Testo e Foto di Lucio Russo
Quest’articolo è un estratto dalla rivista Cactus & Co. Vol. 17 nr. 2/3-2013.
In una lettera del 12 marzo 1903 Carl Albert Purpus (1851-1941), un esploratore e raccoglitore di piante tedesco, scriveva al botanico Townshend Stith Brandegee: “Mi trovo nuovamente a Torreon (…). Lo scorso giovedì mi sono recato da qui a Viesca per cercare Leuchtenbergia ma non ci sono riuscito (…)
Ho trovato degli splendidi cactus presso Viesca e Pena, ho anche raccolto diverse piante che mi sembrano nuove”. Purpus aveva già scoperto molte piante non ancora note alla scienza, tra cui numerose cactacee e aveva instaurato una proficua collaborazione con Mary Katharine (Layne) Brandegee (1844-1920), moglie del destinatario della lettera, una botanica americana nota in particolare per i suoi studi sulla flora californiana. L’anno successivo Purpus sarebbe tornato in zona e avrebbe raccolto la Mammillaria successivamente denominata lenta, ma non è impossibile che l’avesse già individuata nel corso del precedente viaggio. Fin qui le scarne cronache dell’epoca. Ma se la storia della scoperta lascia poco spazio al romanzesco, maggiori emozioni può dare la coltivazione di questa splendida pianta. Nel vasto genere Mammillaria spiccano infatti diverse inconfondibili gemme, e tra queste va senz’altro annoverata Mammillaria lenta, non solo per il portamento cespitoso e compatto, con fittissime spine sottili e bianche, per i fiori anch’essi bianchi e più grandi della media del genere, ma anche per la lentezza, a cui sembra alludere l’epiteto specifico – in realtà, lentus, in latino significa flessibile e va forse riferito alle spine (1) – che mette alla prova il coltivatore che voglia conservare il portamento tipico di questa stupenda pianta.
Mammillaria lenta è originaria dello stato di Coahuila in Messico, dove vive ad altitudini comprese tra i 900 e i 1.400 metri. La pianta fu raccolta da Purpus nel mese di gennaio del 1904 e quindi descritta dalla Brandegee nell’agosto 1905 sulla rivista californiana Zoe.
La descrizione originale parla di una “pianta cespitosa che si divide dicotomicamente formando gruppi appiattiti”, ma si tratta di una considerazione – ripresa anche da Craig (1945) – con ogni probabilità errata, come osserva giustamente Pilbeam (1999). M. lenta infatti accestisce molto in alto sui fusti appiattiti e globosi dando l’impressione di una divisione dicotomica, della quale però non presenta il caratteristico allungamento dell’apice vegetativo che la precede. I fusti presentano un apice appiattito e raggiungono un diametro massimo di poco eccedente i 5 cm. Le spine, tutte radiali, sono numerose e sottili e si dipartono da areole prive di lanuggine. La descrizione della Brandegee prosegue notando che esse “sono così soffici e fragili da risultare difficili da contare, ma sembrano essere 30-40”. Non compare invece la descrizione del fiore che all’epoca della raccolta non era presente. I fiori sono larghi circa 25 mm e lunghi 20, di colore bianco con sfumature rosa e linea mediana rossa, antere gialle e stigma verde oliva. Quando la fioritura è accompagnata dalla presenza dei vecchi frutticini rossi di forma clavata, la pianta si offre allo sguardo nel suo massimo splendore.
(…)
L’articolo continua a pagina 126 della rivista ufficiale Cactus & Co. Vol. 17, nr. 2/3-2013.
Quest’articolo è un estratto dalla rivista Cactus & Co. Vol. 17, nr. 2/3-2013. Puoi acquistare la tua copia di questo numero dal nostro sito www.cactus-co.com nella sezione “pubblicazioni”, oppure cliccando direttamente “qui” .
In questo numero: le succulente di Fuerteventura, Opuntia humifusa, Aptherantes europaea, le piante degli antenati, pipistrelli, Tulista (Aloe) aristata e i suoi ibridi, Mammillaria lenta, Cites.