quota 2.700 dollari. Dopo il collocamento, la quota di Deripaska scenderà sotto il 50%: dovrà scendere a patti con il governo, perché con il 3% della Veb si controllerà la holding. Nella prima metà di dicembre la RusAl vuole collocare circa il 10% delle azioni sulle Borse di Hong Kong e Parigi per saldare una parte del debito che oggi è pari a 16,8 miliardi di dollari, di cui 4,5 sono dovuti alla Veb. Inoltre, la società collocherà azioni a favore della Onewim di Prokhorov al quale deve 2,7 miliardi di dollari per l'acquisto del 25% delle azioni Nornickel. Leonardo Coen

FLASH

La Svezia esclude qualsiasi ipotesi di salvataggio di Saab. Il governo svedese non ha intenzione di offrire prestiti d’emergenza per la controllata dell’americana General Motors Financial Times

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Safilo a un passo dalla salvezza la Borsa crede all’accordo con Hal SARA BENNEWITZ MILANO — Tra Londra, Amsterdam e Padova si lavora agli ultimi dettagli per il rilancio di Safilo, oggetto dell’interesse del gruppo olandese Hal Holding. E mentre l’ad Roberto Vedovotto sta cercando una mediazione tra i possessori del bond da 195 milioni del gruppo di occhiali, e la holding che fa capo alla famiglia Van der Vorm, il mercato scommette che il risanamento andrà in porto. Ieri, le azioni Safilo hanno guadagnato il 7,59%. Hal Holding aveva annunciato di voler investire oltre 250 milioni sull’azienda di Padova a patto che il 60% degli obbligazionisti accettasse un’Opa pari al 60% del valore nominale. Ma dopo ben due rinvii le adesioni all’offerta che scadrà lunedì, si sono fermate al 42,45% e il traguardo a poche ore dalla scadenza dell’Opa sembra ancora lontano. Hal, dopo ripetute richieste, non ha voluto rilanciare sul prezzo, per non aprire il fianco alle speculazioni. Ma ora c’è la soluzione: Hal potrebbe accontentarsi della maggioranza assoluta. Basterebbe il 50,1% del bond per cambiare quella

maggiori retailer di occhiali al mondo. In settimana anche Diego Della Valle, patron di Tod’s che è anche socio del rivale Marcolin, ha espresso giudizi positivi su questo matrimonio precisando di «non essere preoccupato» sul buon esito dell’offerta di Hal. Della Valle pochi mesi fa ha rilevato il 2% di Safilo, ma se l’operazione andasse in porto, potrebbe salire ulteriormente nel capitale.

Le cifre

195

+7,59%

250

IL BOND

IL TITOLO

L’OFFERTA

Il bond di Safilo da cui dipende l’intervento di Hal vale 195 milioni

Le azioni Safilo sono salite del 7,59% sulle aspettative di una soluzione positiva

Tra aumenti di capitale e Opa sul bond, Hal è pronta a investire più di 250 milioni

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Roberto Vedovotto

I fondi verso l’ok all’offerta olandese. Della Valle pronto a salire ancora clausola che impone di rimborsare l’obbligazione alla pari nel caso, come quello attuale, si verificasse un cambio di controllo. Viceversa, gli obbligazionisti che avevano provato a spuntare un prezzo più alto, a questo punto temono che i loro bond diventino carta straccia, perché senza l’intervento di Hal, Safilo rischierebbe il crac. A questo proposito, una pattuglia di fondi che ha il 54% delle obbligazioni si era accordata per consegnare in Opa il 38,4% dei bond del gruppo della famiglia Tabacchi (soci al 40% e pronti a diluirsi al 10%, salvando così 8mila posti di lavoro). E in queste ore l’ad Vedovotto starebbe trattando da una parte con Hal perché accetti di accontentarsi del 50,1%, e dall’altra con i fondi perché consegnino più bond del previsto. A quel punto l’azienda sarebbe pronta per una nuova fase di rilancio, che mette insieme il secondo produttore e uno dei

Lehman e Chrysler i giudici a convegno ROMA — “Grandi e piccole insolvenze: dal caso Chrysler alla crisi del consumatore”: è il titolo di un convegno che si svolgerà oggi ad Alba, organizzato dall’Associazione Albese studi di diritto commerciale presso il nuovo centro ricerche Ferrero. Interverranno i giudici della Corte di New York che hanno diretto le procedure di Lehman Brothers e Chrysler: rispettivamente James M. Peck e Arthur J. Gonzales.

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UGF ASSICURAZIONI S.p.A.

Sede Legale e Direzione: Via Stalingrado, 45 - 40128 Bologna (Italia) - Tel.051 5077111 - fax 051 375349 Capitale sociale Euro 150.300.000,00 - Registro delle Imprese di Bologna Codice Fiscale e Partita Iva 02705901201 R.E.A. 460992 Società unipersonale soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

Sede Legale e Direzione: Via Stalingrado, 45 - 40128 Bologna (Italia) - Tel.051 5077111 - fax 051 375349 Capitale sociale Euro 150.300.000,00 - Registro delle Imprese di Bologna Codice Fiscale e Partita Iva 02705901201 R.E.A. 460992 Società unipersonale soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLE GESTIONI SEPARATE VITA DALL’1.10.2008 AL 30.09.2009 - Importi in €

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLE GESTIONI SEPARATE VITA

CONCRETA

VITA IN

VALORI DI CARICO AL 31.10.2009 - IMPORTI IN € Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

tiva “Cin Cin” per il cinema: il mercoledì nelle sale si pagano tre euro, è un accordo sul prezzo, ma favorisce i consumatori. Le intese sono state rinnovate a luglio dall’Abi e dal Consorzio e qualche diminuzione nelle commissioni interbancarie c’è stata. Lo ammette anche l’Antitrust, che però vorrebbe venisse fatto di più anche perché nell’accordo Sepa (che armonizza i servizi di pagamento europei) l’equivalente del Rid non prevede costi. La commissione minima per l'utilizzo del Pagobancomat (la prima istruttoria) è stata fissata dal Consorzio (del quale fanno parte anche l'Abi, le banche e gli intermediari finanziari) «nella misura di 0,13 euro a operazione più lo 0,1579% del valore della singola transazione». In percentuale sarebbe scesa poco, meno di tutte le altre. Ma sia l’Abi che il Consorzio bancomat, in una nota, si dicono disponibili a collaborare, anche alla luce del mutato quadro europeo. Ricordano però che la definizione delle commissioni è stata fatta «dando seguito agli impegni accolti dalla stessa Autorità nel 2007». E il taglio, aggiungono, c’è stato «e fino ad un massimo del 15,87 per cento». Senza mezzi termini invece il Codacons, che vorrebbe veder sparire tutte le commissioni.

L’incontro

Importi

1.00 1.01 1.03 1.05 1.50 1.51

Proventi da investimenti: A Interessi su titoli di Stato in euro Interessi su titoli obbligazionari in euro Dividendi su azioni in euro Altre tipologie di proventi di cui: Interessi ed altri proventi netti su altre attività

9.691.391 4.767.253 4.663.576 475.706 (215.144) (215.144)

2.00 2.01 2.03 2.07

Utili/perdite da realizzi: Titoli di Stato in euro Titoli obbligazionari quotati in euro Titoli azionari quotati in euro

B

272.566 616.024 (420.881) 77.423

3.00 4.00 5.00 6.00

Totale rendimenti Oneri di gestione Utile/perdita della gestione Giacenza media delle attività investite

A+B C A+B-C

9.963.959 6.017 9.957.942 280.846.363

Trimestre precedente Trimestre attuale al 31.07.09 % al 31.10.09 %

Categoria di attività

Obblig. e altri titoli a reddito fisso: 237.161.030 81,67 240.745.985 BTP 54.139.242 18,64 46.327.730 CCT 21.038.967 7,24 11.698.469 Altri titoli di Stato emessi in euro 40.699.716 14,02 40.622.494 Obbligazioni quotate in euro 121.283.105 41,77 141.477.870 Obbligazioni non quotate in euro 619.422 Titoli di capitale: 6.097.595 2,10 6.123.707 Azioni quotate in euro 6.097.595 2,10 6.123.707 Altri attivi patrimoniali: 47.139.225 16,23 39.123.466 Quote di OICR 1.375.003 0,47 1.375.003 Liquidità 42.806.180 14,74 34.174.407 Altre tipologie di attivi di cui: 2.958.042 1,02 3.574.056 Ratei Attivi 2.958.042 1,02 3.574.056

84,18 16,20 4,09 14,20 49,47 0,22 2,14 2,14 13,68 0,48 11,95 1,25 1,25

Tasso medio di rendimento: 3,55%

Totale attivi della gestione separata 290.397.850 100,00 285.993.158 100,00

Il tasso di rendimento attribuito è in funzione delle specifiche condizioni di polizza

Riserve Tecniche stimate

Importi

1.00 Proventi da investimenti:

A

1.01 Interessi su titoli di Stato in euro

2.182.241 577.405

1.05 Dividendi su azioni in euro

8.412

1.50 Altre tipologie di proventi di cui:

249.848

1.51 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

249.848

2.00 Utili/perdite da realizzi:

B

2.01 Titoli di Stato in euro

34.951 170.412

2.03 Titoli obbligazionari quotati in euro

(135.461)

3.00 Totale rendimenti

A+B

4.00 Oneri di gestione

C

6.012

A+B-C

2.211.180

5.00 Utile/perdita della gestione

VALORI DI CARICO AL 31.10.2009 - IMPORTI IN € Trimestre precedente Trimestre attuale al 31.07.09 % al 31.10.09 %

Categoria di attività

1.346.576

1.03 Interessi su titoli obbligazionari in euro

6.00 Giacenza media delle attività investite

285.651.000

GESTIONE VALORE AURORA

FONDO PREVIDENZA IMPRESA Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

289.919.000

2.217.192

66.723.646

Obblig. e altri titoli a reddito fisso: 228.429.053 80,36 243.780.778 BTP 46.141.035 16,23 53.749.960 CCT 36.024.949 12,67 35.512.149 Altri titoli di Stato emessi in euro 47.768.328 16,81 50.751.419 Obbligazioni quotate in euro 95.391.991 33,56 105.762.250 Obbligazioni non quotate in euro 3.102.750 1,09 1.005.000 Titoli di capitale: 5.013.808 1,76 10.560.444 Azioni quotate in euro 5.013.808 1,76 10.560.444 Altri attivi patrimoniali: 50.806.690 17,88 39.033.337 Liquidità 47.405.085 16,68 35.000.000 Altre tipologie di attivi di cui: 3.401.605 1,20 4.033.337 Ratei Attivi 3.401.605 1,20 4.033.337

83,10 18,33 11,08 17,30 36,05 0,34 3,60 3,60 13,30 11,93 1,37 1,37

Tasso medio di rendimento: 3,31%

Totale attivi della gestione separata 284.249.551 100,00 293.374.559 100,00

Il tasso di rendimento attribuito è in funzione delle specifiche condizioni di polizza

Riserve Tecniche stimate

283.472.000

291.590.000

Ai sensi delle disposizioni Isvap vigenti Il risultato è stato certificato dalla società di Revisione KPMG S.p.A.

Le attività sono iscritte al valore medio di carico risultante dalla contabilità Pubblicato ai sensi della circolare ISVAP n. 71 del 26.3.87, n. 136 del 6.9.90 e n. 336 del 17.6.98

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la Repubblica

IMPRESE&MERCATI

SABATO 28 NOVEMBRE 2009

■ 37

www.finanza.repubblica.it in tempo reale quotazioni di Borsa, commenti e notizie TITOLO A A.S. Roma A2A Acea Acegas-Aps Acotel Group Acque Potabili Acsm-Agam Actelios AdF-Aerop.Firenze Aedes Aeffe Aicon Alerion Amplifon Ansaldo Sts Antichi Pell Apulia Pront Arena Arkimedica Ascopiave Astaldi Atlantia Autogrill Autostrada To-Mi Autostrade Mer. Azimut B B&C Speakers Banca Generali Banca Ifis Banca Italease Basicnet Bastogi BB Biotech Bca Carige Bca Carige r Bca Finnat Bca Intermobiliare Bca P.Etruria e Lazio Bca P.Milano Bca P.Spoleto Bca Profilo Bco Desio-Brianza Bco Desio-Brianza rnc Bco Popolare Bco Santander Bco Sardegna rnc Bee Team Beghelli Benetton Group Beni Stabili Best Union Co. Bialetti Industrie Biancamano Biesse Bioera Boero Bart. Bolzoni Bon.Ferraresi Borgosesia Borgosesia rnc Bouty Health Brembo Brioschi Bulgari Buongiorno Buzzi Unicem Buzzi Unicem rnc C Cad It Cairo Comm. Caleffi Caltagirone Caltagirone Ed. Cam-Fin Campari Cape Live Carraro Cattolica As CDC Cell Therap Cembre Cementir Hold Cent. Latte Torino Ceram. Ricchetti CHL CIA Ciccolella Cir Class Editori Cobra Cofide Cogeme Set Conafi Prestito’ Cred. Artigiano Cred. Bergamasco Cred. Emiliano Cred. Valtellinese Crespi Csp D

ieri

Var % inizio anno

1,52 0,87 2,66 0,45 -0,02 -2,54 2,57 4,09 -1,36 -2,14 -1,03 1,36 5,45 -0,30 0,75 1,90 -2,09 0,19 1,02 1,02 2,13 0,81 1,96

32,22 -4,26 -24,19 -21,24 48,30 50,98 14,57 29,00 -15,80 40,50 -22,85 -12,82 20,05 259,88 35,08 -71,53 30,09 41,51 -48,10 5,58 62,97 26,85 52,54 69,11 106,55 122,71

Rif € ieri 0,833 1,282 7,335 3,930 61,990 1,765 1,077 3,947 14,550 0,205 0,529 0,340 0,485 3,095 13,400 0,805 0,428 0,045 0,587 1,552 6,425 17,290 8,405 9,360 17,350 8,825

2008- 2009 min € max € 0,550 0,967 7,169 3,573 33,662 0,680 0,624 2,559 13,710 0,098 0,442 0,163 0,268 0,631 7,170 0,715 0,245 0,015 0,594 1,042 2,608 9,565 3,196 3,840 7,800 3,027

1,483 3,118 14,433 6,981 88,780 3,431 1,846 7,839 18,095 1,104 2,665 2,128 0,763 3,568 14,426 9,790 0,890 0,146 1,785 1,820 6,932 25,770 11,600 14,467 22,150 9,512

IL PUNTO

Cap. in mil. di €

In rialzo Bulgari bene Unicredit e Bpm Telecom e Parmalat ancora in calo

111 3965 1528 215 256 64 80 255 129 149 56 36 209 591 1334 36 99 36 51 361 618 9747 2106 801 74 1239

2,567 8,300 7,650 2,015 1,869 1,947 48,990 1,886 2,853 0,598 3,235 4,170 5,230 4,648 0,665 4,290 4,237 5,595 11,500 10,470 0,453 0,668 6,150 0,596 1,456 0,522 1,502 5,900 1,600 20,000 1,581 35,500 1,449 1,392 0,983 5,265 0,195 6,295 1,159 10,500 6,580

6,96 3,17 0,12 -0,95 -3,13 -0,02 1,23 -1,98 3,46 2,70 2,71 2,15 -0,38 4,07 -0,23 -0,29 1,91 -1,54 1,45 -0,44 2,77 -1,28 4,02 -2,61 -3,33 1,62 1,03 -5,33 -3,24 -0,95 -0,07 2,63 -0,10 4,22 -0,52 3,75 2,81

6,10 191,23 21,82 -12,01 61,12 3,02 6,04 7,96 41,56 16,91 14,51 2,46 24,23 -7,41 140,12 -9,11 -4,29 11,90 69,12 27,68 -20,25 27,72 1,57 11,52 -19,11 58,18 -16,09 48,06 -55,56 -17,01 -14,36 23,14 24,38 9,78 -2,67 31,62 -3,47 40,83 88,15 -9,48 -1,57

1,934 2,018 5,162 1,100 0,955 0,747 37,920 1,427 1,670 0,358 2,129 2,806 2,784 3,956 0,214 3,605 3,740 1,917 4,066 7,866 0,324 0,343 4,562 0,373 1,392 0,173 1,166 2,888 1,562 18,000 1,244 22,617 1,016 1,012 0,498 2,169 0,160 2,835 0,496 6,870 3,849

5,000 8,738 10,516 9,542 2,294 4,940 58,260 3,293 3,402 0,874 7,112 9,159 9,268 9,147 1,080 7,110 7,000 15,087 14,749 16,629 2,582 1,178 12,157 0,784 3,400 1,649 2,827 14,779 10,830 29,500 3,869 43,631 1,627 2,008 1,280 10,970 0,486 9,602 2,192 19,212 12,961

28 892 258 333 113 35 3015 497 207 497 306 2147 138 411 506 55 3480 68 6 132 1125 1116 14 39 51 158 14 87 41 199 98 1 27 345 154 1846 121 1688 260

5,270 2,595 1,010 2,368 1,880 0,304 7,125 0,326 2,315 23,820 2,070 0,709 4,750 2,962 2,460 0,602 0,180 0,300 0,893 1,616 0,697 1,900 0,570 0,890 1,240 1,849 23,430 5,335 5,960 0,217 0,739

-1,13 -0,38 1,83 0,27 -2,41 0,64 0,43 1,28 4,02 4,19 1,12 2,16 0,41 -2,02 7,14 -1,11 1,32 1,31 2,54 -0,18 -2,47 1,64 0,54 -2,90 7,78 3,11 -0,55 -0,20

7,59 32,09 -14,77 -4,54 -16,07 55,20 47,52 -27,56 -6,28 0,04 97,14 670,11 41,79 17,33 14,42 -44,31 -4,95 42,18 14,71 117,20 1,23 -19,92 44,67 -31,36 59,30 -5,90 -0,93 36,79 -16,29 -42,90 -12,02

3,669 1,396 0,912 1,920 1,400 0,109 3,929 0,322 2,168 12,495 0,666 0,039 2,594 1,729 1,513 0,591 0,075 0,197 0,583 0,662 0,575 0,888 0,298 0,690 0,692 1,787 18,685 1,728 4,803 0,169 0,556

10,003 4,224 3,839 6,130 4,452 0,913 7,263 0,911 6,865 33,467 3,891 13,670 6,521 6,372 3,915 1,732 0,545 0,387 3,016 2,540 1,426 6,377 1,097 2,845 2,342 3,049 30,720 9,484 9,090 0,972 1,861

47 200 13 278 234 111 2049 17 97 1278 25 79 460 24 32 27 28 161 1256 71 39 409 50 56 518 1446 1460 1223 13 24

Rif € ieri

TITOLO D’Amico Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group DMT E Edison Edison r EEMS El.En. Elica Emak Enel Enervit Engineering Eni Enia Erg Erg Renew Ergy Capital Esprinet Eurofly Eurotech Eutelia Everel Group Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Fastweb Fiat Fiat prv Fiat rnc Fidia Fiera Milano Fil. Pollone Finarte C.Aste Finmeccanica FMR Art’e’ FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai rnc Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gewiss Granitifiandre Greenvision Gruppo Coin Gruppo Ed.L’Espresso Gruppo Minerali M. H Hera I I Grandi Viaggi IGD

Var % inizio ieri anno

MILANO – Borse europee in recupero, mentre quelle asiatiche e americane tremano per la crisi finanziaria di Dubai. A Piazza Affari il Ftse Mib ha guadagnato l’1,29% a 22.205,28 punti e il Ftse Italia All-Share dell’1,38% a 22.669. Dopo le parole rassicuranti di molte banche e istituzioni italiane, Unicredit è salita del 3,1%, Bpm del 2,1%, Mediolanum dell’1,9%, Intesa Sanpaolo e Mps dell’1,4%. In recupero anche i titoli delle costruzioni tra cui Italcementi (più 1,2%) e Impregilo (più 0,5%). Si riprendono anche le aziende del made in Italy, e in particolare Bulgari (più 4,2%) favorita da uno studio di Goldman Sachs. Sotto tono, ma in rialzo il comparto petrolifero con il greggio crollato sotto 74 dollari al barile: Eni ha recuperato lo 0,7% e Saipem lo 0,5%. Nuovi cali invece per Telecom (meno 0,56%), Ansaldo (meno 0,3%) e Parmalat (meno 0,7%).

2008- 2009 min € max €

Cap. in mil. di €

1,070 6,365 1,006 17,280 8,615 4,090 3,080 1,284 23,810 2,260 5,010 14,060

0,09 0,71 -0,40 1,35 1,35 0,74 4,41 -0,47 1,32 -1,74 -1,76 1,08

-18,94 -7,75 13,99 106,95 83,69 -18,12 114,63 -3,82 63,08 -17,74 38,11 14,68

0,992 4,187 0,692 5,470 3,331 3,723 1,063 0,834 10,957 1,683 3,260 2,073

2,766 16,501 3,748 27,360 17,375 6,267 3,851 2,127 25,296 5,281 11,080 35,510

158 100 83 700 342 237 436 392 1284 32 38 155

1,032 1,253 1,060 12,180 1,714 3,250 4,030 1,390 25,250 16,730 5,085 9,765 0,660 0,450 7,650 0,157 2,960 0,403 12,810 7,150 9,660 1,124

-1,42 4,23 -1,30 -0,92 0,93 0,56 -3,81 -0,12 0,72 1,50 1,24 -2,65 5,01 0,26 3,68 5,91 5,78 4,53 3,65 -1,40

9,85 7,55 -8,46 -13,62 99,30 -17,72 -1,68 -5,76 68,33 -4,13 33,14 9,97 1,38 18,42 118,57 27,32 14,95 29,37 108,29 111,85 147,38 28,09

0,686 1,081 0,490 9,359 0,513 2,964 2,942 1,103 12,450 12,311 2,437 8,583 0,651 0,299 2,327 0,054 1,534 0,271 0,087 5,408 3,198 3,770 0,644

2,207 2,032 3,997 27,320 3,417 5,284 7,232 2,791 28,060 26,940 11,680 15,682 3,009 1,770 8,363 0,684 5,548 3,412 0,087 15,056 22,990 11,222 1,973

5305 137 44 57 106 89 37087 25 314 66209 540 1446 63 33 383 56 102 27 1976 531 84 57

19,190 9,845 5,885 6,220 4,485 4,777 0,447 0,190 11,170 4,920 0,590 11,320 7,565 1,280

1,00 2,18 1,90 1,39 0,73 -0,68 0,22 -1,20 0,81 -0,40 1,16 1,54 0,23

-10,07 102,16 132,84 99,41 54,66 12,88 -2,83 6,80 2,01 21,93 20,41 -14,95 -9,75 -33,05

13,164 3,437 1,918 2,468 2,667 3,432 0,272 0,129 8,579 3,511 0,394 8,181 4,961 1,201

25,670 17,702 14,614 14,652 9,321 10,221 0,762 0,538 20,091 8,047 1,021 29,690 19,508 6,347

1500 10470 588 480 22 200 5 9 6372 18 147 1387 314 14

0,648 6,500 2,195 0,542 1,715 17,390 4,695 2,815 3,490 8,400 4,545 2,205 4,865

-1,97 -0,31 1,15 -0,18 -0,41 1,40 1,35 2,65 -2,89 4,48 4,50 -

-4,74 -14,92 -29,42 40,78 198,43 -10,73 3,19 10,39 -0,85 -63,00 106,59 89,60 -35,13

0,482 5,712 2,108 0,212 0,297 9,947 3,727 2,075 1,936 7,663 1,493 0,580 3,166

1,623 8,168 5,184 1,200 2,836 31,430 13,707 4,830 8,653 23,000 5,572 3,026 9,443

58 289 31 780 6 26739 1205 335 122 48 586 872 28

1,631

1,43

1,05

1,124

3,055

1656

0,962 1,496

2,54

24,45 32,39

0,618 0,813

1,566 2,518

44 450

TITOLO Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo Impregilo rnc Indesit Indesit rnc Intek Intek r Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iride Isagro It Holding IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IW Bank J Juventus FC K K.R.Energy Kerself Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M Maire Tecnimont Management e C. Marcolin Mariella Burani FG MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea Acque Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mirato Mittel MolMed Mondadori Mondo HE Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Monti Ascensori Mutuionline N Nice Noemalife Novare O

Var % inizio ieri anno

Rif € ieri

-9,65 -6,14 17,83 8,96 36,09 77,04 78,62 6,79 -7,29 -15,43 14,37 17,07 -18,86 2,97 40,77 29,36 -28,47 -27,55 -0,65 -11,39 -3,79 6,72 -10,46

2008- 2009 min € max € 1,530 11,941 0,499 1,662 5,244 1,630 1,950 0,228 0,495 1,805 1,380 0,929 0,047 1,302 0,629 2,104 0,166 3,361 6,538 3,489 19,137 12,727 1,370

5,739 15,066 1,297 4,596 10,349 10,671 13,340 0,678 1,046 6,279 5,358 4,894 0,186 2,820 2,574 6,278 1,092 7,359 14,578 10,783 67,330 48,190 3,577

Cap. in mil. di €

2,060 12,540 0,846 2,250 8,900 7,710 7,895 0,308 0,615 3,370 2,905 2,195 0,067 1,594 1,298 3,337 0,176 3,610 9,130 4,785 29,450 21,770 1,990

1,46 4,06 0,56 0,62 0,52 -0,32 1,49 2,12 1,40 2,69 0,30 -0,38 -0,08 0,23 2,27 1,28 1,81 2,40 3,03 1,27

88 422 281 892 14 868 4 103 9 252 33950 2006 16 44 955 58 45 15 1604 494 632 340 145

0,920

-1,66

17,13

0,649

1,108

183

0,158 8,600 2,120 0,452 0,843

-1,74 1,78 -0,24 0,33 0,18

-17,97 -14,34 8,72 -2,38 17,81

0,160 7,583 0,029 0,355 0,672

0,394 11,980 3,936 1,491 1,473

150 148 41 105 16

2,297 3,027 0,340 13,390 16,890

-1,82 0,92 0,15 0,98 0,42

117,57 -10,16 1,49 -23,88 32,57

0,915 2,196 0,250 12,072 9,571

2,974 4,876 0,485 25,010 21,640

71 335 23 2037 7727

2,090 0,137 1,600 2,523 5,965 3,320 5,090 8,060 4,415 2,690 0,620 14,220 1,972 2,105 5,375 3,260 1,649 2,905 0,165 8,290 0,422 1,300 0,152 0,253 1,458 5,460

0,60 -1,86 -0,62 0,25 0,38 0,79 0,69 1,96 -0,28 1,64 -8,20 3,57 2,68 -0,61 0,06 3,75 3,46 3,62 2,30 1,48 -0,98 -0,98 -0,61 -

39,33 80,22 57,33 -75,32 8,45 61,00 25,72 17,28 42,76 18,50 -36,73 -5,20 -14,32 -10,86 15,97 2,19 51,42 -20,41 -51,33 145,99 -6,01 -16,67 -29,01 3,57 26,78 98,55

0,996 0,056 0,987 1,810 4,027 1,736 3,057 4,531 2,060 1,284 0,475 12,600 1,118 1,226 3,463 1,997 0,778 2,297 0,110 2,740 0,396 0,791 0,125 0,135 0,870 2,232

4,616 0,190 1,893 18,707 7,319 8,136 6,792 13,135 5,489 4,265 1,150 22,500 5,285 5,262 8,404 5,168 2,151 5,790 1,550 11,550 0,904 2,978 0,630 0,609 3,000 5,639

656 65 99 77 393 60 5959 6855 3137 205 31 54 1075 64 92 230 170 735 3 35 62 7038 20 7 19 212

3,397 5,440 1,150

3,27 1,97 -

90,87 -4,14 -32,35

1,575 4,970 0,950

3,696 8,726 1,775

375 24 16

ieri

Var % inizio anno

0,510 -

-1,92 -

54,31 -

0,213 -

1,058 -

17 -

1,966 1,959 12,930 1,766 4,690 2,990 1,169 0,417 0,432 0,517 12,000 0,459 0,843 9,780 6,310 0,977 1,057 0,995 9,000 11,290

-1,21 -0,71 0,15 0,63 -0,53 -1,64 2,54 3,47 -0,23 -0,10 3,15 -0,88 0,46 2,44 -0,71 0,67 1,89 -1,53 0,36

-13,96 67,52 31,00 36,90 1,96 -20,77 50,55 57,06 60,00 -27,59 30,43 22,27 10,56 -2,20 -4,39 -34,87 -15,44 -5,95 -6,05 6,11

1,194 1,138 6,599 0,913 3,537 1,868 0,621 0,148 0,182 0,294 8,761 0,289 0,389 6,000 5,000 0,847 0,856 0,839 6,005 6,074

4,408 2,479 14,924 2,330 8,795 14,322 2,180 0,587 0,621 4,136 17,855 1,116 2,151 16,000 10,250 3,595 1,950 1,622 30,241 18,599

90 3325 357 685 70 90 57 2119 57 428 14 57 116 2463 1913 29 428 140 57 2022

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2,34 -0,90 2,39 -1,96 1,07 2,63 -0,46 -0,10 1,95 -0,69 2,22 -2,75 -4,32

60,23 -75,95 16,49 0,30 39,08 5,33 -0,91 65,33 41,55 -1,60 31,99 -3,41 151,70

0,119 0,091 0,165 0,879 0,499 0,442 1,955 1,345 3,688 12,439 0,204 0,113 0,355

0,585 0,400 0,523 2,134 2,980 2,268 3,234 3,248 6,307 23,940 1,156 3,632 2,289

87 28 17 32 960 22 99 61 1114 146 72 117 15

17,090 0,439 6,395 5,230 0,581 21,800 22,390 1,985 10,500 5,640 0,720 0,165 1,135 5,550 6,145 3,040 3,328 0,123 1,425 1,599 3,940 0,127 1,239 0,361 2,800 5,445

1,73 5,78 -0,54 0,77 7,59 0,55 2,96 0,71 8,84 -0,42 -5,42 -1,68 -0,16 5,65 0,53 -1,12 5,20 1,03 1,52 1,47 2,56 2,25

4,14 -23,65 4,67 -1,23 -6,37 78,84 33,12 -21,39 22,09 42,33 50,00 -58,39 27,36 39,10 44,01 46,51 1,18 -16,26 5,56 18,71 41,22 -29,50 160,02 -9,75 14,21

7,464 0,395 4,274 3,387 0,290 10,289 14,850 1,893 7,515 2,810 0,390 0,133 0,294 3,093 3,166 1,371 2,957 0,107 0,674 0,682 2,470 0,095 0,366 0,235 2,300 3,029

22,620 2,005 20,244 16,486 2,341 30,440 30,050 4,095 12,510 12,046 1,307 2,196 5,130 6,440 9,787 5,177 3,804 0,723 6,440 4,684 5,047 0,511 1,356 1,148 4,426 9,856

195 40 99 38 165 9409 3 1858 103 309 98 312 1 89 1380 358 11775 18 56 180 347 52 565 57 -

1,290 14,230 1,064 0,109 0,103 0,751 13,380 2,790 1,570 0,156 51,670 1,264 11,620 0,719 7,745

-0,56 2,36 2,18 -1,12 2,37 0,18 -0,32 -1,33 1,21 0,80 -1,02 2,31

-10,60 5,10 -9,83 21,64 14,44 -8,64 72,86 17,72 -3,03 -17,75 64,55 59,90 54,52 -15,47 31,38

0,864 7,900 0,759 0,040 0,056 0,552 6,128 2,122 1,023 0,090 25,993 0,601 4,374 0,438 4,673

2,088 24,460 2,143 0,236 0,222 1,615 23,146 2,934 1,790 1,513 51,821 2,880 17,449 3,325 15,957

143 25 14154 349 6 4515 5544 39 290 1580 38 745 20 20

9,540 0,867 2,325 2,853 0,919 0,592

0,74 0,29 3,10 1,33 3,08 2,87

-7,78 26,16 41,64 34,31 -16,53 -25,06

5,867 0,383 0,634 0,991 0,572 0,393

18,422 3,456 5,055 5,449 2,016 1,806

6022 117 37990 67 1323 529

4,290 0,138 1,400 4,585 3,658

-4,56 -0,71 -1,66 1,60

84,91 -40,17 -8,50 14,91 -5,61

1,941 0,105 1,408 3,435 3,040

6,560 0,507 3,376 11,433 7,104

45 20 42 198 237

0,207

-1,33

-72,37

0,166

0,995

11

4,040 0,476 0,730

1,25 5,08 -3,31

16,51 -25,70 -63,50

3,213 0,400 0,730

5,023 3,300 3,838

319 11 3

Rif € ieri

TITOLO Olidata Omnia Network P Panariagroup Parmalat Permasteelisa Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Pirelli Real E. Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Realty Vailog Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Snai Snam Gas Snia Socotherm Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tiscali Tod’s Toscana Fin Trevi Fin.Ind. Trevisan-Cometal TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Viaggi Ventaglio Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yorkville Bhn Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc

2008- 2009 min € max €

Cap. in mil. di €

FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 26 NOVEMBRE 2009 TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

Anima America...........................................3,712 Anima Asia .................................................5,398 Anima Convertibile.....................................6,235 Anima Emer.Markets .................................8,445 Anima Europa.............................................3,716 Anima Fondattivo ....................................12,909 Anima Fondimpiego ................................19,372 Anima Fondo Trading ..............................11,474 Anima Liquidita’ .........................................6,591 Anima Obbl. Euro .......................................7,048 Fondo Liquidità ..........................................7,579

3,712 5,414 6,249 8,514 3,799 12,972 19,388 11,570 6,591 7,050 7,579

24,15 21,93 30,49 64,27 13,57 15,60 25,15 20,82 3,83 17,27 3,75

Azi Contofon ..............................................5,207 Azimut American Trend..............................8,079 Azimut Bilanciato.....................................23,204 Azimut European Trend...........................11,734 Azimut Garanzia ......................................12,315 Azimut Pacific Trend ..................................5,714 Azimut Protezione......................................7,469 Azimut Reddito Euro................................15,742 Azimut Reddito Usa ...................................5,466 Azimut Solidity ...........................................7,828 Azimut Str. Trend .......................................4,888 Azimut Trend ...........................................17,986 Azimut Trend Italia ...................................15,226 Azimut Trend Tassi.....................................8,993 Formula 1 Balanced ...................................6,484 Formula 1 Conservat..................................6,518 Formula 1 High Risk ...................................6,835 Formula 1 Low Risk....................................6,705 Formula 1 Risk............................................6,537

5,206 8,069 23,438 11,947 12,315 5,708 7,467 15,741 5,444 7,833 4,899 18,116 15,612 8,995 6,520 6,530 6,892 6,710 6,574

3,66 14,14 12,01 13,36 2,14 6,35 8,22 7,18 -4,24 5,71 12,89 17,94 10,65 7,40 3,76 3,64 10,56 3,34 6,22

CAAM Absolute..........................................5,192 5,192 CAAM Azioni QEURO..............................12,011 12,353 CAAM AzTrend........................................98,972 100,003 7,450 CAAM Breve Termine ................................7,454 CAAM Corporate 3 anni ........................104,448 104,448

4,07 20,54 3,59 -

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Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

CAAM Corporate Giu 2012 ........................5,195 5,195 CAAM Dyn.Allocat. ....................................5,170 5,186 CAAM Eonia..........................................101,892 101,893 CAAM Equipe1...........................................5,207 5,207 CAAM Equipe2...........................................5,125 5,131 CAAM Equipe3...........................................5,030 5,032 CAAM Equipe4...........................................4,614 4,623 CAAM EuBr 14 ...........................................4,946 4,946 CAAM EuCDWin ........................................5,412 5,412 CAAM EuDoW............................................5,537 5,537 CAAM EuDoW13 .......................................4,999 4,999 CAAM EuDrag............................................5,714 5,714 CAAM Eureka Dcall....................................5,329 5,329 CAAM EuRi14 ............................................5,085 5,085 CAAM Euro Eq ...........................................3,943 3,966 CAAM For. E EqOpt 2013 ..........................4,480 4,480 CAAM For. E EqOpt2 2013 ........................4,525 4,525 CAAM For. Gar. Due - 2013........................4,874 4,874 CAAM For. Gar. EmMk EqRec 2013..........4,985 4,985 CAAM For. Gar. EmMk EqRec 2014..........4,979 4,979 CAAM For. Gar. EqRec 2013 .....................4,849 4,849 CAAM For. Gar. EqRec 2014 .....................5,154 5,154 CAAM For. Gar. EqRec2 2013 ...................4,881 4,881 CAAM For. Gar. High Div. 2014..................4,806 4,806 CAAM For. Gar. Mercati Em.......................5,643 5,643 CAAM For. Priv DivOpport. ........................4,959 4,959 CAAM Form.Gar. 2012 ..............................5,012 5,012 CAAM Form.Gar. 2013 ..............................4,887 4,887 CAAM GlEmEq...........................................4,400 4,400 CAAM Glob Eq...........................................3,815 3,806 CAAM Liquidità ..........................................8,951 8,953 CAAM MC 2012 .........................................5,000 5,000 CAAM Obbligaz. Euro ................................5,512 5,502 CAAM Pacific Equity ..................................4,086 4,081 CAAM Piu’..................................................5,565 5,564 CAAM Premium Power..............................5,059 5,062 CAAM Private Alfa......................................4,774 4,774 CAAM QBalanced......................................8,437 8,551 CAAM QReturn ..........................................5,505 5,610 CAAM Sol Azi .............................................4,938 4,969 CAAM Soluzione Tassi...............................4,978 4,988 Caam Strat95.............................................4,985 4,989 CAAM Usa Eq ............................................4,211 4,204 Unibanca Pluls ...........................................5,207 5,207

8,11 1,20 2,56 2,66 3,71 5,70 15,93 8,56 20,91 11,64 11,04 4,03 8,30 8,85 2,99 7,80 3,70 4,03 5,81 3,46 4,33 4,69 47,75 16,85 1,79 8,64 18,71 3,25 5,22 4,65 6,53 17,23 21,63 3,66

Fondersel.................................................43,673 Fondersel America.....................................8,578 Fondersel Duemila...................................92,710 Fondersel Euro...........................................7,977 Fondersel Europa ....................................12,194 Fondersel Intern.......................................13,147

10,57 15,26 2,54 6,25 17,91 5,79

43,676 8,530 92,710 7,964 12,541 13,104

TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Fondersel Italia ........................................18,242 18,891 Fondersel Oriente.......................................5,947 5,948 Fondersel P.M.I. ......................................14,444 14,837 Fondersel Reddito ...................................14,156 14,158 Talento C As.............................................94,038 94,249 Talento comp. America ...........................76,401 75,975 Talento comp. Europa...........................112,127 112,803

EC FCaPr1214 ...........................................5,000 Eurizon Az. Finanza .................................16,377 Eurizon Az. Int. Etico...................................5,224 Eurizon Az. Salute e Amb.........................13,595 Eurizon Az.Alto Div.Euro..........................25,378 Eurizon Az.Asia Nuove Eco........................9,077 Eurizon Az.EnMatPrime .............................8,435 Eurizon Az.EuropaMult ..............................5,216 Eurizon Az.Italia 130/30 ...........................16,430 Eurizon Az.MondoMult ..............................2,947 Eurizon Az.PMI Amer...............................16,250 Eurizon Az.PMI Europa ..............................7,082 Eurizon Az.PMI Italia ..................................4,539 Eurizon Az.Tecn.Avanz ..............................3,465 Eurizon Bil.Euro Multi...............................33,957 Eurizon DiversEtico....................................7,792 Eurizon F. Az.America ................................7,568 Eurizon F. Az.Euro ...................................13,188 Eurizon F. Az.Europa..................................7,661 Eurizon F. Az.Internazionali........................6,522 Eurizon F. Az.Italia ...................................11,693 Eurizon F. Az.Pacifico ................................3,443 Eurizon F. Az.Paesi Emer ...........................7,800 Eurizon F. Gar. 03/13..................................5,124 Eurizon F. Gar. 2sem06..............................5,235 Eurizon F. Gar. 2tri07..................................5,103 Eurizon F. Gar. 3tri07..................................5,062 Eurizon F. Gar. 4tri07..................................5,166 Eurizon F. Gar. Isem06...............................5,255 Eurizon F. Gar. Itri07...................................5,146 Eurizon F. Garant. 06/12 ............................5,104 Eurizon F. Garant. 09/12 ............................5,078 Eurizon F. Garant. 12/12 ............................5,086 Eurizon F. Ob. Cedola ................................6,115 Eurizon F. Ob. Emergenti.........................10,851 Eurizon F. Ob. Euro..................................14,001 Eurizon F. Ob. Euro B/T ...........................15,284 Eurizon F. Ob. Euro Corp. ..........................5,511 Eurizon F. Ob. Euro HY...............................6,808 Eurizon F. Profilo Din. .................................4,946 Eurizon F. Profilo Moder.............................5,164 Eurizon F. Profilo Prud................................5,414 Eurizon F. Rend.Ass 2anni .........................5,210

5,000 16,690 5,287 13,622 26,147 9,153 8,526 5,283 16,920 2,957 16,195 7,285 4,655 3,459 34,198 7,802 7,559 13,560 7,870 6,569 12,036 3,446 7,910 5,122 5,238 5,106 5,069 5,168 5,249 5,149 5,103 5,077 5,084 6,115 10,854 13,990 15,286 5,502 6,811 4,944 5,164 5,421 5,211

Diff.% 12 mesi 18,91 40,69 28,28 3,59 28,06 8,28 16,79

18,14 13,17 8,73 23,00 48,95 12,80 18,65 15,29 18,35 13,42 34,77 19,64 19,85 11,68 8,13 11,87 17,80 20,29 13,82 13,84 15,61 52,25 5,45 3,70 4,25 3,84 3,86 3,85 4,23 5,32 5,24 5,52 10,66 31,72 8,09 3,62 8,23 40,14 8,87 6,19 4,12 2,80

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

Eurizon F. Rend.Ass 3anni .........................5,453 Eurizon F. Rend.Ass 5anni .........................4,874 Eurizon F. Tesor.Dollaro ..........................11,287 Eurizon F. Tesor.Dollaro $........................16,915 Eurizon F. Tesor.Euro A..............................7,647 Eurizon F. Tesor.Euro B..............................7,678 Eurizon Liquidità cl. A.................................7,292 Eurizon Liquidità cl. B.................................7,458 Eurizon Ob. Internaz...................................8,074 Eurizon Obbl. Euro Corp. BT......................7,420 Eurizon Obblig. Etico..................................5,461 Eurizon Obiettivo Rend ..............................8,017 Eurizon Rendita..........................................5,982 Eurizon Soluzione 10..................................6,881 Eurizon Soluzione 40..................................5,899 Eurizon Soluzione 60 ...............................22,807 Eurizon Team 1...........................................5,965 Eurizon Team 1 Cl G...................................5,965 Eurizon Team 2...........................................5,589 Eurizon Team 2 Cl G...................................5,589 Eurizon Team 3...........................................4,607 Eurizon Team 3 Cl G...................................4,616 Eurizon Team 4...........................................3,793 Eurizon Team 4 Cl G...................................3,803 Eurizon Team 5...........................................3,599 Eurizon Team 5 Cl G...................................3,608 Intesa CC Prot.Dinamica............................5,629 Passadore Monetario.................................7,131 Teodorico Monetario .................................7,466 Unibanca Azionario Europa .......................5,553 Unibanca Monetario ..................................5,736 Unibanca Obbligaz. Euro ...........................5,798

5,456 4,874 11,243 16,925 7,650 7,681 7,295 7,461 8,028 7,418 5,453 8,017 6,012 6,903 5,928 22,995 5,967 5,967 5,593 5,593 4,613 4,621 3,794 3,804 3,611 3,620 5,645 7,131 7,466 5,716 5,736 5,793

4,24 3,26 -11,61 -11,81 2,36 2,62 1,90 2,18 -0,69 4,36 9,55 2,19 5,56 4,81 9,57 11,55 3,81 6,21 7,94 8,37 9,79 5,04 3,23 3,52 23,95 3,28 3,93

Euromob. America E. F............................12,248 Euromob. Asian Opportunities...................2,025 Euromob. Azioni Italiane..........................19,514 Euromob. Bilanciato................................26,011 Euromob. Conservativo...........................11,090 Euromob. Contovivo ...............................11,834 Euromob. Dinamico.................................31,403 Euromob. Em.Markets Bond .....................6,432 Euromob. Europe Equity F.......................13,124 Euromob. Flex Dividend ..........................13,091 Euromob. Global Emerging Markets .........7,397 Euromob. Internation. B.............................8,265 Euromob. Megatrend ..............................10,562 Euromob. Moderato...................................6,369 Euromob. Prudente....................................8,447 Euromob. Real Assets................................4,118 Euromob. Reddito ...................................15,305 Euromob. Strategic....................................3,174

12,201 2,020 19,995 26,362 11,090 11,833 31,685 6,419 13,446 13,198 7,411 8,243 10,626 6,362 8,444 4,121 15,276 3,163

10,90 10,05 13,77 6,89 1,31 1,16 7,81 18,76 13,61 3,53 42,80 -1,93 20,00 0,76 3,14 4,99 15,42

TITOLI

Val. € oggi

TITOLI

Val. € oggi

Euromob. Total Return Flex 2.....................6,525 Euromob. Total Return Flex 3.....................4,542 Euromob. Total Return Flex 4.....................6,819

Val. € ieri 6,526 4,541 6,816

Diff.% 12 mesi

TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

7,099 3,710 7,141 9,498 5,309 21,550 5,412 3,945 6,502 6,769 5,552 6,155 5,652 3,430 4,495 5,082 5,286 10,794 4,633 5,420 5,959 11,263 5,418 5,024 5,580 3,699 2,463 5,033 7,413 9,247 7,034 4,991 5,921 5,731 5,782 5,784 5,224 5,385 5,570 5,025 5,037 5,093 5,311 5,043 5,203

11,25 27,02 16,17 24,44 30,74 14,50 8,20 10,62 3,20 5,40 -1,63 8,85 12,37 12,32 25,27 15,09 44,67 21,81 14,38 23,40 17,62 10,77 1,68 25,45 12,23 17,29 8,95 2,39 6,14 5,40 13,60 -

4,18 4,99 6,45

Fideuram Azione......................................11,437 Fideuram Moneta ....................................14,616 Fideuram Performance............................11,033 Fideuram Security......................................9,554 FMS - Equity Asia.......................................7,579 FMS - Equity Europe ..................................8,240 FMS - Equity Gl Em Mkt...........................10,671 FMS - Equity Usa .......................................7,032 FMS- EqNewWo......................................14,180 FMS-Absolute Return ................................9,283 FMS-EqGlRes............................................9,960 Imi 2000 ...................................................16,890 Imi Bond...................................................15,097 Imi Capital................................................29,386 Imi East.......................................................5,328 Imi Europe................................................17,042 Imi Italy.....................................................21,424 Imindustria...............................................11,727 Imirend .......................................................9,439 Imiwest ....................................................15,271

11,516 14,615 11,036 9,554 7,594 8,374 10,772 7,000 14,250 9,265 9,858 16,891 14,996 29,628 5,313 17,541 22,051 11,840 9,438 15,241

11,00 0,93 4,85 1,57 19,11 21,05 53,47 14,53 57,52 6,43 15,44 1,32 -1,53 9,56 10,56 18,42 21,81 11,07 5,69 9,00

Pio Liq Euro ................................................5,059 Pioneer Az Valore Eur Dis...........................6,314 Pioneer Az. Am...........................................6,101 Pioneer Az. Crescita ................................12,780 Pioneer Az. Europa ..................................13,871 Pioneer Az. Giap.........................................3,367 Pioneer Az. Paesi Em. ................................9,635 Pioneer Monet. Euro................................13,098 Pioneer O.Euro C.Et. Dis ............................4,927 Pioneer Obb. Euro G. Dis ...........................6,548 Pioneer Obb. Paesi E. Dis ..........................8,932 Pioneer Obb. Più Dis ..................................8,162 Pioneer Target Controllo............................5,300 Pioneer Target Equilibrio............................5,228 Pioneer Target Sviluppo ..........................22,156

5,059 6,484 6,093 13,183 14,230 3,363 9,736 13,095 4,919 6,524 8,925 8,145 5,297 5,232 22,162

0,86 16,15 17,17 8,60 12,20 12,84 49,38 3,35 15,66 5,44 44,50 4,36 8,94 7,75 4,77

Bim Az.Small Cap It....................................6,934 Bim Azion.Globale .....................................3,667 Bim Azion.Italia...........................................6,960 Bim Azionario Europa.................................9,307 Bim Azionario Usa......................................5,316 Bim Bilanciato..........................................21,403 Bim Corporate Mix.....................................5,422 Bim Flessibile .............................................3,897 Bim Obblig.BT............................................6,505 Bim Obblig.Euro.........................................6,789 Bim Obblig.Globale....................................5,564 Sym Az It ....................................................5,995 Symph.MS Adagio.....................................5,655 Symph.MS America...................................3,434 Symph.MS Asia .........................................4,477 Symph.MS Europa.....................................5,051 Symph.MS Largo.......................................5,286 Symph.MS P.Emerg................................10,716 Symph.MS Vivace......................................4,630 Symph.S Asia Fless. ..................................5,392 Symph.S Az. Inter.......................................5,891 Symph.S Az. Italia....................................10,979 Symph.S Bil.Eq.Ital. ...................................5,368 Symph.S Bond Fless..................................5,031 Symph.S C.Az.Euro ...................................5,461 Symph.S C.Az.It.Small Cap .......................3,615 Symph.S Fortissimo...................................2,429 Symph.S Italia Fles.....................................4,993 Symph.S Monetaria ...................................7,411 Symph.S Ob.A.Europ ................................9,270 Symph.S Pat.Gl.Red..................................7,022 Symph.S Pat.Glob. ....................................4,952 Syn Az Eu ...................................................5,796 Syn Az Glob................................................5,661 Syn Az Usa .................................................5,780 Syn AzSC It ................................................5,652 Syn Bil 15....................................................5,209 Syn Bil 30....................................................5,345 Syn Bil 50....................................................5,499 Syn Monet..................................................5,023 Syn Ob Eu BT .............................................5,039 Syn Ob Eu MT ............................................5,108 Syn Obb Corp ............................................5,323 Syn Tesor ...................................................5,041 Syn Tot Ret.................................................5,184


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

LETTERE,COMMENTI&IDEE

■ 38

IL SABATO DEL VILLAGGIO

ANTIGONE E LE PROTESTE DEGLI STUDENTI

MA A CHE COSA SERVE QUESTA TV PUBBLICA? L’audience, di per sé, non può aggiungere nulla ai codici di un Servizio pubblico. (dall’intervento di Sergio Zavoli, presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, al Seminario nella Sala Capitolare – Roma, 24 novembre 2009) on tutto il rispetto che si deve a Paolo Ruffini, l’ex direttore di RaiTre sacrificato dall’epurazione del centrodestra, non si può dire che la sua sostituzione con un professionista come Antonio Di Bella, già direttore del Tg3, rappresenti di per sé uno scandalo. Per quanto bene abbia fatto Ruffini nel suo incarico, dopo sette anni di gestione l’avvicendamento di qualsiasi direttore è legittimo e finanche opportuno, anche solo per rinnovare i rapporti di lavoro all’interno di una rete o di una redazione. Semmai si possono contestare i modi – o meglio, la mancanza di modi – da parte dell’azienda, ma questa è una questione di correttezza e di stile. Non si offende però la professionalità di nessuno a dire che Ruffini, come accade a tutti o quasi i dirigenti della Rai, è stato rimosso in forza delle stesse ragioni per cui a suo tempo fu insediato: e cioè per motivi o legami politici, in base a considerazioni di maggiore o minore affidabilità che determinano di volta in volta le scelte della partitocrazia. Questo era vero all’atto della sua nomina ed è vero tuttora. E sta proprio qui, in questo vizio d’origine, il “male oscuro” del servizio pubblico televisivo italiano: vale a dire la sua subalternità al potere politico. Con l’aggravante che ormai, sotto il dominio del centrodestra, il controllo effettivo della Rai s’è spostato dal Parlamento al governo e per di più un governo presieduto dal suo principale concorrente privato. È proprio quello della “governance”, cioè della guida o del comando, il nodo fondamentale da sciogliere per garantire al servizio pubblico condizioni di autonomia e indipendenza. Fino a quando la maggioranza parlamentare nominerà la maggioranza del consiglio di amministrazione e fino a quando il governo – attraverso il ministero del Tesoro – indicherà il direttore generale, quella di viale Mazzini resterà un’azienda a sovranità limitata. Per passare finalmente dalla Rai dei partiti alla Rai dei cittadini, occorre invece che la politica compia non uno, ma due passi indietro: rimettendo, per esempio, la nomina del vertice a un’autorità “super partes” come la presidenza della Repubblica; oppure ai presidenti delle due Camere, se una di queste fosse riconosciuta – come sarebbe opportuno in un Paese civile – all’opposizione; o ancora a una Fondazione, con un Consiglio composto per un terzo da parlamentari, per un terzo da esponenti del mondo culturale o professionale e per un altro terzo da rappresentanti delle associazioni degli utenti e dei consumatori. E magari con una struttura operativa più ristretta e qualificata. Ma c’è un’altra sudditanza da cui la Rai dev’essere affrancata, per poter ritrovare un ruolo, una funzione e quindi un’identità nel sistema dell’informazione nazionale. È la schiavitù dell’audience, la rincorsa degli ascolti in funzione della raccolta pubblicitaria. Finanziata in parte dal canone d’abbonamento e in parte dalla pubblicità, un canone per la verità inferiore alla media europea e una pubblicità più limitata del competitor privato, l’azienda di viale Mazzini non può continuare a essere – come Arlecchino – serva di due padroni. Il servizio pubblico esiste praticamente in tutti gli stati democratici d’Europa e, al di là dell’Atlantico, perfino negli Stati Uniti. Generalmente viene finanziato solo dal canone d’abbonamento: così in Gran Bretagna, in Spagna e adesso anche in Francia. E sebbene in quest’ultimo Paese la decisione di abolire la pubblicità non abbia prodotto finora gli effetti desiderati, provocando anzi un calo degli ascolti, si tratta verosimilmente di un investimento a lungo termine, destinato a dare i suoi frutti nel tempo. Sta di fatto, comunque, che nel suo strabismo congenito raramente la nostra televisione pubblica riesce a conciliare audience e qualità. In un seminario organizzato nei giorni scorsi dalla Commissione parlamentare di Vigilanza, sul tema “Lo stato della Tv in Italia e il ruolo della Rai”, è toccato al sottoscritto ricordare in apertura la definizione con cui Sir John Reith, il padre fondatore della mitica Bbc inglese, indicava i compiti del servizio pubblico: “Educare, informare, intrattenere”. Ecco, al primo posto “educare”, per dire un ruolo pedagogico che presuppone un soggetto responsabile in grado di trasmettere un sapere anche a chi non necessariamente lo chiede. Poi, informare e quindi intrattenere: cioè le notizie per essere aggiornati e infine l’evasione per divertirsi. Ma purtroppo bisogna concludere che la nostra tv pubblica ha ormai rinunciato a svolgere una qualsiasi funzione educativa, nel senso più nobile del termine. E spesso, si riduce a disinformare più che informare. O peggio ancora, diseduca e disinforma anche quando vuole intrattenere. (sabato@repubblica.it)

CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it

Ernestina Liberi ernestina.liberi@gmail.com

C

© RIPRODUZIONE RISERVATA

entile dottor Augias, sono un’insegnante di latino e greco non lontana dalla pensione, convinta che lavorare con i ragazzi sia un privilegio. Mi hanno colpita le affermazioni del ministro Gelmini a proposito delle recenti proteste degli studenti. Ha invitato i ragazzi «a non schierarsi», aggiungendo «dalla parte della conservazione di un sistema inefficiente». Già nel passato il ministro aveva lamentato la politicizzazione dei docenti, esortando i ragazzi a tenere fuori la politica dalla scuola. È il contrario di ciò che ripeto ai miei studenti, e non solo per quello che i Greci ci hanno insegnato sul concetto di “polis” ma anche perché è proprio la lontananza dei ragazzi dalla politica uno dei sintomi gravi dello stato di sofferenza della scuola. I miei alunni non si sottraggono allo studio, dimostrano impegno anche nei confronti di argomenti impervi, viaggiano, se le loro possibilità lo consentono, sono complessivamente più organizzati e realistici di quanto fossimo noi; ma, nella maggior parte di loro, c’è alla base, la consapevolezza di un mondo le cui “leggi”, per quanto ingiuste, non si possono cambiare e vanno, in definitiva, accettate. A me pare che questo stronchi una delle forze più grandi che da sempre hanno mosso la storia.

G

GIOVANNI VALENTINI

Q

uesta lettera è arrivata insieme a un volumetto pubblicato da Il Melangolo: Il racconto di Antigone e Elettra di Simone Weil. Negli anni Trenta la pensatrice si trovò a scrivere per una pubblicazione operaia. Tra le altre cose raccontò in termini semplici e pregnanti la tragedia di Antigone, capolavoro di Sofocle. Il tema coincide, felice coincidenza, con quello agitato dalla prof Liberi. Condannata a morte dal re di Tebe per aver voluto seppellire suo fratello, dichiarato nemico della patria, l’eroica giovinetta risponde: «I tuoi ordini, secondo me, hanno meno autorità/ delle leggi non scritte e imprescrittibili di Dio… Ma i capi possiedono molti privilegi, / soprattutto quello di agire e

L’ambiente ha bisogno di maggiore sensibilità

No, non è davvero un paese per vecchi

Franca Bulgarelli f.bulga@libero.it

Mario Massa Milano

IL ministro per l’Ambiente in tv, alla domanda di una conduttrice che chiedeva cosa facesse di concreto personalmente per rispettare l’ambiente, ha risposto «Mi sono scoperta sensibile... ad esempio i led degli elettrodomestici, non dico tutte le sere, ma quando vado in vacanza per un mese, li spengo». Ho pensato allora a tutto quello che io e la mia famiglia mettiamo in atto quotidianamente da anni (raccolta differenziata, beviamo acqua dell’acquedotto, utilizziamo spessissimo la bicicletta, spegniamo gli stand by tutte le sere, acquistiamo alimenti con meno imballaggio possibile, accendiamo solo le luci indispensabili ecc..). Se la signora Prestigiacomo si reputa “sufficientemente” rispettosa dell’ambiente spegnendo i led quando va in vacanza, non credo che assisteremo a grandi cambiamenti in tema ambientale in Italia. Occorre fare molto di più. Faccio solo un esempio guardando ogni giorno la quantità di cartacce in giro per le strade: se al più presto non viene reso obbligatorio, alle aziende di qualsivoglia prodotto, di descrivere (su ogni confezione) in modo chiaro ed eventualmente colorato, dove deve essere riposto ogni tipo di imballaggio nell’ambito della raccolta differenziata, ne saremo sommersi.

MI auguravo che una volta raggiunta l’agognata pensione potessi godermi i privilegi dell’età, ma mi sbagliavo. Sui mezzi pubblici neanche l’accenno a cedere un posto; i borsaioli numerosi si accaniscono sugli anziani. Anni fa c’era il bigliettaio che era un deterrente. Semafori e strisce pedonali sono poco rispettati, il pedone è un intruso. Se decido di uscire di sera, devo aggregarmi a qualcuno. Non

parlare a loro piacere». Sua sorella Ismene, meno risoluta, cede all’ordine: «Obbedirò a coloro che sono al potere/ Non sono fatta per oppormi allo Stato». Antigone invece è pronta ad affrontare la morte pur di non venir meno ad una legge che reputa molto più alta e giusta di quella emanata dal re. La tragedia si compie fino in fondo. Il coro chiude così: «Le parole altezzose degli uomini superbi si pagano/ con terribili sventure; è così che invecchiando/ essi imparano la moderazione». Un illuminato prof di greco ci fece tradurre Antigone, una delle esperienze più formative fatte al liceo. Chi sa se il ministro Gelmini la conosce? Se la ritiene troppo politicizzata? © RIPRODUZIONE RISERVATA

vedo tutto nero per carattere, ma la realtà mi porta al pessimismo.

Che fatica per passare da sudditi a clienti

L’AMACA

Simone Secchi Cantù SONO un abbonato Fs lombardo, che grazie all’intervento della Regione può usufruire di una riduzione del 20% sul prezzo dell’abbonamento ferroviario di dicembre. Leggo su Internet che posso recarmi in una biglietteria oppure in una rivendita autorizzata. Vado in agenzia, poiché nel mio comune la

MICHELE SERRA

altra sera esco dal cinema, salgo in macchina e accendo la radio. Prima notizia: il presidente del Consiglio dice che siamo “sull'orlo della guerra civile”. Seconda notizia, il Consiglio superiore della magistratura dichiara che il presidente del Consiglio è “un pericolo per la democrazia”. In tempi normali, e in un paese normale, un normale cittadino, udite quelle parole, si chiede se è il caso di dormire a casa oppure, con una barba finta, riparare nel più vicino motel per sfuggire ai rastrellamenti. Ma dai finestrini della mia macchina non vedevo passare autoblindo, e il silenzio della notte non era rotto da colpi di cannone e da sirene ululanti. Tanto è vero che, dieci secondi dopo, avevo già cambiato canale e guidavo sereno ascoltando Laura Pausini. Questo può significare due cose. La prima: accadono cose orribili e viviamo giorni tremendi, ma per assuefazione o per cinismo non ce ne rendiamo più conto. La seconda: non viviamo affatto cose orribili e giorni tremendi, solo una mediocre decadenza, e il clima da Ultimi giorni di Pompei è solo un espediente retorico per farci credere che di fianco a noi stia passando la Storia. Sinceramente, non saprei dire quale dei due equivoci sia quello in atto. So solo che entrambi sono equivoci. Per questo ascolto Laura Pausini.

L’

© RIPRODUZIONE RISERVATA

stazione non ha biglietteria. Mi dicono che non si può fare. Mi spingo fino a Milano Porta Garibaldi, mi metto in coda, e dopo venti minuti ho l’abbonamento ridotto. Non faccio in tempo a rimettermi in cammino, che mi accorgo di un errore: mi hanno rilasciato l’abbonamento per il mese che sta per finire. Torno indietro, altri venti minuti di coda, e finalmente ho il “titolo di viaggio” definitivo. Tempo totale: un’ora e venti. Chiedo: è un buon servizio? Era tanto difficile dire alle agenzie di viaggio di emettere un abbonamento ridotto? O addirittura vendere l’abbonamento via Internet? Sarà lunga la strada per diventare, da sudditi, clienti.

Le paghe del personale e i finanziamenti bancari Francesco Scutellari Pres. Tribunale di Bologna CON riferimento all’articolo del 25 novembre «A Milano il Cancelliere è “volante”, a Bologna sos dei giudici alle banche», preciso di non aver mai richiesto finanziamenti alle fondazioni bancarie per «pagare il personale», ma semplicemente di aver cercato di coinvolgere Enti, fra cui la Fondazione del Monte, ed istituzioni pubbliche con esiti, nella maggior parte dei casi estremamente positivi, in progetti comuni per il miglioramento dei servizi giudiziari. Nessun progetto è attualmente in corso da parte del Tribunale di Bologna con fondazioni bancarie e tanto meno con la Fondazione del Monte.

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la Repubblica

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SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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L’ALLARME DEL QUIRINALE

PERCHÉ IL PD NON VA AL NO-B DAY?

MASSIMO GIANNINI

ADRIANO SOFRI

(segue dalla prima pagina) irritualità dello strappo procedurale è direttamente proporzionato alla gravità del conflitto istituzionale. In molti, nel centrodestra, cercano ora di piegare secondo convenienza le parole di Giorgio Napolitano. Di dimostrare che quel suo appello a fermare «la spirale della drammatizzazione» sia rivolto esclusivamente ai magistrati. Che quel suo richiamo «all’autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche» indirizzato a «quanti appartengono all’istituzione preposta all’esercizio della giurisdizione» sia una messa in mora per l’intera categoria dei “giudici comunisti”. Mentono, i corrivi esegeti del presidente della Repubblica. Accecati dall’odio che il premier continua copiosamente a produrre e a riversare non solo contro le “toghe eversive”, ma contro tutte le istituzioni di garanzia, non vedono (o fingono di non vedere) una verità scomoda che nasce dalla pura e semplice logica politica. L’inusuale “messaggio alla nazione” lanciato ieri da Napolitano attraverso la stampa è soprattutto una risposta alla farneticante “risoluzione strategica” lanciata l’altroieri da Berlusconi attraverso l’Ufficio di presidenza del Pdl. Coerenti con la fase, che se possibile esige l’ulteriore estremizzazione del “berlusconismo da combattimento”, la riunione di quell’organismo di partito, e il comunicato che ne sintetizza i “lavori”, rappresentano un atto da “consiglio di guerra”. Riflettono il passaggio dallo “stato di eccezione” (che richiede il varo immediato dell’ennesima legge ad personam sul processo breve) allo “stato di assedio” (che impone una reazione violenta e irriducibile contro tutti i “nemici”, interni ed esterni). In quella riunione, e in quel comunicato, si lascia trapelare l’immagine di una «guerra civile» (salvo abbozzare una sedicente smentita, a danno ormai compiuto). Si parla di una magistratura che ha «sovvertito» l’ordine dei poteri costituzionali, ha intaccato «la natura stessa della democrazia», e ormai, forte di un «peso abnorme» che soverchia «la sovranità popolare», ha come obiettivo manifesto quello di «rovesciare il governo». Con una drammatica escalation dei contenuti e dei toni, il presidente del Consiglio offre agli italiani la rappresentazione di Palazzo Chigi come il suo personale “Palazzo d’Inverno”. Gli offre la narrazione, manipolata e artefatta, di un “assalto” che non c’è. Ma che gli serve per uscire dall’angolo, e per partire al contrattacco. Per il Quirinale si tratta di una «spirale pericolosa». Per questo, soprattutto, Napolitano sente il bisogno di spiegare ai cronisti la sua inquietudine. Lo fa chiedendo a tutti il recupero di una misura e di una responsabilità che sempre dovrebbero caratterizzare chi ha a cuore la tenuta delle istituzioni e la qualità della democrazia. Quindi, certo, anche a quei magistrati che devono evitare di ribattere colpo su colpo, attraverso tv e giornali, agli attacchi di Berlusconi. È accaduto anche l’altroieri sera, subito dopo i lanci d’agenzia sulle conclusioni dell’ufficio di presidenza del Pdl. Ed è un errore, che non aiuta ma anzi danneggia la magistratura. Le toghe, secondo il Colle, devono rispondere attraverso le formule che la Costituzione gli offre (le istruttorie e le delibere, da discutere al plenum del Csm) e i canali che la giurisdizione gli apre (le indagini e i processi, da sveltire e da rendere più efficienti). Ma qui siamo all’ovvio, e per molti versi al già detto. Quel che c’è di nuovo, nel discorso del Capo dello Stato, riguarda il premier. Il suo insostenibile “teorema”. Afferma che i giudici vogliono far cadere il governo: come fa a dirlo? Quali elementi di prova può portare, a supporto di questa asserita intenzione “para-golpista”? E per smontare questa suggestione irresponsabilmente alimentata dal Cavaliere, Napolitano gli rovescia contro proprio lo stesso “assioma” sul quale poggia la sua visione populista e plebiscitaria della democrazia: nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia del Parlamento e della coalizione che ha ricevuto dagli elettori il consenso per governare. È il ribaltamento, concettuale e politico, dell’essenza più profonda dell’anomalia berlusconiana: se sei l’Unto del Signore, se sei il Prescelto dal Popolo, cosa hai da temere? Non sono i “rossi”, asserragliati nella corporazione dell’Anm o trincerati nelle casematte del Pd, che possono abbatterti. Può farlo solo la tua stessa maggioranza. Questo ha voluto dire, Napolitano. Nonostante le torsioni alle regole e gli strappi al tessuto costituzionale che il presidente del Consiglio ha azzardato in questi anni, in questi mesi, in questi giorni, in Italia la democrazia resiste, ancorché stressata e maltrattata. Come fa allora il Cavaliere a parlare di «guerra civile»? Certo, neanche il Capo dello Stato può sottovalutare i problemi che si aprirebbero, in presenza di una condanna per corruzione in atti giudiziari o di una nuova incriminazione per associazione mafiosa, per il capo del governo. Il premier può restare ancora al suo posto? La risposta a una domanda del genere non spetta al Quirinale, né ai presidenti delle Camere, né ad altri poteri. In questi casi ci si attiene alle ordinarie garanzie costituzionali: la presunzione di innocenza, l’attesa di tre gradi di giudizio e della sentenza definitiva, passata in giudicato. Ma ci si appella anche alle sensibilità morali e politiche dei singoli: si può governare un Paese, in presenza di

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una condanna per aver pagato il silenzio di un testimone o in pendenza di un’eventuale coinvolgimento nell’inchiesta riaperta sulle stragi del ’93? Tutto dipende dalla stabilità del leader. E soprattutto, ancora una volta, dalla tenuta della maggioranza che lo sostiene. Se l’una o l’altra non reggono, il presidente della Repubblica non può far altro che verificare cosa accade in Parlamento. A leggerlo bene, il messaggio che arriva dal Colle è chiarissimo. Il presidente della Repubblica vigila, e non arretra. Per usare la formula di Hans Kelsen, mai come oggi è e resta «custode e arbitro delle regole del gioco», in un intreccio di mediazione/competizione con le altre istituzioni e nel rispetto del principio di maggioranza. È bene che Berlusconi ne tenga conto. Ed è bene che gli italiani guardino al Quirinale con fiducia e speranza. Dal “tempo di ferro” si può uscire, prima o poi. m. giannini@repubblica. it © RIPRODUZIONE RISERVATA

(segue dalla prima pagina) on è facile capire perché non siano entusiasti, compiaciuti e grati. Difficilissimo poi è capire perché facciano trasparire nei confronti della manifestazione una diffidenza e un fastidio. Sia detto senza alcuna ironia: io sono di quelli che confidano nell’utilità civile del Pd, concordo con la necessità di costruire un’alternativa al vigente modo di governo, e sono pronto a investire il penultimo soldino su ogni nuova tappa dell’affannata carriera del Pd, dunque adesso sul Pd uscito dalle primarie. Si insinuerà che nel Pd, che non è più un partito così grande, soffi ancora l’aria boriosa da grande partito che spinge a malaugurare e denigrare qualunque iniziativa nasca fuori dalla sua ombra, e minacci di fargli ombra. Preferirei escludere che valga una spiegazione così cretina. E allora? Si tratterà dei contenuti della manifestazione? Ma quelli dei promotori, se non sbaglio, sono addirittura ovvii: amore di giustizia, rispetto della legalità, la richiesta che Berlu-

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sconi si faccia processare e l’auspicio che lasci il governo. E comunque, non si condiziona la propria simpatia e adesione a una libera manifestazione alla coincidenza letterale con le parole d’ordine dei suoi promotori, o al rischio che vengano introdotte da altri partecipanti parole d’ordine inaccettabili – antipolitiche, come si dice, e forcaiole, per esempio, com’è possibile – o comportamenti ancora più inaccettabili – violenti o volgari, per esempio. Non aderendo ufficialmente come partito alla manifestazione il Pd avrebbe fatto una eccellente figura, se avesse dichiarato di volerne rispettare l’indizione “volontaria” e non di partito e di non volerle cucire addosso il proprio distintivo, e avesse insieme espresso il proprio apprezzamento e l’esortazione alla sua più forte riuscita. E se si fosse impegnato a portarvi le proprie aspirazioni e proposte e il proprio linguaggio. Ma la posizione espressa svogliatamente da Bersani, se non sbaglio – me ne rallegrerei – non è stata neanche un “né aderire né sabotare”: è stata un non aderire, e “lasciar liberi” i propri aderenti (ci mancherebbe altro) di partecipare, col tono col quale un professore di greco lascerebbe andare al gabinetto un alunno sapendo che ci andrà per fumare e saltare l’interrogazione. Ha detto: «Certamente non c’è una proibizione ad andarci». (Una frase più calorosa è stata pronunciata da Rosy Bindi). Nemmeno voglio credere che i responsabili del Pd abbiano ceduto alla preoccupazione di fare il gioco di Di Pietro e qualche suo emulo – oltretutto perché caso mai è così che lo fanno. Di Pietro fa capolino dentro ogni fotografia di gruppo, come quel giovane Paolini, e si spinge a compitare frasi inconcepibili: «Chi non sarà con noi sarà alla stessa stregua del governo Berlusconi». Ma se è bene che il Pd non si regoli sulle intimidazioni di Di Pietro, è ancora più bene che non si senta in dovere di starsene a casa per fargli un dispetto. Molti militanti e anche dirigenti del Pd hanno fatto sapere che saranno in strada il 5 dicembre. Sarebbe ora che i partiti e i politici di professione che, con gran sacrificio di una vita sana, li guidano, sentissero che una considerazione appropriata della responsabilità personale non contrasta con la più varia partecipazione collettiva, ma la libera dalla disciplina esteriore e dall’alienazione. Si può unirsi a tanti altri da liberi individui, senza farsi costringere alla scelta fra starsene fuori o entrare nei ranghi fino a diventare irriconoscibili. Una manifestazione come quella promossa grazie alla rete, qualunque appropriazione indebita vi si tenti, è fatta proprio per realizzare questa meraviglia: di riconoscersi negli altri restando se stessi. E infine, si solleva un’altra obiezione: che la manifestazione “personalizza” la battaglia politica, riproducendo, come in uno specchio, l’espropriazione personale che Berlusconi fa del governo e delle leggi. È così, in un certo senso, ed è inevitabile che lo sia. Bersani ha proposto lo slogan: «Sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri». Ma appunto. È un’ottima ragione per rivendicare i problemi nostri. Ma anche per dirgli che la finisca di spodestarli coi problemi suoi. Dirglielo il 5, l’11 e il 12. Sarebbe seccante che le mille piazze dell’11 e del 12 sembrassero una toppa (il 12 dicembre, poi, saranno quarant’anni dal 12 dicembre). La vita pubblica italiana è occupata – legalmente? certo – da Berlusconi al punto tale che solo il suo sgombero può rimettere in moto una dialettica: che non sarebbe del resto né facile né garantita nei suoi esiti democratici. Ma non può sentirsi normale un paese il cui presidente del Consiglio di diritto e caudillo di fatto passa parossisticamente da un giorno all’altro con il fiato della magistratura e degli scandali sul collo. Che questa febbre non possa durare è sentito da tutti, compreso lui e quelli fra i suoi che proprio per questo cercano affannati il colpo di chirurgia che li tiri fuori dal pronto soccorso. Dicono, i più volonterosi, che si tratta di assicurargli l’esenzione necessaria a farlo governare, dopo di che tornerà nei panni del cittadino uguale agli altri. Al punto cui è arrivata la crisi italiana sarebbe più ragionevole riconoscergli un’esenzione definitiva purché smettesse di governare. Ci sono arcipelaghi ancora accoglienti nel mondo. Si obietta che Berlusconi sia stato perseguitato dalla giustizia perché era entrato in politica. Ma era entrato in politica perché la giustizia non gli portasse via la roba: è in fondo la sua propria versione. Non promette niente di buono il ritorno dell’immaginetta del mafioso convertito e scolaro di teologia e aspirante a proseguire l’opera del padre Puglisi che ha ammazzato l’altroieri: si vorrebbe che i collaboratori di giustizia restassero tali, tornaconto reciproco e basta. È vero che il governo non può esser messo in mano ai pentiti, ma è vero anche che i pentiti non possono essere messi in mano a questo governo. La giustizia in Italia è molto lontana dall’essere giusta. Ma la pretesa di Berlusconi e dei suoi avvocati di tagliarla sulla sua misura con mille e uno espedienti è ormai rovinosa. Tanto più quando all’altro capo c’è uno zelo di leggi liberticide e criminogene, un trionfo della morte carceraria. Non ci sono bombe, nell’Italia di ora, finora. Ma le frasi dal sen fuggite sulla guerra civile sono foriere di guai, e non vale richiamarle mezz’ora dopo. È forse questo a trattenere il Pd, a farlo muovere, dimagrato com’è, come se si prendesse ancora per un pachiderma – questo senso dei pericoli del momento e della responsabilità? Una versione aggiornata del tintinnare di sciabole? Sarebbe, fra tutte, la spiegazione peggiore. In una vita pubblica rigonfia di emergenze e anomalie, l’unica risposta responsabile sta nella normalità. La manifestazione del 5 dicembre è una normalissima espressione dello stato d’animo e di mente di tanti cittadini. © RIPRODUZIONE RISERVATA


UN PROGETTO DI

SCIENCE FOR PEACE RINGRAZIA: 4 PREMI NOBEL 50 RELATORI di fama internazionale 2500 PARTECIPANTI alla Conferenza Mondiale Science for Peace 2500 STUDENTI presenti alla Rassegna cinematografica Science for Peace Cinema 600 STUDENTI presenti a Science for Peace LIVE presso il Piccolo Teatro Studio 1000 VISITATORI della Mostra fotografica “Ombre di Guerra”, in esposizione presso la Rotonda di via Besana fino al 10 gennaio 2010.

SCIENCE FOR PEACE CONTINUA: 5 gruppi di lavoro studieranno piani operativi di pace in diversi ambiti durante tutto il 2010: 1) 2) 3) 4)

Scienza, Università e Ricerca, per la promozione di programmi di educazione alla pace. Scienza a servizio della pace nelle aree di maggiore conflittualità. Costituzione di un Esercito Unico dell’Unione Europea, a favore di una forza di pace unica. Banche e Società Civile, per la definizione di un codice etico per la responsabilizzazione del finanziamento all’industria delle armi. 5) Disarmo nucleare come priorità della politica internazionale. I risultati saranno presentati alla 2a edizione della Conferenza Mondiale, in programma a Milano nel novembre 2010.

SARÀ POSSIBILE SEGUIRE LE ATTIVITÀ 2010 DI SCIENCE FOR PEACE NELL’AREA DEDICATA DEL SITO www.fondazioneveronesi.it Hanno sostenuto il progetto: Barilla Center for Food & Nutrition, Fastweb, Fondazione Pfizer, Lavazza, Piccolo Teatro, Telecom Italia, Toyota. Un ringraziamento speciale a Giorgio Armani.


CULT

SABATO 28 NOVEMBRE 2009

VITA DA MANUALE

Come smettere di fumare, come imparare a suonare la chitarra o usare il computer. Come fare sesso, come conservare un amore o come sopravvivere alla sua fine. E perfino come essere felici I volumi che spiegano il modo di risolvere i problemi spaziano ormai in ogni campo dell’esistenza. E hanno un successo enorme. Ecco perché

A OGGI SU REPUBBLICA.IT

EDMONDO BERSELLI lle spalle ci sono gli antichi manuali Hoepli, patrimonio tecnico dell’italianità, e la linea dei Bignami, ovvero il fai-da-te dei vecchi ripetenti. Per risalire nel tempo, le Istruzioni per rendersi infelici di Paul Watzlawick, testo base della depressione modernizzante. E lo One minute manager, “cult handbook” degli anni Ottanta, fase decisionista. Alla fine le consolazioni seriali dello shopping romanzato secondo la Kinsella. Ma adesso il manuale è cambiato. Non nasconde l’idea di trasformare, insieme con le abilità, le competenze, gli skills dei lettori, la loro stessa vita. I

nuovi manuali occorre accettarli integralmente: trovarci dentro il messaggio che risolve il problema. Come esprimersi, come guardare se stessi, soprattutto come accettarsi. Non si spiegherebbe, altrimenti, il perdurante successo di Allen Carr, da due anni nelle classifiche italiane con È facile smettere di fumare (se sai come farlo) (pubblicato da Ewi), undici milioni di copie nel mondo (Carr è anche autore di manuali sul controllo dell’alcol e del peso). SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE CON UN ARTICOLO DI SANDRO VERONESI

Cinecritica

Morandini 2010 Clint e Bellocchio a cinque stelle

Musica

L’hip hop ora si chiama Jerking Interattività Dubbi hi-tech? L’esperto risponde

Libri

Dai decollati alla ghigliottina i corpi senza testa della Kristeva FRANCESCO MERLO

Intervista

Mark Haddon “I segreti della scrittura per ragazzi” LEONETTA BENTIVOGLIO

Arte

Le geografie nascoste degli arazzi di Kentridge ACHILLE BONITO OLIVA

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SABATO

ANTONIO GNOLI

SE LA CRONACA È GIÀ UN ROMANZO Film

Tecno

Il telefono che funziona come una mail

All’interno

urono vite brevi e scandalose quelle di Cafasso e Brenda. Il pusher e il trans accomunati da una morte oscura. Verrebbe la tentazione di ricondurre quel sinistro sottosuolo in cui hanno vissuto a certe esistenze infami narrate da Michel Foucault in un libello da poco pubblicato dal Mulino. Collocate tra il Sei e il Settecento, estratte dalle lettres de cachet (con le quali un soggetto veniva condannato senza processo), quelle vite lampo, anonime e miserabili offrirono lo spunto per la creazione di bellissimi romanzi. Manon Lescaut, Moll Flanders, Madame Bovary eruppero dalla scandalosa esistenza di donne finite negli ingranaggi della giustizia, per essere catapultate ignare nella letteratura. Ma nei disinvolti feuilleton contemporanei la distanza tra vita e romanzo sembra ormai abolita. Oggi Brenda è già personaggio letterario e nessun romanziere potrebbe raccontarla meglio delle nostre cronache. Nel nuovo regime spettacolare — in cui brillano anche le vite opache dei disperati — prevale un linguaggio estraneo ai sentimenti cui dà voce. Tutto sembra vero, perché tutto è altrettanto equivocamente fittizio.

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Arriva “Triage” ma Tanovic ha perso il tocco da Oscar CURZIO MALTESE

Tempo libero

Tutte le radio del mondo in un unico apparecchio ERNESTO ASSANTE


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

LA COPERTINA R2CULTURA

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Anni Cinquanta

Anni Sessanta e Settanta

IL GALATEO

AMORE E SVOLTE

Summa dei manuali anni Cinquanta è il galateo di Colette Rosselli. Il suo Il saper vivere di Donna Letizia, nato dalla rubrica di Grazia e pubblicato nel 1960 (è stato ristampato due anni fa da Bur), diventa la bibbia del savoir faire. Contempla consigli per l’educazione dei figli e istruzioni su come comportarsi in società

Erich Fromm rende divulgativa la psicoanalisi con L’arte di amare che arriva in Italia negli anni sessanta. Dieci anni dopo Paul Watzlawick e la scuola di Palo Alto cominciano a diffondersi nel nostro Paese: da Change alla Pragmatica della Comunicazione. Più tardi arriverà Istruzioni per rendersi infelici

ISTRUZIONI PER L’USO VITA

Più forti, più intelligenti, più felici quelle mille lezioni da manuale EDMONDO BERSELLI (segue dalla copertina)

Le scorciatoie

Questi testi sembrano offrire un antidoto al caos quotidiano Finite le grandi storie servono scorciatoie Il boom

Erano una specialità americana ma adesso c’è un boom in Italia L’idea è di agire sulla mente dei lettori

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lsegreto del manuale di successo consiste nella sfasatura fra gli obiettivi proposti e i risultati conseguibili, in una specie di continuo deficit psicologico rispetto agli scopi programmati. E in effetti gran parte dei manuali presenti sul mercato non nascondono l’idea di agire su mente, psiche o almeno mentalità dei lettori, proponendo un metodo rispetto al caos quotidiano. Le grandi narrazioni storiche e ideologiche sono esaurite, e quindi tanto vale cercare un’alternativa. Una soluzione. Un’ipotesi. Una via. Anche una salvezza. Puoi fidarti di te, il recente libro mon-

dadoriano di Raffaele Morelli, psicoterapeuta, direttore di Riza Psicosomatica, è un autentico “istruzioni per l’uso” dell’anima e delle sue forme. Oscuro e semplice nello stesso tempo, volutamente tributario di Carl Gustav Jung e James Hillman, sostiene lo scivoloso argomento che il disagio psichico deriva da una cattiva gestione dell’immagine vera che ci dovrebbe rappresentare: «Solo l’Originale che ci abita ha soluzioni autentiche», scrive Morelli, aggiungendo: «Io ragiono così: in ogni sintomo che ci viene a trovare si sta manifestando una forza dell’universo, che si sente appagata solo se le diamo spazio, se la accogliamo, se la “custodiamo”». Cosicché «in un mal di testa cronico, in un attacco di panico, in un’ansia persistente, in una depressione, si stanno manifestando delle forze cosmiche: vogliono vivere con noi…». Troppo oracolare per una mentalità razionalista? In ogni caso occorrono scorciatoie, metodi brevi. Per riequilibrare immagini mentali errate o in disordine la psicologia è un ter-

reno privilegiato, anche perché prospetta risultati non «falsificabili», secondo Popper. La ricerca della felicità non ha ricette univoche. Per uno specialista di formule magiche, il catalano Eduardo Punset, «avvocato, economista e divulgatore scientifico», autore di Alla ricerca della felicità (Fazi), «la felicità è nascosta nella sala d’attesa della felicità». Secondo Joe Vitale, pioniere dell’economia su internet, presidente di due società texane (una ha il suggestivo nome di Hypnotic Marketing), con il suo Zero Limits (Edizioni Il Punto d’incontro) si tratta di applicare il sottotitolo, cioè «Lo straordinario sistema hawaiano per gioire di una vita meravigliosa in cui tutto è davvero possibile» (per chi invece volesse un antivirale a largo spettro, è appena uscito da Fazi il saggio di Till Neuburg, Astri e disastri. Manuale di sopravvivenza all’astrologia e altre superstizioni). Fra le altre superstizioni dell’Occidente, c’è l’eterno dilemma del rapporto fra uomini e donne. Domande epocali

quanto fortunose: Perché gli uomini sono fissati con il sesso… e le donne sognano l’amore?, si chiedono Allan e Barbara Pease (Rizzoli), autori del classico Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere. Diagnosi materialista: «Che cosa significa fare l’amore? È quello che fa una donna mentre un uomo la sta

scopando». E via di seguito: Manuale per donne lasciate (Il Punto d’incontro), di Rosario Alfano, «trainer e life coach», disponibile anche a rapporti personalizzati su richiesta. Oppure il volume di John Gray, Gli uomini vengono da


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Anni Ottanta

Anni Duemila

NEW AGE E SELF-HELP

CURA DEL CORPO E DELLO STRESS

Pubblicato in Italia nel 1985, Le vostre zone erronee di Wayne W. Dyer diventa uno dei più popolari manuali di self-help psicologico. Il guru motivazionale Anthony Robbins con Come ottenere il meglio da sé e dagli altri svela la via del successo. Sul versante spirituale scoppia il boom editoriale di Osho

È il trionfo dei manuali che insegnano a occuparsi del proprio corpo e a combattere le dipendenze: dal cibo (Il libro del giusto peso per sempre di Debora Conti). Molto diffusi anche quelli per sopravvivere in ufficio e per combattere lo stress: da Il mio capo è un bastardo al Metodo antistronzi

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IL RACCONTO

Per cambiare mi è bastato un libro Ho smesso di fumare. Per sempre Lo scrittore ha sperimentato un testo di successo per eliminare la sua dipendenza più radicata Ecco perché proprio questo metodo ha funzionato: merito di un avverbio ripetuto ossessivamente SANDRO VERONESI crivo queste righe in preda a una sana giustificata euforia, venata però di preoccupazione. L’euforia è per avere appena smesso (per sempre) di fumare; la preoccupazione è che una qualche eco di questo articolo possa giungere all’orecchio di mio figlio Gianni, l’unico in famiglia a non essersi ancora accorto che, dopo avere smesso per l’ennesima volta l’anno scorso, da qualche mese avevo ricominciato. E non se n’era accorto non perché sia fesso ma perché io lo ingannavo e gli mentivo sistematicamente – e lui si fida di suo padre; ragion per cui sarebbe spiacevole (sto parlando ai genitori dei suoi amici o ai suoi insegnanti che eventualmente dovessero leggere questo articolo: per favore, non traditemi) se qualcuno dovesse informarlo di questa mia condotta da tossico proprio adesso che finalmente cesserò di tenerla, dato che ho smesso di nuovo, e stavolta definitivamente. Quando ho smesso? Ventiquattrore fa. E come faccio a dire che stavolta non ricomincerò più, visto che negli ultimi vent’anni smettere di fumare e poi ricominciare è stato il mio passatempo preferito? Semplice: perché stavolta ho deciso di

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Marte, le donne da Venere (Rizzoli), «il libro sui rapporti di coppia più venduto nel mondo». L’autore, «dopo nove anni di ritiro spirituale», ha cominciato a tenere lezioni sui rapporti «ancestrali» fra uomini e donne. Dopo 17 anni di onoratissima carriera il libro ha toccato il quasi record di dieci milioni di copie vendute. Per tornare sulla terra potrebbero venire buoni i manuali «per negati» pubblicati dal 2006 negli Oscar Mondadori, sulla scia delle americane guide «for dummies»: dal metodo per la chitarra a quello per il personal computer (ma anche per le allergie, i tarocchi, il poker, la meditazione, il massaggio, il blogging). Roba pratica. Oppure gettarsi sui manuali per sopravvivere all’ambiente di lavoro, a cominciare dallo storico e fortunato testo Il metodo antistronzi, di Robert I. Sutton. Per uno sprazzo di ottimismo si può scorrere Il piacere di lavorare (Erickson), di Giorgio Piccinino, «per ritrovare la passione

del fare». Mentre per precipitare di nuovo nel più cupo pessimismo sulla natura umana e le organizzazioni si può approfittare degli sketch letterari di Pier Luigi Celli (il manager autore fra l’altro di Comandare è fottere), che escono in questi giorni per Aliberti con il titolo Coraggio, don Abbondio. Di che cosa si tratta? Dell’«arte di arrendersi e del rischio di resistere in un Paese che sta perdendo l’onore». In realtà è un manuale di autodissoluzione controllata: «storie e parabole, sermoni e invettive», ossia prediche inutili rivolte agli italiani «che ancora non si rassegnano al declino» e se non hanno il coraggio provano tuttavia a darselo, con una dose di masochismo ulteriore. Al termine di ogni manuale c’è infatti la possibile resa e rassegnazione. Un senso di inadeguatezza e disarmo rispetto ai miracoli promessi, con la frustrazione relativa. Tanto vale alla fine, esorcizzarla sul letterario, e rifugiarsi nel libro totem di Georges Perec, La vita istruzioni per l’uso, e perdersi nei suoi rebus. © RIPRODUZIONE RISERVATA

smettere per sempre, mentre le altre volte, per un’omissione di natura evidentemente lacaniana, mi ero limitato a decidere di smettere e basta – e così, dopo avere smesso ricominciavo. E come ha fatto a venirmi quest’idea geniale di aggiungere un “per sempre” al mio proposito di smettere di fumare? Non mi è venuta: me l’ha suggerita il libro più famoso di tutti riguardo allo smettere di fumare, quel fortunato manualetto di Allen Carr intitolato È facile smettere di fumare se sai come farlo che ha venduto più di undici milioni di copie in tutto il mondo. Cioè, la soluzione era lì da vent’anni (più o meno il periodo in cui io ho lottato e sempre perso contro il fumo), nel luogo più visibile di tutti – un fottuto bestseller –, e io non l’ho mai vista, e avrei continuato a non vederla, perché quel libro non l’avrei letto se La Repubblica non mi avesse chiesto di collaudare di persona uno dei tanti manuali di self-improvement che affollano gli scaffali delle nostre librerie. A quel punto (perdente sì, cieco no) ho interpretato la richiesta come una specie di ditone salvifico puntato sull’unico manuale in commercio che promettesse di fare di me un uomo migliore, giacché non

sono un mio problema l’insonnia dei figli, il diventare un genitore sereno, un bravo giardiniere da terrazzo, un guerriero della luce (sto citando dalla pletora di manuali che si trovano in libreria), né il sopravvivere a un matrimonio, o all’incertezza, o in ufficio, né il dover trovare sempre il vino giusto da bere o il ristorante giusto dove andare – e quanto ai No che aiutano a crescere ne porto uno tatuato sul polso, per dire. Smettere di fumare: questo era il mio unico,

L’invenzione

La soluzione era lì sotto i miei occhi e ho dovuto aspettare di leggere un maledetto bestseller per capire che per liberarmi dovevo fare questa scelta in modo “de-fi-ni-ti-vo”

MicroMega 6/09 Telmo Pievani Dove sono finiti quei milioni di anni? La mirabolante storia del convegno antievoluzionista al Cnr

Paolo Flores d’Arcais

IL PAPA INQUISITORE

Un saggio storico-filosofico sul regnante pontefice e il suo ritorno al “Sillabo”, che esce contemporaneamente in Germania e in Spagna

MARCO ROMANELLI Le muse nel Palazzo Le imbarazzanti prove letterarie dei nostri “onorevoli”, da Bondi a Veltroni, in una serissima analisi critico-filologica

Marco Travaglio

BERSANI

Una biografia “non autorizzata”ma inoppugnabile su politica e affari del nuovo segretario del Pd

e inoltre saggi e articoli di GIGANTE / PINOTTI / MANTELLO / BOERI / BERSANI LÉVI-STRAUSS / HEJAZI / HOLMES / SARCINELLI DAL LAGO / FRASER / BATTISTON / SCHNEIDER / BARTOLI

disperato desiderio. Dunque ho scelto il manualetto di Carr, e l’ho letto d’un fiato, e già che c’ero l’ho preso sul serio dalla prima all’ultima frase, tenendo a mente che libri del genere, se hanno un tale gigantesco successo è perché nella maggioranza dei casi funzionano. E dunque ho fatto con scrupolo tutto ciò che il manuale mi diceva di fare, ma ho, nello stesso tempo, tenuto accesa la funzione critica, nel senso che se avessi cominciato a imbattermi in sciocchezze madornali lo avrei volentieri volato fuori dalla finestra. E ho ritrovato, uno dopo l’altro, tutti i punti cardine di tutti gli altri metodi per smettere di fumare che ho frequentato negli anni, tutte le informazioni, le suggestioni e le raccomandazioni già conosciute quando avevo smesso di fumare in passato, per poi ricominciare. La sola cosa nuova, che negli altri metodi viene evidentemente data un po’ troppo per scontata e che per quanto ne so rappresenta l’invenzione peculiare del metodo di Carr è stata l’insistenza tambureggiante e talvolta perfino tediosa nel ribadire la definitività della scelta fatta, e dunque della liberazione dal fumo: si smette di fumare per sempre. Sembra niente, ma con me è questo che ha funzionato – e che mi fa essere così sicuro, solo ventiquattrore dopo avere smesso, che la mia guerra è finita, e che l’ho vinta, perché stavolta non ricomincerò. Dunque era effettivamente, sbalorditivamente facile, come dice il titolo del manuale. Così com’era facile, dopotutto, diventare miliardari scrivendolo: bastava aggiungere un cazzuto, geniale forever in calce al lavoro degli altri. Chi è che dice che gli avverbi sono inutili? © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LIBRI R2CULTURA

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Le critiche degli altri

Perché a New York non piace la Biennale di Portoghesi ANGELO AQUARO

oi non ci lamentiamo se l’Italia vista fuori dall’Italia è sempre l’Italia di quello là. Metti che possano anche stuzzicare l’orgoglio patrio le tre-paginate-tre che la New York Review of Books dedica a The Hand Of Palladio, l’edizione inglese dello studio di Paolo Portoghesi che Umberto Allemandi pubblica con le foto di Lorenzo Capellini. Poi però ti accorgi che sotto l’elogio del magnifico Andrea cova l’ennesimo ritratto dei suoi indegni epigoni. Il punto X è proprio l’autore del saggio, «l’architetto romano Paolo Portoghesi», che – oltre che per la Moschea di

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Il racconto

Scoprire l’Algeria negli anni del collegio IRENE BIGNARDI l nome Yamisna Khadra nasconde sotto il suono apparentemente femminile lo scrittore algerino Mohammed Moulessehoul, autore, via pseudonimo, di libri come L’attentatrice, Le sirene di Baghdad, Gli agnelli del signore. In questa “novella”, di Moulessehoul veniamo a conoscere un momento dichiaratamente autobiografico sugli anni passati in una severissima accademia militare per ragazzi di buona famiglia. Mentre, tredicenne, esce da un periodo di punizione, conciato come un carcerato, intravede nell’atrio del collegio una donna che lo colpisce profondamente: bref, si innamora con tutta la forza ossessiva di quell’età. E quando scopre che un suo compagno molto infelice e molto irrequieto è il figlio della bella sconosciuta, si offre di portarle, contro tutte le regole dell’istituzione, un messaggio del figlio, che le chiede di toglierlo di lì... Più efficace nel ritratto dell’Algeria postcoloniale, vista dal mondo chiuso del collegio, che nella incompiuta trama amorosa, La rosa di Blida scorre asciutto e duro, lontano da ogni sentimentalismo giovanilistico. E lascia nel lettore un sospetto di disagio.

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LA ROSA DI BLIDA

di Yasmina Khadra Nottetempo, trad. di Laura Barile, pagg. 55, euro 6

Il romanzo

Cronaca di una passione nel porto di Genova embrerebbe, la storia che ci racconta Roberto Perrone, un bell’esempio del metodo suggerito da Flaubert, e cioè prendere un fatto di cronaca da un giornale e svilupparlo. Infatti, a prima vista, La ballata dell’amore salato appare la biografia di Girolamo Moggia. Girolamo è un picchettino, una antica categoria di portuali genovesi. Unico svago, la cronica presenza alle partite del Genoa, che apparirebbe anche la sua unica passione, sin che appare sulla scena una donna non solo bella, ma affascinante. Personaggio già incontrato adolescente, nel corso di un bombardamento della città. Girolamo Moggia intreccia con lei una storia di amour absolu, funestata da una morte prematura, che fa scattare una reazione incredibile. Moggia prende a odiare la poverina, per avergli mentito. Mai gli aveva confessato la ricchezze lasciatagli in eredità: a lui, uomo umile, comunista tanto puro da rifiutare la tessera, e qualsiasi cosa collegata ai ricchi. A cancellare simile delirante amore odio provvederà una futura nuora, tanto simile alla defunta che il sorprendente - sì - romanzo si chiuderà su un ambiguo bacio.

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Mondadori, pagg. 222, euro 18

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IL LIBRO DI FRANCESCO MERLO IL CORPO SENZA TESTA

PARADOSSI

Viaggio nell’arte di staccare la testa dal corpo

Che cos’è un paradosso? Una contraddizione che non riusciamo a eliminare: un uomo risulta essere vivo e morto, un oggetto sembra esistere e non esistere, una proposizione è vera e falsa contemporaneamente. di Franca D’Agostini Carocci Pagg. 208, euro 18,30 UN MEDIOEVO GRECO. BISANZIO TRA IX E XV SECOLO

Una nuova luce sulle dinamiche feudali tra i confini dell’Impero bizantino: una società politica coinvolta in pieno dai fenomeni coevi che stanno ridisegnando l’Europa latino-germanica. di Evelyne Patlagean Dedalo Pagg. 480, euro 26 THE SIXTH FAMILY. VITO RIZZUTO E IL COLLASSO DELLA MAFIA AMERICANA

La storia dell’ascesa della famiglia Rizzuto tra Italia, Nord e Sud America e del suo leader, Vito Rizzuto, divenuto poi uno dei criminali più temuti e controversi dell'ultimo secolo. di L. Lamothe, A. Humphreys Armando Curcio Pagg. 672, euro 15,90

Una riflessione sul sonno e sul dormiente a partire proprio dal “cadere nel sonno”, da quell’entrare nella notte che ci immerge nel respiro comune del mondo. di Jean-Luc Nancy Raffaello Cortina Pagg. 104, euro 10,50 BENTORNATO MARX. RINASCITA DEL PENSIERO RIVOLUZIONARIO

La conoscenza delle teorie economiche di Marx avrebbe potuto permettere ai nostri economisti e politici di evitare, o perlomeno di attenuare, l’attuale crisi del capitalismo? di Diego Fusaro Bompiani Pagg. 380, euro 11,50

LA BALLATA DELL’AMORE SALATO

di Roberto Perrone

Happy Days e Colpo Grosso – che però, cara Ingrid, non erano programmi Fininvest – preludio all’«attuale “degrado” che dimostra che cosa l’Italia ha perso negli ultimi 15 anni di crescente cinismo e avidità». No, Palladio «non è un architetto per la degradata, triviale Italietta di oggi», e questo «è uno dei messaggi che Portoghesi e Capellini cercano di trasmettere attraverso l’insistente bellezza del libro». Noi ci becchiamo la solita ramanzina: ma Portoghesi, e quelli come lui, non potevano pensarci quindici anni prima?

FILOSOFIA E STORIA

CASCARE DAL SONNO

GIANNI CLERICI

Roma, scrive la storica dell’arte Ingrid D. Rowland – «è noto per il suo ventennale lavoro alla Biennale di architettura di Venezia, la cui prima incarnazione, nell’autunno del 1980, fu un progetto chiamato Strada Novissima». Segue elogio della Strada postmoderna, con stoccata finale: «Purtroppo, lo sponsor dietro al progetto, il partito socialista di Bettino Craxi, finì per promuovere, piuttosto che nuovi trend nell’architettura, una forza culturalmente molto più persuasiva. Quella forza era un giovane imprenditore chiamato Silvio Berlusconi». Addio Strada Novissima, benvenuti

A cura di Francesca Bolino © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai decollati alla ghigliottina “rivoluzionaria” il percorso molto femminile e femminista della Kristeva FRANCESCO MERLO volte testa e corpo sono separati in casa, stanno attaccati ma non comunicano, e quasi sempre vince il corpo che desidera, contro la testa che ragiona. Altre volte la testa sopravvive al corpo, magari sepolta sotto l’umida pianta di basilico della bella Elisabetta, come raccontò il Boccaccio non sospettando che gli psicanalisti vi avrebbero letto l’invidia del pene e gli antropologi la voglia d’impadronirsi dell’anima. Ma la testa è sede del sesso o dell’anima? La risposta la si può (forse) trovare nelle 216 pagine di La testa senza il corpo, singolare e appassionante libro-catalogo di una mostra che nel 1998 fu organizzata al Louvre da Julia Kristeva, forse la più prolifica intellettuale francese, psicanalista, semiotica, romanziera, biografa di Santa Teresa e di Colette, e con lo charme parigino d’essere nata in Bulgaria (nel 1941). Pubblicato da Donzelli, il libro arriva in Italia dopo che Iraq e Pakistan hanno rilanciato la decapitazione, anche nella forma “abbreviata” dello sgozzamento che è un lavoro da macellaio in confronto alla raffinatezza illuminista del recidere la vita. Infatti la psicanalisi non si sporca con gli sgozzatori ma si concede ai tagliatori di teste, e nei decapitati vede dei castrati: «I nostri antenati – scrive la

A

Kristeva – sembravano mirare alla testa delle donne... Certamente più di una regina fu decapitata: Anna Bolena, Maria Stuarda, Maria Antonietta… Ma più ci si avvicina alle epoche moderne, più la decollazione riguarda gli

uomini. Per la castrazione è d’obbligo: cosa si potrebbe tagliare a una donna?». È un viaggio, molto femminile (e femminista), della psicanalisi nell’arte della decapitazione, dai crani del paleolitico superiore si-


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Internet club

ezioni di poesia. Riflette sullo “scandalo Catullo” Charlotte Higgins, sul suo blog nelle pagine on line del Guardian. I fatti: il finanziere Mark Lowe, 59 anni, denunciato per mobbing da una sua dipendente, è stato anche accusato di molestie sessuali a una stagista in seguito ad uno scambio di sms. La ragazza, citando San Paolo, invitava Lowe ad amare i propri nemici. Il manager ha risposto con un verso di Catullo: Pedicabo ego vos et irrumabo (in pratica, praticherò fellatio e sodomia su di te).La BBC ha evitato la traduzione letterale,

L

“Niente Catullo siamo inglesi” se la poesia è troppo sexy LOREDANA LIPPERINI

I disegni di questa pagina e delle seguenti sono di Gipi

no alle teste di Marilyn Monroe riprodotte da Andy Warhol. La Kristeva, che deve qualcosa a Derrida, sta da maestra in quella vincente psicanalisi che non pensa più di fare chiarezza, come volevano Freud e Jung, vale a dire di riesumare e di portare all’intelligenza il luogo oscuro di ciascuna vita, ma al contrario di mettere l’intelligenza al servizio dell’oscurità della vita. D’altra parte quando nel libro si arriva alla ghigliottina è al lato buio dell’Illuminismo che si pensa, al mistero del tempo della testa che fu anche il tempo dei senza testa. Né basta rispondere che al taglio della testa la Ragione affidò il massimo dell’oltraggio proprio per ribadire che la parte più importante dell’uomo non era il cuore né il fegato bilioso ma appunto la testa. Prima che venisse ghigliottinato, Robespierre si sparò al cervello. Un giovane gendarme di nome Merda – proprio così – avvisò i deputati che lo fecero cura-

re. Poi «in preda ad un’allegria generale» tutta Parigi volle assistere all’esecuzione. L’Incorruttibile teneva gli occhi chiusi e li riaprì solo quando fu trasportato sul palco. Pare che dinanzi al fatale strumento emise un doloroso sospiro. Ma subì un oltraggio crudele. Strappatogli l’abito che teneva sulle spalle, il boia staccò

IL CORPO SENZA TESTA

di Julia Kristeva Donzelli Trad. di A. Piovanello Pagg. 216, euro 32

brutalmente la complicata fasciatura che i chirurghi gli avevano messo sulle ferite. La mascella inferiore si staccò allora da quella superiore lasciando partire dei fiotti di sangue. «La testa di questo miserabile divenne dunque un oggetto mostruoso e disgustoso. E quando infine questa testa inquietante fu tagliata e il boia la prese per i capelli per mostrarla al popolo, essa aveva l’aspetto più orribile che si possa descrivere». L’indomani, una grande quantità di calce viva fu gettata sui resti dell’Incorruttibile: per corromperli e impedire che potessero un giorno essere divinizzati. Ci sono dunque teste che, anche mozzate, rimangono pericolose. Altre si mostrano vive solo quando vengono mozzate. È il caso della testa «con il cervello striminzito e ignaro» del fratello piccolo di Robespierre, la cui decapitazione è raccontata in un bello e veloce libro dello storico Sergio Luzzatto (Bonbon Robespierre, Einaudi): «Se uccidete lui, dovete uccidere pure me». E i Termidoriani, sebbene non interessati alla sua testa, lo accontentarono. Luzzatto fa bene a difenderne la memoria, ma dovrebbe ammettere che quella testa, incollata o decollata, non valeva tanto. Ovviamente la testa, prima e meglio della foto, era la prova di una fine, più sicura del certificato di morte. La testa è l’identità: «Il corpo senza testa – il solito corpo senza testa dei delitti in cui l’identità dell’ucciso facilmente condurrebbe all’identità dell’uccisore – fu trovato…» è l’incipit di un racconto filosofico di Sciascia che finisce con l’esibizione di una bella testa. Esibite furono le teste di due classici decollati: Cicerone e San Gennaro. La leggenda le vuole bellissime. «La vostra testa è preziosa non soltanto perché rischiate di perderla» scrive la Kristeva. Secondo i suoi gusti, la decapitazione «conferisce all’espressione una bellezza ideale che trova nella maschera funeraria il suo limite paralizzato». E questo (forse) significa che il viso umano non ha ancora trovato la sua faccia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

limitandosi a un sobrio quanto generico “atti sessuali violenti”. La censura verso Catullo non è nuova in Inghilterra, ricorda Higgins: nell’edizione dell’opera del poeta curata nel 1961 da Christian James Fordyce, quei versi non erano presenti, insieme ad altre 32 poesie giudicate, evidentemente, ancora “oscene”. Lezioni di scrittura: leggibili su due blog italiani. Il primo è gestito da Catriona Potts, editor: sul suo Secondo piano ricorda agli aspiranti scrittori che “recare” non e più elegante di “andare”, e che “il soggetto e il verbo sono fondamentali per

comprendere una frase. Se sono troppo lontani, non si capisce niente. Già che ci siamo: soggetto e verbo devono concordare”. Sul blog Gamberi Fantasy, Gamberetta pubblica lunghi post rivolti agli scrittori. Il primo è si sofferma sulle descrizioni, il più recente sui dialoghi. Lo scopo è quello di “imparare a scrivere bene. Essere orgogliosi dei romanzi e dei racconti che si scrivono. Troppo spesso si confonde la buona scrittura con la pubblicazione (intesa in senso tradizionale: il romanzo in libreria)”. Avercene.

LO SCAFFALE DEI PICCOLI

La storia

Il sogno di due ragazzi in una guerra senza pace

MAGICA

Un bestseller in arrivo dal Brasile, dov’è stato in classifica per due anni. La storia di una tredicenne in crisi che sogna di diventare scrittrice e scopre che attraverso i suoi racconti può non solo plasmare il passato ma anche cambiare il presente. di Sérgio Klein Tropea Pagg. 208, euro 12,90 LO STRANO CASO DEL DR. JEKYLL E DEL SIG. HYDE

Un classico della letteratura fantastica di tutti i tempi riproposto nella traduzione di Fruttero e Lucentini con illustrazioni cupe e straordinariamente paurose di Mauro Cascioli. di Robert L. Stevenson Gallucci Pagg. 118, euro 15 A CAVALLO FRA I CASTELLI

Dalla penna di uno dei più importanti scrittori per ragazzi, venti storie brevi che hanno per protagonisti tanti cavalieri (nobili, scalcinati, romantici e donchisciotteschi) e castelli (austeri, minacciosi, frivoli o festaioli).

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STEFANO GIOVANARDI amore al tempo della guerra civile: Zlatan, serbo, e Ajkuna, kosovara albanese, si conoscono da bambini a Priština, diventano inseparabili e, cresciuti, si promettono amore eterno. Poi però la guerra, la guerra terribile e insensata che insanguina il Kosovo, li disperde. Si ritroveranno solo dopo molti anni, ma niente, proprio niente, sarà più come prima. Il nuovo romanzo di Anilda Ibrahimi, albanese che scrive in italiano, ci riconduce a quella tragedia della storia con accenti asciutti e perciò tanto più impressionanti, tra uccisioni gratuite, violenze efferate, stupri di massa e terrore diffuso. E soprattutto ne misura gli effetti sugli scampati, sulle loro esigue odissee in solitudine, sui loro passi incerti in paesi lontani, incomprensibili e spesso ostili, che li consegnano a un’esistenza irrimediabilmente amputata. Sostenuto da un buon ritmo e da un accorto montaggio, L’amore e gli stracci del tempo interessa e coinvolge con la forza delle situazioni e delle tormentate passioni che descrive, facendo facilmente dimenticare alcune ingenuità di scrittura e di struttura.

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L’AMORE E GLI STRACCI DEL TEMPO

di Anilda Ibrahimi Einaudi, pagg. 279, euro 18,50

Il thriller

Qualcosa di orribile riemerge dal passato

di Roberto Piumini Einaudi Ragazzi Pagg. 114, euro 14,50 L’ELEFANTE DEL MAGO

La pluripremiata Di Camillo torna con una raffinata favola d’altri tempi che intreccia i destini di tre personaggi: un mago pasticcione, un elefante apparso dal nulla e una gentildonna dalla vita rovinata. di Kate Di Camillo Giunti Pagg. 216, euro 14,90 I BAULI DELL’EREDITA’ E ALTRE FIABE DAL MAROCCO

Una serie di fiabe suggestive provenienti dal Sud-Est del Marocco che ricordano quelle conosciute nel mondo occidentale. Come la storia dei capretti che sembra molto simile alla favola dei tre porcellini. di Sofia Gallo e Saida Azdod Sinnos Pagg. 46, euro 13,50

SILVANA MAZZOCCHI i può rinascere e ricordare la vita precedente? A volte capita di percepire sensazioni con la concretezza dei ricordi, senza che la mente riesca a dare risposte razionali. Ma, quando quel che di spaventoso emerge dal passato trova riscontri precisi nel presente, allora si può essere inghiottiti dall’abisso della paura. E in Bambino, l’ultimo romanzo di Sebastian Fitzek, scrittore tedesco di psychothriller reso celebre dal fortunato Il ladro di anime, il protagonista assoluto è proprio il cervello, con i suoi meccanismi impenetrabili. Un avvocato di successo, suo figlio morto neonato, un bambino di dieci anni che ricorda omicidi compiuti prima della sua nascita, e indizi oggettivi, inquietanti, inspiegabili. Una catena di eventi oscuri e di azioni a sorpresa per un giallo che non abusa del sangue, ma dove la violenza psicologica si rivela ancor più brutale e profonda. Paragonato a Stephen King, Sebastian Fitzek preferisce citare Michael Crichton o Dennis Lehane e, quanto alla psiche umana, la definisce «l’ultimo posto inesplorato della terra, denso di segreti che aspettano di essere scoperti».

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BAMBINO

A cura di Benedetta Marietti © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Sebastian Fitzek Elliot, trad. di Erika Cambini, pagg. 386, euro 17,50

Andrea Vitali, «Pianoforte vendesi»

Michael Crichton, «L’isola dei pirati»

Dopo «Olive comprese» e «Almeno il cappello»

L’ultimo romanzo di un grande maestro

TORNA UN AUTORE BESTSELLER ALLE PRESE CON LA NOTTE DELL’EPIFANIA La storia più suggestiva di Vitali per Natale e per la notte dell’Epifania

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3 MILIONI DI COPIE IN CONTEMPORANEA MONDIALE «La ciurma più attesa è quella radunata all’insaputa di tutti... Il Crichton-touch è tutto nei dettagli ingegnosi.» Maurizio Bono, la Repubblica

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LIBRI R2CULTURA

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TOP TEN I LIBRI PIÙ VENDUTI Dan Brown IL SIMBOLO PERDUTO

1

Mondadori € 24 pagg.604

100 PUNTI 5

SALE

SCENDE

Niccolò Ammaniti CHE LA FESTA COMINCI

2

Einaudi € 18

83 PUNTI 4

RIENTRO

STABILE

3

(1) SETTIMANE DI PRESENZA NUOVO NEW ENTRY IN CLASSIFICA

Alessandro Baricco EMMAUS

Feltrinelli € 13 pagg.139

4 NEW

pagg.328

ENTRY

77 PUNTI 3

MICHELE SMARGIASSI on sono in grado di condividere», ripete Giulio Mozzi in un mantra che somiglia al «preferirei di no» di Bartleby lo scrivano. Cosa non condivide lo scrittore padovano? Gli assolutismi astratti sul povero concreto corpo di Eluana Englaro. Lo stoicismo laicista come l’accanimento cattolicista. Ma il suo breve pamphlet non è un rifugio cerchiobottista, è (finalmente) il grido del popolo di mezzo, una ribellione furente contro tutte le retoriche eticopolitiche sul fine-vita. Mozzi si china su quel corpo in cerca di pace, imprecando su chi l’ha usato come un’arma da guerra. E ne invoca la canonizzazione. Sì, Eluana santa, martire della tecnica che l’ha tenuta in vita senza saperle restituirle la vita; la tecnica spocchiosa è puro dominio, cioè è il Male; e papà Beppino, dunque, ha semplicemente resistito al Maligno e alle sue lusinghe di potere, là dove anche la Chiesa ha ceduto, ingaggiando «una finta guerra» non per Eluana ma per «imporre i propri valori come universali», e non s’è neppure accorta di essere «fregata» da Berlusconi: voleva usarlo come «braccio secolare», ne è stata usata come stampella di potere.

«N

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CORPO MORTO E CORPO VIVO

di Giulio Mozzi Transeuropa Edizioni, pagg. 112, euro 10

Il saggio

Le radici lontane della crisi italiana MIRIAM MAFAI ncora un libro sulla politica, anzi sulla crisi della politica e quindi anche sulla crisi della sinistra e le tormentate vicende del Pd. Un libro scritto da un politico ma, fortunatamente, non in politichese. Basta zercar è il titolo, in dialetto triestino, di questa raccolta di appunti, di note, attraverso le quali Gianni Cuperlo ricostruisce le travagliate vicende del nostro paese dalla fondazione della Repubblica alla crisi dell’antifascismo, dagli anni felici del “miracolo economico” e della conquista del welfare al venir meno della uguaglianza e della solidarietà, dalla conquista di nuovi diritti civili al prevalere del razzismo della Lega e del populismo di Berlusconi. Per ricostruire le nostre vicende, Gianni Cuperlo – e questo è uno degli aspetti più singolari e affascinanti del libro – non ricorre a citazioni di documenti politici, ma fa invece largamente uso di testi di storici, filosofi, poeti, che hanno scritto in vari momenti dell’Italia. Bellissime le pagine sul Mediterraneo, sulle migrazioni che per secoli lo hanno percorso e sconvolto, intrecci di sangue e culture che hanno alimentato per secoli, checché ne pensi la Lega, le nostre radici.

A

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Fazi editore, Pagg. 220, euro 16

Mondadori € 18 pagg.297

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Wu Ming ALTAI

Einaudi € 19,50

pagg.411

ENTRY

51 PUNTI 1

Mark

HADDON

La finta battaglia per salvare Eluana

di Gianni Cuperlo

5

51 PUNTI 1

Il pamphlet

BASTA ZERCAR

Licia Troisi FIGLIA DEL SANGUE. LEGGENDE DEL MONDO EMERSO. VOL. 2

BORSA TITOLI

Un ragazzino che studia poco, una sorella un po’ sadica, la scoperta che i professori sono in realtà marziani. Il nuovo libro dell’autore dello “Strano caso del cane ucciso a mezzanotte”

Comporre versi sui dorsi dei romanzi STEFANO BARTEZZAGHI l gioco delle “Poesie dorsali” è stato inventato da Silvano Belloni e Antonella Ottolina e consiste nel comporre poesie impilando libri e leggendone i dorsi: ogni titolo, un verso. Con i titoli dei primi romanzi di Niccolò Ammaniti il gioco non dà esiti: Fango, Branchie. Poi, però, Ammaniti ha seguito e anzi in parte precorso la voga dei titoli a frase, e lì ci si può sbizzarrire: «Io non ho paura / Che la festa cominci. / Ti prendo e ti porto via, / Come Dio comanda». Il più recente, Che la festa cominci, era già il titolo di un film storico di Bertand Tavernier, del ‘75. È un genere di titolo dialogico, e disinvolto: è come se un affabile autore attaccasse discorso con il possibile acquirente e lettore già in libreria. Libreria che è oramai diventata sede di un party in cui il visitatore si sente di continuo rivolgere la parola da sconosciuti che ammiccano, intriganti: Vieni qui, beviamo qualcosa, come ti chiami? Io sono Dio, ho voglia di te (nel senso del pronome). Tutti titoli esistenti, o almeno futuribili, sempre che la moda del titolo a battuta di dialogo non tramonti a favore di qualche altro formato linguistico. «Era una mossa di apertura», dice Marlowe bisticciando con una donna, a proposito di una sciocca battuta di dialogo: «Ne conosco moltissime, e le odio tutte». Un editore che lo leggesse penserebbe: «Ne conosco moltissime, e le odio tutte»: bel titolo, per un best-seller.

I

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LEONETTA BENTIVOGLIO

C’ è lo scrittore che quando leggi sembra dirti di continuo: guarda come sono bravo; e c’è invece chi fa libri dove fatti e personaggi scorrono con tale naturalezza che dopo un po’ ti scordi che stai leggendo. Mark Haddon appartiene al secondo gruppo: scrive per ragazzi e sui ragazzi con semplicità avvincente. Ne Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, un successone del 2003 tradotto in decine di lingue, narrava la storia di un teen-ager afflitto dall’autismo e tuttavia geniale nell’organizzare una strategia investigativa degna di Sherlock Holmes. Leggibilissimo dai ragazzi, emozionante e spassoso, affascinava gli adulti per gli stessi motivi. Così è Haddon: una specie di Roald Dahl reincarnatosi nel terzo millennio. La sua scrittura netta e viva è allergica ai sentimentalismi, e il suo tremendo humour british si nutre di disastri, tipo apparizioni di ectoplasmi e altri mostri. Ma mai che nei suoi libri ci sia qualcosa di pianificato per catturare una certa fascia di lettori. Prende per mano chi legge senza curarsi dell’età, e lo guida in un viaggio ricco di dispetti a sorpresa. Questo modo di procedere si

Azione

Scrivere per i bambini significa concentrarsi sull’azione e lasciare perdere simbologie metafore, descrizioni e altre cose noiose

riflette anche in Boom! ovvero La strana avventura sul pianeta Plonk, uscito in estate in Inghilterra e ora in Italia. Rapido e incalzante, può farsi gustare senza ostacoli da un bambino di dieci anni e trasformare il pomeriggio di un adulto in un’ariosa vacanza. Protagonista è Jim, ragazzetto lacunoso e scarso a scuola. Sua sorella Becky, sadica e brontolona, gli dice di aver saputo che i suoi prof lo spediranno in un

collegio per deficienti. In preda al panico Jim, con l’amico Charlie, prende a spiare gli insegnanti, scoprendo che quando stanno fra di loro parlano una lingua da marziani e anzi lo sono. Via via il gioco si fa sempre più vorticoso, tra voli extra-terrestri e rivelazioni di segreti cosmici. «Pubblicai questa storia nel ’92 con un titolo orrendo e impronunciabile: Gridzbi Spudvetch!», riferisce Haddon dalla sua casa di Oxford, dove si è laureato nell’81 (è nato nel ’62 a Northampton) e dove vive con la moglie e i due figli di otto e cinque anni. «Forse per questo ebbe una sorte disastrosa, andando presto fuori stampa. In seguito però ho ricevuto lettere di intere classi elementari che lo avevano trovato irresistibile, quindi ho deciso di rimetterci le mani finendo per riscriverne ogni frase e modificando il titolo». È una parabola d’iniziazione alla vita adulta? Oppure uno stravagante racconto di fantascienza? «Quando scrivo non penso mai a queste cose. Mi appassiona far apparire il mondo normale e al tempo stesso straordinario. Qui mi sono concentrato sul rapporto tra ragazzi e insegnanti. La maggior parte degli alunni guarda ai professori come fossero alieni: io a scuola lo facevo. Perciò li ho resi alieni veramente». Il suo modo di scrivere comunica un’empatia immediata. A cosa deve questo dono? «Forse al fatto di essere nato professionalmente come autore di libri per ragazzi: ne ho scrit-


la Repubblica

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SABATO 28 NOVEMBRE 2009

PER SAPERNE DI PIÙ www.markhaddon.com www.einaudi.it

■ 47

A CURA DI EURISKO E INFORMAZIONI EDITORIALI

Ildefonso Falcones LA MANO DI FATIMA

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Longanesi € 22 pagg.911

49 PUNTI 2

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Erri De Luca IL PESO DELLA FARFALLA

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Fred Vargas SCORRE LA SENNA

Einaudi € 13

pagg.95

Valerio M. Manfredi LA TOMBA DI ALESSANDRO. L’ENIGMA

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pagg.70

38 PUNTI 1

tutti da Fulvia sabato sera di PERICOLI e PIRELLA

2

SAGGISTICA

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AMMANITI

Che la festa cominci € 18

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2

BARICCO

Emmaus

3

MING

Altai

4

PUNTI 51

4

DE LUCA

Il peso della farfalla

5

PUNTI 48

5

MANFREDI

La tomba di Alessandro

6

PUNTI 38

CAMILLERI

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La rizzagliata SELLERIO

€ 13

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PUNTI 38

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Pane e tempesta FELTRINELLI

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Il tempo invecchia in fretta

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Il canto delle manére

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10 VITALI Pianoforte vendesi GARZANTI LIBRI

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Il simbolo perduto € 24

2

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FALCONES

La mano di Fatima

3

PUNTI 49

VARGAS

3

Scorre la Senna EINAUDI

€ 13

4

CHEVALIER NERI POZZA

5 «Mi piace descrivere relazioni familiari in maniera realistica. C’è sempre tanto da dire sulle famiglie. E se nella storia vuoi inserire elementi fantastici, la parte reale dovrà esserlo al cento per cento, perché quanto più credibile sarà il reale tanto meglio ti riuscirà l’effetto fantastico». Lei ha lavorato a lungo con handicappati. Cosa ha appreso? «Che sono come noi: stessi problemi di soldi, di lavatrici che si rompono, di vicini fastidiosi. Mi interessano come qualsiasi altra tipologia umana, e so che vanno trattati come chiunque altro. Per questo, nelle mie sto-

rie, non temo di essere irrispettoso nei loro confronti». Dopo l’adolescente autistico de Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, nel suo percorso di scrittore ha affrontato altre anomalie? «Ho appena ultimato un play teatrale che parla di depressione e bipolarità: Polar Bears, in scena a Londra dal 2010. E per la Bbc ho scritto un film su due fratelli, uno con sindrome di Down, l’altro emarginato in quanto il primo è sempre al centro dell’attenzione. Per questo tenta di ammazzarlo».

Eclipse FAZI

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6 7

6

Tutta un’altra musica PUNTI 23

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7

Twilight

“Boom” di Mark Haddon (Einaudi, 17 euro). In libreria in questi giorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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È facile smettere di fumare se sai come farlo

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Il paese delle prugne verdi

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Zia Mame ADELPHI

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Flox sorride in autunno! Fairy Oak

UMBERTO VERONESI SI RACCONTA AD ALESSANDRO CECCHI PAONE NEI DVD Umberto Veronesi racconta l’impegno e la passione di una vita dedicata alla scienza e alla medicina NEL LIBRO Alessandro Cecchi Paone approfondisce i temi trattati nell’intervista con informazioni utili alla salute, alla conoscenza e agli stili di vita

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Inchiesta sul cristianesimo MONDADORI

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Fate i bravi! (0-3 anni)

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L’armata perduta MONDADORI

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La guerra civile fredda

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Il piccolo principe

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Grazie dei ricordi RL LIBRI

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SPERLING & KUPFER PUNTI 21

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Il grande albero

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IL LIBRO

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Ti prendo e ti porto via

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RILEVAZIONI DAL 16 AL 22 NOVEMBRE

NARRATIVA ITALIANA

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Sellerio € 13

38 PUNTI 6

LE CLASSIFICHE

ti quattordici, più due romanzi per adulti, un film per la tivù, poesie e drammi radiofonici. Ma ho preso il via lavorando su testi per bambini, il che vuol dire rinunciare ad auto-indulgenze e dimenticare significati e simboli. Ai giovanissimi preme solo la concretezza dell’accadimento, che dev’essere veloce e entertaining. Se ne infischiano di cose come il colore del cielo o gli abiti che indossa il personaggio o la sua psicologia. Vogliono azione, se no mollano tutto». In Boom! colpisce la riconoscibilità del rapporto tra Jim e la sua pestifera sorella.

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Mondadori € 19 pagg.190

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41 PUNTI 2

Andrea Camilleri LA RIZZAGLIATA

PUNTI 10

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PUNTI 2


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

ARTE R2CULTURA

■ 48

DA VEDERE IN ITALIA

A CURA DI LUISA SOMAINI

NAPOLI

VENEZIA

MILANO

ARCO

L'installazione di Paolini esposta consiste in un gruppo di dodici lavori, come le ore dell'orologio. L'artista torinese intende così creare un vuoto che allude a un pieno indeterminato, dettato dall'inesauribile susseguirsi delle esperienze che danno vita all'avventura dell'arte.

Nel centenario della nascita di Zoran Music, 80 dipinti e disegni documentano la sua attività, con particolare riferimento agli ultimi trent'anni, quando la sua figurazione scarnificata si fa estrema, muovendosi verso una progressiva spoliazione dell'immagine per raggiungere l'essenza delle cose.

Kusama fece colpo alla Biennale di Venezia del 1966 con l'opera Narcissus Garden, una moltitudine di sfere metalliche collocate nel prato con l'aiuto di Lucio Fontana. Oggi ripresenta l'installazione al Pac insieme a dipinti recenti, sculture di grandi dimensioni, installazioni e una selezione di disegni.

Nel centenario del monumento di Bistolfi per ricordare Segantini nella sua città natale, una mostra ripercorre il lavoro dello scultore piemontese. E mette in luce la sensibilità dell’artista nel rappresentare le tensioni simboliste di inizio Novecento.

Zoran Music. Estreme figure Palazzo Franchetti Dal 3 dicembre

Yayoi Kusama Padiglione d'Arte Contemporanea Dal 28 novembre

Giulio Paolini. L'ora X. Né prima né dopo Museo Archeologico Nazionale Dal 29 novembre

Addio a Treccani maestro militante della pittura figurativa

ARAZZI DI KENTRIDGE

GLI

Geografie nascoste città trasparenti nei tessuti delle donne

Fondò la rivista “Corrente” poi partecipò alla Resistenza Nelle sue opere l’immagine dell’Italia contadina e industriale CARLO ALBERTO BUCCI MILANO A COPPOLA in testa e la sciarpa sempre al collo - tracce di quella semplicità operaia che ha interpretato nella vita e nella pittura pur essendo di famiglia nobile e ricca, figlio dell’imprenditore che fondò l’Enciclopedia italiana - Ernesto Treccani è morto ieri a Milano, dove era nato nel 1920. Il suo nome è legato a “Corrente”, la rivista cui diede vita da ragazzo, nel 1938, e intorno alla quale si aggregarono le giovani forze artistiche antagoniste all’arte di regime. La storia della mostra con cui esordì nel 1940 nella Bottega di Corrente con Guttuso, Sassu, Birolli, poi gli anni della Resistenza, soprattutto le vicende della stagione realista nel dopoguerra, ma anche l’esperienza del periodico “Il 45” di cui fu redattore con Vittorini, De Grada e De Micheli, Treccani le ha raccolte dal 1978 nella Fondazione creata nella casa-studio di via Carlo Porta a Milano, dove ha organizzato mostre, incontri, convegni. Treccani ha partecipato negli anni Cinquanta a tre edizioni della Biennale di Venezia. Poi sono state tantissime le personali che ha organizzato tra cui quella itinerante in Unione Sovietica nel 1970. Sua fonte d’ispirazione è stato il mondo contadino conosciuto a Melissa, in Calabria, la vita del proletariato urbano nella sua Milano, e poi l’opera di Cesare Pavese cui dedicò a metà degli anni Sessanta un ciclo pittorico, ma anche il dramma della strage di piazza Fontana incarnato nella grande tela del 1971 sui funerali. La vena espressionista degli esordi e il robusto realismo negli anni di adesione alla politica, anche culturale, del Pci hanno costituito la base di linguaggio fedele alla figurazione che però si distingue per il tratto leggero e sognante, esistenzialista nella resa soprattutto di volti scarnificati e paesaggi diafani. Uno stile che l’artista ha portato avanti fino all’ultimo attraverso un’estesa produzione pittorica e grafica. I funerali di Ernesto Treccani si terranno oggi alle 14.45 nella chiesa di San Bartolomeo a Milano.

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A fianco: “Un comizio dopo la Liberazione” di Ernesto Treccani, morto ieri a 89 anni

Napoli, a Capodimonte le opere dell’artista sudafricano sostituiscono quelle antiche e mescolano leggerezza e tragedia ACHILLE BONITO OLIVA William Kentridge “Street of the City” Al centro “Pianta della città di Napoli”

N

NAPOLI el museo di Capodimonte la mostra “Strade della città (ed altri arazzi)”, è allestita nel grande salone che ospita normalmente quelli cinquecenteschi d’Avalos (catalogo edito Electa, fino al 24 gennaio 2010). William Kentridge ne ha collocato undici, di cui sei monumentali di nuova produzione, bozzetti e disegni su documenti e mappe in originale del Regno di Napoli e piccole sculture di bronzo, concepite e realizzate appositamente. La città trasparente di Kentridge certamente non è la città del sole di Tommaso Campanella, non cancella con la sua forma lampante le negatività del

mondo, ma nella leggerezza delle sue trame sviluppa un principio di conoscenza in cui abitano insieme il piacere dell’immagine, la tessitura del materiale e il senso della storia. L’artista deterritorializza ogni geografia citata dalle mappe delle città rappresentate. Sembra realizzare pienamente la spinta utopica delle avanguardie che hanno sempre contrapposto alla storia il non luogo della propria forma. L’arte di Kentridge però designa un ulteriore passaggio dall’utopia ad una distopia che non è evasione dalla realtà, ma rappresentazione per trasparenza e sovrapposizione di storia e geografia, passato e presente.

Una felice conflittualità relazionale regna a livello iconografico nell’arazzo, elaborato e realizzato sotto il segno del progetto dolce. Il manufatto esprime il portato di una posizione individuale, svincolata dall’opzione totalizzante dell’ideologia, nello stesso tempo manifesta la capacità di tenere insieme diverse soluzioni stilistiche riccamente disomogenee. In ogni caso l’artista sudafricano sfugge al facile eclettismo che ha dominato la postmodernità degli anni Ottanta, aggregandole nel dettato di un ordine aperto che permette respiro e coesistenza. L’opera diventa la dimora stilistica che sviluppa mediante trasparenza un’idea

regalare un libro è un’Arte

Taher Sabahi Kilim Tessuti piani d’Oriente 352 pagine, 600 illustrazioni

Leonardo Bistolfi. I monumenti per Giovanni Segantini Galleria Civica Segantini Dal 29 novembre

Alastair Duncan Déco Mobili, decorazioni d’interni, design, pittura, grafica, scultura, arti applicate, gioielli 544 pagine, 1000 illustrazioni

spazio-temporale nella quale appare lampante e visibile, attraverso la tessitura visiva delle mappe, la storia del territorio spostata verso di noi: il presente di un’immagine che giganteggia e nello stesso tempo ondeggia nei flussi della storia. L’arazzo, tessuto da mani femminili anche in sperduti villaggi dell’Africa, qui raffigura mappe dell’antica città di Napoli, altre volte Asia Minore e Palestina, oggetto di occupazioni ed invasioni, comunque frutto di sovrapposte civiltà. Per questo Kentridge (in simmetria) produce una propria sovrapposizione iconografica con figure dilatate e incombenti, a rappresentare la violenza

Electa

Barnaba Fornasetti (a cura di) Mariuccia Casadio (testi di) Fornasetti L’artista alchimista - tomo 1 La bottega fantastica - tomo 2 696 pagine, 3042 illustrazioni

Philippe Dagen Picasso 512 pagine, 500 illustrazioni

Francesca Cappelletti Caravaggio Un ritratto somigliante 272 pagine, 160 illustrazioni

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la Repubblica

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SABATO 28 NOVEMBRE 2009

DA VEDERE IN EUROPA

PER SAPERNE DI PIÙ www.museo-capodimonte.it www.mambo-bologna.org

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BARCELLONA

FRANCOFORTE

BASILEA

PARIGI

In mostra 80 opere di Kupka provenienti dal Centre Pompidou. Stabilitosi a Parigi, il pittore cecoslovacco partecipò alla fronda cubista ed entrò a far parte del gruppo AbstractionCréation. L'esperienza del linguaggio musicale contribuì al rigore intellettuale che l'avrebbe portato all'astrazione.

Per la prima volta in Europa lo spettacolare gruppo scultoreo (100 figure a grandezza naturale) considerato un simbolo della Rivoluzione Culturale del 1966. Realizzato a Dayi nel ‘65 da insegnanti e studenti dell'istituto d'arte di Chongqing, rappresenta lo sfruttamento della popolazione rurale.

In contemporanea con la retrospettiva dedicata a Jenny Holzer, da vedere la personale di Forg, uno dei protagonisti della sua generazione. Si tratta di un monumentale dipinto murale e di 21 fotografie. L'artista tedesco ricorre infatti a tutti i mezzi espressivi.

E' dedicata a Vertigine della lista di Umberto Eco questa raffinata esposizione di grafica antica e contemporanea. Anche gli artisti amano infatti prendere spunto dall'enumerazione delle cose, come recupero del passato e tema d'ispirazione, tra spirito enciclopedico e arte concettuale.

Frantisek Kupka Fundaciò Joan Mirò Dal 28 novembre

Sculture dell'era di Mao Schirn Kunsthalle Fino al 3 gennaio

Gunther Forg Fondation Beyeler Fino al 28 febbraio

Mille e tre Musée du Louvre Fino all' 8 febbraio

Zorio a Bologna, macchine infernali e meravigliose Al MAMbo bagliori accecanti e luci stroboscopiche Per l’artista le opere devono creare turbolenza e imprevisto FABRIZIO D’AMICO BOLOGNA ilberto Zorio ha sempre rifiutato l’idea di forma. La forma come ultimo luogo in cui si rinserra il pensiero sull’arte e, tetragona a tutto quanto la vita gli sciorina accanto, si erge impassibile, immota, chiusa in sé di fronte a chi guarda, questa forma gli è sempre stata estranea. “L’opera non è conclusa – ha detto una volta – ma continua a vivere da sola mentre io mi pongo come spettatore sia delle sue reazioni che delle reazioni degli spettatori”. La materia di cui è fatta, dunque, non sarà lì a suscitare incanto, ma turbolenza e imprevisto: “il suo filo conduttore è l’energia”: energia che deve giungere a chi guarda come un benefico shock. Ha condiviso con altri compagni di strada queste sue convinzioni, certo: le ha asserite in giro per il mondo assieme ai suoi sodali in quella coinè che fu allora definita “arte povera”, a Torino e ovunque, altrove, perché queste erano le idee che innervavano la nuova via di quella che s’era chiamata scultura, e adesso si raccoglieva sotto la bandiera post-minimalista del “campo allargato” e dell’environmental space, e sotto quella bandiera riuniva i giovani più ardimentosi di quegli anni. Ogni mostra di Zorio è prima di tutto un incontro con il meraviglioso e il sorprendente: lo è anche quella di oggi, che Gianfranco Maranielllo ha voluto e curato nel suo museo rinnovato del MAMbo, (fino al 7 febbraio) dove il piano terreno è interamente occupato dalle macchine infernali create dall’artista negli anni, e ora riallestite in uno spettacolare susseguirsi di invenzioni che balenano, rumoreggiano, esplodono, agitano sopra le nostre teste le loro gigantesche braccia meccaniche, s’incendiano, raccolte tutte attorno ad una grande figura di stella che occupa e scompartisce lo spazio. Dentro il percorso, scopri tante opere nuove, assieme ad altre che hanno fatto al loro primo apparire la storia della nuova scultura italiana: a cominciare dal ‘Letto’ del ’66, con la pelle di piombo che, come una morbida coperta, si posa leggera sulla struttura rigida e severamente geometrica dei tubi dalmine – un’ultima memoria, proprio all’albore del percorso di Zorio, del rigore minimalista, in procinto d’essere abbandonato per un pensiero che sorrida alla vita. E poi una versione di ‘Per purificare le parole’, ove la voce del visitatore percorre assieme alla luce della lampada un orcio di terracotta, modificandosi. O i due vasi collegati da un lungo filamento di ferro dei ‘Crogiuoli’, il disegno di fuoco della ‘Stella incandescente’, il bagliore accecante delle lampade dell’ ‘Evviva di giavellotti’, o la ritmata alternan-

G

della storia e coesistenza dell’arte. “Spazio è essenzialmente ciò che è sgombrato ciò che è posto entro i suoi limiti. Ciò che così è sgombrato viene di volta in volta accordato e così disposto, cioè raccolto da un luogo, cioè da una cosa del tipo del ponte. Di conseguenza, gli spazi ricevono la loro essenza non dallo «spazio» ma dai luoghi” (Martin Heidegger, Costruire, abitare, pensare, 1954). Costruire, abitare e pensare sembra essere il dettato poetico della strategia di Kentridge, che imposta progetto ed esecuzione sempre sotto il segno di una complessa continuità. In tal modo

sfugge al vezzo della citazione puramente ornamentale, all’esibizione soltanto colta e ricercata del postmodernismo. Una perplessità metafisica aleggia sul progetto, l’ironica consapevolezza dell’impossibile identificazione con le contingenze del puro presente e con la feticistica adesione ad un grande passato. Lo spirito vitale dell’arte è diffuso nell’affermazione costante del principio di conflittuale continuità, frutto di un senso della storia presente come insieme non separabile e nemmeno sublimabile. Davanti a questa verità così definitiva l’artista non disarma la

ROMA onti dei musei in rosso, progetti faraonici saltati, acquirenti in calo alle fiere. La crisi economica internazionale coincide con quella dell’arte. Il crac finanziario ha aperto il sipario sulle falle di un sistema che nell’ultimo decennio pareva inattaccabile. E invece anche la sfavillante filiera di vernissage hollywoodiani e provocazioni battute all’asta a caro prezzo è entrata in tilt. Lo sboom, il nuovo saggio di Adriana Polveroni (Silvana Editoriale, pagg. 124, euro 14), fotografa in chiaroscuro il mondo dell’arte, individuando i prodromi della “bolla” nelle grandi abbuffate dell’ultimo decennio. In quella Babele di “eventi” di cui gli eredi di Michelangelo e Raffaello sono diventati protagonisti. Perché — ed è questa l’effettiva crisi analizzata da Polveroni — il vero flop dell’arte contemporanea non è economico, ma concettuale. Gallerie e nuovi spazi espositivi si riempiono di “operazioni”, più che di opere. All’esperienza dell’arte si sostituisce il suo consumo: un atto breve, effimero, un semplice “esserci”. L’artenteinment è questo: la trasformazione del museo in uno stupefacente e spesso inutile contenitore o in un marchio da esportare, con le creazioni usate e gettate come saponette. A volte, i crac aiutano anche a riflettere.

ver essere testimone oppositivo della storia, fuori da ogni senso di assoluzione o sensi di colpa. Non a caso Kentridge ha presentato contemporaneamente una video-installazione-performance nel Museo Madre dal titolo “ I am not me, the horse is not mine”. Il titolo del lavoro deriva da un’espressione contadina russa utilizzata per negare la colpa e usata anche da Bukharin nel processo intentato ai suoi danni da Stalin, e riprende il racconto di Gogol Il Naso del 1836, che descrive i tentativi dell’assessore del collegio Kovalèv di rintracciare e riappropriarsi del suo organo olfattivo e delle parallele solitarie avventure di questo per le vie di San Pietroburgo. Attraverso 8 frammenti Kentridge, marxista (nel senso di Groucho Marx), con sottile umorismo anglosassone e una teatralità che ricorda un Mr Bean triplicato recita un monologo e una riflessione sul fallimento delle avanguardie russe. Opera di arte totale è questa di Kentridge che completa il suo intervento facendosi accompagnare dalla musica di Shostakovich, ritmi, strumenti e canzoni Zulu composta da Philip Miller. Struggente è il sapore felliniano della passerella finale, sullo schermo corrono con allegra melanconia al ritmo di danza le forme più classiche delle nostre amate avanguardie storiche.

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Il libro

Mercato in crisi e troppi eventi ecco perché l’arte ha fatto “sboom” DARIO PAPPALARDO

C

propria creatività, sente ineludibile il suo bisogno di intervento espressivo, ma temperato dalla consapevolezza di impossibili adesioni totali. L’artista sa di do-

za di lampi e di buio delle luci stroboscopiche della ‘Stella Sparks’. In tutte queste opere entra prepotente l’intento apparsogli fin dall’inizio cruciale: di dare un’immagine che non fosse statuita una volta per tutte, ma che si piegasse al tempo che ci trascorre accanto, e che ci modifica. Ed è solo per una mia invincibile inclinazione a pensare che la scultura sia soprattutto un dialogo con lo spazio che riconosco, anche, in Zorio e nelle sue immagini una capacità di costruire, saettanti in quello spazio, figure che restano indelebili ed eguali a se stesse per il nostro sguardo e per la nostra memoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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TEATRO & MUSICA R2SPETTACOLI & TV

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CLASSICA. CD&DVD LA SCELTA

ROSSINI

GERSHWIN

BRAHMS/BEETHOVEN

Il titolo di punta del Rossini Opera Festival 2008, nella direzione fervida e risolutiva di Roberto Abbado. L’impostazione visiva Gregori/Teti guida la ruvida regia di Daniele Abbado: entrambe discusse ma forti.

L’asciuttezza, l’amore per il dettaglio timbrico e la follia metrica di Nikolaus Harnoncourt strigliano il capolavoro popular-jazz rendendolo elettrizzante: capita di rado a un interprete del Vecchio mondo. Le voci stanno al gioco.

Inedito cameristico, esecuzione concertistica (con Bernstein sul podio) entrata nella leggenda. 1957: il 24enne Gould era già un demone. Ascoltare le registrazioni e convincersene, è tutt’uno.

“Ermione” (Dynamic - 2 dvd)

A CURA DI ANGELO FOLETTO

SUL PALCOSCENICO LIRICA. UN BEL TANCREDI PURTROPPO SENZA ROSSINI

S

olo nel conciso finale tragico di Tancredi, Kristjan Järvi non era rossinianamente un estraneo. Per il resto la sua direzione snervata e generica ha sciupato una produzione di alto profilo. Sognante e sofisticato nel segno visivo, di proposito ingenuo, con pupi siciliani a doppiare i personaggi e romantiche citazioni pittoriche, è il suggestivo spettacolo di Yannis Kokkos. Patrizia Ciofi è inappuntabile, e capaci sono Antonino Siragusa, Annunziata Vestri e Simone Del Savio; Daniela Barcellona è il miglior Tancredi ascoltabile, e forse oggi immaginabile: verosimile in scena, di spessore e stile vocale rari; fino al toccante, quasi mormorato, finale da brivido. (angelo foletto)

“Porgy and Bess” (Rca - 3 cd)

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indimenticabile

Romeo e Giulietta amori nel campo Rom

P

Le disgrazie d’amore Direttore C. Ipata, regia di S. Medcalf, Pisa, Teatro Verdi

da non mancare

TRAGEDIA.IFIGENIA EMOZIONA ANCORA OGGI

LIRICA. GIOCHI D’AMORE CON VARIETÀ DI NOTE

Da W. Shakespeare, regia di F. Tiezzi, Prato, T. Metastasio

da vedere

SUL PALCOSCENICO

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SCENE DA ROMEO E GIULIETTA

si può vedere

“Quintetto op.34/Concerto n.2” (Naxos - cd)

La rilettura della tragedia di Shakespeare nello spettacolo ancora in divenire di Federico Tiezzi al Metastasio di Prato. Con alcune interessanti trovate sceniche

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da evitare si può perdere

IL TEATRO DI FRANCO QUADRI SCENE DA ROMEO & GIULIETTA

Tancredi Direttore K. Järvi, regia di Y.Kokkos, Torino, Teatro Regio

uò l’“amicizia amorosa” essere più forte della caduca “passione d’amore”? La domanda fa da sfondo a Le disgrazie d’amore, il dramma “giocosomorale” del toscoveneziano Antonio Cesti (1667). Il libretto di Francesco Sbarra mira, sotto la scorza di una satira rivolta contro gli dei della Grecia antica, a censurare i vizi di corte, ma l’intonazione di Cesti risolve in una varietà di forme strumentali e di stili vocali. Impeccabile la cornice sonora disegnata dall’Orchestra AuserMusici di Carlo Ipata, stilisticamente più diseguali, ma efficienti, i tredici solisti di canto. Peccato soltanto che il regista Stephen Medcalf, nasconda la debolezza delle proprie invenzioni sceniche sotto l’abito di un incongrua e forzata attualizzazione storica. (guido barbieri)

PER SAPERNE DI PIÙ www.metastasio.it www.teatroregio.torino.it

FRANCO QUADRI l nuovo spettacolo di Federico Tiezzi per il Metastasio di Prato, Scene da Romeo & Giulietta, parte da un ambizioso riferimento del titolo al passato e a uno dei spettacoli più importanti del regista, quel “Scene di Amleto”, che nel 1998, nello stesso spazio del Fabbricone, interveniva con forza sull’originale scespiriano frammentandone i materiali e precisandone la funzione in più spazi. Ora, il nuovo lavoro, anche se è più attento all’integrità della narrazione, punta a sua volta su una scelta chiarificatrice basata sul mutare degli ambienti e si apre con un’invenzione folgorante: la grande scena d’amore dei due protagonisti viene spostata all’inizio della serata e gli spettatori sono chiamati a vederla dall’alto, in modo di non perdere un gesto né un sussurro dei due amanti distesi sul letto, che non sono però gli interpreti che poi ne svolgeranno i destini, ma due grandi attori oggi a riposo avendo raggiunto gli 80 come Franco Graziosi e Francesca Benedetti, che la vivono con profonda emozione, scavalcando i pro-

dromi dell’azione, come una visione programmatica di grande forza. Anzi è come se queste loro parole indimenticabili, che tutti già conosciamo a memoria, segnassero la serata e non due ma molte vite, come un sogno poetico che dà un marchio alla serata. Ma subito dopo questa visione gli spettatori sono invitati a trasferirsi da quel loro punto d’osservazione alla platea del teatro, svuotata dalle poltrone e anche del palcoscenico e asfaltata nella parte centrale in modo di fungere da strada cittadina di oggi divenuta sede di un’infiltrazione di gruppi di Rom che sostituiscono i cortigiani veronesi cinquecenteschi del testo, come rivelano i vagoni e le masserizie sistemati ai due estremi della creazione visiva di Pierpaolo Bisleri. Ed ecco quindi i Capuleti in rosso e i Montecchi in blu fronteggiarsi in sommarie scorrerie, passando dalle scene d’amore a lotte sempre più violente con inevitabili riferimenti alle memorabili azioni di “West Side Story”, anche se la perfezione gestuale e ritmica di quel film viene rimpiazzata da effetti più pasticciati nel dilagare effettistico della violenza. E non può non soffrirne la recitazione via via più confusa e meccanica, perché non sempre svariano i movimenti, e non è agevole, in questo ambiente spesso comportamentalmente confuso, costruire delle azioni che rispondano a un tempo ai suggerimenti del testo e al tipo di realtà contemporanea di cui si vogliono ricalcare i modelli. E rimangono deboli e meno presenti, e non certo per loro difetto, le figure più popolari ma anche più legate al contesto d’epoca e inseribili con maggiori forzature nelle comunità Rom, quali il Frate Lorenzo di Graziano Piazza e la Balia di Marion D’Amburgo. Ma a una certa confusione iniziale della gratuità dei comportamenti e della loro realizzazione scenica corrisponde almeno un’espressività più nitida quando si fanno più precisi le presenze e gli interventi dei protagonisti, e in particolare penso al Mercuzio sempre elegante e un po’ snob del cangiante Roberto Latini che sfoggia chiome dai riflessi azzurri e atteggiamenti che restano in qualche modo nobiliari, destinato da subito al sacrificio, mentre il giovanissimo Romeo di Matteo Romoli, per lo più in bianco e con qualche francesismo, trova buoni spunti nella fase conclusiva, in cui si fa pure notare la Giulietta di Caterina Simonelli, un’altra allieva del Laboratorio di Federico Tiezzi in un lavoro ancora da maturare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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l suo terzo incontro col teatro di Goethe, Cesare Lievi, regista e traduttore, inquadra in una bella scena di Josef Frommwieser, la tormentata storia di Ifigenia in Tauride, la prima vittima della guerra di Troia, che qui ritrova il fratello Oreste e lo sottrae alla maledizione, toccando il cuore barbaro del re Toante. L’arduo tema raggiunge un risultato sorprendente grazie alla protagonista di Maria Alberta Navello e uno straordinario Lorenzo Gleijeses, che riconduce l’azione ai giorni nostri grazie alla sua capacità di far parlare il proprio corpo, a fronte della burbera immagine di antico tiranno di Gigi Angelillo, nei bei costumi di Marina Luxardo nello spettacolo di affascinante comunicativa presentato dal Ctb di Brescia. (franco quadri) Ifigenia in Tauride Di Goethe. Regia di Cesare Lievi Brescia, Teatro Sociale © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PROSA. CHE BEL RITRATTO DA FAMIGLIA CECHOVIANA

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strov di Zio Vanja è ora un mite medico (narratore) di campagna di metà ‘900, le Tre sorelle si scindono in una virtuosa, una inquieta e un fratello strano, e Vanja è un padre malandato. Due amici corteggiatori escono da un’altra farsa di Cechov. Eppure il bellissimo La malattia della famiglia M è del 2000, scritto da un Fausto Paravidino 23enne, ambientato tra alberi e neve dell’Alessandrino, ed è un requiem domestico come i drammi di Norén o di Fosse salvo sbalzi grotteschi di stile. Il lavoro dello Stabile di Bolzano che scorre con Bach, litanie di “volersi bene” e ombre d’una madre morta, è inscenato con grazia giovane e toccante da Paravidino, ideale interprete come Nicola Pannelli, Paolo Pierobon, Iris Fusetti, Emanuela Galliussi, Jacopo Bicocchi, Pio Stellaccio. (rodolfo di giammarco) La malattia della famiglia M Testo e regia di Fausto Paravidino Piccolo Eliseo di Roma, fino al 13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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CINEMA R2SPETTACOLI & TV

IN SALA DA NON PERDERE

SEGRETI DI FAMIGLIA

Benjamin sbarca a Buenos Aires in cerca di suo fratello Angelo, detto Tetro. Questi vive in esilio volontario dal padre, celebre direttore d’orchestra colpevole di avergli sedotto la fidanzatina. Regia di Francis Ford Coppola Con Vincent Gallo

A CURA DI ROBERTO NEPOTI

PER SAPERNE DI PIÙ trovacinema.repubblica.it www.01distribution.it

L’UOMO CHE FISSA LE CAPRE

BASTARDI SENZA GLORIA

Il giornalista Wilton va in Iraq a cercare lo scoop. Qui incontra Cassady, membro di un’unità segreta dell’esercito: monaci guerrieri che leggono il pensiero e uccidono le capre con lo sguardo.

Nella Francia occupata dal Reich, un commando di soldati ebrei americani assalta e scotenna i tedeschi. Frattanto una ragazza, cui i nazi hanno trucidato la famiglia, prepara un attentato a Hitler in un cinema.

Regia di Grant Heslov Con George Clooney

Regia di Quentin Tarantino. Con Brad Pitt

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da evitare si può perdere si può vedere da vedere da non mancare indimenticabile

PRIME FILM

IL FILM DI CURZIO MALTESE TRIAGE

PRIME FILM

DRAMMA. IL BEL GIOVANE E L’AMICO CINICO

Così Tanovic perde quel tocco da Oscar

COMMEDIA. IN BILICO TRA SORRISO E PIANTO

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eniale intuizione del romanzo ottocentesco quella dello sdoppiamento di personalità, della compresenza di bene e male, del cedere alla tentazione del patto diabolico in nome dell’indicibile equivalenza tra male e piacere. Dopo il Faust goethiano (1831) e il JeckyllHyde di Stevenson (1886) arriva ultimo Oscar Wilde con Il ritratto di Dorian Gray (1891). Il film di Oliver Parker illustra la vicenda del bellissimo giovane che si lascia traviare dall’amico cinico e gaudente, e scambia la propria eterna e dissoluta giovinezza con la mostruosa corruzione del magnifico ritratto dipinto dall’altro amico pittore. Esempio degli involontari danni provocati dal modello viscontiano, di un gusto tanto perfezionista quanto inutile. (paolo d’agostini)

Il geniale regista di “No man’s land” acclamato in tutto il mondo torna con “Triage” Storia di un fotografo di guerra in Kurdistan, con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee

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imasta improvvisamente orfana, la diciottenne Allegra (Chiara Martegiani: vaga rassomiglianza con Asia Argento) elegge a mamma vicaria Luisa (Gerini), amante segreta di papà. Intanto frequenta il liceo e vive la sua prima storia d’amore. Regista di Ho voglia di te (Moccia), Luis Prieto dirige un film (dal romanzo di Maria Daniela Raineri) che si propone come fusion di due repertori giovanilistici: il “dramma di crescita” e la “commedia di maturità”. In bilico tra il sorriso e il pianto, non risparmia nulla al suo pubblico: dalla cantata in macchina al gattino morto, dai duetti comici delle amiche di Luisa allo stupro post-discoteca. “Cammeo” di Stefania Sandrelli nella parte della nonna, alcolista di limoncello. (roberto nepoti) Meno male che ci sei Regia di Luis Prieto Con Stefania Sandrelli, Claudia Gerini, Marco Giallini

Dorian Gray Regia di Oliver Parker Con Colin Firth © RIPRODUZIONE RISERVATA

DRAMMA. L’INTEGRAZIONE PER ORA PUÒ ATTENDERE

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l film dell’esordiente Campogiani cerca il punto di equilibrio che consenta di trattare secondo modalità semplici e comunicative la tematica calda dell’immigrazione, dell’incontro con le culture di radice musulmana, dell’ossessione che le identifica con i pericoli terroristici. Semplifica molto, ma con un esito rispettabile. Un tunisino già integrato a Torino e ingiustamente coinvolto in sospetti di collateralità stringe un intenso legame con due poliziotti italiani (Fantastichini più navigato e anche più diffidente, Briguglia più giovane e più aperto) incaricati prima di pedinarlo e poi di proteggerlo. Ma ci sono ragioni purtroppo al di sopra delle loro buone volontà: l’integrazione dovrà ancora attendere e molto. (paolo d’agostini) La cosa giusta Regia di Marco Campogiani Con Ennio Fantastichini, Paolo Briguglia, Ahmed Hafiene © RIPRODUZIONE RISERVATA

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C TRIAGE

Regia di Danis Tanovic Con Colin Farrell, Paz Vega, Branko Djuric

CURZIO MALTESE he cosa è successo a Danis Tanovic? Un giovane bosniaco, regista di documentari, scampa per miracolo ai bombardamenti su Sarajevo. Comincia a scrivere il primo film, sulla guerra jugoslava. La sceneggiatura è perfetta e il film No man’s land è un capolavoro destinato a conquistare le platee mondiali. Il giovane regista viene paragonato addirittura a Stanley Kubrick e ad appena trent’anni riceve l’Oscar dalle mani di John Travolta e Sharon Stone. Da allora però non riuscirà più a scrivere una bella storia: perché? Se fosse stata questa la trama psicologica di Triage, il terzo film di Danis Tanovic, l’avremmo visto molto più volentieri. Purtroppo la storia, assai meno originale, racconta il blocco nevrotico di un fotoreporter irlandese di ritorno a casa dagli orrori della guerra in Kurdistan. Già detto così, Triage ricorda molti altri film. E purtroppo li ricorda anche nei dialoghi e nei meccanismi narrativi. Non si tratta di un brutto film. Tanovic non ne sarebbe capace. A tratti se ne intravvede il talento, alcune scene sono commoventi, altre indimenticabili, come quelle iniziali in un ospedale da campo dove si smistano i feriti e quella di una madre africana alla ricerca dei resti della sua famiglia. È notevole il cast, con Colin Farrell bravo come sempre, Branko Djuric eccezionale, la bella Paz Vega e il grande vecchio Christopher Lee nel ruolo di un anziano patriar-

ca della psicanalisi. Ma anche qui, non si sfugge alla fastidiosa scacchiera da coproduzione internazionale. Nell’insieme il film è deludente, a volte retorico, spesso melodrammatico, mai risolto. Manca il genio tragicomico che ha governato lo straordinario esordio di Tanovic, l’intelligenza, l’ironia, i dialoghi fulminanti di No man’s land. È identico il messaggio, le guerre fanno schifo tutte e uccidono nell’anima anche chi sopravvive. Non basta però una nobile intenzione per fare un grande film. Il finale di Triage, che vorrebbe essere a sorpresa e sul quale gravita tutta la storia, non lo è per gli spettatori più attenti ed esperti di film come questi. Se ne sono visti davvero tanti, troppi, di reduci dal fronte sconvolti, dai film americani degli anni Cinquanta e poi Sessanta, Settanta, Ottanta, Novanta. Perché le guerre non terminano mai o come scrisse Platone, pomposamente citato nel finale di Triage, «soltanto chi muore ha visto la fine della guerra». Ma allora bisogna fare i conti con tutta una letteratura cinematografica e con qualche capolavoro, come Il Cacciatore. Tanovic sembra piuttosto ossessionato dal ritrovare la strada per il tappeto rosso degli Oscar. Quella che con il primo film non aveva neppure immaginato di percorrere. Ha soltanto quarant’anni, saremo felici di essere smentiti al prossimo film. © RIPRODUZIONE RISERVATA

DRAMMA. UNA GALLERIA DI CUPI PERSONAGGI

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trano film, presentato a Venezia e subito schizzato al centro di polemiche italo-romene. Una giovane maestra vuole emigrare in Italia, nella speranza di una vita migliore ma anche di contribuire a cambiare l’idea che gli italiani hanno del suo popolo. Non ne condivide l’ottimismo il regista, il debuttante Bobby Paunescu, a giudicare dalla galleria dei personaggi di cui popola Bucarest: campionatura di una società vetero-patriarcale e, al contempo, convertita al più cinico affarismo. Ne farà le spese il ragazzo di Francesca, che doveva raggiungerla in Italia. Epigono della “new wave” cinematografica romena, Paunescu non fa sconti né sul nostro presente, né sul modo (piani fissi, silenzi…) di rappresentarlo. (roberto nepoti) Francesca Regia di Bobby Paunescu Con Monica Barladeanu, Doru Boguta, Luminita Gheorghiu © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica

TEMPO LIBERO R2SPETTACOLI & TV

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SPENDERE BENE

I CD

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NEWS INTERNAZIONALI

LETTORE CD

L’iPhone trasformato in una tv, in grado di ricevere news internazionali 24 ore al giorno. Basta scaricare le applicazioni necessarie, come quella della Bbc International, o quella di France 24, per avere una televisione in diretta per le notizie da tutto il mondo sul cellulare

E’ una chitarra elettrica? No, è un lettore cd, dalla forma piuttosto inusuale, con radio am/fm, orologio e sveglia, telecomando e la possibilità di appendere la chitarra al muro. Il suono è buono, ma è la forma che conta

A CURA DI GIUSEPPE VIDETTI

23,60 TASTIERA SENZA FILI La Logitech Deluxe 660 Cordless è una comodissima tastiera che funziona in modalità wireless, senza bisogno di essere collegata al computer. E ha anche un mouse ottico, ovviamente senza fili

VETRINA

WEB

World Music

Nostalgia

Il grande sentimento di Césaria Evora

Rivivono ivideogame dei tempi andati

La diva scalza di Capoverde ha il dono della grande interprete. Tutto quel che Césaria Evora canta è poesia cristallina. Nha sentimento, il disco che arriva dopo una malattia che l’ha costretta a mesi di inattività, non fa eccezione nella lunga sfilza dei suoi capolavori. Anche se qui ha scelto di stemperare la struggente saudade di “Miss Perfumado” in ballate meno drammatiche, il timbro resta inconfondibile. Nella geografia delle grandi interpreti internazionali dell’ultimo secolo, Césaria sta a Capoverde come Piaf sta alla Francia, Amalia al Portogallo e Oum Kalthoum al mondo arabo.

Commodore 64, Spectrum, Atari St, sono i nomi dei computer casalinghi degli anni Ottanta, quelli dove una intera generazione ha imparato a muovere i primi passi nell'universo dei videogiochi. Giochi che, in questo nuovo millennio, stanno vivendo una nuova giovinezza con il “retrogaming”, ovvero giovare i vecchi videogame con le macchine di oggi. Complice il web, ovviamente. Sono decine e decine i siti in Europa, America e Italia dedicati ai giochi d'epoca, nelle edicole sono arrivati un mensile e uno speciale solo sui giochi d'epoca, e nei negozi si sono moltiplicate le antologie di vecchi giochi rieditati per funzionare perfettamente sulle nuove macchine, Psp, Ps3, Nintendo Ds e altre. I primi giochi a tornare di moda sono stati i "coin op", i giochi da sala, quelli che erano stati riadattati soltanto successivamente al loro successo nei bar. Poi sono arrivati titoli leggendari come "Super Mario Bros", "Mortal Kombat", o "Asteroids". Ma il bello sono gli emulatori software, che permettono di avere nel proprio pc uno Spectrum 48K o un Commodore 64, perfettamente funzionanti, per giocare con dei classici di una ventina di anni fa. (ernesto assante)

Pop

La voce di Cenerentola ha ritrovato il principe La storia di Cenerentola pop avrebbe trionfato nel reality Britain’s got talent anche se Susan Boyle avesse la metà della voce che ha. Prima di far venire la pelle d’oca in tv con I dreamed a dream era la bruttina della porta accanto, una vita sciupata tra la parrocchia e la modesta casa dei suoi, in Scozia. Ovvio che il successo, a 48 anni suonati, le abbia dato alla testa. Esaurita e disorientata, ha avuto però il tempo di confezionare un cd che farà morire d’invidia Sarah Brightman, la ex di Andrew Lloyd-Webber. Le suona a tutti, dai Rolling Stones (Wild horses) a Elvis (How great thou art).

Frontiera

Labèque le suona a Sting Beatles e Radiohead Non solo classica. L’acclamata concertista francese Katia Labèque, cui Miles Davis dedicò due brani nell’album You’re under arrest, ora flirta con Sting. Insieme all’ex Police, ha registrato negli studi del Palagio due nuove versioni piano e voce di Moon over Bourbon Street e Shape of my heart. La Labèque volteggia con disinvoltura tra classica, jazz e pop: We will meet again e My funny Valentine (con Chick Corea e Herbie Hancock) sono perfette accanto a Chopin, Satie, ai Beatles di Because e ai Radiohead di Exit music, trasformata in una pièce di musica contemporanea.

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Addio vecchia radio la musica del mondo è in un solo ricevitore Le emittenti via Internet sono decine di migliaia trasmettono ogni genere musicale, da ogni città e sono ricevibili con un semplice click ERNESTO ASSANTE

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IRADISCHI, mangiadischi, registratori a nastro e cassette, sono tutti oggetti che, ormai, sono legati al nostro passato. La musica digitale viaggia, velocissimamente, verso l’abbandono di qualsiasi supporto e persino i cd, negli ultimi anni, iniziano a sembrare obsoleti e inutili, superati dall’mp3 e dalla musica

via Internet. Come ascolteremo la musica in casa nel prossimo futuro? Il futuro, in realtà, è già qui e in commercio ci sono già moltissimi sistemi che consentono di ascoltare le nostre canzoni preferite senza dover usare i cd, la vecchia radio o i registratori d’epoca. Esistono infatti delle piccole ed eleganti macchine che svolgono tutte le funzioni necessarie per ascoltare musica senza alcun supporto, dei “music player” che si collegano ad Internet automaticamente, che trasmettono musica in tutta la casa senza usare fili e collegamenti, che possono conservare in un unico hard disk la nostra intera discoteca, o che possono utiliz-

zare l’archivio musicale che è nel nostro computer per “sonorizzare” qualsiasi ambiente, con una qualità degna di un piccolo impianto alta fedeltà. La comodità di questi sistemi audio è straordinaria, perché mettono in pochi centimetri tutta la musica del mondo e l’intero catalogo dei propri cd (alcuni arrivano a conservare fino a duemila dischi). Ma il punto di forza è soprattutto il collegamento alla rete, che consente di ascoltare, premendo pochissimi tasti, qualsiasi radio del mondo, quelle tradizionali che ritrasmettono il loro segnale attraverso il Web, e quelle digitali, che programmano musica soltanto in Rete. On line, ovviamente, ci

in libreria Ben Dupré

50 grandi idee di filosofia I principali temi e argomenti filosofici dalla caverna di Platone al paradosso di Russell.

www.edizionidedalo.it


la Repubblica

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SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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TELEFONO SKYPE

PLAYSTATION 3 SLIM

Il Philips Voip 855 è un telefono molto elegante, che ha la funzione di un cordless e quella di un telefono via internet, per chiamare gratuitamente usando Skype

CELLULARE MULTIMEDIALE

Cosa mettere sotto al televisore? Una Ps3 Slim, lettore cd, lettore blue ray, console videogiochi, tv digitale terrestre, ricevitore Internet, radio digitale hard disk per musica e fotografie, e molto altro ancora. La nuova versione è più economica e più sottile

Lg Arena è una macchina multimediale completa, dotata di tecnologia Dolby Mobile. Ampio display, possibilità di riprodurre filmati in formato DivX o Xvid e registrare video video con risoluzione DVD e visualizzarli sul televisore di casa

299 €

I DVD L’intervista

Mr.Fantasy nell’era digitale Carlo Massarini è uno dei personaggi più noti dell’universo musicale italiano. E ha attraversato la storia dei media dai tempi di Per voi giovani, arrivando fino a Mediamente, storia che racconta magnificamente in Dear Mr.Fantasy, pubblicato da Rizzoli. «Quello delle web radio è un fenomeno molto interessante», dice Massarini, «può rappresentare un cambiamento radicale. Ma richiede tempo, perché incide sulle abitudini della gente». Quali sono gli ostacoli da

CONDUTTORE Carlo Massarini, conduttore di trasmissioni radiofoniche e televisive

superare? «Queste nuove macchine risolvono i problemi tecnologici, perché sono facili da usare, ma non risolvono quelli psicologici, che sono legati ai nostri tempi. Voglio dire che è cambiato il modo di ascoltare la radio, oggi il pubblico è meno curioso, preferisce restare in ambiti che conosce e non essere sorpreso. Quindi fa fatica a gestire una radio che offre migliaia di proposte tutte diverse». Manca la curiosità? «La gente se la sente di abbandonare la propria radio e curiosare tra quelle inglesi, francesi o russe? Forse non ancora. Ma queste nuove radio possono cambiare le carte in tavola. Possono essere una straordinaria opportunità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ARCHIVIO

Attenti a Toni Colette cambia personalità

Arriva a compimento la pubblicazione dei documenti video che testimoniano l’intero arco dell’attività di Giorgio Gaber, sotto l’egida della Fondazione che porta il suo nome. Esce questo fine settimana il cofanetto (libro+doppio dvd) che si riferisce agli Anni Novanta. Prodotto da Radio Fandango, curato da Andrea Pendinelli e distribuito da Edel, il dvd documenta lavori teatrali come “Teatro Canzone”, “E pensare che c’era il pensiero” fino a “Un’idiozia conquistata a fatica”. Ci sono anche le ultime apparizioni pubbliche di Gaber e le incisioni dei primi anni Duemila.

Non ci stupiamo, una donna, si sa, può avere anche più di tre personalità. Ma Toni Colette in United states of Tara, la serie ideata da Steven Spielberg, dà una grande prova d’attrice nel ruolo di una madre affetta da disturbo di personalità multipla. Diventa un’adolescente ribelle che fa shopping; una casalinga che sogna un figlio (non riconosce come figli i suoi ragazzi); e un reduce dal Vietnam che gira armato e beve birra. Da mercoledì alle 21 su Mya

WEB RADIO Si ascoltano tutte le emittenti web come una normale radio

Video-arte

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il pennello elettronico di Bill Viola Lo Squeezbox è un perfetto riproduttore per web radio e file

GRACE Semplice e piccolo, sta sul comodino e ha anche la sveglia

TELECOMANDO

Gli anni Novanta del Signor G.

Lo Streamium trasmette il segnale ai ricevitori in tutta la casa senza bisogno di fili

SQUEEZEBOX

A CURA DI ALDO LASTELLA

Il serial

MUSICA SENZA FILI

network, che consente di caricare la propria musica su un server per poter accedere al database da qualsiasi parte del mondo. Ci sono anche altre radio da tavolo che si collegano direttamente alla rete, come quella della Grace, un oggetto piccolo e bello che ricorda una radio tradizionale ma che, collegandosi al sistema Reciva consente di ricevere i segnali delle migliaia di radio che trasmettono sul web da tutto il mondo. Sarà questo il futuro della radio? Difficile a dirsi, per ora, anche se i ricevitori Internet, una volta provati, non fanno provare nostalgia per le radio tradizionali.

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Teatro canzone

Lo Streamium di Philips può archiviare fino a 2000 cd, nell’hard disk

sono anche tutte le emittenti italiane, ma poter svegliarsi la mattina, sintonizzati su Klos, la radio rock di Los Angeles, o su Jazz Radio Lounge che trasmette da Parigi, è un piacere che solo una web radio può dare. Lo Streamium Network Music Player di Philips, ad esempio, permette di accedere in modalità wireless a tutta la tua libreria musicale su PC, di archiviare i propri cd su un hard disk da 80 o da 160 giga, di collegarsi alle web radio e di trasmettere addirittura la musica del proprio computer sullo stereo di casa, o in altre stanze attraverso il Wireless Music Center. Lo Squeezebox di Logitech offre le stesse possibilità ma ha anche un servizio dedicato, lo Squeeze-

PER SAPERNE DI PIÙ www.streamium.com www.logitechsqueezebox.com

Grazie a Rarovideo esce per la prima volta in Italia un cofanetto in quattro dvd dedicato al grande video-artista americano Bill Viola, un esempio di come l’immagine elettronica possa elevarsi alle vette artistiche che siamo abituati a riconoscere tradizionalmente alla pittura o alla scultura. Il cofanetto, curato da Bruno di Marino, comprende tre lavori di Viola degli anni 80 e 90 – “The Passing”, “I don’t know what I am like” e “Hatsu Yume” – e un documentario sul suo lavoro, più un libretto con saggi, schede e illustrazioni. Da non perdere.

Musica

Kings of Leon un torrido rock E’ l’esordio in dvd per i Kings of Leon, forse il più intenso gruppo rock emerso a livello mondiale negli ultimi anni. Originari di Nashville, Tennessee, guidati dal carismatico cantante Caleb Followill, praticano un rock asciutto e potente, radicato nella tradizione ma molto moderno. Il “Live at 02 Arena” documenta i tre concerti che i Kings tennero tra la fine di giugno e l’inizio di luglio a Londra per oltre 70mila persone, un tutto esaurito che li ha consegnati alla crema del rock planetario. Ventidue brani, da “My party” a “Crawl”, che confermano quanto si meritino il successo. Disponibile anche in blu-ray (Sony Music).

La curiosità

Cani, spazzola e phon la messa in piega è servita Per la teoria della “Carica dei 101” il cane assomiglia al padrone (e viceversa): setter con signore frangiate, barboncini con padrone ricce, meticci con amici bohemien. Va seguita con lo spirito giusto la gara tra i dodici parrucchieri (per quattro zampe)più fantasiosi d’America che danno il meglio tra ciuffi di pelo e code ribelli. Shampoo, forbici e spazzole, si sfidano per il titolo di “Toelettatore dell’anno”. No, non è una vita da cani, perfetti anche spettinati. Lunedì su Animal Planet alle 15 (a cura di silvia fumarola) © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica

SPETTACOLI

SABATO 28 NOVEMBRE 2009

&TELEVISIONE

■ 54

Nei Them Crooked Vultures si ritrovano tre generazioni rock, dagli anni Settanta agli anni Novanta grazie all’incontro tra il bassista John Paul Jones, il batterista Dave Grohl e il chitarrista Josh Homme

Super Rock Band

John P. Jones

Bassista, 63 anni, attivo da 49, popolare come fondatore dei mitici Zeppelin insieme a Plant & Page ma anche instancabile sperimentatore

Dave Grohl

“Diamo una seconda vita a Led Zeppelin e Nirvana” CARLO MORETTI ROMA il supergruppo in cui si incontrano tre generazioni. C’è il bassista degli anni d’oro del rock, John Paul Jones dei Led Zeppelin. C’è il batterista del grunge, Dave Grohl dei Nirvana, e c’è il chitarrista dei Queens of the stone age, Josh Homme. Da un anno a questa parte Jones, Grohl ed Homme hanno dato vita al progetto “Them Crooked Vultures”, Gli avvoltoi curvi, suscitando grande entusiasmo nonostante la loro nuova avventura si inserisca nel recente filone di supergruppi tra i quali “The good, the bad and the Queen” con Paul Simonon dei Clash e i “Dead Weather” con Jack White dei White Stripes. Them Crooked Vultures, appena uscito, riporta indietro nel tempo l’orologio del rock, imponendogli una nuova partenza. Non sono i Led Zeppelin, ma l’album ha la stessa vitalità dei loro dischi e lo stesso effetto “live in studio”. «Facciamo musica esattamente come gli Zeppelin» ci spiega Jones al telefono da Los Angeles. «Tutto l’album è stato scritto, suonato e registrato nella stessa stanza, e le tre cose sono spesso avvenute nello stesso momento. Un processo molto organico». Pensa di aver trovato i nuovi Led Zeppelin? «In effetti» dice Jones dopo una fragorosa risata «ci sono molte similitudini con i Led Zeppelin: anche questo è un gruppo democratico, c’è grande interazione nella scrittura e nell’esecuzione dei brani, e c’è passione quando ci ritroviamo sul palco. Ci divertiamo ad andare in giro e nessuno di noi soffre di protagonismo». Con quale stato d’animo è tornato al rock dopo anni dietro le quinte? «Sono tornato a suonare dal vivo grazie a Diamanda Galas e al tempo, ormai 15 anni fa, credo di

È

Il disco

Batterista e chitarrista, 40 anni, resterà nella storia del rock come sodale di Kurt Cobain nei Nirvana ma anche come animatore dei Foo Fighters

Un album da ascoltare, come suggerisce John Paul Jones, traccia dopo traccia perché disegna un paesaggio, una storia sonora Un disco di rock dal sapore classico, ricco di suggestioni e riverberi eppure modernissimo Una scossa elettrica corre lungo i 13 brani e il virtuosismo diventa regola

Josh Homme

Chitarrista e cantante, californiano, 36 anni, è il fondatore dei Queens of the Stone Age, gruppo che ha riportato in auge il metal rock

Tutto in una stanza

L’era Internet

Facciamo musica come nei Siamo una cellula Led Zeppelin: tutto scritto, molto unita: rilassati, suonato e registrato nella lasciamo fuori il business stessa stanza e spesso le tre Certo c’è Internet che ha in cose nello stesso momento parte peggiorato le cose averlo fatto quasi per un test con me stesso. Ora è diverso, è una chance per tornare sul palco in una vera rock band ed è la parte migliore del mio lavoro, che è fatto soprattutto di live. Entrare di nuovo nella scena rock non significa altro che questo. È come ai tempi degli Zeppelin: allora eravamo una cellula molto unita all’interno, rilassata, tutto tra noi veniva facile. Fuori c’era il business, proprio come ora. Certo ora c’è Internet, che ha cambiato tutto, migliorando le cose, in parte peggiorandole». Ha mai sentito la pressione di dover fare qualcosa di importan-

te, vista la vostra storia? «Sono io il primo critico di me stesso. La pressione viene dunque dallo sforzo di fare sempre il meglio che posso. Che tu abbia o meno una reputazione, non fa mai piacere offrire al pubblico qualcosa di cui non vai orgoglioso. In questo mestiere non conta quanto sei bravo o quanto è buona la musica che fai: ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarti. Tutto ciò che puoi fare è credere in te stesso e fare il meglio che puoi». Dopo aver osservato il suo arsenale di strumenti musicali, Homme ha detto che lei è “il coltellino svizzero del rock’n’roll”.

«Trovare nuovi suoni per me è una sfida. Ragiono come un arrangiatore o un orchestratore, anche quando non sono io il compositore: cerco sempre di creare qualcosa di diverso, di unico. In una canzone che forse inseriremo nel prossimo album suono per la prima volta il violino elettrico e sull’organo ho cambiato idea, all’epoca dei Led Zeppelin non lo sopportavo: in Caliguloveutilizzo un Vox Continental dei tardi anni 60, quello che usavano i Doors. Ho anche usato molto distorsore sul basso, cosa che non avevo mai fatto con gli Zeppelin». Qual è il giusto modo per ascol-

tare questo album? «Metterlo su, alzare il volume e ascoltarlo dall’inizio alla fine, l’unico modo per capirne l’esatta forma. Capisco che al tempo di Internet e del download questo è fuori moda ma le canzoni si legano e compongono una storia sonora». Da dove proviene il vostro buffo nome Gli avvoltoi curvi? «Ma ci ha guardato? Gli avvoltoi siamo noi. Il nome suona bene, suggerisce una bella immagine e poi gli altri nomi che ci venivano erano già stati presi, abbiamo passato una giornata intera a controllarli su Google».

A 63 anni sta partendo per un tour: cosa prova? «Il tempo è prezioso e non voglio buttarlo via facendo qualcosa di piccolo o senza valore. Non potrei farlo se non fossi eccitato all’idea di tornare in tour. Sul palco però sarò meno tranquillo di quanto si possa pensare». Come reagirà se qualcuno richiederà indietro i suoi compagni nelle band di origine? «Molto probabile che accada ma dovranno passare sul mio cadavere, sono pronto a battermi per evitarlo. Intanto è già deciso che faremo un secondo album, un lungo tour e i più importanti festival in estate. Sarà un anno eccitante e lo dico subito: eviteremo i pezzi dal nostro passato, non siamo una cover band». Nessun progetto con i Led Zeppelin? «No, assolutamente nulla. Ora sono nei Them Crooked Vultures». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Premio al Meeting indipendenti

New York

La rivelazione

Cristiano De André, miglior tour 2009

Susan Boyle in lacrime alla tv americana

Bob Dylan: “Ho registrato canzoni in italiano”

Il tour in cui Cristiano De André interpreta le canzoni del padre verrà premiato domani al Meeting di Faenza come miglior tour 2009.

Ancora un crollo nervoso per Susan Boyle: è scoppiata a piangere e si è succhiata il pollice dopo un recital a New York tra fan e tv.

Bob Dylan ha registrato canzoni anche in italiano. Lo ha rivelato all’associazione dei Giornali dei Senzatetto americani.

■ 55

Violante Placido è Moana “Libera e vietata ai minori” NEL FILM

SILVIA FUMAROLA ROMA e è vero che Moana Pozzi, pornostar di buona famiglia che fece una scelta di vita estrema, era una donna complessa, curiosa, intelligente dalla fiction che Sky Cinema 1 manderà in onda martedì e mercoledì non emerge. Non c’è il punto di vista di Moana, né di chi gridava allo scandalo. Per il regista Alfredo Peyretti «è un film rock» e tanto basta. C’è però Violante Placido, perfetta nel ruolo, che restituisce la sensualità alla donna che riusciva essere erotica senza volgarità: corpo statuario, sorriso da bambina. Il film è vietato ai minori di 14 anni e andrà in onda alle 21 «ma» spiega il direttore di Sky Cinema Nils Hartman «avviseremo che c’è il divieto, lo trasmetteremo col bollino e un cartello che avvisa della presenza di scene non adatte ai minori. In più c’è il “parental control”». Riccardo Schicchi, il manager di Diva Futura che scoprì la pornostar non ha dubbi: «Violante dà un’interpretazione pazzesca e grazie a lei lo spirito di Moana c’è, per il resto è una fiction grottesca, piena di invenzioni e licenze creative del regista che mi è

Violante Placido con Fausto Paravidino (Schicchi) e Giorgia Wurth (Cicciolina)

S

REPUBBLICA.IT Esce una raccolta di rarità: sul sito i video di Vasco Rossi

La fiction su Sky martedì. Schicchi: “Film grottesco, ma la protagonista è davvero perfetta” sembrato un Alice-nel-paesedelle-meraviglie del porno. Il film è un omaggio a Moana, bisogna prenderlo così, perché per il resto... Il marito Antonio sembra Ulisse che esce dalle acque come

Venere, la gelosia per Baby Pozzi, la sorella, non è mai esistita, Ilona Staller è ridotta a un pupazzo e il mio personaggio è praticamente inventato». Tradita dal fidanzato che le fa girare un film hard, Moana sceglie il porno. Poi, tutto inventato, un amico trafficante di coca viene ucciso e lei incontra Schicchi (Andrea Paravidino) che la fa debuttare. Lo scandalo farà la sua fortuna. La chiamano in tv ma le casalinghe insorgono, attratta dal potere conosce il Politico (dalla montatura

PORNOSTAR Violante Placido versione Moana in una foto di Fabio Lovino. In alto, la vera Pozzi

degli occhiali si capisce che è Craxi). Sono a letto: «Abbiamo appena fatto l’amore e ora io uscirò da una porta secondaria...» dice lei; «Si chiama ipocrisia» spiega lui. «Non volevamo fare né un documentario né un’inchiesta» dice il produttore Leonardo Breccia «ma raccontare la donna che, spogliandosi di maschere e ipocrisia, ha fatto una scelta impensabile negli anni 80, diventando un mito». Violante Placido sottolinea di aver fatto il provino «attratta da un ruolo complesso, incuriosita dalla forza di una donna libera. Il film ha avuto pressioni, c’è stato un cambio di regia che mi ha creato problemi, è un progetto ambizioso che richiedeva da parte mia determinazione e leggerezza, in una parola follia. Moana aveva un lato esibizionista, era popolarissima perché col porno ha fatto una scelta estrema mantenendo l’umanità. Con un ruolo così puoi solo divertirti e non giudicare, lei è stata al mio fianco e nei miei pensieri». «Era una combinazione tette-intelligenza» aggiunge Paravidino «anche se non sappiamo bene se la sua intelligenza fosse nelle tette o il contrario...». © RIPRODUZIONE RISERVATA



la Repubblica

CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA

Film del giorno KARATE KID III — LA SFIDA FINALE AZIONE, COLORE, 1989, USA, DURATA 111’ Regia di John Avildsen. Con Ralph Macchio, Pat Morita. Terza avventura del ragazzo diventato un esperto di karate. Anche questa volta ha bisogno dell’aiuto del vecchio maestro di arti marziali. Italia 1 — 14.05

D

REPORTER Toni Capuozzo conduce “Terra!” su Canale 5

BIANCO, ROSSO E... COMM., COLORE, 1972, ITALIA, DURATA 99’ Regia di Alberto Lattuada. Con Sophia Loren, Fernando Rey, Adriano Celentano. Sophia Loren è una suora che dirige l’ospedale dove è ricoverato Celentano, camionista ribelle che occupa abusivamente il posto in clinica. RaiUno — 23.10 RAI 1

10.05 10.25 10.55 11.35 13.00 13.25 14.00 16.00 17.10 18.00 18.10 19.00 19.30 20.25 20.30 21.05 22.40 23.30 23.40 0.25 1.05 1.30 1.50 2.00 2.05 2.35 2.40 3.45 4.05

Cercando Cercando Tg2Eat Parade L’avvocato risponde Inconscio e Magia Mattina in famiglia - Con T. Timperi, M. Leone. All’interno: 7.00-8.009.00-10.00 Tg2 Mattina / 9.30 Tg2 Mattina L.I.S./ Meteo 2 Ragazzi c’è Voyager. Fai la tua domanda Sulla via di Damasco Quello che Mezzogiorno in famiglia Con Amadeus, L. Barriales, S. Friscia Tg2 Giorno Dribbling X Factor: il processo Scalo 76 Talent Sereno variabile Tg2 Meteo2 Primeval - Tf X Factor - La settimana Law & Order - Tf Estrazioni del Lotto Tg2 20.30 Close to Home “Davide e Golia”, “Tutto per Amanda” - Tf Sabato Sprint - Tf Tg2 Tg2 - Dossier Tg2 Storie. I racconti della settimana Tg2 Mizar Tg2 Sì, Viaggiare Tg2 Eat Parade Meteo2 X Factor - La settimana Appuntamento al cinema Il Caffè Cercando Cercando Inconscio e Magia

Un segno, quello del coraggio femminile in Sicilia, lontanissimo dal senso comune o da quello che fa effetto oggi, soprattutto in tv, raccontando le cose del mondo. Come nel servizio successivo, al Rione Sanità mettendo alla moviola quanto vive e accade intorno alla celebre sequenza dell’omicidio del pregiudicato davanti al bar. Non serviva questa nuova dimostrazione per sancire la superiorità assoluta della forma racconto nel descrivere le cose: ormai un modo quasi lunare nella tv dove è sempre più remunerativo dibattere e lanciare il televoto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CANALE 5

RAI 3

RAI 2 6.00 6.15 6.25 6.35 6.45

a un lato il racconto, con testimonianze e raccordi su quanto accade. Dall’altro l’inopinata presenza dei buoni, in video. Due aspetti quasi scioccanti nella puntata di Terra! (il giovedì in seconda serata su Canale 5), dedicata a mafie e camorre con la scelta di privilegiare, soprattutto nel servizio della prima parte girato a Palermo e in Sicilia, storie di vita con segno positivo. Ed erano donne impegnate in contesti tra degrado o criminalità, a tenere accesa una luce in chiave antiracket, oppure a dirigere una scuola provando a farne un luogo civile o anche guidando Procure.

7.00 Cartoni animati 8.05 Il Videogiornale del Fantabosco. Pipi, Pupù e Rosmarina 9.00 Tv Talk 10.30 Art News 11.00 Tgr I nostri soldi 11.15 Tgr Estovest 11.30 Tgr Levante 11.45 Tgr Italia Agricoltura 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie Meteo3 12.25 Tgr Il Settimanale 12.55 Tgr BellItalia 13.20 Tgr Mediterraneo Appuntamento al cinema 14.00 Tg Regione Tg Regione Meteo 14.20 Tg3 14.45 Tg3 Pixel / Meteo3 14.50 Tgr Ambiente Italia 15.50 Tg3 Flash L.I.S. 15.55 Sabato Sport. Magazine Champions League 16.25 Pallavolo: Campionato serie A2: Roma VolleyPallavolo Padova 18.10 90’ Minuto. Serie B 18.55 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione - Meteo 20.00 Blob presenta Vota Antonio 20.10 Che tempo che fa 21.30 Ulisse: Il piacere della scoperta 23.30 Tg3 23.45 Tg Regione 23.50 Un giorno in Pretura Meteo3 0.50 Tg3 1.00 Tg3 Agenda del mondo 1.15 Tg3 Sabato notte 1.30 Appuntamento al cinema 1.40 Fuori Orario. Cose (mai) viste Film: I misteri del convento. Di M. De Oliveira Film: Incubo mortale. Di John Carpenter

6.00 7.55 7.57 8.00 8.50 9.30 10.08 10.15 13.00 13.39 13.40 14.00 16.00

18.50

20.00 20.30 20.31

21.10 0.20 1.30 1.59 2.00 2.32 2.45 3.30 3.59

Prima pagina Traffico Meteo5 Tg5 Mattina Loggione Super Partes Dietro le quinte: Occhio a quei due Maurizio Costanzo Show 25 anni Tg5 Meteo5 Riassunto Grande Fratello Amici - Show Verissimo - Tutti i colori della cronaca. Conduce Silvia Toffanin Chi vuol essere milionario - Conduce Gerry Scotti Tg5 Meteo 5 Striscia la notizia - La voce dell’influenza - Con E. Greggio ed E. Iacchetti L’album di Maria - Con Maria De Filippi Riassunto Grande Fratello Tg5 - Notte Meteo5 Striscia la notizia - La voce dell’influenza (r) Media Shopping Prima o poi divorzio - Sitcom Tg5 - Notte (r) Meteo5 Notte (r) Squadra emergenza - Tf

ITALIA 1

RETE 4

7.00 Cartoni animati 10.45 E alla fine arriva mamma - Sitcom 11.20 Tv Moda - Con Jo Squillo 12.25 Studio Aperto 12.58 Meteo 13.02 Studio Sport 13.35 Tgcom 13.40 Til Death - Per tutta la vita - Tf 14.05 Film: Karate Kid III - La sfida finale - Di John G. Avildsen. Con R. Macchio, N. (Pat) Morita 16.20 Film: I nuovi Mini-Ninja - Di C.T. Kanganis. Con V. Wong, M. Elliot Slade 18.10 Quelli dell’intervallo - Sitcom 18.30 Studio Aperto 18.58 Meteo 19.00 Mr Bean - Tf 19.30 Film: Una promessa è una promessa - Di Brian Levant. Con Arnold Schwarzenegger, Phil Hartman, Rita Wilson 21.10 Film: Santa Clause è nei guai - Di Michael Lembeck. Con Tim Allen, Ann Margret, Eric Lloyd 22.55 Tvm: Mistero alle Bermuda - Di Lewis Teague. Con Luke Perry, Dorian Harewood, Polly Shannon 0.55 Poker1mania 1.55 Mediashopping 2.15 Film. Maratona: Tutti i colori del delitto-Gialloparma - Di Alberto Bevilacqua. Con Natacha Amal, Robert Hossein 4.15 Film. Maratona: Tutti i colori del delitto-La dama rossa uccide sette volte - Di E. Paolo Miraglia. Con Barbara Bouchet, Ugo Pagliai

08.19 08.35 08.53 09.37 10.20 10.31 11.10 11.50 12.27 12.40 13.05 13.08 14.00 14.35

■ cinema / mattina 9.00 East is East - Di D. O'Connell Cult 9.40 L'anello di fuoco - Di R. Piano SKY Cinema Max HD 10.25 Il papà di Giovanna - Di P. Avati SKY Cinema 1 HD 10.45 L'isola di Pascali - Di J. Dearden MGM 11.10 Riflessi di paura - Di A. Aja SKY Cinema Max HD 11.15 Piccole donne - Di M. LeRoy SKY Cinema Classics 12.05 Diamond Dog - Un tesoro di cane Di M. Stouffer SKY Cinema Family 12.30 Attenti al ladro - Di M. Lindsay-Hogg MGM 13.05 Speed 2 - Senza limiti - Di J. De Bont SKY Cinema Max HD

■ cinema / pomeriggio 14.15 Missione coccodrillo - Di J. Stainton MGM 15.15 Vuoto d'aria - Di J. Cassar SKY Cinema Max HD 15.50 Il... Belpaese - Di L. Salce SKY Cinema Italia 16.40 Il castello errante di Howl Di H. Miyazaki SKY Cinema Mania 16.50 The Hurt Locker - Di K. Bigelow SKY Cinema Max HD 17.15 Dad - Papà - Di G.D. Goldberg MGM 17.30 Spiderwick - Le cronache - Di M. Waters SKY Cinema Family 17.45 Tempi nostri - Di A. Blasetti SKY Cinema Italia 18.45 Pomodori verdi fritti... - Di J. Avnet SKY Cinema Mania

■ cinema / sera 21.00 Infiltrato speciale - Di D.M. Paul SKY Cinema Max HD 21.00 Full Monty - Squattrinati organizzati Di P. Cattaneo SKY Cinema Mania 21.00 Metronotte - Di F. Calogero SKY Cinema Italia 21.00 Uno stadio per la tribù Di J. Masannek SKY Cinema Family 21.00 A briglia sciolta - Di R. Vadim SKY Cinema Classics 21.00 ex and the City-Le ragazze sono tornate Di M.P. King SKY Cinema 1 HD 21.00 Creature selvagge - Di F. Schepisi MGM 21.00 L'amore molesto - Di M. Martone Cult

■ cinema / notte 22.35 Amore, bugie e calcetto - Di L. Lucini SKY Cinema Family 22.40 Se mi lasci ti cancello - Di M. Gondry SKY Cinema Mania 22.45 -2 Livello del terrore - Di F. Khalfoun SKY Cinema Max HD 22.45 La liceale, il diavolo e l'acquasanta Di N. Cicero SKY Cinema Italia 22.45 Il giallo del bidone giallo - Di E. Estevez MGM 23.30 L'ombra del sospetto - Di R. Eyre SKY Cinema 1 HD 0.25 Riflessi di paura - Di A. Aja SKY Cinema Max HD 0.25 Custodia preventiva - Di R. Greenwald MGM 0.45 La donna della domenica - Di L. Comencini SKY Cinema Italia

■ sport 19.00 19.00 19.05 19.15 19.30 19.30 20.00 20.00 20.00 20.15 20.30 20.30 20.30 20.45 20.45 21.00 21.00 21.30 21.30 21.50 22.00 22.00 22.15 22.20 22.30 22.45 22.45 23.00 23.00 23.15 23.30 00.00 00.00 00.00 00.30

Vroom Nuvolari Salto con gli sci. Coppa del Mondo Eurosport Olimpiadi di Albertville 1992 Espn Classic Rugby. Italia - Samoa SKY Sport 2 HD Grip New Brand Nuvolari Sci alpino: Coppa del Mondo (live) Eurosport Sky Calcio Prepartita (live) SKY Sport 1 HD Fastbike Nuvolari FEI - Magazine di equitazione 2009 Espn Classic Prepartita Francia - N. Zelanda (live) SKY Sport 2 HD Valencia - Maiorca SKY Supercalcio HD Magazine Nuvolari Mille Miglia: lo spirito di una leggenda Espn Classic Rugby. Francia - Nuova Zelanda (live) SKY Sport 2 HD Genoa - Sampdoria (live) SKY Sport 1 HD Questione di stile Nuvolari Sci alpino: Coppa del Mondo (live) Eurosport Next Nuvolari A. Football: TBD (live) ESPN America Sport invernali. Wintersports weekend Eurosport Segreti di fabbrica Nuvolari Fight Sport: Fight club Eurosport Siviglia - Malaga SKY Supercalcio HD Top 10 Valentino Rossi Espn Classic Solo curve di traverso Nuvolari Postpartita Francia - N. Zelanda (live) SKY Sport 2 HD Sky Calcio Postpartita (live) SKY Sport 1 HD Rugby. Italia - Samoa SKY Sport 2 HD Campionato ACI/CSAI 2009 Nuvolari Il film ufficiale dei Mondiali Espn Classic I Signori del Calcio: Ancelott SKY Sport 1 HD Euro Calcio Show (live) SKY Supercalcio HD A-Z Nuvolari Sollevamento pesi: Campionato del mondo Eurosport Portsmouth - Manchester Utd. SKY Supercalcio HD

5.30 5.50 6.45 7.35 8.10 9.00 9.30 11.00 11.30 11.38 11.40 12.30 13.30 14.05

15.12

17.00 17.55 18.55 19.35 20.30 21.30 0.00 0.30 1.30 1.45 3.25 3.40 4.20 4.55

22.00 22.00 22.00 22.30 23.00 23.00 23.00 23.00 23.00 23.20 23.45 23.50 23.55 23.55 0.00 0.00 0.00

■ 57

CHE TEMPO CHE FA Ospiti della puntata Joaquín Navarro-Valls e Franco Battiato. Immancabili all’appuntamento del sabato sera Aldo, Giovanni e Giacomo, impegnati nel ruolo delle ronde padane. RaiTre — 20.10 AMICI La cantante canadese Nelly Furtado è l’ospite di Maria De Filippi. Canale 5 — 14.00 SCALO 76 TALENT Omaggio a Massimo Troisi e Roberto Benigni attraverso le testimonianze di Vittorio Cecchi Gori e Anna Pavignano. RaiDue — 16.00 ULISSE: IL PIACERE DELLA SCOPERTA Speciale dedicato all’Amore per scoprire i suoi meccanismi e i suoi segreti. Cos’è il colpo di fulmine? Cosa accade nel cervello, nel cuore, e negli altri organi del nostro corpo coinvolti nella passione amorosa? RaiTre — 21.30 LA SETTE

Tg4 - Rassegna stampa Magnum P.I. - Tf Media Shopping Genitori in diretta - Tf Tequila & Bonetti - Tf 4.Doc - Il Ku Klux Klan Vivere meglio - Con Fabrizio Trecca Cuochi senza frontiere Con Davide Mengacci Tg4 Vie d’Italia notizie sul traffico Cuochi senza frontiere Con Davide Mengacci Detective in corsia - Tf Tg4. All’interno: Meteo Forum: Sessione pomeridiana del sabato - Conduce Rita Dalla Chiesa Tvm: Perry Mason - Per un antico amore - Con Raymond Burr Psych - Tf Pianeta Mare Tg4. All’interno: Meteo Tempesta d’amore - Telenovela Walker Texas Ranger - Tf Bones - Tf Guida al Campionato Passwor*d il mondo in casa Tg4 - Rassegna stampa Ieri e oggi in Tv Special. 20 anni dopo - 1988 Media Shopping Law & Order: Unità Speciale - Tf Alfred Hitchcock Ieri e oggi in Tv

Aspettando Radio Italia Live SKY UNO Dancin' Days Lady Channel Missione impossibile Fox Retro Torchwood Jimmy TNA Impact GXT Per tutta la vita Fox HD Per tutta la vita Fox HD David Letterman Show SKY UNO Milagros Lady Channel Miami Vice Fox Retro Stand Up Jimmy I Simpson Fox HD I Simpson Fox HD Guinness World Records Spagna GXT Scherzi.tv SKY UNO Cambio vita... mi sposo! SKY UNO Il segreto della nostra vita Lady Channel Un mercoledì da leoni - Di J. Milius Jimmy Charlie's Angels Fox Retro Dr. House Fox HD Guinness World Records Australia GXT Riscaldamento globale - Di F. Swiberge e T. Vivier SKY UNO Mientras haya vida Lady Channel Miti e Leggende. Charlie's Angels Fox Retro Dr. House Fox HD World Combat League GXT David Letterman Show SKY UNO Principessa Lady Channel Sex Talk Jimmy Starsky & Hutch Fox Retro True Blood Fox HD The Power of One GXT I Dudeson GXT Bordello! Jimmy Scherzi.tv SKY UNO Fear Itself Fox HD Hung - Ragazzo squillo SKY UNO Grecia Lady Channel Retro Movie. Magnum P.I. Fox Retro

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6.00 Tg La7 Meteo Oroscopo Traffico 7.00 Omnibus - Week End 9.15 Omnibus life - Week End 10.05 Movie Flash 10.10 L'intervista. A cura di A. Elkann 10.40 Movie Flash 10.45 Matlock “Blues mortale” - Tf 11.45 InnovatiON - Rubrica 12.30 Tg La7 12.55 Sport 7 13.00 Film: La voce di Lassie - Di Jack Wather. Con Larry Oendell, Pamelyn Ferdin, Jay North 14.10 Prepartita 15.00 Rugby: Test Matches, Italia vs Isola Samoa 17.05 Film: Mio padre, che eroe! - Di Gerard Lauzier. Con Gerard Depardieu, Marie Gillain, Patrick Mille 19.00 I magnifici Sette “Chinatown” - Tf 20.00 Tg La7 20.30 Chef per un giorno (r) 21.35 L'Ispettore Barnaby “The great and the good” - Serie Tv 23.30 Victor Victoria Senza Filtro 0.10 Six World Boxing Classic 1.20 Tg La7 1.40 Movie Flash 1.45 M.O.D.A. 2.20 25a Ora, Il cinema ewpanso 4.20 CNN news

Servizio Pay Per View in esclusiva sullaTV Digitale Terrestre. Info su www.mediasetpremium.it I Cesaroni Tf Joi Squadra Antimafia Palermo... Tf Steel Privileged Tf Mya H2O Tf Joi Sanctuary Tf Steel Everwood Tf Joi Greetings From the Shore Tvm Mya Aliens in America Sitcom Joi Io, lei e i suoi bambini Film Joi Una famiglia del 3° tipo Tf Steel Atlantide, continente perduto Film Steel Joey Sitcom Mya Close to Home Tf Mya Arac Attack - Mostri a otto... Film Steel

■ intrattenimento 19.00 19.00 19.00 19.05 19.05 19.25 19.50 20.00 20.00 20.00 20.05 20.20 20.45 20.50 20.55 21.00 21.00 21.00 21.00 21.10 21.40 22.00

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Programmi

CHE EFFETTO IL RACCONTO VERO SU QUESTA TV LUNARE...

SANTA CLAUSE È NEI GUAI COMM., COLORE, 2006, USA, DURATA 98’ Regia di Michael Lembeck. Con Tim Allen, Elizabeth Mitchell. Il cattivo di turno vuole sabotare le feste natalizie e rendere vano il lavoro degli elfi. Meno male che il sostituto terrestre di Babbo Natale si impegna per mettere le cose a posto. Italia 1 — 21.10

6.00 Euronews 6.10 Julia - Tf 6.30 Uno mattina weekend Con S. Grey, F. Gatta, V. Carbone 9.35 Settegiorni 10.25 Aprirai 10.35 Appuntamento al cinema 10.40 Tuttobenessere 11.30 Occhio alla spesa 12.00 La prova del cuoco - Con E. Isoardi 13.30 Telegiornale 14.00 Easy Driver - Con I. Moscato, M. Mariucci 14.30 Lineablu - Con D. Bianchi 16.15 Dreams Road Usa 2 Che tempo fa 17.00 Tg1 17.10 A sua immagine 17.40 Tg1 L.I.S. 17.45 Passaggio a Nord-Ovest 18.50 L’Eredità con Carlo Conti 20.00 Telegiornale 20.30 RaiSport 20.35 Affari tuoi Speciale per due. Con Max Giusti 23.05 Tg1 23.10 Film: Bianco, rosso e... - Di Alberto Lattuada. Con Sophia Loren, Adriano Celentano 0.50 Tg1 - Notte 1.00 Che tempo fa 1.05 Estrazioni del Lotto 1.10 Cinematografo 2.10 Appuntamento al cinema 2.15 Sabato Club Film: Raccontami una storia - Di Francesco Elia. Con E. Casalegno, D. Gemmani, R. Masini 3.40 Città Amara 4.10 Stella del Sud: Kenya 4.35 Don Matteo - Tf 5.25 Homo Ridens 5.55 Agenzia RiparaTorti

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R2PROGRAMMI

SABATO 28 NOVEMBRE 2009

15.34 15.58 16.35 16.44 17.05 17.56 18.20 19.15 20.10 20.45 21.00 21.00 21.00 22.34 22.55 00.16 00.50

19.45 19.45 19.45 19.55 20.00 20.00 20.00 20.05 20.10 20.10 20.10 20.15 20.25 20.30 20.35 20.35 20.35 20.40 20.50 20.55 21.00 21.00 21.00 21.00 21.00 21.00 21.05 21.05 21.15 21.15

MTV 7.00 9.00 11.00 12.00 14.00 15.00 16.00 16.05 17.00 17.05 18.00 18.05 19.00 19.05 20.00 20.05 21.00 22.00 23.00 23.05

Travolti dal destino Jack & Bobby Blu profondo Justice-Nel nome della legge Guardia del corpo Rapimento e riscatto Primo Carnera Lol Due uomimi e mezzo Genoa-Sampdoria Close to Home Invasioni barbariche Thunderbirds Boston Legal Asterix alle Olimpiadi Miss Detective Spazio 1999

■ ragazzi 19.20 19.20 19.20 19.30 19.30 19.35 19.35 19.40 19.40

6.00 Coffee & Deejay Weekend 9.30 Deejay Hits 12.00 Deejay chiama Italia Remix 13.55 Deejay Tg 14.00 The Player best of 15.00 Deejay Hits 15.55 Deejay Tg 16.00 Deejay Hits 17.00 50 Songs Weekend 18.55 Deejay Tg 19.00 The Flow Best of 20.00 Deejay Music Club 21.30 Deejay Live-Placebo 22.30 M2.O Best of 1.30 Deejay Night

Faireez Nick Jr Zeke e Luther Disney XD Z - Girls DeAkids Disco Italia Video Italia Rock News Rock Tv Videiamo Video Italia Legione dei supereroi Cartoon Network Disney I maghi di Waverly Disney Channel Scooby Doo e i Boo Brothers - Di P. Sommer e C. Urbano Boomerang I Barbapapà Nick Jr Phineas & Ferb Disney XD Z - Girls DeAkids Salaprove Rock Tv Database Rock Tv Urban Charts Hip Hop Tv Zatchbell Cartoon Network Meteo Video Italia Olivia Nick Jr Aaron Stone Disney XD Hannah Montana Disney Channel Magica Doremi DeAkids Teen Titans Cartoon Network Mi Casa Hip Hop Tv Pokemon Disney XD Sonny tra le stelle Disney Channel Hello Kitty's Paradise DeAkids Dora l'esploratrice Nick Jr Le nuove avventure di Scooby Doo Cartoon Network Quelli dell'intervallo Disney Channel Videiamo Video Italia Let's Rock Rock Tv Miffy & Friends Nick Jr Hits on Match Match Music Spin that Shit Hip Hop Tv The Garfield Show Boomerang Spiderman Disney XD Hello Kitty's Paradise DeAkids Il piccolo regno di Ben e Holly Nick Jr Shin Chan Cartoon Network

Wake up! Pure Morning Love test Hitlist Italia Vita segreta di una teenager americana Trl Tour - Roma Flash Into the Music Flash Into the Music Flash Best Driver Flash Trl Tour - Roma Flash Reaper Randy Jackson presents Play to Stop-Europe for Climate Flash Films in 60 Minutes Film Tf Film Tf Film Film Minis. Tvm Tf Calcio Tf Film Film Tf Film Film Tf

Mya Joi Steel Joi Mya Joi Steel Mya Joi Premium C. Mya Joi Steel Mya Joi Mya Steel

€8

■ documentari 19.30 Destroyed in Seconds Discovery Channel HD 19.30 Pasta, Love e Fantasia Alice 19.45 In Toscana. 6 anni dopo Discovery Travel & Living 20.00 Hai mai provato a... National Geographic 20.00 Hai mai provato a... NatGeo HD 20.00 Salto nel buio NatGeo Adventure 20.00 L'ascesa del denaro. Le bolle esplosive History Channel 20.00 Dolcemente Gambero Rosso 20.00 X Machines Discovery Channel HD 20.00 Il club delle cuoche Alice 20.05 Come è fatto Discovery Science 20.15 Le case degli altri Discovery Travel & Living 20.30 Fatti curiosi National Geographic 20.30 Fatti curiosi NatGeo HD 20.30 Baywatch in Australia NatGeo Adventure 20.30 Questo l'ho fatto io VIP Gambero Rosso 20.30 Mattia. detto fatto! Alice 20.35 Come è fatto Discovery Science 21.00 Megatraslochi National Geographic 21.00 Megatraslochi NatGeo HD 21.00 Un cuoco a pressione NatGeo Adventure 21.00 L'origine delle specie History Channel 21.00 Gordon Ramsay's F-Word 4 Gambero Rosso 21.00 My Shocking Story Discovery Channel HD 21.00 Ospite a sorpresa Alice 21.05 Tempeste aliene Discovery Science 21.15 Orrori da gustare Discovery Travel & Living 21.30 Viaggi senza frontiere NatGeo Adventure 21.30 Gordon Ramsay's F-Word 4 Gambero Rosso 22.00 Megastrutture giganti National Geographic 22.00 Megastrutture giganti NatGeo HD 22.00 Einstein, il genio incompreso History Channel 22.00 Nigella Feasts Gambero Rosso 22.00 L'uomo più grasso del mondo Discovery Channel HD 22.00 Mare nostrum Alice 22.05 Marte:forme di vita Discovery Science 22.15 Viaggio in Italia con Suggs Discovery Travel & Living


la Repubblica

SPORT

SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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Dopo gli insulti vergognosi all’attaccante interista, dura presa di posizione del presidente nerazzurro in vista del match clou della prossima settimana. L’Uefa decide lunedì sull’inchiesta

“Pronti a

fermarci”

Caso Balotelli, Moratti avverte la Juve “Cori razzisti e Zanetti ritira la squadra” FULVIO BIANCHI ROMA ronti a ritirare la squadra». Non lo farebbe lui, Moratti, ma toccherebbe al capitano dell’Inter, Zanetti. Perché lui a Torino non ci sarà. «Meglio non esserci, in tutti i casi. Meglio non andarci ancora. Certamente». Massimo Moratti conferma il clima (non buono) che c’è ormai da tempo fra la sua Inter e la Juventus, un astio nato e cresciuto dopo Calciopoli. La sfida del 5 dicembre è vicina, ormai. I cori della vergogna sono diventati un caso internazionale. E gli ultimi, quelli degli ultrà bianconeri, contro Mario Balotelli (domenica nella gara con l’Udinese, mercoledì a Bordeaux) hanno reso la vigilia incandescente. Una pessima gamma, da “se saltelli muore Balotelli” (20.000 euro di multa) a “non ci sono negri italiani”. Il primo vergognoso. Il secondo vergognoso e pure razzi-

«P

Buffon: “I nostri tifosi non sono razzisti. Eviteranno di urlare certi slogan offensivi” sta. E se succedesse di nuovo all’Olimpico, fra una settimana, che farebbe Moratti? Lo scorso anno, disse che se ci fosse stato lui allo stadio avrebbe ritirato la squadra, e adesso? «Penso che lo farà il capitano... E' giusto uscire dal campo, non perché ho qualcosa contro la Juventus, ma così non si può andare avanti. Ringrazio la Juve per quello che ha fatto, ma dovrebbero fare qualcosa in più per dimostrarsi vicini a Balotelli, perché è stato lui ad essere colpito direttamente». Una critica, e nemmeno troppo velata. Moratti insiste: «La co-

Non vado a Torino

Grazie Juve, ma...

Meglio non essere all’Olimpico il 5 dicembre, in tutti i casi Quello che è successo è gravissimo Il capitano è pronto a parlare con l’arbitro

Massimo Moratti

Non ho niente contro la società bianconera anzi la ringrazio per quello che ha fatto Ma dovrebbe essere più vicina al nostro giocatore

sa è gravissima, profondamente razzista. I cori sarebbero gravi anche se non capitasse alla Juve, anche se si trattasse del Peretola. L’affronterei con maggiore serietà rispetto a quanto è stato fatto». Il capitano storico dell’Inter è Javier Zanetti, che si dice pronto «a parlare con l’arbitro per vedere che cosa si può fare». Ma la normativa italiana è diversa da quella dell’Uefa e prevede che sia sol-

tanto “il responsabile dell’ordine pubblico” che “può ordinare all’arbitro, anche per il tramite del quarto ufficiale e dell’assistente, di non iniziare o di sospendere la gara”. Buffon è l’idolo dei tifosi della Juve, e li difende: «Non sono razzisti, sono molto corretti e non cadranno nella trappola di fare cori offensivi». Il capo della polizia, Antonio Manganelli, è con-

vinto anche lui che «il nostro non sia una paese razzista». Ma è molto duro su quanto sta accadendo: «Queste sono cellule impazzite di imbecillità che approfittano di una manifestazione sportiva per aggregarsi, senza aver alcuna ideologia convinta. E’ un fenomeno di moda e come tanti fenomeni di moda prima o poi finirà: ma è chiaro che noi non lo tolleriamo, così come non lo tollera

L’intervista ROMA — Ministro Maroni, ha visto cosa sta succedendo con Balotelli? «Ho visto e sono d’accordo con quello che hanno detto Marcello Lippi e anche qualcuno della Juventus...». Vale a dire? «Non sono sicuro che si tratti di razzismo ma di una corrente di antipatia nei confronti dell’attaccante nerazzurro, antipatia che, ovviamente, è da condannare». Ma la frase “non ci sono negri italiani” è razzista, no? «E’ vero ed è assurdo. Ci sono italiani di colore nelle varie nazionali sportive. Sono tanti. Il problema è che si parla di

l’ordinamento statale e sportivo». Manganelli ricorda che «c’è la legge Mancino contro il razzismo e la possiamo applicare anche negli stadi, anzi l’abbiamo già fatto. Si devono avere le prove del comportamento razzista ma noi avremo gli occhi e le orecchie aperte». L’Uefa, intanto, per ora non ha aperto nessuna inchiesta su Bordeaux-Juve di Champions e sui

Maroni: “Sospendere la partita può essere un segnale efficace” razze e invece di razza, come è nello slogan dell’Unesco sposato anche dallo sport, ne esiste una sola. La razza umana». Ma cosa si può fare per estirpare questa barbarie che c’è intorno al mondo del calcio? «Oggi ho partecipato a Roma a questa cerimonia per presentare il calendario 2010 della polizia insieme con il ministro Mariastella Gelmini, al capo della polizia, Antonio Manganelli, e all’Unicef: nell’occasione abbiamo voluto

Roberto Maroni

trasmettere un messaggio di legalità ai giovani. Bisogna educare alla legalità proprio cominciando dalle scuole. Creare una cultura positiva: questa iniziativa credo vada nella strada giusta». E quando non basta? Quando insistono con questi cori odiosi? «Le leggi ci sono. E credo proprio che il deterrente della sospensione della partita da parte dell’arbitro sia molto efficace. Perché crea una rottura

cori, anche razzisti, contro Balotelli. E’ successo tutto prima del via: il delegato Uefa non ha visto nulla. L’arbitro nemmeno: chiesto supplemento di rapporto, forse terranno conto anche delle immagini-tv e degli articoli dei giornali. Lunedì l’Uefa decide: la Juve rischia un’ammenda, non certo le porte chiuse per la garachiave col Bayern. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di questo circolo vizioso che talvolta esiste negli stadi». Quindi si può fare da subito anche in Italia? «Certamente. La cosa è recepita chiaramente anche nei regolamenti e nei codici sportivi: dunque si può iniziare subito. Se dovesse essere necessario». Che potrebbe succedere il 5 dicembre a Torino, visto il clima esasperato che si respira? «Spero che sugli spalti vinca lo sport e la civiltà mentre sul campo, ovviamente, spero che vinca la Juventus...», conclude il ministro dell’Interno, notoriamente milanista. (f. bi.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


Juventus

Sci, Coppa del Mondo

Amauri fuori uso, è a rischio col Cagliari

Karbon ad Aspen. Uomini a Lake Louise

TORINO — La Juventus perde i pezzi. Ieri si è fermato Amauri (foto). Nonostante le condizioni del giocatore fossero buone, almeno a detta della società bianconera, due giorni fa il brasiliano non si era allenato per un forte dolore alla schiena (lombalgia) e ieri si è limitato ad esercizi di fisioterapia con Grosso. Buffon difende i brasiliani: “Non sono degli sprovveduti”

ASPEN — Il circo bianco riprende dal Nord America. Stasera, ad Aspen, è in programma il gigante femminile con Denise Karbon (foto). In Canada, a Lake Louise, gli uomini sono invece impegnati in una libera le cui prove hanno indicato in Walchhofer il favorito, dopo le libere di ieri.

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Genova, un derby spettacolo da Cassano a Palladino per l’Europa Gasperini e Del Neri, quanto fair play: “Belli e spregiudicati” DIRETTA TV ORE 20.45 SKY SPORT 1 SKY CALCIO 1 - DT MEDIASET - DAHLIA TV GENOA SAMPDORIA

STEFANO ZAINO GENOVA n derby con in palio non più solo la città, ma l'Europa. Non il potere nei quartieri, ma la possibilità, come autorizza la classifica, ad esibire i passaporti con continuità. Prima della grande sfida, la numero 101 nella storia di Genova calcistica, non ci sarà la musichetta della Champions, la Lan-

U

3-4-3 Amelia Biava Moretti Bocchetti Rossi Milanetto Juric Criscito Sculli Crespo Palladino

Cinque nazionali in campo. Preziosi invita al suo fianco Garrone, l’altro presidente terna preferisce mantenersi provinciale, il tenore Davide Cicchetti, juventino, intonerà "Ma se ghe pensu", un inno alla genovesità, ma Genova ha voglia di pensare in grande, senza vertigini, con le sue squadre finalmente ai vertici, quarta e settima, una battaglia ad alta quota, come non accadeva dai primi anni ’90, la Samp dello scudetto, il Genoa in Coppa Uefa, cinque nazionali in campo (i rossoblù Palladino, Criscito e Bocchetti, i blucerchiati Pazzini e Palombo) più uno (Cassano) che in azzurro tutti vorrebbero tranne Lippi, due allenatori, Gasperini e Del Neri, che basano i risultati sulla forza del gioco, due presidenti, Garrone e Preziosi, che hanno esaltato gli organici, senza mandare in malora i bilanci. Genova che sogna, anche se la vittoria nel derby resta la pagina più esaltante di una stagione, che non si vuole fermare alla supremazia cittadina, che con le pro-

32 25 24 26 7 77 28 4 14 9 10

1 22 28 13 3 20 16 17 7 99 10

4-4-2 Castellazzi Cacciatore Gastaldello Rossi Ziegler Padalino Poli Palombo Mannini Cassano Pazzini

ARBITRO: ROSETTI

Un’immagine del derby d’andata della passata stagione vinto dal Genoa 1-0

114

2

101

I PUNTI

LE DIREZIONI DI ROSETTI

LE GARE TRA LE DUE

Per le genovesi nel ’08/09: seconde dietro Milano, prima di Roma e Torino

Terzo derby di Genova per Rosetti: 1 successo Samp ed 1 pareggio il bilancio

Derby numero 101 stasera: 24 vittorie Genoa, 34 Samp e 42 pareggi lo score

REPUBBLICA.IT In diretta web e sul telefonino gli anticipi di serie A UdineseLivorno e GenoaSampdoria

blucerchiata, del primo derby della storia, 3 novembre '46. Il tempo dei pionieri, ma poi basta tuffi nel passato, perchè oggi la stracittadina non è più uno spareggio salvezza, Cassano sogna la prima magia al suo quinto derby, Pazzini desidera imprimere il suo marchio dopo aver realizzato 8 gol in 8 gare diverse, Palladino vuol far vedere a Lippi che il fantasista per il Sudafrica può essere lui, non un avversario con accento barese, Criscito e Bocchetti smaniano dalla voglia di dimostrare che due azzurri non possono formare la retroguardia più battuta d'Italia. Stimoli e carica agonistica, con approccio alla sfida però completamente diverso. Gasperini da giorni ha blindato la squadra, Del Neri ha aperto le porte a tutti, "perché io sono contrario ai gladiatori che venivano lasciati in gabbia sino all'ultimo". Su una cosa però i due sono d'accordo: "Vogliamo calcio e non calci". Folklore sugli spalti (35 mila spettatori, tutto esaurito), spettacolo in campo. Sennò che derby d'alta quota sarebbe?

prie squadre punta al quarto posto, la Champions dell'Europa che conta, e che comincia a considerare l'Europa League quasi un ripiego. Genova che solo nel calcio riesce a trovare riscatto e non vede l'ora di gustarsi stasera (ore 20,45) il proprio derby, nella speranza che non si ripeta il far west dell'anno scorso (la tripletta di Milito ma anche un'infinita giaculatoria di espulsi ed ammoniti) e che a trionfare, come hanno chiesto a gran voce alla vigilia i due presidenti, sia il fair play. Lealtà, il presidente genoano Preziosi che invita il collega Garrone a sedersi al suo fianco; rispetto, l'allenatore

Gasperini che riempie di elogi la Samp di Del Neri, "finalmente bella e spregiudicata, che attacca e lascia giocare", per poi incassare i complimenti del tecnico blucerchiato, "perché il Genoa di Gasperini è fortissimo, ha ottenuto grandi risultati e lui ha dato alla squadra la sua impronta ben precisa". Genova ha voglia di guardare avanti, di affermare che qualcosa è cambiato, anche se le radici non si dimenticano e affonderanno nella commozione durante il minuto di silenzio prima della gara per commemorare "Pinella" Baldini, scomparso a 87 anni, il primo marcatore, con la maglia

DIRETTA TV ORE 18 SKY CALCIO 1 DT DAHLIA TV UDINESE LIVORNO

NON SARA’ MILANO O ROMA MA NESSUNO GIOCA COSI’

3-5-2 Handanovic Zapata Coda Felipe Basta Inler D’Agostino Asamoah Lukovic Floro Flores Di Natale

22 2 13 19 8 88 21 20 24 83 10

3-4-2-1 De Lucia Diniz Knezevic Perticone Raimondi Marchini Moro Filippini Candreva Pulzetti Lucarelli

1 59 13 2 77 5 21 3 83 7 99

ARBITRO: CIAMPI

LA CLASSIFICA INTER JUVENTUS MILAN SAMPDORIA PARMA FIORENTINA GENOA CAGLIARI NAPOLI BARI

32 27 25 24 23 21 20 19 19 18

ROMA PALERMO CHIEVO UDINESE LAZIO BOLOGNA ATALANTA LIVORNO CATANIA SIENA

14a GIORNATA UDINESE-LIVORNO GENOA-SAMPDORIA ATALANTA-ROMA BARI-SIENA CAGLIARI-JUVENTUS CHIEVO-PALERMO INTER-FIORENTINA LAZIO-BOLOGNA PARMA-NAPOLI CATANIA-MILAN

oggi ore 18 oggi ore 20.45 domani ore 15

ore 20.45

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MAURIZIO CROSETTI

F

orse è la partita più bella d’Italia, perché il derby di Genova è una libidine per chi ama il pallone vicinissimo, i colori smaglianti a mezzo metro, i rumori del gioco, le voci dei giocatori. Sembra quasi di stare seduti in campo e viene voglia di farsi passare la palla. Ma il senso di questo derby è soprattutto dentro Genoa e Samp, è qualcosa che coincide con i movimenti del loro gioco, con gli insegnamenti di “Gasperson” Gasperini e Gigi Del Neri, l’uomo che inventò il Chievo: anche solo per questo, meriterebbe di restare tra chi nel nostro calcio ha scritto qualcosa con l’inchiostro scuro, che non si cancella. Ed è magnifica pure la storia di Gasperini, per tanti anni istruttore dei ragazzi alla Juve, uno da pane e pallone con in più quei consigli che fanno diventare grandi, persone e non solo calciatori. Gli ultimi due derby li ha vinti il Genoa ma stavolta è davanti la Samp, quarta (il Grifone è settimo), 24 punti contro 20, e tutte e due sognano addirittura la Champions. Il “derby della Lan-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

terna”, grigia sul mare, è una cosa densa e stretta, assomiglia ai vicoli attorno allo stadio di Marassi. Anche la dimensione tradizionale, ormai, è troppo piccola per il calcio genovese: questa città non sarà Roma, non sarà Milano o Torino, però adesso nessuno gioca meglio di quelle due, Samp e Genoa, la squadra con il nome tronco e l’altra con l’accento inglese. Ci sono arrivate passo dopo passo, con gli inserimenti giusti (Preziosi e Marotta ci capiscono più di tanti altri, colleghi dirigenti di grandi club), senza buttare via le palanche: a Genova, del resto, non si fa. La forza dell’antico derby di Marassi è anche qualcosa di giovane, visto che Lippi pesca parecchio nella città dove giocò una vita in blucerchiato (sì, insomma, ne pesca tanti meno uno). Derby vuol anche dire Criscito e Bocchetti, Pazzini e Palladino, ed è la prova che il risultato non dipende solo dagli stranieri o dalla potenza economica, ma dalle idee e dal coraggio di seguire un’altra pista. Anche quando sembra solo un caruggio, una “creuza”, invece è un’autostrada di bellezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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R2SPORT

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PER SAPERNE DI PIÙ www.acmilan.com www.repubblica.it/sport

“Il Milan fa parte della mia vita ma il calcio è immorale e folle” Marina Berlusconi e la vendita del club: inchiesta dell’Équipe TRA I TAGLI ANCHE LA CENA DI NATALE

ENRICO CURRÒ MILANO erlusconi venderà il Milan? Sull’argomento l’Equipe magazine pubblica oggi una lunga inchiesta, in cui compare un’allarmante cifra: i debiti del club, nel 2008, ammontavano a 257,1 milioni di euro. Oltre a fare i nomi dei candidati acquirenti («un gruppo israelianoamericano della comunicazione, la famiglia reale di Abu Dhabi, Gheddafi attraverso i fondi d’investimento della banca centrale di Libia, della Lybian Investment Authority e della Lybian Foreign Bank, l’immobiliarista Paolo Ligresti»), il giornalista Yoann Riou intervista sul tema Marina Berlusconi. La presidente di Fininvest, durissima sulle spese fuori controllo del club («certi stipendi sono immorali»), si professa estranea alla politica di austerity, inaugurata con la cessione di Kakà. «Le decisioni e le scelte che riguardano il Milan non mi competono ed è assolutamente giusto così». Tuttavia non si mostra affatto indulgente verso la gestione in perdita del club, di cui Fininvest è proprietaria al 100%. «Il Milan è un pezzo della mia vita, della mia storia. Ciò non toglie che i club calcistici non si possano sot-

Una pagina dell’inchiesta del magazine del prestigioso quotidiano sportivo francese sul club milanista. Marina Berlusconi nega di aver ispirato la politica dei tagli. Il giornale sostiene che quest’anno non ci sarà la cena di Natale

B

trarre alle regole della corretta gestione e del buon senso. Considero gli stipendi di alcuni calciatori assolutamente immorali. Se il calcio non vuole scoppiare, deve tor-

Il caso

nare alla ragione e mettere fine a certe follie». Secondo l’inchiesta, è stata «la potentissima holding» a imprimere la svolta economica. «Ha chiuso il 2008 con utili per 242 milioni di euro, ma ne ha abbastanza di tappare i buchi del club, che nel 2008 ha accumulato un deficit di 66,8 milioni e debiti per 257,1 milioni». Tra le indiscrezioni spiccano il

La festa dei giocatori del Milan dopo il gol di Borriello al Marsiglia

dietrofront al troppo costoso acquisto di Cisshoko («in una telefonata Berlusconi in persona chiedeva di trovare un pretesto per fare saltare l’accordo»), e la costante del pallone, negli incontri di Stato: gli sms di Galliani sull’andamento di Real Madrid-Milan, durante la visita a Putin; l’invito di Nazarbaiev, presidente del Kazakhstan, per un’amichevole ad

Astana; il numero di telefonino dell’ex allenatore del Chelsea Grant, fornito a Berlusconi dall’allora premier israeliano Olmert. «Perché Grant facesse da intermediario con un grande gruppo americanoisraeliano della comunicazione, che vorrebbe acquistare il Milan? Galliani avrebbe chiamato Michele Briamonte, l’avvocato della Juve, conoscitore

degli ambienti economici israeliani, per verificare se l’interesse del gruppo fosse reale. Affare in corso». Nel frattempo si continua con i tagli: l’Equipe rivela che è stata annullata la classica cena di Natale. Quella in cui non si badava alle spese e nemmeno agli invitati: l’anno scorso c’era Noemi Letizia, la minorenne dello scandalo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gelo Gattuso-Galliani, tutto rinviato a gennaio

MILANO on c’è stata la parola fine della storia d’amore tra Gattuso e il Milan, ma neppure la certezza che l’idillio proseguirà. Ieri pomeriggio Galliani e il mediano della Nazionale si sono incontrati nella sede di via Turati, per parlare del malumore del campione del mondo, che è attualmente fermo per un infortunio muscolare e che giovedì scorso aveva pubblicamente manifestato la pro-

N

Rino Gattuso

pria preoccupazione per il rischio di non trovare spazio, quando sarà guarito, nella squadra che Leonardo sembra ormai avere impostato con un solo incontrista a centrocampo. Passato il ciclo cruciale delle prossime partite da qui alla sosta natalizia, l’amministratore delegato e il giocatore si rivedranno e soltanto allora sarà presa una decisione sul futuro. L’incontro di ieri, durato mezz’ora, è stato informale, come attesta l’assenza dei procuratori del centro-

campista rossonero. Il club ha poi diffuso un breve resoconto del colloquio, durante il quale il mediano avrebbe ribadito la propria volontà di giocare, ma anche di non volere essere un peso per la società, che continua a considerarlo una bandiera e spera di potere scongiurare l’addio a gennaio. Intanto Leonardo prepara la trasferta di Catania con molte difficoltà: non solo per le critiche sul modulo iperoffensivistico, sullo scarso

uso delle sostituzioni e sul mancato ricorso al goleador europeo Inzaghi, ma anche per la squalifica di Pirlo (lo rimpiazzerà Flamini) e soprattutto per la prognosi del serio infortunio di Oddo. Il terzino, che mercoledì scorso contro il Marsiglia si era strappato il bicipite femorale della gamba sinistra, dovrà restare fermo due mesi. Tra le alternative, oltre ad Abate, si profila a gennaio il suggestivo esperimento di Beckham terzino. (e. cu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

R2SPORT ■ 61 MISTER GOLF

Schianto con la Cadillac per Tiger Woods una giornata di paura Giallo sull’incidente. “E’ già a casa, sta bene” Tiger Woods in compagnia della moglie Elin Nordegren

DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO NEW YORK o schianto contro l’idrante, la carambola verso un albero, la Cadillac Escalade che finisce paurosamente la sua corsa... Sono le 2.25 del mattino di venerdì e l’uomo a bordo di quel gioiello si chiama Tiger Woods, 33 anni, il campionissimo del golf, uno degli sportivi più ricchi del mondo, 110 milioni di dollari di successi e invidie. «E’ grave, gravissimo, l’incidente è pauroso». Le prime notizie rimbalzano dall’Orlando Sentinel alle agenzie di tutto il mondo, le tv fanno partire l’edizione straordinaria: Tiger non è solo uno sportivo, è un’icona, un simbolo di successo, un personaggio vero. Ma questa volta il circo dell’informazione si accende in differita, sono passate già dodici ore dall’incidente, le due e mezza del pomeriggio della Florida assolata, quando la notizia trapela. Che cosa è successo? Come sta veramente il campionissimo? Il giorno più lungo finisce quando Susan Jackson, la vicedirettrice dell’Orlando Central Hospital, rimbrotta decisa il cronista che continua a insistere: «Ma allora quanto sono gravi le sue condizioni?». «Io non ho detto gravi». Punto. «Ma come sta?». «E’ stato trattenuto, medicato e riportato a casa in buone condizioni». Ferito? «Ripeto: era nelle condizioni di tornare a casa». Per lei è chiusa. Ma il giallo non è certo è finito qui. L’incidente avviene nella notte con la sua nuovissima Cadillac Escalade, a pochi passi dalla casa del quartiere di Isleworth, a Windermeare, poco fuori Orlando, Florida: prima colpisce un idrante, poi un albero della sua proprietà, alle 2.45 del mattino. L’allarme arriva all’Orange County Fire Rescue alle 2.28, una telefonata avverte dell’incidente, un’ambulanza scatta sul posto e vola all’ospedale. Le sue condizioni vengono definite gravissime in un primo momento, si parla anche di una ferita al viso, è il sindaco di Windermeare, Gary Brhun, a dirlo alla Cnn, ma la notizia non è confermata dal’ospedale. Che cosa è successo? Davvero soltanto la perdita di controllo dell’auto? A quell’ora della notte? L’airbag non è scattato, e quindi la velocità dell’auto non superava le 33 miglia all’ora. La polizia stradale della Florida dice che l’incidente non è correlato alla guida in stato d’ebbrezza, ma si parla comunque di “responsabilità” che andranno accertate. Lo schianto è l’ultimo atto della stagione meno fortunata del campione che ha vinto tutto. Malgrado sia sempre il numero uno, dopo il suo ultimo titolo, l’Us Open del 2008, Tiger era scomparso dai campi per mesi

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Contro un albero nella notte a Orlando. “Ma non era ubriaco”. Prime notizie: è grave per una operazione al ginocchio, tornando soltanto a febbraio. Una lunga assenza che il campione aveva vissuto con la sua consueta serenità. «Non avevo mai pensato quanto avrei amato

restare a casa circondato da E, Sam e, adesso, anche Charlie». La sua happy family. Sam è la prima figlia avuta da “E”, cioè Elin Nordgren, la splendida modella svedese conosciuta durante un fortunatissimo, in tutti i sensi, tour in Scandinavia, e Charlie è il piccolino nato giusto lo scorso febbraio. Vincitore di 14 campionati e 71 Pga, primo golfista di colore a vincere un grande master e per tre volte gli Us Open, dal primo trionfo del 1997 Tiger è stato il do-

minatore assoluto della scena, popolarizzando il golf e trasformandolo in un fenomeno televisivo (gli spettatori sono crollati nei mesi della sua assenza). Sarebbe dovuto tornare in campo la settimana prossima, per lo Chevron World Cahallenge di Thousands Oak, California, dopo un break di due settimane nei tornei. Il mondo del golf è naturalmente sotto choc: il giallo dell’incidente e delle condizioni di Tiger è amplificato dalla cortina di

Tiger Woods, 33 anni, è il n. 1 del golf mondiale. Nel solo 2007 ha incassato 122 milioni di dollari diventando lo sportivo più pagato del mondo. Testimonial di Nike e Gatorade ha dato il suo nome a una vendutissima serie di videogiochi

privacy che ha sempre circondato il super campione. Niente mondanità, i tour per il mondo e poi il buen retiro della Florida, tra la casa vicino a Olrando e quel paradiso che si chiama Jupiter Island, uno scherzo da 39 milioni di dollari abitato da golfisti famosi come Greg Norman, lo squalo bianco che dominava le classifiche prima del suo arrivo, e personaggi dello show business come Celin Dion. Vita da sogno: fino al giallo di questo schianto. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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PER SAPERNE DI PIÙ www.atpworldtour.com www.federugby.it

Bmw vende la Sauber. Raikkonen verso la Citroën DALLA FERRARI AI RALLY Raikkonen-Citroën è quasi fatta. Sponsorizza la Red Bull che pensa al finlandese per il 2011

IL TEAM Sauber potrebbe essere salvo. La Bmw (proprietaria) che due settimane fa aveva annunciato l’intenzione di uscire dal Circus, ha infatti trovato un accordo con Peter Sauber (il fondatore) per il passaggio di proprietà. Sauber ha accettato di ricomprare la società vincolando però tale evenienza all’ammis-

sione del team al mondiale del 2010. Un’ammissione solo apparentemente scontata. A settembre la Fia aveva scritto che, in caso di uscita di scena di una delle 14 scuderie già ammesse, la Sauber sarebbe subentrata automaticamente. Però la Toyota, altra scuderia che ha annunciato il suo addio alle corse, non ha

ancora formalmente lasciato libero il suo posto, e c’è chi sospetta che i giapponesi vogliano cedere il team e rimanere in F1 come consulenti. Il salvataggio della Sauber è un’ottima notizia per la F1, già galvanizzata dall’entrata della Mercedes e dalle lusinghe del gruppo Volkswagen, interessato, pare, al ruolo di

fornitore, dal 2012. Capitolo piloti. Raikkonen a un passo dalla Citroen per i Rally. Massa, Schumacher e Barrichello corrono con i kart in Brasile. La Ferrari, il 3 dicembre a Jerez testerà un giovane italiano, Daniel Zamperi, 19 anni. (ma.me.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rugby, Italia contro Samoa “Basta complimenti, vinciamo” DAL NOSTRO INVIATO MASSIMO CALANDRI ASCOLI OPO due entusiasmanti sconfitte con Nuova Zelanda e Sudafrica, l’Italia del rugby mette in gioco il suo futuro questo pomeriggio ad Ascoli contro Samoa. Vincendo con

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Gli azzurri di Mallet ad Ascoli senza Parisse: obiettivo salire di un posto nel ranking 15 punti di scarto gli azzurri scavalcherebbero gli isolani all’undicesimo posto del ranking, ma oggi in palio non c’è semplicemente la classifica mondiale: ci sono l’interesse e la fiducia che il mondo sportivo ha dedicato nelle ultime settimane ai ragazzi di Nick Mallett. La gente comincia

In breve

Sergio Parisse ha riportato la rottura del crociato ad essere stufa di ko: il terzo in 15 giorni (la squadra addirittura non vince dal giugno 2008: 13-12 a Cordoba contro l’Argentina) significherebbe un disastro per il movimento, ed allungherebbe pesanti ombre sulla gestione tecnica. Ci vuole un successo a tutti i costi, ma le circostanze non aiutano. Archiviati gli scontri con i giganti in senso lato, All Blacks e Springbocks, l’Italia af-

fronta dei giganti veri: quindici frigoriferi che rivendicano la paternità di questo sport – sono secoli che giocano sulla spiaggia il lakapi con le noci di cocco, altro che William Webb Ellis —, noti per la potenza delle loro percussioni nel gioco aperto e la brutalità dei placcaggi. Un crash-test, più che un test-match. Gli azzurri scendono in campo privi del loro capitano Sergio Parisse, il

COMUNE DI PATERNO’ - (Provincia di Catania) AVVISO DI ASTA PUBBLICA PER COPERTURE ASSICURATIVE Questa Amministrazione indice gara ad asta pubblica a lotto unico da esperirsi ai sensi del D.L.vo 163/2006 e s.m.i. per provvedere alla individuazione della Compagnia ed alla stipula delle coperture assicurative triennali della Responsabilità Civile Generale; Incendio Beni Immobili; Incendio e Furto Contenuto. Importo complessivo triennale a base di gara Euro 1.140.000,00 comprensivo di ogni onere ed imposta. La partecipazione e l’aggiudicazione alla gara è prevista nella forma “a lotto unico”. La documentazione integrale di gara potrà essere ritirata presso l’Ente appaltante, Ufficio Patrimonio - tel. 095.7970384; fax 095.7970264 - oppure presso Broker Aon S.p.A., Corso Italia, 22 - 95129 Catania; 095.534818; fax 091.536881 - mail dario_marcellino@aon.it; donatella_fiusco@aon.it. Le offerte dovranno pervenire all’Ente entro le ore 11,00 del 18.12.2009. Lì 10.11.2009 Dott.ssa M.L. Messina Capo U.O. “Economato e Patrimonio”

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Coni

Pagnozzi confermato segretario europeo LISBONA — Raffaele Pagnozzi, segretario Coni, è stato confermato ieri a Lisbona Segretario Generale dei Comitati Olimpici Europei. «Buon auspicio per Roma 2020» ha detto Gianni Petrucci, capo dello sport. SERIE B — Nell’anticipo di ieri: Salernitana-Gallipoli 1-3 (Soligo, Pallante, Di Carmine, Di Gennaro). Oggi (15.30): Ancona-Sassuolo, Empoli-Cesena, Frosinone-Albinoleffe, LecceGrosseto, Modena-Triestina, Padova-Vicenza, PiacenzaAscoli, Reggina-Brescia (dom. ore 15), Torino-Crotone. Lunedì (20.45): Mantova-Cittadella. BIANCHI — Ad ottobre aveva litigato con un tifoso, Rolando Bianchi. Ora l’attaccante del Torino è stato multato dalla Disciplinare per 25mila euro. Ed anche il Torino, per responsabilità oggettiva: 12mila euro d’ammenda. BASKET — Stasera tre anticipi di A1: ore 19.45 (diretta su Sky Sport 2): Cremona-Montegranaro. Ore 20.30: Bologna-Caserta e Napoli-Treviso. RUGBY— Super 10, ieri: L’Aquila-Roma 6-16. Oggi (ore 15): Venezia-Treviso, Gran ParmaViadana, Padova-Rovigo, Prato-Parma. SCI NORDICO — A Kuusamo (Fin) oggi la 10 km donne e la 15 km uomini a tecnica classica.

Provveditorato Interregionale OO.PP. Lazio - Abruzzo - Sardegna Sede Coordinata di L'Aquila Ufficio Contratti - Via San Bernardino n° 25 - L'AQUILA Sede Provvisoria c/o Scuola Guardia di Finanza - Coppito - L'Aquila (Tel 0862 440208 - Fax 0862 440280) ENTE APPALTANTE: Provveditorato Interregionale alle OO.PP. per il Lazio, Abruzzo e Sardegna Sede Coordinata di L'Aquila - C.F. 97350070583. OGGETTO: Lavori di costruzione di un edificio demaniale da adibire a sede della Caserma del Corpo Forestale di Canistro (AQ). IMPORTO A BASE D'ASTA: Euro 791.824,43 di cui Euro 751.243,45 soggetti a ribasso ed Euro 40.580,98 per oneri di sicurezza; CATEGORIA PREVALENTE DI QUALIFICAZIONE: OG1 classifica III; CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: art. 82 commi 1 e 2 lett. b) del Dlgs 163/2006 e ss.mm.ii. Le offerte, corredate della documentazione prescritta nel bando, dovranno pervenire al: Provveditorato Interregionale alle OO.PP. per il Lazio, Abruzzo e Sardegna Sede Coordinata di L'Aquila - Ufficio Contratti - Via San Bernardino, 25 - Sede Provvisoria c/o Scuola Guardia di Finanza - Coppito - 67100 L'Aquila, entro le ore 13,00 del giorno 21.12.2009. Il Bando integrale è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – 5^ serie speciale - Contratti Pubblici - n. 138 del 23.11.2009, e sul sito internet: www.infrastrutture.gov.it IL PROVVEDITORE (Dott. Ing. Giovanni GUGLIELMI)

fuoriclasse che tutto il mondo ci invidia, infortunatosi l’altra mattina e fuori fino al prossimo Sei Nazioni compreso. Un’assenza che pesa terribilmente: gli esperti inglesi hanno riformulato i pronostici (ci danno comunque vincenti con 3 punti di scarto), spiegando che per la nostra squadra il peso specifico del numero 8 è largamente superiore a quello di un Johnny Wilkinson o di un Daniel Carter. Anche con il ginocchio a pezzi, Parisse resta il leader del gruppo e oggi distribuirà le maglie ai compagni. Sarà ancora un successo di pubblico: attesi almeno ventimila spettatori. Gli isolani eseguiranno la Siva Tau, una danza di guerra molto simile alla Haka neozelandese. «Dobbiamo restare disciplinati, ordinati nel gioco, lavorare con la mischia nelle fasi statiche», spiega Mallett. «E basta con i complimenti, per favore. Oggi conta solo vincere». DIRETTA TV: ore 15 La7 e Sky Sport 2. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMUNE DI PIACENZA DIREZIONE OPERATIVA RISORSE SERVIZIO ACQUISTI E GARE Con determinazione dirigenziale proposta n. 23 del 24/11/2009 sono state introdotte precisazioni nel testo delle Norme di Gara relativamente al bando "Servizio di assistenza e consulenza per la gestione dei contratti relativi alle coperture assicurative del Comune di Piacenza per il periodo intercorrente dalle ore 24 del giorno 31.12.2009 alle ore 24 del giorno 31.12.2014". Il testo novellato delle Norme di Gara è disponibile sul sito internet www.comune.piacenza.it. Le precisazioni non comportano uno spostamento dei termini per la presentazione delle offerte già previsti dalle Norme e del Bando di gara. Il presente avviso è stato inviato alla G.U.U.E in data 25/11/2009. Il Responsabile del procedimento D.ssa Gabriella Brizzolara g.28.11.09

TRIBUNALE DI TREVISO - N. 332/2008 Registro Esecuzioni Notaio Delegato Salvatore Costantino Si rende noto che il giorno 02 febbraio 2010 alle ore 14.00 presso l’A.P.E.T., Treviso, Viale Giuseppe Verdi 23; si procederà alla vendita senza incanto dei seguenti immobili. Lotto unico: Piena proprietà per l'intero. - Complesso immobiliare a confine tra i Comuni di Chiarano e di Oderzo, nella frazione Piavon, in Via Maggiore di Piavon n. 140, composto da: terreno agricolo di complessivi mq. 22.154 circa destinati in parte a vigneto e in parte a prato; fabbricato ad uso residenziale ancora in corso di definizione per complessivi mq. 820 circa di cui mq. 435 circa in fase di ristrutturazione e circa mq. 383 di preesistenza rurale, composto da quattro appartamenti ad uso abitazione di cui uno al piano terra per complessivi mq. 78 circa, ristrutturato; uno ai piani terra e primo allo stato grezzo per complessivi mq. 240 circa; uno al piano primo ristrutturato per complessivi mq. 116 circa; uno nella vecchia porzione rurale di circa mq. 385; fabbricato adibito attualmente ad attività agrituristica, sportivo ricreativa con bar-ristoro, spogliatoi con annessi due campi da calcetto; area scoperta di pertinenza urbana di complessivi mq. 3.750 circa destinata prevalentemente a spazio di accesso ai fabbricati e alle attrezzature sportive, nonché spazio per parcheggio e manovra. Parzialmente locato a terzi. Prezzo base Euro 820.000,00. In mancanza di aggiudicazione, si procederà alla vendita con incanto lo stesso giorno 02 febbraio 2010 alle ore 14.00 presso l’A.P.E.T.. Prezzo base Euro 820.000,00. Rilancio minimo in aumento Euro 25.000,00. Vendita SENZA incanto: offerte in carta legale con indicazione dell’offerente e del prezzo migliorativo offerto, da presentarsi IN BUSTA CHIUSA entro le 13 del giorno precedente la vendita presso l’A.P.E.T., Treviso, Viale Giuseppe Verdi n. 23, con allegati due assegni circolari non trasferibili intestati come indicato in avviso di vendita, pari ciascuno al 10% e al 20% del prezzo offerto, uno per cauzione e l’altro per spese di vendita; copia documento identità, codice fiscale e poteri di firma dell’offerente. Saldo prezzo entro 30 giorni dall’aggiudicazione. Vendita CON incanto: domande in carta legale, da presentarsi almeno un’ora prima dell’asta presso l’A.P.E.T., Treviso, Viale Giuseppe Verdi n. 23, con allegati due assegni circolari non trasferibili intestati come indicato in avviso di vendita, pari ciascuno al 10% e al 20% del prezzo base, uno per cauzione e l’altro per spese di vendita; copia documento identità, codice fiscale e poteri di firma dell’offerente. Saldo prezzo, ex art. 585 c.p.c., entro 30 giorni dall’aggiudicazione definitiva. Ulteriori informazioni dal delegato presso A.P.E.T. -tel. 0422.590556 – fax 411322 – email apet@notariato.it e dal custode I.V.G., Treviso, Via S. Francesco di Sales 1 - tel. 0422.435022 – 0422.435030 / fax 0422.298830. Siti internet perizia di stima www.aste.it , www.aste.com e www.asteannunci.it.

Andy Murray, ha mancato l’accesso alle semifinali

In semifinale Federer e, per un solo game, Del Potro

Masters da baraccone alla fine paga Murray GIANNI CLERICI LONDRA ontinua, con incredibile successo di cassetta, la baracconata chiamata Masters, e cioè Maestri. Un torneo che, se il parametro fosse il tutto esaurito, darebbe dei punti al Roland Garros se non proprio a Wimbledon. Alla base della vicenda esiste una totale contraddizione tra la formula degli sport di squadra, che consente una futura vittoria a chi è stato battuto, e quella di molti giochi individuali, tra cui il tennis, in cui chi perde ‘ciapa su e porta a ca’, come dicono a Varese.

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E’ una formula sbagliata che consente anche dei brogli come fece Lendl nel 1981 E’ tanto crudele, la formula del mio sport, che del giocatore in grado di superare un match i miei colleghi britannici scrivono “has survived”, è sopravvissuto. Mentre, quando perdi, sei out. In un paese più cattolico della Gran Bretagna, Irlanda a parte, la formula del Masters può andare benissimo, perché consente riscatto ancor prima che pentimento. Nel tennis fa orrore, e non solo al vecchio scriba. La notte scorsa, con i giornali in chiusura, eravamo tutti qui come matti a far conti, per capire alla fine che Murray, l’idolo di

casa, sarebbe stato estromesso dalle future semifinali per aver vinto un game in meno di Del Potro. Questa sera la penosa vicenda si ripeterà con intenso lavoro di calcolatrici, per capire chi, tra il sin qui intatto Soderling, e i vincenti-perdenti Davydenko e Djokovic, incontrerà Federer, battuto sì da Del Potro, ma primo dell’altro girone. Vicende simili si potrebbero peraltro prestare a configurazioni peggiorative, ove entrassero in gioco elementi ben noti ai discepoli di Moggi. Al vecchio cronista viene giusto in mente una storiaccia avvenuta a New York, nel 1981, quando il Master si svolgeva nel magno Madison Square Garden, con un mese di ritardo sull’annata appena trascorsa. In uno dei due gironi Ivan Lendl incontrava Connors, mentre nell’altra Gene Mayer era primo e Borg secondo. Lendl poteva scegliere l’avversario. Perdendo, gli sarebbe toccato, in semi, Mayer. Vincendo, avrebbe avuto Borg, che gli piaceva molto meno. Buttò dunque la partita con Connors, in modo tanto palese che gli americani, da quella sera, presero a chiamarlo Chicken, che ha un significato peggiore della traduzione letterale, pollo. E si issò così alla finale battendo Mayer con facilità. Fu, quella, la volta in cui mi spinsi a scrivere cose certo degne di querela, se qualcuno avesse conosciuto il nostro dialetto di poeti santi e navigatori. Ma nessuno se ne diede per inteso, e il Masters continuò a far soldi, e a contravvenire i sacri principi del tennis. Ahimè. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nadal esce senza aver vinto set allo spagnolo resta solo la Davis

Rafa Nadal

LONDRA — La grande delusione del Masters è Rafa Nadal, c’è poco da discutere. Lo spagnolo è uscito di scena senza aver vinto neppure un set, cosa inimmaginabile perfino per i bookmakers, e soprattutto alimentando i dubbi sulle sue possibilità future. «Tranquilli, mi sarà sufficiente lavorare per ritrovarmi. Sapevo che era dura su questa superficie, soprattutto contro i più forti giocatori del mondo» ha detto Rafa, che ora punta sulla Coppa Davis per chiudere degnamente il 2009.


la Repubblica SABATO 28 NOVEMBRE 2009

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Nuvoloso al Centronord con piogge su Piemonte, Val d'Aosta, Liguria, alta Toscana e Lombardia. Neve su Ovest Alpi oltre i 1100-1400m. Discreto sul resto d'Italia con nebbie su Salento e cagliaritano. Temperature minime in lieve ascesa. Venti modetati da SE.

Piogge su Lombardia, Nord Est e centrali tirreniche, schiarite su Nord Ovest, medio adriatico e al Sud. Neve su Alpi oltre i 1100-1500m. Migliora in serata su Lombardia e Toscana, peggiora, invece, sul basso Tirreno. Temperature in calo. Venti tesi da SSO.

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Piogge al Nord e sull'alta Toscana, tendenti a divenire diffuse ed intense in serata. Neve sulle Alpi oltre i 11001500m. Nubi sparse su Romagna e al Centrosud con rovesci sul medio Tirreno. Temperature in calo al Nord, in ascesa al Sud. Venti tesi da SSE.

Mattino: Irregolarmente nuvoloso al Centrosud e sul Friuli orientale con brevi acquazzoni, ad eccezione di Umbria, Sicilia, Calabria e Sardegna. Neve sulle Alpi Giulie oltre i 1200m di quota. Schiarite a tratti ampie sul resto della Penisola con nebbie e foschie dense in Pianura Padana. Temperature minime in calo al Nord, stazionarie o in contenuta ascesa sulle regioni centro meridionali. Venti deboli o moderati da SO, nord occidentali su Ligure e alto Tirreno.

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Pomeriggio: Bel tempo al Centronord, salvo residui banchi di nebbia sulla Valpadana centro occidentale e locali addensamenti su Friuli e Appennino. Nubi sparse al Sud, associate a residui piovaschi su Calabria tirrenica, Campania, Basilicata e Salento. In serata tendenza a peggioramento al Nord Ovest con piogge sparse ad iniziare dalla Liguria. Temperature massime stazionarie o in lieve calo in montagna. Venti deboli o moderati occidentali, tendenti a SO in serata.

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Instabile al mattino su Triveneto e al Sud con rovesci sparsi. Neve su Est Alpi oltre gli 800-1000m. Variabilità asciutta altrove. Migliora in giornata, salvo residui acquazzoni tra bassa Calabria e Nord Sicilia. Temperature in calo. Venti moderati da ONO.

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Domani



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