“SHOOT’EM UP” & CD-i

Salve a tutti, carissimi fan Bit-ellonici. Sono di nuovo io, il vostro adorato Magnum CD-i, pronto come sempre a portare un po’ di genuina oscurità nelle vostre vite.

Come potete immaginare, anche qui alle Hawaii purtroppo siamo tutti costretti ad uscire il meno possibile. La situazione per fortuna è meno grave rispetto a tanti altri paesi, ma c’è comunque da prestare attenzione. Il confino forzato però ha portato buoni frutti; sono riuscito innanzitutto a riappacificarmi con la dolce Monique, che voleva farmi la pelle per una tentata scappatella .
Oltre a questo ho dato una bella ripulita a tutta la dependance di villa Masters, approfittandone anche per riaccendere tutte le console ed i computer rimasti spenti negli ultimi mesi. Mi sono dedicato in particolare al mio amatissimo Philips CD-i, che tra giochi, film e concerti musicali mi sta tenendo buona compagnia in questo periodo. Proprio quando stavo pensando di riporlo sullo scaffale, è arrivato un messaggio sul cercapersone: l’amico Starfox, oltre a rassicurarmi sul suo stato di salute, ha aggiunto la parola “Shmups”. Dedotto che il tema di questo mese riguarda gli sparatutto a scorrimento orizzontale e verticale, ho deciso di unire la mia passione per il CD-i a questo genere videoludico. So cosa vi state chiedendo, esistono esponenti su questa piattaforma sfortunata? Certo che esistono!!! Iniziamo la carrellata.

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ALIEN GATE (SPC Vision – 1993)
Primo titolo della neonata software house olandese SPC Vision (conosciuta anche come The Vision Factory), Alien Gate mostra fin da subito il talento del team, composto principalmente da coder della demoscene Atari ST. Lo storico computer rivale dell’Amiga, infatti, condivide molte caratteristiche con l’hardware del CD-i, e questo permette a SPC di mettere in mostra un impianto estetico fluido e gradevole, con una direzione artistica strana ma perfettamente riconoscibile in tutte le opere successive. Il versante audio è più limitato e permette di giocare solo con gli effetti sonori (limite di molti giochi che non utilizzano la scheda DVC), mentre la musica (ottima tra l’altro) è relegata ai menù.
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Alien Gate è uno shooter a scorrimento verticale, in cui dovremo distruggere tutti i nemici che la creatura in cima allo schermo ci lancerà. I livelli sono 25, e benché all’inizio la sfida sia molto facile, col passare degli stage le cose diventeranno discretamente complicate, grazie anche alle notevoli dimensioni della nostra navicella. Fortunatamente, ogni cinque livelli, ci sarà fornita una password, in modo da non frustrare troppo il giocatore.
Pur non essendo un titolo memorabile, Alien Gate risulta comunque sufficientemente divertente da intrattenere per più di una partita e rappresenta una discreta partenza per SPC Vision, che realizzerà poi alcuni tra i migliori titoli presenti sulla macchina.

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STEEL MACHINE (SPC Vision – 1993)
Secondo titolo del team di Alien Gate, Steel Machine è una libera reinterpretazione di Uridium, leggendario shooter a scorrimento orizzontale per Commodore 64. Ai comandi di una navicella, dovremo distruggere sei incrociatori spaziali, sabotando prima i generatori dello scudo e facendo poi saltare il nucleo centrale. Graficamente il gioco mostra una fluidità costante ed una caratterizzazione di ottimo livello, sia per le navicelle che per le esplosioni e gli effetti a corredo. I fondali sono anch’essi ben realizzati e ricchi di dettaglio, tanto da distrarre a volte il giocatore su dove si possa effettivamente passare o meno. A livello audio, ci viene data la possibilità di giocare con dei discreti effetti sonori, oppure ascoltando un’ottima colonna sonora in stile techno(anche qui non è previsto l’uso della scheda DVC).
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Steel Machine è veloce e divertente, ma purtroppo soffre di un livello di difficoltà davvero alto, e non sempre per precisa scelta degli sviluppatori. Ogni squadra di nemici distrutta ci lascerà infatti un missile da poter lanciare contro uno dei generatori (oltre ad altri power up). In pratica ogni livello richiede di collezionare quindici missili (tre per ogni generatore, più tre per il nucleo centrale). La nostra astronave può tenerne fino a nove, quindi dovremo darci parecchio da fare. Oltre a questo, il sistema di controllo è molto sensibile, per cui se rallenteremo troppo, faremo una rotazione di 180 gradi e inizieremo a volare verso il lato opposto. Nel farlo attraverseremo parte dello schermo, e se ci saranno muri o la barriera laser che protegge il nucleo, esploderemo.
A nostra disposizione ci sarà comunque una barra dell’energia ed una mappa con la posizione di nemici e generatori, ma il tutto rimane piuttosto frustrante, nonostante il sistema di controllo sia efficace e reattivo. Potremo comunque ripartire ogni volta dall’ultimo livello raggiunto, per evitare di lanciare il CD-i dalla finestra all’ennesima dipartita.
Steel Machine è quindi un titolo più che discreto, ma è consigliato solo ai giocatori più pazienti.

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TETSUO GAIDEN (Creative Media – 1997)
Rilasciato nella sola Europa nel 1997, Tetsuo Gaiden è uno sparatutto a scorrimento verticale, molto simile a classici come Galaga di Namco. Graficamente il gioco è discreto ma piuttosto basico, pur richiedendo obbligatoriamente la scheda d’espansione DVC.
La nostra navicella e le creature nemiche sono piccole ma ben realizzate, mentre il fondale può essere scelto dal menù principale tra due tipi diversi. Nella modalità classica avremo come sfondo un panorama di cielo nero e stelle che scrollano verticalmente, mentre in quello moderno troveremo un filmato di sfondo, con alcuni passaggi piuttosto coreografici (ma dalla durata tutt’altro che consistente). Il tutto risulta comunque fluido ed efficace, ma non fa certo gridare al miracolo.
Il comparto audio si avvale di effetti di qualità sufficiente, uniti ad una buona colonna sonora, che accompagna efficacemente l’azione, ed alla presenza di una voce ben campionata che ci ricorderà lo status del nostro punteggio.
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Tetsuo Gaiden ci propone vari livelli, con ondate di nemici da distruggere e power up da recuperare. Il tutto si rivela piuttosto semplice e ripetitivo, con uno schema di base che non fa certo della varietà il suo punto di forza. Il gioco si vanta di avere ben 80 livelli, ma difficilmente avrete la pazienza di arrivare in fondo. Nonostante la discreta presentazione tecnica ed una giocabilità comunque sufficiente, Tetsuo Gaiden si rivela poco più di un passatempo, peraltro piuttosto costoso vista la scarsità di copie vendute.

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ARCADE CLASSICS (Namco/(Philips Media – 1996)
Ecco una piccola raccolta di classici Namco per CD-i, uscita nella sola Europa nel 1996.
Si avete letto bene, proprio Namco, che tra l’altro sulla macchina Philips ha pubblicato anche Pac Panic. In Arcade Classics, oltre ad una buona versione di Ms. Pacman, troveremo anche Galaxian e Galaga.
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Galaxian ha ricevuto un porting davvero robusto e presenta una risoluzione più elevata ed un numero maggiore di colori a schermo rispetto all’originale. Il comparto audio è identico all’arcade, così come la giocabilità, assolutamente fedele in tutto e per tutto. Il sistema di controllo risulta veloce e reattivo, a patto ovviamente di utilizzare un gamepad.
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Galaga è anch’esso ben realizzato, anche se l’area di gioco è leggermente ridotta. Nonostante questo, tutto è veloce e reattivo e si lascia giocare senza problemi; anche qui è ovviamente raccomandato l’uso del gamepad.
Per quanto sia una piccola collezione con soli tre classici, non si può che lodare il grande impegno di Philips, che sotto la stretta supervisione di Namco ci regala un’ottima trasposizione di tre leggende videoludiche.

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GOLDEN OLDIES I (SPC Vision – 1997)
Ecco un’altra piccola e curiosa raccolta di classici reinterpretati dai ragazzi della SPC Vision, uscita praticamente in autoproduzione nel 1997 (e solo in Europa), quando ormai il CD-i era già con entrambi i piedi nella fossa.
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In Guardian, ci troveremo davanti ad una versione reinterpretata di Defender. Dovremo distruggere alieni e salvare umani in una serie di livelli a scorrimento orizzontale, che potremo percorrere in lungo e in largo con la nostra navicella. A livello tecnico il gioco è ottimamente realizzato, con il classico stile estetico dei giochi SPC Vision, unito come sempre ad una costante fluidità. Il lato audio è più spartano e comprende solo una serie di effetti di qualità appena discreta, mentre una buona colonna sonora ci attenderà nel menù (il titolo non sfrutta la scheda d’espansione DVC).
La giocabilità è discreta, ma le dimensioni generose della nostra nave, unite alla natura particolarmente affollata degli stage, porteranno a morti continue. Data la natura arcade, questo non sarà un problema, ma non aspettatevi nulla di miracoloso.
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Invaders
è una versione rielaborata del classico Space Invaders. A livello estetico si presenta con un design molto carino, per quanto il tutto sia estremamente semplice. Il comparto audio è composto da effetti piuttosto basici, a cui si aggiungono le buffe urla di dolore degli alieni, che ci strapperanno una risata all’inizio, ma che poi diverranno discretamente ripetitive.
Il gioco fa della semplicità la caratteristica principale: distruggere gli alieni e proseguire, nulla di più. Il livello di difficoltà è però molto più alto rispetto all’originale, cosa che potrebbe portare ad un po’ di frustrazione.
Nonostante siano giochi realizzati in poco tempo, per puro divertimento, risultano comunque più che dignitosi, anche se ovviamente inferiori ai modelli a cui si ispirano.
Per chi fosse interessato, è disponibile anche il secondo volume, che contiene una versione rielaborata di Breakout (Blockbuster) e Centipede (Bughunt).

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FAMILY GAMES I (DIMA – 1994)
Ecco che troviamo nuovamente una raccolta, stavolta di dieci giochi “originali” per tutta la famiglia, uscita solo in Europa. La qualità media è tutt’altro che esaltante, ma il tutto riesce a regalare qualche minuto di simpatia, tra una proposta e l’altra.
Full Attack, primo titolo che compare nel menù principale, è uno shooter a scorrimento orizzontale. Con la nostra piccola astronave dobbiamo superare una serie di livelli, con temi estetici vari, cercando di sopravvivere il più possibile. Il gioco offre una grafica semplice e poco movimentata, ma comunque fluida e pulita. Da notare la buona realizzazione dei fondali, forse la parte più interessante dell’esperienza. La colonna sonora è sorprendentemente accattivante e ci accompagna senza grandi problemi attraverso i livelli di gioco. Parlando di giocabilità, ci troviamo davanti ad un titolo semplicissimo, dove dovremo attraversare i livelli sparando ad ostacoli praticamente sempre statici. Nulla di particolarmente esaltante nel complesso, ma rimane comunque il titolo migliore della raccolta (immaginate gli altri).

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FAMILY GAMES II: Junk Food Jive (DIMA – 1995)
Seconda raccolta di giochi per tutta la famiglia, anche questa disponibile solo in Europa. La qualità media è leggermente migliore della prima, ma i titoli stavolta sono solo cinque.
Buzz-Off è uno shooter a scorrimento orizzontale che ci cala nei panni di un muscoloso eroe con le ali d’insetto, che deve sparare a nemici ed ostacoli presenti su schermo. Esteticamente si nota il miglioramento rispetto a Full Attack dell’anno precedente, con un maggior numero di animazioni ed uno stile fumettoso simpatico. La colonna sonora è ancora una volta molto buona ed accompagna bene l’azione di gioco. Il problema principale di questo titolo è che non si riesce a capire mai cosa faccia parte del fondale e cosa possa ucciderci. Inoltre anche toccare i nemici durante la loro animazione di morte ci porterà ad un’immediata dipartita. Il tutto di conseguenza diventa eccessivamente frustrante e davvero poco divertente. Un peccato, bastava poco per rendere Buzz-Off un piacevole diversivo, così è davvero da evitare. 


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SPACE RANGER ( Philips Studio Interactive – prototipo)
Ecco un prototipo molto interessante, per quanto ancora ad uno stadio larvale. Space Ranger è uno shooter che si ispira a Defender, in sviluppo verso il 1996, che fu poi cancellato dopo l’annuncio della fine del supporto del CD-i. Un gran peccato, perché da un punto di vista tecnico fa assolutamente un’ottima impressione già in questo stadio. La nostra astronave è ottimamente realizzata, così come la superficie del pianeta rosso in cui ci troveremo nell’unico livello test a nostra disposizione. Lo scrolling è veloce e fluido ed il comparto sonoro unisce un effetto di sparo abbastanza nella media ad una simpatica colonna sonora con un buon uso della chitarra.
Da quel poco che possiamo fare, si deduce che il gioco aveva grandi potenzialità, ma lo sviluppo è stato fermato così presto da renderlo giusto una piccola curiosità.
Un gran peccato!
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Anche oggi siamo arrivati alla fine della nostra retrospettiva. E’ il momento di riporre temporaneamente il CD-i sullo scaffale, mentre nuove macchine sempre più particolari e bizzarre riempiono la scrivania. Niente però batte un bel cocktail fatto a mano, preso sulla veranda guardando il tramonto hawaiano.
C’è da dire che questa situazione ci porta ad apprezzare le piccole cose che diamo sempre per scontate. A proposito, stasera seratona film, ovviamente in Betamax 😉

Alla prossima ragazzi e non dimenticate il motto: “Stay Hungry, Stay Obscure”

MAGNUM CD-i
Magnum


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