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Nel giorno della canonizzazione il Collegium "Orvieto Città del Corpus Domini" ricorda la visita pastorale di Giovanni Paolo II

domenica 27 aprile 2014
di Davide Pompei
Nel giorno della canonizzazione il Collegium "Orvieto Città del Corpus Domini" ricorda la visita pastorale di Giovanni Paolo II

Quattro papi in Piazza San Pietro. Francesco e Benedetto XVI, sull'altare. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, entrati di diritto tra i santi della Chiesa cattolica. Degli 800.000 pellegrini – mezzo milione in strada, 300.000 davanti ai maxi-schermi – e quasi 100 delegazioni internazionali che domenica 27 aprile hanno invaso Roma, una piccola eppure significativa rappresentanza ha fatto tappa in questi giorni anche ad Orvieto. Quasi 4.000, i pellegrini contati in città nella sola giornata di venerdì - molti provenienti dall'Est Europa - in concomitanza anche del Giubileo della Famiglia, inserito nel calendario delle celebrazioni per il biennio giubilare che ha portato sulla Rupe genitori e ragazzi dall'intera Diocesi di Orvieto-Todi. L’appuntamento ha coinciso con il Giubileo dei Bambini della Prima Comunione ed è arrivato dopo una serie di incontri preparatori. Momento clou della doppia giornata giubilare, la relazione del cardinale Ennio Antonelli dedicata a “L'Eucarestia modello e fonte dell'amore sponsale”.

La possibilità di vedere Papa Francesco ad Orvieto in concomitanza con il giubileo concesso dal Vaticano in occasione del 750esimo anniversario del Miracolo Eucaristico di Bolsena datato 1263 e dell'istituzione, l'anno successivo, della festività del Corpus Domini, resta ancora senza una data in agenda. Chi, invece, in epoca recente ad Orvieto è venuto per ben due volte è proprio Karol Wojtyla. Nei primi anni del dopoguerra, quando era ancora un giovane prete e insieme ad altri novizi che soggiornavano a Roma partecipò alla processione del Corpus Domini. E, anni dopo, da Pontefice ignaro che un giorno sarebbe diventato Santo.

Così, nel giorno della canonizzazione, il Collegium “Orvieto Città del Corpus Domini” ha voluto ricordare la sua visita pastorale, avvenuta il 17 giugno 1990, in occasione del Corpus Domini:

L’allora papa Wojtyła, che da porporato Karol Józef era già venuto in pellegrinaggio nella nostra città portò nella Processione del Corporale devotamente e misticamente ispirato il Santissimo Sacramento. «Orvieto Città del Corpus Domini» (Lazzarini; Ficarelli) e «Santuario del SS. Corporale» (Luigi Fumi), decretata «Città Eucaristica» con lettera apostolica da papa Montini: «Urbisveteris civitas eucharistica supra montem posita», Paolo VI, che divulgò da Orvieto al mondo nel 1964 il “Messaggio di Orvieto” (primo pontefice ad utilizzare l’elicottero per spostarsi dal Vaticano proprio nell’occasione orvietana: come documentato da una suggestiva copertina della Domenica del Corriere), e che oggi riecheggia nella canonizzazione di Giovanni Paolo II”.

“Orvieto Città del Corpus Domini” collegium di promozione ed attività culturali, consociazione erede del civico comitato per le iniziative giubilari del marzo 2012, intende onorare il papa santo con un passo dell’omelia – qui consultabile per intero – che pronunciò da Orvieto in quell'occasione:

«Chiesa di Orvieto, loda il tuo Signore. Vogliamo esprimere insieme, con questo incontro, la nostra riconoscenza al Signore, nel ricordo del VII centenario della fondazione del duomo della vostra città, del quale il mio predecessore, il Papa Niccolò IV, benedisse la prima pietra, il 13 novembre 1290. Anche se la sua costruzione non è collegata direttamente alla solennità del “Corpus Domini”, istituita dal Papa Urbano IV con la bolla Transiturus, nel 1264, né al miracolo avvenuto a Bolsena l’anno precedente, è però indubbio che il mistero eucaristico è qui potentemente evocato dal corporale di Bolsena, per il quale venne appositamente fabbricata la cappella, che ora lo custodisce gelosamente. La città di Orvieto è da allora conosciuta nel mondo intero per tale segno miracoloso, che a tutti ricorda l’amore misericordioso di Dio, fattosi cibo e bevanda di salvezza per l’umanità pellegrina sulla terra. Del culto verso così grande mistero, la vostra città conserva e alimenta l’inestinguibile fiamma. Chiesa di Orvieto, loda il tuo Signore!»